21/11/2013
3 recensioniIl cervo che ho davanti è un bell'esemplare giovane. Le sue corna non sono ancora completamente formate, ma ha abbastanza carne tra le ossa e la pelle da sfamare una famiglia per settimane.
Le foglie umide gialle, rosse e marroni che cospargono il terreno in questa stagione sono perfette per attutire il rumore dei miei passi; mi avvicino e tendo la corda dell'arco.
Un fruscio proveniente da destra fa scappare la mia preda; non capisco cosa possa aver provocato quel rumore, così punto la freccia che avevo incoccato verso un cespuglio.
Pochi secondi dopo vedo un batuffolo di piume rade spuntare tra le foglie: è un anatroccolo.
« Ciao, piccolino! » esclamo sollevata, abbassando la guardia e avvicinandomi.
Non avrebbe senso uccidere una nuova vita per ottenere così poca carne...
Ho osservato spesso le anatre selvatiche, prima di abbatterle: questo è il principio di una lunga vita fatta di nuotate, zuffe e ricerca di cibo, per il cucciolo che ho davanti; potrà divertirsi un po' e poi, quando sarà abbastanza grande, magari ci rincontreremo e cadrà vittima di un'altra mia freccia. Non oggi, però.
« Dai, torna dalla tua mamma. Sei salvo, per oggi » gli intimo.
L'anatroccolo mi si avvicina con qualche passo malfermo. Sorrido al ricordo di mia sorella Prim, quando tanti anni fa cominciava a camminare.
Mi rendo conto di colpo di quanto la mia vita sia piena di belle cose: mia sorella, i miei boschi, gli archi di mio padre...
Non potrei mai rinunciare a tutto questo.
Guardo gli alberi: presto arriverà l'inverno. Devo raccogliere qualche erba per mia madre.
Saluto l'anatroccolo con un cenno del capo e mi dirigo verso il lago, nuovamente concentrata sulla caccia, nella speranza di ritrovare il cervo visto al principio.
Questi sono i pensieri di Katniss durante una giornata di caccia prima dei suoi primi Hunger Games.
Per i discorsi diretti ho utilizzato questa guida: http://help.acciofanfiction.com/entry/3/