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Autore: Haterproof    20/11/2013    0 recensioni
Quella ragazza era una cosa strana. Lei era stata illusa, buttata in un angolo. Aveva pianto tanto mentre le persone a cui teneva erano a divertirsi, aveva riso. Era stata presa in giro, poi negata spudoratamente, era stata abbandonata. Ma dopo tutto questo, nonostante i pianti e le delusioni, aveva trovato il coraggio e la forza di pulirsi il viso e di andare avanti.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quella ragazza era una cosa strana. Lei era stata illusa, buttata in un angolo. Aveva pianto tanto mentre le persone a cui teneva erano a divertirsi, aveva riso. Era stata presa in giro, poi negata spudoratamente, era stata abbandonata. Ma dopo tutto questo, nonostante i pianti e le delusioni, aveva trovato il coraggio e la forza di pulirsi il viso e di andare avanti. La verità era che lei soffriva tanto, ma non voleva farlo vedere a nessuno, voleva che chi la conosceva pensasse a lei come quella dagli occhioni marroni e la commozione facile, non come quella che piangesse, come quella triste. Alla fine era la tipica sedicenne fissata con gli smalti, che si abbronzava a macchie, con le cuffiette sempre dietro, che appena poteva ascoltava la musica e scriveva. Lei amava il Rap, ci si rivedeva tanto. Era la tipica ragazza che la mattina metteva la prima cosa che trovava, non le importava di essere elegante, un paio di jeans e una felpa le bastavano. Il felpone, quello lo adorava, nascondeva i fianchi, li odiava. Era la ragazza dai capelli sciolti, non li legava quasi mai per non scoprire troppo il viso; niente ombretti, niente rossetti, niente fard, solo rimmel, odiava che tutti la guardassero, aveva costantemente paura di essere fuori posto. Era quella che se non doveva non parlava, anche se nella sua testa c'erano contemporaneamente canzoni, urla, discussioni, guerre, risate e tanto chiasso... Semplicemente sperava che prima o poi qualcuno avrebbe saputo leggere tutto questo nei suoi occhi. Era quella che a scuola ci andava per la migliore amica e per il cappuccino con la schiuma al bar, quella dei tre in matematica e gli otto nei temi. Lei l'amore lo pensava strano. Lei pensava che si ama come si mangia. Per noia, per distrazione, per vuoto, per bisogno. Raramente con quel gusto che è amore. Come quando ci si abbuffa senza entusiasmo e senza distinzione di niente. Oppure si digiuna, e crampi di pensieri dilaniano lo stomaco senza farci dormire. Lei semplicemente amava perchè aveva trovato quello giusto. Solo che per quello giusto si sentiva troppo grassa per i suoi cinquanta chili, troppo piccola, troppo fragile, troppo tutto. La verità è che con lui stava bene, rideva e sorrideva. Solo che poi quando tornava a casa e si sdraiava al buio su quel letto cominciava a piangere, a pensare. La notte non portava consiglio per lei, portava solo guai. Ci provava a parlare di quello che sentiva, ma tanto nessuno la ascoltava. Lei era tutto questo anche di più. Lei si sarebbe tatuata NONOSTANTE a Natale, sotto al braccio destro, perchè nonostante tutto questo aveva la forza di alzarsi ogni mattina e sorridere, aveva la forza di pensare prima agli altri e poi a lei, di accontentare tutti e dopo lei. Aveva la forza ogni giorno di trattenere le lacrime. Lei sapeva fare tutto questo, lei era speciale, semplicemente perchè era un uragano. Lei aveva il mondo dentro.

  
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