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Autore: LADY_youkai    29/04/2008    6 recensioni
Guardo fuori dalla finestra in attesa che smetta di piovere. Voglio uscire e sfogarmi. Non resisto più! Sento l’odore di chiuso e solitudine che avvolge la mia stanza e si impadronisce di me. Se solo potessi andarmene da qui! Sto aspettando l’occasione giusta per fuggire, ma ho un po’ di paura. Una volta fuori, che farò? Riuscirò a vivere finalmente in pace? Tocco il vetro con la fronte: è freddo. Chiudo gli occhi ascoltando la pioggia che scende inesorabile e bagna il cortile della Wammy’s House. Fuori è tutto freddo e statico.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Mello, Near
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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due anime

CIAO A TUTTI!! ecco un'altra ff su mello e near! voglio avvisare che la scena yaya sarà all'ultimo capitolo e prima di allora non succede nulla...ecco, dopo questa premessa, le tre persone che avranno accettato di leggere la ff spariranno...ma se così non dovesse accadere, allora commentate! 

ah! ho dovuto mettere anche matt...ma lui è solo una comparsa (piccolo essere inutile). Il titolo non c'entra nulla, solo che non sapevo come intitolarla.

buona lettura!

CAPITOLO UNO – PENSIERI

 

Guardo fuori dalla finestra in attesa che smetta di piovere. Voglio uscire e sfogarmi. Non resisto più! Sento l’odore di chiuso e solitudine che avvolge la mia stanza e si impadronisce di me. Se solo potessi andarmene da qui! Sto aspettando l’occasione giusta per fuggire, ma ho un po’ di paura. Una volta fuori, che farò? Riuscirò a vivere finalmente in pace? Tocco il vetro con la fronte: è freddo. Chiudo gli occhi ascoltando la pioggia che scende inesorabile e bagna il cortile della Wammy’s House. Fuori è tutto freddo e statico.

Come me.

Io, sempre il numero uno. Per un volta, vorrei essere normale, proprio come la gente fuori di qui. Perché sono nato così? Non l’ho chiesto io! ...

Perché queste cose non riesco a dirle? Perché sono così vuoto? Perché non riesco a estraniare i miei sentimenti, che mi schiacciano?

Perché non sono come te, Mello?

Tu vivi, lo dimostri ogni giorno, arrabbiandoti, ridendo, cercando di superarmi…io invece no, sono solo con me stesso, ma lo so, la colpa è solo mia. Sono così misero…

Eppure ogni giorno mi sveglio convincendomi che potrò cambiare, ma ogni giorno mi sbaglio…mi siedo sempre sul pavimento di marmo a fare i miei puzzle e a completare enigmi. In questo modo non penso a quello che accade dentro di me, a quello che provo per te…sono così ingenuo, da pensare che il mio carattere introverso e riservato possa incuriosirti e avvicinarti a me. Invece ti allontana! Lo so, ma è tardi ormai.

Riapro gli occhi e mi accorgo che ha smesso di piovere. Ma tanto che cambia?

Io resto qui comunque…

 

-Andiamo Matt, non è poi così grave-

-BUAHAHA!! TU NON CAPISCI!-

-E’ solo un gioco-

-E’ partita la corrente idiota!- Lo aggredì lui, mentre abbracciava la play –Dovevo solo salvare la partita! Anni di duro lavoro buttati all’aria!- Mello osservò indifferente l’amico: del resto, poteva sempre rigiocarci. Eppure Matt sembrava così afflitto

-Senti, perché non scendi un attimo?-

-No, sniff, devo riflettere su come suicidarmi- Mello iniziò a spazientirsi: odiava quando faceva il melodrammatico per nulla, quando era in cerca di attenzioni

-Che palle! Io scendo, tu fai quello che diavolo vuoi!- Mello chiuse la porta, ma giurò di sentire un “povera la mia bambina” prima di allontanarsi. Si avviò a scendere le scale, quando si imbatté in qualcuno

-Ciao Mello!. Quando sentì quella voce, il sangue del ragazzo si gelò tutto d’un colpo

-Ciao Linda…-

-Hai visto che ha smesso di piovere?-

-Si- Odiava quella bambina: da quando era stato costretto a baciarla a causa di una penitenza, lei non gli dava più tregua. Secondo Matt si era presa una cotta per lui, ma Mello non ne era convinto: aveva solo bisogno di affetto e attenzioni. Peccato che le pretendesse dalla persona sbagliata

-Senti…pensavo…che ne dici se dopo stiamo un po’ insieme?-

-Prego?- Ci riprovava…

-Beh, ecco, solo se vuoi…-

-Non voglio!- Rispose lui secco –Ci vediamo- Disse, prima di lasciarla sola in mezzo al corridoio: odiava fare il bastardo, ma a volte era necessario. Si affrettò a raggiungere la sala comune, per timore che Linda ci riprovasse e quella, era l’ultima cosa che voleva in quel momento. Sperava di trovare qualcuno, ma constatò con rammarico che non c’era nessuno: evidentemente il brutto tempo aveva favorito il pisolino pomeridiano tanto decantato da alcune insegnanti dell’orfanotrofio, stanche di stare continuamente dietro a un branco di ragazzini scatenati. Si trovò da solo in quella stanza, dove ogni giorno stava rinchiuso lui.

Il suo rivale.

Near.

Al solo pensiero di quel nome, il corpo di Mello venne pervaso da un brivido di rabbia: possibile che quel bambino amorfo e più piccolo di lui potesse batterlo sempre? In qualsiasi disciplina, in qualsiasi contesto…Mello era certo che, se ci fosse stata una materia di cucito o di economia domestica, lui lo avrebbe battuto, perché quella figura candida e solitaria riusciva a vincere sempre! Tutti dicevano che era lui che la prendeva troppo sul serio quella competizione, che a Near non importava nulla essere primo, ma lui non ci credeva: perché allora per una volta non lo lasciava vincere?

No! Quello mai! Non voleva vivere di elemosina e degli avanzi di Near. Un giorno, ne era certo, avrebbe mostrato a tutti il suo valore e anche Near avrebbe dovuto riconoscere che, in fondo, era più capace di lui!

E tutto quello per prendere il posto di L, per aggiudicarsi la stima e la fiducia di una persona che non avevano mai conosciuto e che, forse, non avrebbe mai incontrato. In fondo, nemmeno lui sapeva perché ci teneva così tanto a diventare il nuovo L…

 

Voglio incontrarlo. Voglio sapere se anche lui ha provato queste mie stesse emozioni. Voglio sapere se anche lui ha sofferto e soffre ancora per essere stato abbandonato da quelli che le altre persone avrebbero chiamato “genitori”. Sono un indesiderato, nessuno mi vuole e forse per questo voglio prendere il suo posto…voglio che per le persone io diventi una figura importante e affidabile, qualcuno su cui tutti possono fare riferimento. Per essere finalmente amato. Anche per questo non ti lascio vincere, ma lo sai quanto mi costa vederti così? In un certo senso però,, lo faccio apposta: così, qualcuno, sia accorge di me. Qualcuno tiene a me…perché, tu tieni a me? Ma come sono stupido. Io sono il tuo avversario, non tuo amico.

E di certo, nemmeno…

Sorrido a questo pensiero.

Non sorrido mai davanti agli altri, non so perché, ma non mi piace farmi vedere umano davanti agli altri…forse perché così divento vulnerabile?

 

Rimase vicino alla finestra a osservare il vuoto davanti a se mentre mangiava una tavoletta di cioccolata. Non sapeva perché avesse questa dipendenza, sapeva solo che Roger cercava in tutti i modi di togliergli quell’abitudine e il medico dell’istituto era affascinato dal fatto che non avesse problemi ai denti ne ingrassasse. Infatti lui era magro, nonostante una persona normale con tutto quel cioccolato sarebbe diventata una boa e avrebbe avuto problemi di diabete. Lui non aveva nemmeno quello. Si scostò una ciocca di capelli che era davanti agli occhi. Più di una volta si era chiesto se quei capelli li avesse ereditati da suo padre o da sua madre, ma poi si convinceva del fatto che non aveva mai avuto genitori, ma solo una vera famiglia: la Wammy’s House. Certo, c’erano alcuni soggetti che avrebbe voluto eliminare, tipo Linda, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine.

Anche Near…

“Eliminerei anche lui?” Si ritrovò a chiedersi. In effetti, si era talmente abituato alla sua presenza che non riusciva a immaginarsi la sua vita senza di lui. E questo non era un bel segno…

Si destò dai suoi pensieri, quando udì dei passi che stavano avanzando verso la sala comune e rimase in attesa di vedere chi fosse. Matt, non poteva essere, troppo intento a comporre una messa da requiem per il suo gioco, Linda nemmeno, o almeno così sperava, Roger forse? No, non era la sua camminata…

LUI! Eh certo! Chi altri poteva essere se non lui? Con i suoi piedi, avvolti da calze costantemente candide, faceva ingresso nella sala con appresso un altro puzzle e altri giocattoli. Aveva quasi tredici anni e si ostinava a giocare con peluche enormi e puzzle malefici: ora, chi poteva essere la mente diabolica che inventava i puzzle intitolati “foca bianca su sfondo di neve”? Solo un pazzo sadico! Near camminava indisturbato verso il solito punto della sala, come se non si fosse accorto della presenza di Mello. Si sedette in quella posizione che il ragazzo biondo non riusciva a capire, mentre si arricciava un ciuffo: anche li, possibile che un bambino avesse i capelli bianchi? Albino non era, non aveva gli occhi rossi e la luce non gli dava fastidio, ma nessuno ci dava più peso… che nervi! Tutto di lui lo infastidiva! La sua presenza, il suo respiro sempre calmo, la sua pelle candida e quel petto che… un momento! Che diavolo c’entrava il petto di Near? Si sentì avvampare “Tranquillo, hai quasi quindici anni, è normale che alla tua età si abbiano istinti sessuali…MA CHE CAZZO STO PENSANDO?!?!”  Mello cercò di restare calmo, anche se nella sua testa era in corso una battaglia infima. Near osservò, senza farsi notare, Mello che si stava agitando sempre di più e si sentì divertito: era lui che lo infastidiva così tanto? Perché non glielo chiedeva? Non poteva, sarebbe parso strano…

“Ok, calmiamoci, sarò solo un po’ stanco” Cercò di convincersi Mello, addentando sempre più nervoso la cioccolata “Ma è naturale! Perché mai dovrei fare pensieri del genere? Per Near poi…” Osservò il ragazzo che pareva non notare i suoi atteggiamenti nervosi e ringraziò il cielo per quello. La sua figura era immobile e non faceva alcun rumore, se non quello, a volte, di alcuni pezzi del suo puzzle. Doveva ammettere, però, che la sua pelle sembrava morbida e vellutata, che i suoi capelli erano soffici e le sue labbra morbide. Mello si sentì arrossire e si osservò in basso

-Argh!- Esclamò lui, cercando invano di soffocare il suo lamento

-C’è qualcosa che non va Mello?- Chiese Near, non voltandosi per  guardare in faccia il suo interlocutore

-Tsk, ma che stai dicendo?- Lo aggredì Mello –L’unica cosa che non va qui sei tu!- Continuò lui

-Capisco…- “Maledizione! Reagisci…incazzati!!”  Mello notò con terrore che i pensieri peccaminosi non lo abbandonavano, nonostante avesse appena insultato Near “Non posso stare qui così! Se mi vede mi denuncia per future molestie sessuali!” Perché ne era certo…in quello stato, sarebbe saltato addosso a Near. Lasciò la stanza in fretta, lasciando da solo Near immerso nei suoi pensieri.

Corse in  camera sua, gettandosi sul letto e pregando con tutto se stesso che una cosa del genere non gli accadesse mai più! “Con tutte le persone che ci sono a questo mondo…” Pensò lui, diventando rosso in faccia “Perché dovrei fare sesso proprio con Near?”

 

Stupido Mello, perché sei andato via? Non potevi continuare il battibecco? Mi sarebbe bastato, solo per stare cinque minuti con te…non sarebbe cambiato nulla, ma almeno la mia giornata sarebbe stata baciata da un po’ di luce e presenza umana. Mello, se ora dovessi venire li da te, tu che cosa faresti? Mi chiuderesti la porta in faccia dopo avermi insultato per cinque minuti buoni, accusandomi di superarti sempre e che un giorno ti saresti distinto. Per me sei già emerso, però, come posso fartelo capire? Stupido io che insisto in queste mie fantasie…tanto tu non provi altro che puro odio verso di me, mentre io, provo tutt’altro…è strano e ridicolo, ma non posso farci nulla. Sento qualcuno che si avvicina. Roger. Sorride e mi chiede come sto. Come sempre…no, non voglio andare con gli altri, sto bene così. Lo so che domani c’è una prova importante, ma so già tutto…lo guardo mentre si allontana sorridendo e intrattenendo una conversazione con un altro ragazzo…Roger, se tu sei così saggio, mi vuoi spiegare perché con  tutte le persone che ci sono a questo mondo, mi sono proprio innamorato di lui?

continua...

ci vediamo alla prossima! ciao!

  
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