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Autore: _Wendy_    21/11/2013    2 recensioni
Lei non è una ragazza popolare che pensa solo alle feste e lui non è il bad-boy di turno.
Lei soffre ma cerca di nasconderlo e non crede di poter essere felice, non fino alla fine del liceo.
Lui arriverà nella sua vita all'improvviso e sarà il suo angelo personale.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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X:Dai Anto! Svegliati! È il primo giorno di scuola.
 
IO:Dai, Mà…non rompere! Non voglio andare a scuola!
 
Oggi, 15 settembre, è il primo giorno di quella prigione chiamata “scuola”. Come ogni anno, per me sarebbe stato il giorno più brutto perché avrei rivisto i miei “compagni”, e cioè le persone che mi hanno sempre preso in giro. Mi presento: sono Antonella Bianchi, ho 17 anni e una viso orribile, sono bionda con gli occhi azzurri e non mi piaccio neanche un po'. Apro gli occhi e guardo il soffitto bianco della mia stanza, la luce che entra attraverso le tende mi rende difficile tenere gli occhi aperti per più di 5 secondi.
Mi giro a pancia in giù affondando la testa nel mio amato cuscino azzurro.
 
X:Muoviti o vengo in camera tua e ti butto giù dal letto!-grida arrabbiata mia madre dal piano di sotto.
 
Sbuffo e decido di alzarmi dal mio amatissimo letto, non guardo la sveglia, non mi interessa se arrivo in ritardo.
Non sono una di quelle ragazze che arriva sempre in ritardo a scuola, riesce prendere a stento la sufficienza ed è così sfacciata da sfidare i professori…io sono una di quelle ragazze sfigate, non sono secchiona ma non vado neanche male, ho la media dell’otto; non parlo mai con nessuno e sono timidissima. Mi odio.
Apro la porta in legno piena di poster dei One direction e di Demi Lovato e scendo lentamente le scale.
Arrivo in salotto, dove non c’è nessuno, il televisore grande sulla parete è spento (come ogni mattina) e sui divani bianchi, sistemati in modo da formare un angolo retto non è seduto nessuno.
Entro in cucina, e come ogni mattina, ci trovo mio fratello che mangia i cereali. Vado da lui e dopo avergli dato un bacio sulla guancia gli dico:
 
IO:Buongiorno fratellone.
 
G:Giorno principessa.-dice alzandosi dalla sedia e stringendomi a lui con le sue braccia forti. Io ricambio l’abbraccio e appoggio la mia testa sul suo petto.
 
Adoro mio fratello, è il mio migliore amico e amo il fatto che sia così protettivo con me.
Si chiama Gianluca de ha 18 anni e frequenta la mia stessa scuola.
Ci stacchiamo e apro il frigo guardando cosa c’è anche se alla fine prendo sempre la stessa cosa: il latte.
“Cazzo! Dov'è?” penso non trovandolo. Mi giro e guardo mio fratello con sguardo omicida.
IO:Gianluca…-lo chiamo dirigendomi verso di lui-mica hai finito il latte…?
G:Ah vero principessa, ho dimenticato di dirtelo…mi dispiace.
IO:Uffa…! Allora io vado a vestirmi.
Risalgo le scale e vado in bagno, dopo essermi lavata velocemente torno in camera e  prendo uno dei miei tantissimi felponi e un paio di Jeans, dopo avergli indossati infilo le mie converse azzurre e preparo lo zaino.
G:Anto sei pronta?-mi chiede mio fratello comparso improvvisamente davanti alla porta.
IO:Si-gli rispondo mettendomi lo zaino (sempre azzurro) sulle spalle e scendendo.
 
Sono fissata con il blu elettrico, l’azzurro ed il celeste; credo che l’abbiate capito.
 
M:Tesoro, ma i capelli li porti così?-chiede mia mamma.
 
IO:Si mamma, ogni mattina la stessa storia!
 
M:Ok, contenta tu…
 
Mi avvicino a lei dandole un bacio sulla guancia ed esco abbracciata al mio fratellone.
Chi non ci conosceva avrebbe potuto scambiarci per fidanzati. Percorremmo velocemente il lungo viale alberato che ci separava da scuola e arrivammo davanti al cancello. Quel grande cancello grigio che avrei visto ogni mattina per nove mesi, davanti ad esso c’erano gli studenti che aspettavano che la campana suonasse e quel cancello si aprisse. C’era chi sorrideva per aver rivisto il/la ragazzo/a per cui aveva una cotta, chi andava in contro al suo migliore amico correndo per poi saltargli addosso, chi pomiciava e chi parlava con i suoi amici, come me e mio fratello.
Gli unici amici che avevo erano loro: Max,Lucia, Eleonora e Luigi. Andavano tutti in classe con mio fratello ed io li avevo conosciuti grazie a lui.
 
Max:Ciao ragazzi!-ci saluta, e tutti gli altri lo seguono.
 
IO:Ciao.
 
El:Allora, siete emozionati?
 
IO:Come no…io mi chiedo ancora come faccio a non scappare via.
 
Luigi:Dai, non dire così, vedrai che quest’anno sarà diverso!-dice con un sorriso stampato in faccia.
 
IO:Gigi caro, mi conosci da tanto e sai che ogni anno è sempre la stessa storia quin…
 
Non ebbi neanche il tempo di finire la frase che la campanella suonò.
Tutti gli studenti si precipitarono dentro ed io, con molta calma mi misi dietro di loro senza spingere, i ragazzi invece si buttarono nella mischia e mio fratello, dopo avermi dato un bacio sulla guancia ed avermi augurato buona fortuna li seguì.
Rimasta sola, concentrai la mia attenzione sulla struttura imponente e giallastra che mi stava davanti, aveva due piani e tantissime finestre, c’era un grosso portone in legno al centro, e sotto di esso delle scale di pietra. Tra l’edificio e il cancello c’era il giardino dove era piantato un grosso albero che amavo. Alla ricreazione mi sedevo sempre lì sotto con le mie amate cuffiette nelle orecchie e chiudevo gli occhi, lasciandomi trasportare dalla musica.
Finalmente riuscì ad entrare nella “prigione” e mi recai nella mia classe: 4° D.
Entrai in classe e, come ogni anno, andai a sedermi all'ultimo banco vicino alla finestra e presi un quaderno dallo zaino, lo misi sul banco bianco e dopo aver preso una matita dal borsellino, iniziai a scarabocchiare qualcosa.
Oltre a me, in classe c’erano anche “le troie” sedute sui primi banchi che parlavano di non so che.
Per non ascoltarle mi infilai le cuffiette e feci partire una delle mie canzoni preferite: Skyscraper di Demi.
Sentendo ancora le loro risate alzai il volume, sapevo che stavano ridendo di me.
Dopo 5 minuti il o la prof non era ancora arrivato/a e sentì un tocco delicato sulla spalla.
Alzai lo sguardo in direzione della persona davanti a me e vidi una ragazza dai capelli scuri che mi fissava…era bellissima! La mia autostima che era già sotto terra, sparì completamente.
 
X:Ciao, scusa se ti ho disturbato, ma sono nuova e quelle ragazze mi hanno già esclusa, posso sedermi qui?-chiese speranzosa di ricevere una risposta affermativa.
 
IO:Certo! Siediti pure.-Le risposi sorridendole.-Piacere Antonella-dissi porgendole la mano.
 
Nina: Io sono Nina.-mi rispose sorridendomi e stringendo la mia mano,mi sembrava simpatica.
 
Dopo pochi minuti la classe si riempì ed  entrò la professoressa Rossi, la prof di letteratura.
 
Prof:Buongiorno ragazzi!-disse sedendosi alla cattedra e sorridendo.
 
Era una donna sulla quarantina, aveva dei lunghi capelli scuri, come i suoi occhi, era magra e di altezza media; era una bella donna, molto simpatica e disponibile con noi alunni.
 
Prof:Oh, vedo che è arrivata la nuova alunna!-a quella frase si girarono tutti verso di noi.
 
Prof:Presentati! Forza!-disse incoraggiandola.
 
Nina si alzò in piedi:Ciao, mi chiamo Nina ed ho 17 anni, vengo da Firenze e mi sono appena trasferita qui.
 
X:E perché ti sei seduta vicino alla cessa?-disse qualcuno urlando.
 
Tutti scoppiarono a ridere...




SPAZIO AUTRICE:
Ciao ragazze! spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!
_Wendy_
  
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