Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |      
Autore: Deanna_    19/11/2013    0 recensioni
Tutti abbiamo delle verità nascoste, dei segreti oscuri, ma Castiel voleva dimenticare. Non voleva avere niente a che fare con quel destino. Non voleva perdere colui che amava e non lo avrebbe dimenticato perché Dean era ormai parte di lui. Nessuno avrebbe potuto separarli.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nessuna stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Bene questa è la mia prima fanfiction, è nata così... casualmente, si è scritta da sola. Spero vi piaccia e che mi aiutaste a migliorare questa storia. 

Buona lettura
 
 
Who are you? 

~ * ~
Quella dannata pioggia continuava a cadere dal cielo senza fermarsi. 
Fulmini e lampi illuminavano quella fredda notte, rivelando strane figure ai lati della strada, figure deformi, inquietanti, alte quasi fino al cielo. 
Quella lunga strada interminabile passava proprio in mezzo ad una fitta boscaglia, che tutti temevano e evitavano, forse proprio come l'autista, tanto pazzo da avventurarsi da solo in quella notte così tempestosa. 
Non faceva caso ai tuoni o al rumore del tergicristalli, nella sua testa risuonavano solo le note di quell'assolo di chitarra che gli piaceva tanto. 

"I don't care what the people say, I know where their jive is at" 

Quella canzone che gli aveva fatto ascoltare suo padre. Quella canzone che gli aveva fatto amare quel rock. Quella stessa canzone che suonavano insieme, facendo scorrere le dita così velocemente sulla chitarra. Quella canzone che non cantavano più insieme da quasi un anno. 

"Ci siamo quasi, fra poco ti riposerai Piccola" 

Trattava la sua auto come se fosse la sua anima gemella. Amava il rombo del suo motore esattamente quanto amava il talento di Jimmy Page. 
Quell'Impala del '67 che gli aveva lasciato suo padre, leggeva ancora le cassette, nessun accessorio fuori posto, nessun ritocco. 
La Piccola doveva rimanere così. 
La sua vernice nera doveva sempre brillare, il ruggito del motore, i lineamenti impeccabili, accompagnate da quelle note rock degli anni '70. Tutto doveva restare come l'aveva lasciata suo padre. 

"Piccola, fra poco torniamo a casa" 

Lui, l'aria da cattivo ragazzo, il giubbotto di pelle marrone sotto il quale spuntava una camicetta a quadri rossa, tanto amata. 
Gli occhi verdi e sicuri puntati sulla strada, il ciuffo castano chiaro che faceva impazzire tutte, il volto che esprimeva quella decisione che pochi possono avere. 
Tutti conoscevano quel ragazzo, tutti lo temevano. 

"È il figlio di John" 
"Quel John?" 
"Sì Winchester." 
~ * ~

Dopo aver percorso quella strada interminabile in mezzo ai boschi era arrivato. Aveva parcheggiato la sua Baby ed era sceso, chiudendo lo sportello con forza, ma facendo attenzione a non aver graffiato la carrozzeria.
Attraversò la stradina sterrata che percorreva un cimitero di carcasse d'auto una di fianco all'altra, rottami quasi tutti in pessime condizioni, senza alcuni pezzi, semi distrutti. La pioggia continuava a battere, ma più dolcemente e quel ragazzo si limitò semplicemente a passare la mano sul colletto del giubbotto per asciugare le poche gocce. 
Ed ecco la casa, proprio alla fine del cimitero di macchine. Bussò rapidamente, seguendo uno strano ritmo e -dall'interno- si levò una voce: "Finalmente". 
Bobby Singer aprì la porta. Un vecchio meccanico, vedovo ormai da anni, scontroso e irascibile, ma un secondo padre per gli orfani Winchester. Crebbe quei due ragazzi insieme a John, come se fossero figli suoi, gli insegnò a giocare a baseball, gli raccontava leggende su mostri e creature mitologiche che quei ragazzi amavano particolarmente e ogni notte parlava di Mary, la mamma che quei due bambini persero nel drammatico incendio che li segnò per sempre. 
"Dean, ragazzo, ti sembra l'ora di arrivare?" 
"Mi conosci, Bobby. Amo attraversare interi stati sulla mia Piccola" 
"Entra, Sam ti sta aspettando" 

Dean e Sam Winchester. Erano questi i nomi dei due fratelli, "i figli di John". 
"Ehi Sammy, sei ancora attaccato a quei libri? Ti avevo detto di fare una pausa due giorni fa" disse Dean sfregando la mano sui folti capelli di Sam. 
"Smettila, domani ho l'esame e sai benissimo quanto sia importante per me. A differenza tua, io sono quello che porta i soldi a casa e che vuole avere una carriera, non stare attaccato ad una macchina e girare per i bar alla ricerca di 'avventure'.." gli rispose Sam sistemandosi il lungo ciuffo castano scuro. 
"Non toccare la mia Piccola. Dillo un'altra volta e ucciderò i tuoi figli, i tuoi nipoti e i tuoi pronipoti"

Sam era molto diverso da Dean. Non amava particolarmente i viaggi lunghi chiuso in una macchina, sopratutto quel rock tanto amato dal fratello, che era costretto ad ascoltare ogni volta che saliva sull'Impala. Il suo sogno era quello di diventare un avvocato, un rispettabile uomo di carriera e di avere una casa e una famiglia tutta sua. 
Solo una cosa aveva in comune con Dean: l'amore per le camice a quadri. 

"Smettetela di litigare voi due. Ha chiamato uno per una riparazione. Verrà questa sera. Dean dovrai occupartene tu"
"Il cliente può aspetta-" non fece in tempo a finire la frase che gli occhi di Bobby lo fulminarono all'istante. 
"Idiota." 

~ * ~
Era ormai giunta la sera, il sole iniziava a tramontare e il cielo si tingeva rapidamente di arancione. 
Sam aveva passato tutto il giorno sui libri, dimenticandosi persino di mangiare, Bobby sistemava il garage mentre Dean riordinava gli attrezzi. 
"Allora questo 'cliente' è un po' troppo in ritardo non credi?" 
"Dean, la pazienza non è di certo il tuo miglior pregio vero ragazzo?" 

Sentita la risposta di Bobby, Dean uscì innervosito dal garage, prese il suo cappotto di pelle, lo insossò e sistemò il colletto poi si diresse verso la sua baby. 
Non voleva litigare con Bobby, ma non voleva ammettere che aveva ragione sul suo conto, anzi non gli piaceva parlare di lui e basta.
Camminava con passo deciso, quasi da soldato, quando sentì lo strisciare di due ruote avanzare lungo la stradina sterrata. 
Era un ragazzo, trascinava un' Harley Davidson piuttosto mal ridotta: la carrozzeria graffiata e ammaccata, senza benzina, una ruota squarciata.. Sembrava avesse avuto un incidente. 
Fece altri due passi e si accasciò lentamente sulla moto, sfinito, asciugando il sudore sulla fronte con la manica della felpa grigia che indossava. 
Dean gli corse incontro per soccorrerlo, spostò la moto e si mise il braccio di quello sconosciuto dietro il collo, sorreggendolo con l'altra mano. 

"Ehi stai bene? Cosa è successo?" 

Il ragazzo sollevò lo sguardo e, da sotto il cappuccio, Dean vide due profondi occhi azzurri così penetranti, malinconici e supplichevoli. Un ciuffo nero gli percorreva la fronte sudata, ma Dean non ci fece caso, continuava a fissare quello sguardo. 

"S-Sono molto in ritardo?" 
"Sei tu il tizio che ha bisogno di una riparazione?" 
".. Sì, tu sei Winchester? Dean Winchester?" 

E dopo aver pronunciato quel nome, il ragazzo svenne esausto. 
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Deanna_