haters, lovers.

Non ho sempre amato Katniss. Molti credono di sì, altri no… ecco la verità.
Delle volte ho odiato Katniss. L’ho odiata quando mi aveva confessato di non essere innamorata di me. L’ho odiata quando ha finto di esserlo per rimanere in vita. L’ho odiata molte volte.
Nonostante adorassi il suo modo di camminare, il suo viso, i suoi capelli, i suoi occhi… anche io l’ho odiata, sì.
Troppe volte mi ero illuso: i baci durante il tour, le sue notti insonni sul treno… ma lei fingeva e basta. Non era importante, non per lei.
Diverse volte ho provato a parlarle, anche solo da amico. Ma lei si rifiutava di essermi amica. Le servivo solo per essere consolata dopo i suoi continui “sogni” su Gale. Lui non era lì e allora mi usava. Ma io l’amavo. L’amavo troppo per dirle no, per lasciarla soffrire mentre pensava a Gale, Prim, sua madre, la sua famiglia. Io ero solo la scusa , la pedina. Non solo dei giochi ma di Katniss stessa. Era proprio quello che non volevo essere, proprio quello per cui avevo tanto pregato Dio di non essere quando si offrì volontaria come tributo e sapevo che uno dei due sarebbe morto. “Non lei…” e poi fu sorteggiata sua sorella. E io sapevo che si sarebbe offerta volontaria e speravo solo di non essere io la causa della sua morte. “Peeta Mellark!” mi sarei ucciso all’istante ma dovevo stare con lei, osservarla da vicino, parlarle. Ne avevo troppo bisogno. Sarei morto, lo sapevo, ne ero consapevole ma la amavo. E la amo ancora. Non potrei non farlo.


I boccoli biondi di Peeta sfioravano leggermente il mio viso. Si era addormentato mentre mi accarezzava i capelli. Tolsi delicatamente la sua mano dal mio capo e sgranai gli occhi ancora assonnati. Guardai Peeta che dormiva beato con l’accenno di un sorriso sulle labbra. Il sole dell’alba mattutina lo illuminava come se stesse illuminando un campo di girasoli. I suoi capelli biondi facevano da scudo per i suoi occhi sensibili ma ancora chiusi. Non potevo fare a meno di guardarlo e non pensare a tutto ciò che avevamo passato insieme. A come mi sentivo in colpa perché lo stavo facendo soffrire. A tutta la farsa. Dovevo essere davvero una brava attrice per riuscire a convincere Capitol e Snow. Ma guardare Peeta, adesso, mi faceva stare bene. Come se ogni volta che lo guardassi le ferite potessero essere risanate. Non lo avevo mai guardato in questo modo. Forse era la prima volta e stavo anche rendendomi conto di quanto mi amasse, anche se me lo aveva già dimostrato. E di quanto fossi stata stupida a non considerarlo neanche una volta. Naturalmente gli volevo bene. Ma adesso... qualcosa stava accadendo, dentro di me. Guardando Peeta…. Guardavo felicità. Serenità, pace, amore. Così, prima di alzarmi, posai un bacio sulla sua bocca chiudendo gli occhi e lì, per la prima volta, mi sentii a casa.



Buon pomeriggio, miei cari. Questa è la mia prima One Shot Everlark e continuo a chiedermi come mai non ne abbia scritta una prima dato che sono la mia OTP in assoluto ma sorvoliamo. Leggete, recensite, un bacio,
Grace/Marianna.