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Autore: Shainareth    19/11/2013    4 recensioni
Ogni volta che lei era in lacrime, Garu avvertiva un peso alla bocca dello stomaco e il cuore stringersi in una morsa quasi dolorosa.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abyo, Ching, Garu, Pucca
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se c’era una cosa che detestava, persino più dei suoi baci, era vedere Pucca piangere. Era più forte di lui. Ogni volta che lei era in lacrime, Garu avvertiva un peso alla bocca dello stomaco e il cuore stringersi in una morsa quasi dolorosa. Come adesso.
   Yani si era allontanata da casa il giorno addietro e non aveva fatto ritorno. Era logico che Pucca fosse preoccupata, lo sarebbe stato anche lui se Mio fosse sparito per più di ventiquattr’ore, benché Garu nutrisse una grande fiducia nelle sue capacità di sopravvivenza e nelle sue abilità di gatto ninja.
   Non appena avevano saputo dell’accaduto, Ching e Abyo si erano subito proposti di aiutare l’amica a cercare la sua piccola Yani, e la prima cosa che avevano fatto era stata quella di chiedere a lui, visto che Mio e Yani erano grandi amici e li si vedeva spesso gironzolare per Sooga insieme. Purtroppo, però, neanche Garu aveva saputo dar loro informazioni utili, giacché il suo gatto era rimasto insieme a lui per tutto il tempo.
   E ora il giovane ninja era lì, insieme agli altri, a cercare la piccola Yani per i dintorni del villaggio, senza tuttavia riuscire a cavare nulla. Gettò per l’ennesima volta uno sguardo a Pucca e i suoi occhi pieni di lacrime trattenute a stento gli provocarono un nuovo spasmo allo stomaco. Tornò a prestare attenzione a quel che faceva con maggior decisione di prima, preoccupato com’era non soltanto per la gatta, ma anche e soprattutto per la ragazzina. Poteva anche negare di provare per lei qualcosa di diverso dall’amicizia, ma in verità sapeva di volerle davvero bene, nonostante tutti i loro screzi. Altrimenti perché il dolore provato da lei diventava di conseguenza anche il suo?
   «Non preoccuparti», sentì dire a Ching, che si era avvicinata all’amica e le stava passando una carezza lungo la schiena. «Vedrai che prima di sera riusciremo a trovarla.»
   Forse era azzardato affermare una cosa del genere, pensò Garu, alzando lo sguardo al cielo pennellato di viola e arancione per via del sole ormai in procinto di tramontare. Ma capiva che le parole di Ching erano un modo gentile, sia pure illusorio, di confortare Pucca.
   «Vorrei davvero sapere dove diavolo s’è cacciata…» stava borbottando frattanto Abyo, intento a setacciare i cespugli dall’altro lato del sentiero del boschetto in cui si trovavano. «E se l’avesse rapita Tobe?» ipotizzò poi, volgendosi verso gli altri. «È già successo una volta, dopotutto.»
   «Impossibile», fu la scettica risposta di Ching. «Gli è andata male, in quell’occasione, perciò dubito che sia così sciocco da riprovarci. E poi, se anche così non fosse, si sarebbe già fatto vivo per pretendere un riscatto o ricattare Garu, no?»
   Già, se Yani fosse stata presa di mira da Tobe, sarebbe stato nuovamente perché in realtà quel dannato mirava a lui. Garu strinse i pugni con rabbia, ritenendo tremendamente ingiusto che, per un conto in sospeso fra loro, già in passato dovesse esserci andata di mezzo quella gattina.
   «Propongo di dividerci», tornò a parlare Ching. «In questo modo, avremo maggiori possibilità di trovarla.»
   «Ci sto», concordò Abyo. E anche Garu la reputò una buona idea, benché invece Pucca rimanesse sulle sue, quasi come se non fosse neanche più in grado di prendere decisioni autonome.
   Quando però sembrò avviarsi per conto proprio e Ching fece per seguirla, il giovane ninja anticipò quest’ultima, affiancandosi a Pucca e lasciando l’amica più indietro insieme ad Abyo. Proseguirono da soli, in silenzio, per diversi minuti. Fu solo quando sbucarono sulla strada che dava sulla spiaggia che la ragazzina si riscosse, lanciando un soffocato grido di spavento: sulla carreggiata vi era la carcassa malridotta di un gatto, evidentemente travolto da un’auto di passaggio.
   Garu le fu subito accanto e quando le circondò le spalle con un braccio per invitarla gentilmente a distogliere lo sguardo, sentì Pucca tremare da capo a piedi. Infine, travolta dall’ansia e dalla paura che anche Yani potesse aver fatto la stessa fine di quella povera bestiola, la bambina lasciò libero sfogo alle lacrime, singhiozzando contro la spalla del ragazzino. Pur colto dal panico perché incapace di gestire quella situazione, Garu si rese conto che, anzitutto, la cosa più urgente da fare era allontanare Pucca dalla strada. La condusse via con sé, continuando a sostenerla in silenzio e a sentire il cuore in preda alla sua stessa angoscia. In quel momento gli parve talmente fragile che si stupì di non essersene accorto prima, abituato com’era sempre stato a vederla forte e piena di energie. Che sciocco era stato a non averlo mai notato… Avvertì un più che giustificabile istinto di protezione nei suoi confronti e la cosa, stranamente, lo fece sentire più sicuro di sé.
   D’un tratto, il suo fine udito ninja captò un miagolio. Si mise sull’attenti, mentre Pucca continuava ad aggrapparsi a lui con fare disperato. Di nuovo quel verso, pensò Garu, certo che fosse stato più vicino del precedente. Quindi, cercando di scivolare delicatamente via dall’abbraccio dell’amica, si avviò con prudenza verso il punto dal quale aveva sentito provenire il miagolio, che fu udibile per una terza volta. Anche Pucca lo sentì, e subito fu dietro al ragazzo. Pochi metri ancora e, passati alcuni alberi del boschetto nel quale erano dovuti rientrare, videro due figurette trotterellare nella loro direzione.
   Pucca si lasciò andare ad una nuova esclamazione, questa volta di gioia e sollievo, e non le riuscì di trattenere nuove lacrime quando si inginocchiò sull’erba e Yani le saltò in grembo, iniziando a farle le fusa e a manifestare tutta la contentezza per essere riuscita a ritrovare la propria padroncina. Davanti a quella scena, anche Garu si commosse. Trattenne le proprie emozioni, però, limitandosi a sorridere e a volgere uno sguardo orgoglioso al suo fidato Mio, il primo fra loro ad essersi messo alla ricerca dell’amata non appena aveva saputo della sua scomparsa. Era davvero straordinario come quel piccolo gatto nero riuscisse a comprendere sempre quello che accadeva.
   Avvertendo finalmente il corpo e l’animo rilassarsi dopo tutta la preoccupazione provata durante quella giornata, e riportando la propria attenzione sull’amica, Garu incrociò i suoi occhi e quasi sussultò: adesso Pucca gli sorrideva con affetto e gratitudine. E, d’improvviso, lui sentì nuovamente un nuovo spasmo allo stomaco, sia pure di natura assai diversa da quello avuto fino a pochi istanti prima. Non riuscì a decifrarlo, sulle prime, se non quando si rese conto di avvertire calore al viso, segno che era arrossito. E allora comprese e rimase totalmente spiazzato da quella nuova scoperta: se c’era una cosa che amava, persino più del suo onore di uomo e di guerriero, era vedere Pucca sorridere.












Va' là, ché ogni tanto riesco persino a scrivere qualcosa di romantico. ♥ Che, per di più, mi soddisfa meglio della shot di ieri.
Comunque, non c'è niente da fare: se devo scrivere una shot introspettiva, Garu è il personaggio che fa per me. Mi viene spontaneo usare il suo POV, forse perché mi dà l'idea di essere un tipo molto riflessivo. In ogni caso, lo trovo adorabile. ♥
Alla prossima!
Shainareth





  
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