Anime & Manga > Cyborg 009
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Autore: michiredfox    29/04/2008    0 recensioni
Gli anni sono trascorsi... i cyborg stanno per affrontare una nuova missione... forse la più difficile finora...
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Parte 11

 

“Bisturi… Divaricatore… Pinze…” i comandi della dottoressa Fourier erano chiari e ben precisi, l’equipe medica si muoveva veloce nella sala operatoria… l’intervento andava avanti ormai da più di due ore…

“Fa’ attenzione, Caroline… i suoi livelli di energia si stanno abbassando…” disse il Dottor Gilmoure.

“Sta’ calmo Isaac… so benissimo quello che faccio…” rispose la donna, ostentando una sicurezza che in quel momento non sentiva affatto…

“Forza Caroline” disse tra sé e sé “ne hai viste di peggiori… avanti… estrai quella maledetta pallottola!”

Le sue mani agivano con estrema cautela… una mossa sbagliata avrebbe condannato Joe ad una morte istantanea…

“Eccola… la vedo!”

La dottoressa Fourier cercò di afferrare il corpo estraneo con un paio di pinze, ma il primo tentativo fallì…

“Che succede?”

“E’ troppo vicina al cuore… rischio di provocargli un’emorragia interna…” poi pensò “Se muore sotto i ferri non avrò più il coraggio di guardare in faccia sua moglie…” ma si trattenne dal pronunciare queste parole…

Il Dottor Gilmoure le afferrò la mano che stringeva lo strumento medico… “Morirà comunque se non ci provi… Caroline sei la nostra unica speranza!”

Osservò l’uomo accanto a lei: i suoi occhi la stavano supplicando… voleva davvero molto bene a quei ragazzi, erano la sua famiglia, il suo mondo, rappresentavano tutto ciò per cui valeva la pena lottare…

Fu allora che ricordò perché aveva scelto di fare il medico: salvare esseri umani era il suo scopo, la sua missione… aveva sacrificato la sua vita privata per questo… “No” si disse “non è stato un sacrificio… sono stata io a scegliere questa professione, nessuno mi ha obbligata e se potessi tornare indietro non cambierei una virgola della mia esistenza… niente ti può dare una gioia paragonabile al sorriso ed alla felicità delle persone che hai aiutato a guarire…”

Annuì allo scienziato e si concentrò nuovamente… “Bene piccola stupida pallina di latta… non mi impedirai di salvare questa vita…”

Stavolta riuscì nel suo intento: un movimento rapido e la pallottola sgusciò fuori dal petto di Joe senza fare il minimo rumore.

Caroline Fourier la tenne sollevata per un lungo istante, poi gettò uno sguardo all’apparecchio che monitorava costantemente il cuore del ragazzo… nessun cambiamento anomalo… “Bene” esclamò, rivolta ai suoi collaboratori “potete ricucire…”.

Gettò via la pallottola e si diresse all’esterno della sala operatoria, seguita da un sollevato Dottor Gilmoure.

L’anziano professore la bloccò prima che potesse uscire e le disse: “Non so davvero come ringraziarti Caroline…”

“Al contrario…” rispose la donna con un cenno della mano “sono io che devo ringraziare te”.

Lui non riusciva a capire, allora lei continuò “Vedi Isaac, oggi dopo tanto tempo ho scoperto di nuovo il significato del mio lavoro: fare del bene al tuo prossimo. E’ una sensazione bellissima che ti apre il cuore… non so bene come spiegarlo…”

Il buon dottore le porse la mano, scuotendo il capo “Non ce n’è bisogno… capisco perfettamente quello che vuoi dire… sei una donna in gamba Caroline ed un ottimo medico. Grazie… grazie infinite…”.

La dottoressa Fourier contraccambiò la sua stretta calorosamente “Torna pure dagli altri adesso… saranno molto in pensiero… spiega loro com’è andato l’intervento… io devo andare a controllare Françoise”.

Detto questo si incamminò verso la stanza della ragazza… sul suo volto comparve finalmente un bellissimo sorriso…

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Stavo in piedi, immobile come una statua, ad osservare una bambina che giocava spensieratamente nel giardino di quella che doveva essere la sua casa… era tutto così strano… quella dimora… quella ragazzina allegra… sembrava una scenetta così familiare…

Improvvisamente ricordai, portandomi una mano alla bocca… quella piccola ero io! Quella casa era la mia!

“Non… non è possibile… non può essere reale…”

“Lo è invece… almeno in parte…”

Sussultai al suono della voce alle mie spalle, così dolce e serena…

Ebbi quasi timore nel voltarmi verso la direzione da cui proveniva… vidi una donna venire verso di me… una bella signora con i capelli color dell’oro…

“Mamma!”

“La mia piccola ballerina…” aprì le braccia ed io mi persi per un lungo momento in quel contatto che non avevo mai dimenticato…

Lei cominciò ad accarezzarmi i capelli, come faceva sempre quand’ero bambina, continuando a ripetere quanto mi voleva bene e quanto le ero mancata.

Non mi ero neanche resa conto di aver iniziato a piangere… stavo letteralmente singhiozzando.

Mia madre allora prese il mio viso tra le mani e mi asciugò le lacrime: “Suvvia, tesoro… adesso basta… ti verranno gli occhi gonfi…”

Sorrisi… erano le stesse parole che mi diceva quand’ero piccolina…

“Ecco… vedi? Diventi molto più bella quando ridi”.

“O mamma!” non riuscivo a parlare… avrei voluto rimanere così per sempre, al sicuro tra le braccia di mia madre, lontano da dolori e dispiaceri…

“Cara… so che stai attraversando un momento molto difficile, ma ogni cosa tornerà al suo posto e tu sarai di nuovo felice”.

Mi indicò la bambina che correva nel verde prato che si stendeva in lontananza…

“Come vorrei poter tornare a quell’età, poter rivivere la mia infanzia…” dissi.

“Oh Françoise… ma quella bambina non sei tu!”

Non riuscivo a capire… “Ma… ma somiglia a me da piccola!”

Mia madre sorrise “Tesoro, è normale… è tua figlia!”

Dovevo aver stampata in volto un’espressione davvero stupida, perché mia madre non riuscì più a trattenere le risate…

“Oh sì” disse, quando riprese il controllo di sé “è proprio la mia nipotina” posò la sua mano sulla mia pancia “ed è già qui… anche se ancora non si vede…”

Avevo perso completamente il dono della parola, dalla mia bocca uscivano sillabe incomprensibili… tutto questo non poteva essere vero… io sono un cyborg ora… non posso più avere figli…

Il dolce sorriso della mamma interpretò i miei pensieri (ma non ero io che avevo il potere di leggere nella mente?) “L’amore può tutto figlia mia, è il motore dell’intero universo e non soggiace ai voleri della scienza… Guarda a che cosa porterà il vostro amore…” mi fece voltare di nuovo verso quell’angioletto biondo…

Non riuscivo più a controllare le mie emozioni… piansi lacrime miste a dolore e gioia… dolore per il timore di perdere Joe, che sapevo lottare contro la morte… gioia per quella nuova vita che già cresceva dentro di me…

Mia madre prese le mie mani e continuò a parlare “Tesoro… tuo marito starà di nuovo bene vedrai… lo hai salvato… e non mi riferisco soltanto agli ultimi giorni… il tuo amore così forte, così infinito, lo ha reso una persona migliore e, di conseguenza, ti ha portato ad essere la meravigliosa donna che sei diventata. Sono così orgogliosa di te…”

“Mamma…” la abbracciai, piangendo “mamma… voglio… voglio restare qui con te…”

“Oh cara… no…” rispose, scuotendo la testa “non è ancora il momento… verrà il giorno in cui potremo stare insieme, ma soltanto dopo molto… moltissimo tempo…”

In quell’istante compresi che non avrei più rivisto mia madre, se non nei miei sogni…

“Però… angelo mio… Jean sarà di nuovo accanto a te… sii buona con lui Françoise… quello che può aver commesso di sbagliato, lo ha fatto solo per arrivare a te, perché ti vuole bene… è tuo fratello, lo stesso sangue scorre nelle vostre vene… promettimi che baderai a lui, cara…”

“Te lo giuro mamma… te lo giuro…”

Lei accarezzò la mia guancia un’ultima volta “E’ ora di tornare bambina mia… svegliati Françoise… Françoise…”

La sua voce si trasformò lentamente… che strano… era diventata più profonda… aprii gli occhi… la prima cosa che vidi al mio risveglio fu il volto sorridente di mio fratello… la prima cosa che sentii fu la sua voce che pronunciava il mio nome…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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