Uno
di Noi
Ken
brancolava nell’oscurità.
I
suoi piedi sembravano toccare della sabbia, la sentiva passare tra le dita,
scivolare leggera sui suoi piedi nudi, udiva lo sciabordio del mare, ne
percepiva chiaramente la presenza.
Era
sicuramente su una spiaggia, ma come era possibile?
Aveva
molta paura, aveva freddo.
Improvvisamente,
gli sembrò di udire le voci di Daisuke e dei suoi amici, ma non vedeva
nulla.
“Dai,
Iori!!! Takeru, Hikari!!! Dove siete??” urlò disperato, cominciando a correre,
voleva uscire da quel buio, non voleva restare da solo in quell’inferno, ma il
buio sembrava quasi volerlo inghiottire, farlo impazzire.
Non
si vedeva alcuna uscita.
Ken
continuava a correre disperato, chiamando a gran voce i suoi amici, le voci
sembravano allontanarsi, erano sempre più fievoli: “Daisuke, Takeru!!! Miyako!!
Hikari!! Iori, aspettatemi, vi prego! Non lasciatemi qui da solo!”
piangeva.
Il
ragazzo moro continuava a brancolare nel buio più fitto, nell’oscurità più nera,
seguendo febbrilmente quelle voci, quelle voci che per lui erano importanti come
l’aria.
Ma
più correva, più quelle si allontanavano.
All’improvviso,
una luce intensa lo avvolse dolorosamente, illuminando tutto intorno,
strappandogli un urlo di sofferenza, un urlo di belva
ferita.
Il
ragazzino cadde a terra, tra gli spasmi più atroci, accorgendosi solo in quel
momento di essere circondato dai suoi amici.
Ken
si rizzò in piedi, rincuorato: “Ragazzi, vi ho trovato, finalmente!” esclamò
sollevato.
Gli
altri lo fissavano, gli sguardi duri.
Daisuke
fece un passo in avanti, fino a giungere in fronte a lui e gli diede uno
schiaffo.
“Ahia,
Dais! Ma che hai?” urlò il moro, c’era qualcosa che non
andava.
Un
altro schiaffo.
“Io
non sono tuo amico, mettitelo bene in testa, Digimon Emperor!” rispose duro il
bruno erede di Taichi.
Quelle
parole colpirono il geniale moretto come una mazzata.
Solo
in quel momento s’accorse di rindossare i panni
dell’Emperor.
Inganno,
slealtà
Sul viso ha i segni della malvagità.
Hikari e Miyako si
fecero avanti, affiancando il loro compagno: “Tu non sei nostro amico, il tuo
volto non è quello di un amico. Ci hai fatto solo del male, il tuo viso esprime
solo odio e cattiveria. Non potrai mai essere uno di noi.” affermò Hikari dura,
fissando i suoi occhioni color cioccolato in quelli blu marino del sesto
ragazzo.
Ken boccheggiò
disperato, non capiva, non capiva l’accaduto.
Si lasciò cadere a
terra, mentre parlava la Digiprescelta dell’Amore, discendente di Sora e di
Mimi: “Ci hai ingannati, ci hai fatto del male, non sei nostro
amico.”.
Inganno, oltraggio
Vergogna,
viltà
Sempre in cerca di ostilità.
Gli spasmi più
violenti scossero il corpo ormai inerte a terra del moro.
Si fecero avanti
dal cerchio Takeru e Iori.
I due amici lo
fissavano duramente e crudelmente, Ken era sicuro di non averli mai visti così
arrabbiati, così determinati a ucciderlo.
Takeru lo prese per
il bavero della maglia, sollevandolo e mettendolo in
piedi.
Ancor prima che se
fosse reso conto, ecco giungere sulla sua guancia ormai tumefatta, un altro
schiaffo: “Ci hai ingannati, ti sei accanito come un aguzzino su povere creature
che non avevano modo di difendere, come hai potuto?” gli urlò nelle orecchie,
Ken era sicuro che lo avrebbe ucciso.
“Più noi cercavamo
di aiutare i digimon, più tu ci ostacolavi, volevi eliminarci, non hai un minimo
di cuore?” affermò Iori.
Ken ormai non
sapeva più che fare, era totalmente in balia degli eventi.
“Sei una vergogna,
sei un vile!” gli urlarono in coro i due amici, lasciandolo accasciarsi a
terra.
I ricordi presero a
martellargli nel cervello.
Inganno,
oltraggio
Oltraggio,
viltà
Sempre in cerca di
guai
Sul viso ha i segni
della malvagità
È cattivo e
sovversivo
I suoi compagni, i
suoi amici, cominciarono a intonare una strana cantilena: “Inganno, oltraggio,
oltraggio, viltà. Sempre in cerca di guai. Sul viso ha i segni della
malvagità.”, continuavano a cantarla, e a ogni parola, il moro si sentiva
morire, si sentiva intrappolato, aveva paura.
Nel
rancore sei cresciuto
Affronterai da solo il fato
Devi andare, vivi e
vai
Ma il nostro perdono tu non lo avrai mai
I cinque ragazzi si
fecero avanti, attorno a loro, c’erano anche tantissimi digimon, anche i loro sei partner, Wormmon lo
guardava triste, era deluso.
“Il tuo cuore è
nato è cresciuto nell’odio e nel rancore più nero, non meriti compassione, non
meriti pietà, non meriti di vivere. Ti sei accanito con violenza su creature
innocenti, ora devi pagare, devi pagare per il tuo comportamento. Sei e resterai
da solo. VATTENE, DIGIMON EMPEROR!!” urlarono in coro i ragazzi, prendendo in
braccio i loro partner digitali, fissandolo con odio e
rassegnazione.
Un unico grande
urlo si levò attorno a lui: “ NON TI PERDONEREMO MAI!!”.
Perché
non sei come noi
Non sei stato mai come noi
Tu non fai parte di noi, via
da qui
I loro digimon si
fecero avanti, balzando giù dalle braccia dei loro compagni umani, continuando
la nenia: “Non sei uno di noi, non sei stato mai come noi, VATTENE!! NON
VOGLIAMO MAI PIÙ VEDERTI! VATTENE, E NON FARTI MAI PIÙ VEDERE!!” urlarono in
coro tutti, “Tu non sei come noi. Sei il Male.”.
Quell’affermazione
gettò Ken nel panico più totale, il suo corpo scosso da singhiozzi e da spasmi
violenti, le lacrime scivolavano via dai suoi occhi vacui.
Non
ingannerai mai più nessuno
E sappiamo che non sarai come noi
Tu non sei
come noi.
Daisuke si fece
innanzi.
Ken si fece piccolo
piccolo, non sopportava lo sguardo penetrante di disgusto del suo migliore
amico.
“Mi hai ingannato,
hai finto di essermi amico, mi hai tradito, mi hai fatto del male. Io mi fidavo
di te, ma ho riposto la mia fiducia nella persona sbagliata. Pensavo di poterti
aiutare, ma non hai fatto altro che dirmi bugie, sei un mostro!” il bruno
piangeva disperato, “Perché?? Perché ti sei comportato così??” urlò furioso,
dandogli un pugno in pieno viso.
“HAI TRADITO LA MIA
FIDUCIA!!” urlò il ragazzino, correndo a nascondere il viso nel petto di Taichi,
che era sopraggiunto alle loro spalle assieme alla precedente generazione di
Prescelti.
“Tu non sei come
noi, vattene.”, affermò solo , abbracciando forte il suo successore, nel
tentativo di calmarlo.
Inganno, slealtà
Inganno,
slealtà
Inganno…
Gli Undici lo
attorniarono.
L’Oscurità lo
riavvolse, lo fece nascondere tra le sue pieghe, lo
protesse.
In quel momento Ken
capì che non voleva più svegliarsi.
Che voleva
morire.
Non voglio rimanere
da solo…. Perdonatemi, vi prego…” sussurrò piano prima di svenire
definitivamente.
EPILOGO:
Una voce
preoccupata cominciò a riecheggiare delicata nella mente martoriata della
Gentilezza.
“Ken, Ken, apri gli
occhi!! Hikari-chan, va a prendere dell’acqua, dobbiamo svegliarlo, far
abbassare questa maledetta febbre!”, “Certo, arrivo
subito!”.
Era
Daisuke.
“Non voglio restare
solo… Vi prego, perdonatemi, non abbandonatemi…” continuò a delirare il moro;
stava male, non riusciva a liberarsi di quel buio, voleva rivedere gli
altri.
“Maledizione… Ken,
ascoltami, siamo qui, non ti lasciamo solo..” cercò di tranquillizzarlo il
bruno.
Si erano svegliati
in piena notte, dopo aver deciso di restare a casa di Ken, ammalato, poiché i
genitori erano assenti per lavoro, a seguito delle urla di delirio del ragazzo,
roso dalla febbre.
E ora erano tutti
lì, attorno a lui.
Non lo avrebbero
mai lasciato da solo.
Era stato solo un
incubo.
BUONASERA!!! ANCHE SE UN Po’ IN RITARDO, HO TROVATO UN REGALO UN PO’ ALTERNATIVO PER HIKARIKANNA-SENSEI!! Lo so, Ken non è uno dei tuoi personaggi preferiti, ma non volevo farti un regalo comune, volevo farti una cosa un po’ particolare.. Spero che apprezzerai!!! PER HIKARIKANNA, AKKARÌ!!!! YOI TANJOOBI. SENSEI!!
DEDICATA
ANCHE A DARKY-NEESAN PER ESSERMI AMICA!!
SEE-YA!!
SHUN