Say my name and I'll be there
Era
la sera prima dell’ingresso nell’Arena e Cato si
era ritrovato a
studiare con la coda dell’occhio la sua compagna. Clove, di
solito fredda e
imperscrutabile, aveva un’aria stranamente fragile in quel
momento.
-
Ti va di parlarne? –
Non
sapeva neanche lui perché le aveva fatto una proposta del
genere. Di lì
a pochi giorni sarebbe stato costretto a ucciderla, che senso aveva
darle tutta
quell’importanza?
-
Di cosa? –
Ecco
la Clove che conosceva lui, pronta a negare anche l’evidenza
pur di
non mostrare di avere paura. Perché la paura era una
debolezza e loro non
potevano permettersi di mostrarsi deboli.
-
Di quello che vuoi. –
Rimasero
in silenzio per un lasso di tempo che sembrò interminabile.
Cato
si arrischiò addirittura a lanciarle un’altra
occhiata, chiedendosi se non se
ne fosse per caso andata.
-
Ho paura. – sussurrò Clove.
L’aveva
detto così piano che per un attimo Cato si chiese se non se
lo
fosse solo immaginato. No, gli occhi nocciola della ragazza non
mentivano:
aveva capito bene. Se fossero stati ancora all’Accademia
probabilmente le
avrebbe rinfacciato quella confessione, prendendola in giro
perché la
coraggiosa Clove finalmente ammetteva di avere paura di qualcosa.
Però non
erano all’Accademia, così si limitò a
passarle un braccio intorno alle spalle
esili e ad attirarla a sé.
-
Ci sono io, non lascerò che nessuno ti uccida. Devi solo
chiamarmi e sarò
al tuo fianco. –
Si
scambiarono un’occhiata.
-
Quando verrà il momento, saremo io contro te, vero?
–
Annuì.
- Sembra che finalmente scopriremo chi dei due è il
più forte. –
*******
-
Cato, Cato! Aiutami, Cato! –
Le
urla spaventate di Clove lo raggiunsero proprio mentre stava per
prendere la ragazza dalla faccia di volpe. Arrestò la corsa,
alzando la voce
per farsi sentire dalla rossa, - Per questa volta ti ha detto bene,
faccia di
volpe, ma tornerò a prenderti. –
Fece
dietrofront e corse verso la Cornucopia con tutta la
velocità di cui
era capace. Gli sembrava di volare mentre sfrecciava tra gli alti
alberi
dell’Arena.
Poi
lo vide. Era il gigante dell’ 11, Tresh, che le sbatteva per
l’ultima
volta un grosso sasso sulla fronte. La ragazza in fiamme era
lì vicino, si
stava rialzando a fatica, e la vide scambiare un paio di parole con il
gigantesco Tributo. Poi corse via. La tentazione di seguirla era forte,
un’occasione come quella non si sarebbe ripresentata tanto
facilmente. La vista
di Clove però, agonizzante sul prato, gli fece passare dalla
mente ogni
proposito.
La
raggiunse, sollevandola e appoggiandole la testa rotta sulle sue gambe.
-
Cato, sei arrivato. – gorgogliò.
Un’espressione
stranamente compiaciuta le si era dipinta sul volto
sofferente. Era come se avesse sempre saputo che non
l’avrebbe lasciata da
sola, che sarebbe tornato a prenderla, che avrebbe mantenuto la sua
promessa.
La
verità però era che lui non l’aveva
mantenuta affatto. Le aveva promesso
che non avrebbe lasciato che qualcun altro la uccidesse, che
l’avrebbe
protetta, e aveva fallito. Clove non avrebbe dovuto guardarlo in quel
modo,
avrebbe dovuto essere furiosa con lui. Era colpa sua se stava morendo,
non
avrebbe dovuto lasciarla da sola.
-
Sì, Clove, sono qui. Non mi lasciare, Clo, rimani con me.
– mormorò in
risposta, sentendo un fastidioso pizzicore negli occhi.
Gli
sorrise tristemente, - Vinci per me, Cato. –
Poi
venne scossa da un tremito e chiuse gli occhi.
Cato
la scosse lievemente, ma non ottenne risposta. Era troppo tardi, Clove
era morta.
Una
lacrima corse traditrice lungo il profilo definito del suo volto.
-
Sì, vincerò per te, lo giuro. –
E
questa volta avrebbe fatto qualsiasi cosa per mantenere la parola data.
[596
parole]
Spazio
autrice:
Ok,
sono così stupida che mi sono commossa mentre la scrivevo.
In realtà
non avevo neanche pianificato questa shot, le parole sono venute di
getto
mentre mi immaginavo loro due… insieme. Per me la vera
coppia sono loro, altro
che il triangolo Katniss/Peeta/Gale. Loro e Annie e Finnick,
ovviamente. Bè,
che dire, spero che vi sia piaciuta e che vogliate farmi sapere che ne
pensate.
E ricordate… Clato is the way! Alla prossima.
Baci
baci,
Fiamma Erin Gaunt