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Autore: Keyra96    20/11/2013    4 recensioni
Isobel figlia della perfida strega Bianca, ma completamente diversa dalla madre... cosa succede se la giovane e bella strega scappa dalle grinfie della madre e combatte al fianco di Aslan per distruggere la madre? E se ella s'innamorasse del giovane e bel Peter? Cosa accadrà fra i due?
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Allora premetto che questa è la prima volta che scrivo una FanFiction su le Cronache di Narnia, per cui spero che siate clementi con me, e che passerete a dare un'occhiata.. so che il titolo non è originale ma francamente non sapevo cosa mettere... vi dirò anche che ci sarà il continuo ovviamente con il Principe Caspian... beh spero entrerete a leggere....
La storia l'ho rivisitata un po' da che l'ho pubblicata e ne ho anche fatto una specie di trailer/video su youtube questo è il link: https://youtu.be/yVaIacAMP08
Spero lo vedrete e leggerete la storia :D
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Peter Pevensie, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Peter, Peter svegliati forza, svegliati! – Il ragazzo venne svegliato dagli strattoni della sorella più piccola.

- Che succede? – domandò stropicciandosi gli occhi, seccato per essere stato svegliato.

- Esiste, esiste per davvero! – continuava a ridere la piccola Lucy senza smettere di scuoterlo.

- Cosa? – chiese assonnato il maggiore.

- Narnia! – rispose con tono ovvio la piccola. Peter guardò l'altra sua sorella, Susan cercando con lo sguardo un aiuto.

- Lucy.. – cominciò il discorso Susan.

- No, è vero ho rivisto il signor Tumnus e questa volta è venuto Edmund con me – si voltò verso il terzo fratello, che era seduto sul suo letto.

- È vero Ed? – chiese conferma Peter, un po' stranito.

- Beh non è proprio venuto con me in realtà lui... che stavi facendo? – domandò Lucy rivolta ad Edmund.

- Io stavo solo giocando, certi bambini non capiscono quando è ora di smetterla – rispose lui, scatenando il pianto di Lucy. La piccola scoppiò a piangere scappando via dalla camera, mentre Peter e Susan la seguivano. Si bloccarono quando la trovarono abbracciata al signor Kirke, che aveva una faccia al quanto sorpresa.

- Un'altra monelleria e voi bambini andate a dormire nella stalla! – urlò la governante sbucando dal corridoio mentre si aggiustava la vestaglia. Si bloccò anche lei alla vista del padrone di casa.

- Penso che questa piccolina abbia bisogno di una cioccolata calda – disse il signor Kirke voltandosi in direzione della governate.

- Ma certo, vieni con me piccola! – la donna prese fra le braccia Lucy. Pochi minuti dopo, i due fratelli maggiori si ritrovarono nello studio del professore, piuttosto imbarazzati senza sapere cosa dire.

- Cosa avrete combinato, voi ragazzi per turbare così tanto la tranquillità della mia governante? – domandò scherzoso l'uomo, mentre metteva del tabacco nella sua pipa.

- Ci scusi signore, non accadrà più. Buonanotte – disse sbrigativo Peter. L'ultima cosa che voleva fare era creare problemi all'uomo che gentilmente li aveva accolti in casa sua. Mentre si dirigeva alla porta, Susan mandò in fumo il suo piano di fuga. E Peter non poté che imprecare mentalmente.

- Si tratta di nostra sorella Lucy, signore – disse la ragazza torturandosi le mani, ancora incerta se raccontare o no delle fantasie della piccola.

- Oh, la piccola che piangeva? – domandò. Susan annuì.

- Vede signore, lei dice di aver trovato un armadio al piano di sopra che...- Peter fu un po' titubante prima di continuare -.. che porta in un altro mondo – disse. L'uomo alzò gli occhi stupefatto.

- E voi non le credete? – domandò in un misto di curiosità e sgomento.

- Dovremmo? – chiese Susan piuttosto stranita dalla reazione del signor Kirke.

- E perché mai non dovreste farlo? – disse sorpreso, facendoli aggrottare la fronte.

- Beh a rigor di logica è impossibile! – fece Susan, mettendo in mostra la sua intelligenza.

- Vede, Lucy dice che con lei, ci è andato anche nostro fratello Edmund. Mentre lui afferma di starci solo giocando – spiegò Peter appoggiando la sorella.

- La piccola dice sempre la verità? – domandò il professore. I due fratelli si guardarono e poi annuirono. - E il ragazzo invece, mente spesso? – chiese ancora.

- Sì, questa sarebbe la prima volta che dice la verità – rispose Su, un po' stupita dell'inversione dei ruoli dei fratelli minori.

- Beh, a rigor di logica mia cara... – lasciò la frase in sospeso il signor Kirke. I due fratelli si guardarono per poi dare la buonanotte all'uomo e tornare nelle proprie stanze.

***

- Ma che bravo Ed – Peter riproverò il fratello, mentre prendeva in mano la palla da cricket che lui aveva lanciato. Questa aveva rotto un finestra della casa, facendo cadere in pezzi anche l'armatura che c'era nella stanza. I Pevensie sentirono dei passi e spaventati, potesse essere la governante, iniziarono a correre per cercare un luogo in cui nascondersi. Alcuni tentativi dopo si ritrovarono tutti e quattro nella stanza dell'armadio.

- Venite dobbiamo nasconderci! – disse Edmund, tirandoli verso l'armadio.

- Ma vorrai scherzare!?– fece scettico Peter, non avendo alcuna voglia di seguirlo. Ma quando sentirono i passi vicini della donna, corsero assieme dentro l'armadio. Iniziarono ad indietreggiare pestandosi i piedi a vicenda, sino a quando i due maggiori non caddero su qualcosa di duro e freddo. Si guardarono intorno costatando di trovarsi in una foresta ricoperta di neve.

- Visto, io ve l'avevo detto che esisteva! – disse Lucy con un enorme sorriso vittorioso sul viso. I due si guardarono stupefatti per poi voltarsi verso Lucy, consapevoli del fatto che come sempre la piccola aveva detto la verità ed Edmund invece aveva mentito.

- Beh, penso che le scuse siano d'obbligo! – Peter strinse a se la piccola, per poi voltarsi verso Ed.

- Chiedile scusa! – ordinò con sguardo fermo.

- Non ci penso proprio! – ribatté il ragazzino.

- Edmund chiedile scusa subito! – alzò il tono di voce Peter.

- Va bene va bene, mi scuso! – rispose rassegnato l'altro.

- Non fa niente, certi bambini non capiscono quando è ora di smetterla! – disse la piccola.

- Divertente – fece lui con fare irritato.

- Beh forse dovremmo rientrare – disse Susan un po' impaurita da tutta la situazione.

- Perché invece non diamo un'occhiata in giro? – propose Edmund.

- Sì! Così vi presento il signor Tumnus. – sorrise entusiasta Lucy.

- Beh allora penso avremmo bisogno di queste – Peter prese alcune pellicce dall'armadio.

- Ma Peter non sono nostre! – l'ammonì Susan, sempre dedita alla correttezza.

- Non penso che il professor Kirke si arrabbierà e poi, a rigor di logica, possiamo dire che non le facciamo uscire dall'armadio – sorrise il maggiore porgendo una pelliccia a Ed.

- Ma è da donna! – constatò infastidito il fratello.

- Lo so! – disse l'altro lasciandogliela fra le mani. Iniziarono a seguire Lucy, guardandosi attorno non sapendo davvero cosa dire. Sembrava così irreale eppure, stava accadendo davvero.

***

La ragazza correva a perdifiato senza mai guardarsi indietro. Questa volta non sarebbe tornata, codarda con la coda fra le gambe. Aveva preso la sua decisione! Questa volta era decisa a voltare pagina, a cambiare la sua vita. Non le importava essere scoperta, aveva smesso di aver paura di quella donna, con la quale aveva in comune solo il sangue.

Quando fu sicura di essere abbastanza lontana dal castello, rallentò la corsa poggiandosi ad un tronco cercando di riprende fiato. Il cuore le batteva a mille, sia per la corsa, sia per l'adrenalina in circolo. Lanciò un sguardo alle sue spalle. Forse l'ultimo e poi si tirò su il cappuccio del mantello, ed a testa bassa si allontanò sempre di più dalla sua vecchia vita.

Faceva freddo, fin troppo anche e lentamente stava congelando. Isobel continuava a camminare, più lentamente rispetto a prima, sentendo le gambe che stavano per cederle e la fame e la sete iniziare a farsi sentire, ma non si sarebbe fermata, non voleva fermarsi. Un ululato fin troppo vicino la costrinse ad accelerare il passo. Se l'avessero scoperta tutti i suoi propositi di una nuova vita sarebbero sfumati, e dubitava che la Strega Bianca l'avrebbe lasciata vivere. Si nascose dietro un albero, quando vide il capo della polizia, attaccare una povera volpe.

- Sono andati a nord! – disse l'animale flebilmente e con affanno per via del morso sulla schiena datogli dal lupo. Quando il branco si fu allontanato Isobel provò ad avvicinarsi alla bestia, ma contemporaneamente scesero dall'albero due ragazzi, una bambina e due castori che si avvicinarono all'animale. Per sbaglio la ragazza calpestò un rametto facendo rumore ed attirando l'attenzione del gruppetto.

- Chi c'è? – domandò la signora Castoro, mentre l'altro castoro si fece più vicino e annusò l'aria.

- Avvicinati straniero ti abbiamo visto! – disse l'animale. Isobel sospirò e prendendo poi un grande respiro lentamente uscì allo scoperto con ancora il capo coperto.

- Chi siete? – chiese il castoro. La ragazza alzò di poco il capo, osservando i tre umani. Due figlie di Eva e un figlio di Adamo. La più grande delle due ragazze aveva lunghi capelli castano scuro e degli occhi color del ghiaccio ed era di un'immensa bellezza. La più piccola aveva i capelli corti e guardava Isobel con curiosità mista a paura, sorpresa di vedere un'altra umana a Narnia. Il ragazzo invece era impassibile cercando di scorgere il viso di Isobel. Era molto bello aveva corti capelli biondi, con un ciuffo che gli ricadeva sugli occhi azzurri.

- Avanti rispondete, non abbiate paura – la rassicurò la signora Castoro. Con mani tremanti e stanche Isobel si tirò giù il cappuccio del mantello, incontrando lo sguardo stupefatto dei castori.

- Siete stata voi a far questo al mio amico Tasso non è vero? – si scagliò furioso contro di lei il castoro, avendola riconosciuta. Isobel cadde a terra, non avendo la forza per difendersi.

- Fermati signor Castoro, non vedi com'è debole – lo richiamò la moglie, avendo pietà della ragazza nonostante sapesse bene chi fosse.

- Non m'importa, deve pagare – rispose il marito, furioso per la perdita del suo migliore amico.

- Come ti chiami? – chiese con voce dolce la bambina, inginocchiandosi dinanzi alla ragazza.

- Io, io... m-mi chiamo I-Isobel – rispose con voce stanca e tremante.

- È la figlia della strega Bianca! – disse sprezzante il castoro, assottigliando i suoi piccoli occhietti guardandola con disgusto.

- Lucy allontanati immediatamente! – le ordinò il ragazzo, temendo per le sorti della piccola.

- Peter non mi sembra cattiva – rispose la bambina, ostinata a voler aiutare Isobel. Lucy era fatta così, cercava di trovare sempre il lato buono delle persone.

- Lucy allontanati! – ripeté la sorella più grande. Isobel cercò di tirarsi su, seppur con fatica, per poter proseguire il suo cammino senza intralciare quello strano gruppo. Era sorpresa di vedere altri umani a Narnia e sapeva cosa sarebbe accaduto se la madre li avesse trovati, ma non voleva più restare lì. Voleva fuggire per non aver più nulla a che fare con quella strega, pur straziata dal fatto che avrebbe dovuto lasciare la sua amata Narnia.

- I-io.. – cercò di parlare ma le forze le vennero meno e di colpo il buio la sopraffece, lasciandola cadere nell'oblio.

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Angolo autrice

Sono riuscita a postare il secondo capitolo. Spero che con questo molte più persone cominceranno a leggere votare e commentare la storia. Tengo molto ai vostri pareri :) Scappo che è un po' tardino per me notte a tutti :)

- È vero Ed? – chiese conferma Peter, un po' stranito.

- Beh non è proprio venuto con me in realtà lui... che stavi facendo? – domandò Lucy rivolta ad Edmund.

- Io stavo solo giocando, certi bambini non capiscono quando è ora di smetterla – rispose lui, scatenando il pianto di Lucy. La piccola scoppiò a piangere scappando via dalla camera, mentre Peter e Susan la seguivano. Si bloccarono quando la trovarono abbracciata al signor Kirke, che aveva una faccia al quanto sorpresa.

- Un'altra monelleria e voi bambini andate a dormire nella stalla! – urlò la governante sbucando dal corridoio mentre si aggiustava la vestaglia. Si bloccò anche lei alla vista del padrone di casa.

- Penso che questa piccolina abbia bisogno di una cioccolata calda – disse il signor Kirke voltandosi in direzione della governate.

- Ma certo, vieni con me piccola! – la donna prese fra le braccia Lucy. Pochi minuti dopo, i due fratelli maggiori si ritrovarono nello studio del professore, piuttosto imbarazzati senza sapere cosa dire.

- Cosa avrete combinato, voi ragazzi per turbare così tanto la tranquillità della mia governante? – domandò scherzoso l'uomo, mentre metteva del tabacco nella sua pipa.

- Ci scusi signore, non accadrà più. Buonanotte – disse sbrigativo Peter. L'ultima cosa che voleva fare era creare problemi all'uomo che gentilmente li aveva accolti in casa sua. Mentre si dirigeva alla porta, Susan mandò in fumo il suo piano di fuga. E Peter non poté che imprecare mentalmente.

- Si tratta di nostra sorella Lucy, signore – disse la ragazza torturandosi le mani, ancora incerta se raccontare o no delle fantasie della piccola.

- Oh, la piccola che piangeva? – domandò. Susan annuì.

- Vede signore, lei dice di aver trovato un armadio al piano di sopra che...- Peter fu un po' titubante prima di continuare -.. che porta in un altro mondo – disse. L'uomo alzò gli occhi stupefatto.

- E voi non le credete? – domandò in un misto di curiosità e sgomento.

- Dovremmo? – chiese Susan piuttosto stranita dalla reazione del signor Kirke.

- E perché mai non dovreste farlo? – disse sorpreso, facendoli aggrottare la fronte.

- Beh a rigor di logica è impossibile! – fece Susan, mettendo in mostra la sua intelligenza.

- Vede, Lucy dice che con lei, ci è andato anche nostro fratello Edmund. Mentre lui afferma di starci solo giocando – spiegò Peter appoggiando la sorella.

- La piccola dice sempre la verità? – domandò il professore. I due fratelli si guardarono e poi annuirono. - E il ragazzo invece, mente spesso? – chiese ancora.

- Sì, questa sarebbe la prima volta che dice la verità – rispose Su, un po' stupita dell'inversione dei ruoli dei fratelli minori.

- Beh, a rigor di logica mia cara... – lasciò la frase in sospeso il signor Kirke. I due fratelli si guardarono per poi dare la buonanotte all'uomo e tornare nelle proprie stanze.

***

- Ma che bravo Ed – Peter riproverò il fratello, mentre prendeva in mano la palla da cricket che lui aveva lanciato. Questa aveva rotto un finestra della casa, facendo cadere in pezzi anche l'armatura che c'era nella stanza. I Pevensie sentirono dei passi e spaventati, potesse essere la governante, iniziarono a correre per cercare un luogo in cui nascondersi. Alcuni tentativi dopo si ritrovarono tutti e quattro nella stanza dell'armadio.

- Venite dobbiamo nasconderci! – disse Edmund, tirandoli verso l'armadio.

- Ma vorrai scherzare!?– fece scettico Peter, non avendo alcuna voglia di seguirlo. Ma quando sentirono i passi vicini della donna, corsero assieme dentro l'armadio. Iniziarono ad indietreggiare pestandosi i piedi a vicenda, sino a quando i due maggiori non caddero su qualcosa di duro e freddo. Si guardarono intorno costatando di trovarsi in una foresta ricoperta di neve.

- Visto, io ve l'avevo detto che esisteva! – disse Lucy con un enorme sorriso vittorioso sul viso. I due si guardarono stupefatti per poi voltarsi verso Lucy, consapevoli del fatto che come sempre la piccola aveva detto la verità ed Edmund invece aveva mentito.

- Beh, penso che le scuse siano d'obbligo! – Peter strinse a se la piccola, per poi voltarsi verso Ed.

- Chiedile scusa! – ordinò con sguardo fermo.

- Non ci penso proprio! – ribatté il ragazzino.

- Edmund chiedile scusa subito! – alzò il tono di voce Peter.

- Va bene va bene, mi scuso! – rispose rassegnato l'altro.

- Non fa niente, certi bambini non capiscono quando è ora di smetterla! – disse la piccola.

- Divertente – fece lui con fare irritato.

- Beh forse dovremmo rientrare – disse Susan un po' impaurita da tutta la situazione.

- Perché invece non diamo un'occhiata in giro? – propose Edmund.

- Sì! Così vi presento il signor Tumnus. – sorrise entusiasta Lucy.

- Beh allora penso avremmo bisogno di queste – Peter prese alcune pellicce dall'armadio.

- Ma Peter non sono nostre! – l'ammonì Susan, sempre dedita alla correttezza.

- Non penso che il professor Kirke si arrabbierà e poi, a rigor di logica, possiamo dire che non le facciamo uscire dall'armadio – sorrise il maggiore porgendo una pelliccia a Ed.

- Ma è da donna! – constatò infastidito il fratello.

- Lo so! – disse l'altro lasciandogliela fra le mani. Iniziarono a seguire Lucy, guardandosi attorno non sapendo davvero cosa dire. Sembrava così irreale eppure, stava accadendo davvero.

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La ragazza correva a perdifiato senza mai guardarsi indietro. Questa volta non sarebbe tornata, codarda con la coda fra le gambe. Aveva preso la sua decisione! Questa volta era decisa a voltare pagina, a cambiare la sua vita. Non le importava essere scoperta, aveva smesso di aver paura di quella donna, con la quale aveva in comune solo il sangue.

Quando fu sicura di essere abbastanza lontana dal castello, rallentò la corsa poggiandosi ad un tronco cercando di riprende fiato. Il cuore le batteva a mille, sia per la corsa, sia per l'adrenalina in circolo. Lanciò un sguardo alle sue spalle. Forse l'ultimo e poi si tirò su il cappuccio del mantello, ed a testa bassa si allontanò sempre di più dalla sua vecchia vita.

Faceva freddo, fin troppo anche e lentamente stava congelando. Isobel continuava a camminare, più lentamente rispetto a prima, sentendo le gambe che stavano per cederle e la fame e la sete iniziare a farsi sentire, ma non si sarebbe fermata, non voleva fermarsi. Un ululato fin troppo vicino la costrinse ad accelerare il passo. Se l'avessero scoperta tutti i suoi propositi di una nuova vita sarebbero sfumati, e dubitava che la Strega Bianca l'avrebbe lasciata vivere. Si nascose dietro un albero, quando vide il capo della polizia, attaccare una povera volpe.

- Sono andati a nord! – disse l'animale flebilmente e con affanno per via del morso sulla schiena datogli dal lupo. Quando il branco si fu allontanato Isobel provò ad avvicinarsi alla bestia, ma contemporaneamente scesero dall'albero due ragazzi, una bambina e due castori che si avvicinarono all'animale. Per sbaglio la ragazza calpestò un rametto facendo rumore ed attirando l'attenzione del gruppetto.

- Chi c'è? – domandò la signora Castoro, mentre l'altro castoro si fece più vicino e annusò l'aria.

- Avvicinati straniero ti abbiamo visto! – disse l'animale. Isobel sospirò e prendendo poi un grande respiro lentamente uscì allo scoperto con ancora il capo coperto.

- Chi siete? – chiese il castoro. La ragazza alzò di poco il capo, osservando i tre umani. Due figlie di Eva e un figlio di Adamo. La più grande delle due ragazze aveva lunghi capelli castano scuro e degli occhi color del ghiaccio ed era di un'immensa bellezza. La più piccola aveva i capelli corti e guardava Isobel con curiosità mista a paura, sorpresa di vedere un'altra umana a Narnia. Il ragazzo invece era impassibile cercando di scorgere il viso di Isobel. Era molto bello aveva corti capelli biondi, con un ciuffo che gli ricadeva sugli occhi azzurri.

- Avanti rispondete, non abbiate paura – la rassicurò la signora Castoro. Con mani tremanti e stanche Isobel si tirò giù il cappuccio del mantello, incontrando lo sguardo stupefatto dei castori.

- Siete stata voi a far questo al mio amico Tasso non è vero? – si scagliò furioso contro di lei il castoro, avendola riconosciuta. Isobel cadde a terra, non avendo la forza per difendersi.

- Fermati signor Castoro, non vedi com'è debole – lo richiamò la moglie, avendo pietà della ragazza nonostante sapesse bene chi fosse.

- Non m'importa, deve pagare – rispose il marito, furioso per la perdita del suo migliore amico.

- Come ti chiami? – chiese con voce dolce la bambina, inginocchiandosi dinanzi alla ragazza.

- Io, io... m-mi chiamo I-Isobel – rispose con voce stanca e tremante.

- È la figlia della strega Bianca! – disse sprezzante il castoro, assottigliando i suoi piccoli occhietti guardandola con disgusto.

- Lucy allontanati immediatamente! – le ordinò il ragazzo, temendo per le sorti della piccola.

- Peter non mi sembra cattiva – rispose la bambina, ostinata a voler aiutare Isobel. Lucy era fatta così, cercava di trovare sempre il lato buono delle persone.

- Lucy allontanati! – ripeté la sorella più grande. Isobel cercò di tirarsi su, seppur con fatica, per poter proseguire il suo cammino senza intralciare quello strano gruppo. Era sorpresa di vedere altri umani a Narnia e sapeva cosa sarebbe accaduto se la madre li avesse trovati, ma non voleva più restare lì. Voleva fuggire per non aver più nulla a che fare con quella strega, pur straziata dal fatto che avrebbe dovuto lasciare la sua amata Narnia.

- I-io.. – cercò di parlare ma le forze le vennero meno e di colpo il buio la sopraffece, lasciandola cadere nell'oblio.

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Angolo autrice

Sono riuscita a postare il secondo capitolo. Spero che con questo molte più persone cominceranno a leggere votare e commentare la storia. Tengo molto ai vostri pareri :) Scappo che è un po' tardino per me notte a tutti :)

  
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