_angel
Immobile,
nel silenzio più assoluto del solito parchetto ormai deserto fissa un punto
impreciso davanti a sé. Ostinato piccolo angelo dagli occhi tristi. Ha le mani
al petto, stringe un blocco da disegno e dio solo sa quante volte mi sono
fermato ad osservare la sua espressione ogni volta che portava la matita sul
foglio, quando era arrabbiata perché idea e schizzo non coincidevano, quando
cancellava e ripassava più volte gli stessi tratti.
”Gli angeli della morte non provano sentimenti”
Quale bugia più grande. Perché soffrirei con lei allora? Perché ora sospeso a
mezz’aria con le ali spiegate lascio che le mie labbra sfiorino le sue? Perché
è stata l’unica idea sensata che mi è venuta quando ho capito perché oggi
sorrideva così radiosa con in mano la propria matita?
L’ingiustizia più grande è che lei non può sentire il mio tocco, lei non può
perché è viva e la mia razionalità sconfigge l’istinto.
L’ho sempre detto che l’aria di questo postaccio fa male. Perché proprio ora?
Perché ora che tutto deve finire? Lotta mio piccolo angelo e non fissarmi così,
perché non lo sai, non puoi saperlo ma quello sguardo mi fa male.
“Cosa pensavi di fare? Sei solo uno stupido senza-nome“
Quella vocina mi tormenta e io torno al mio solito posto. Al suo fianco e in
silenzio, ma non sembra volersi muovere.
« Angel »
Sussurro fissandola. Tanto non mi può sentire e a me semplicemente piace pronunciare
il suo nome, manca un giorno e dopo sei mesi, tre settimane e sei giorni posso
ufficialmente dire che non potevano punirmi in modo peggiore. Onorato, dovrei
essere onorato dicono, ma guardare la prossima morte, sorvegliarla ogni giorno,
ogni minuto, ogni secondo per sapere che lei non ti vedrà mai se non quando
prenderà il comando è una tortura. Tortura perché lei non ti riconoscerà,
tortura perché tu sarai solo un tirapiedi tra tanti, quel tirapiedi che le ha
donato quel pessimo destino.
Era
davvero possibile pensare che non si sarebbe legato? Era sempre stato una
pecora nera, nell’ultima categoria: i senza-nome. Provava ancora astio, ma era
normale dicevano, tristezza, ma era solo la sua immaginazione.
Anche quella allora? Si stava immaginando tutto ed era l’unica spiegazione
possibile.
La ragazza al suo fianco aveva iniziato a muovere qualche passo, le guance imporporate,
una mano a sfiorare le labbra.
E quel blocco tra le mani, blocco in cui vi era nell’ultime
pagine un disegno che le aveva richiesto mesi, un ragazzo più grande di lei i
capelli neri, gli occhi grigi e due grandi ali nere.
Era lui e non l’aveva mai visto.
« Angel? »
Le piccole onde ramate fermarono il movimento che accompagnava quello del corpo
di lei e volto il capo.
Gli occhi scuri si riflettevano in quelli dell’angelo nero.
« Eri tu allora..
»
Mi conosce. L’unico pensiero nella mia testa. Ed è stupita e imbarazzata allo
stesso tempo, abbassa lo sguardo.
« Ci sei sempre stato e non ti ho
mai visto? »
E ancora sono muto.
”Gli umani non possono essere visti dagli umani”
Il secondo principio fa la fine del primo. Lei mi ha visto, nei suoi sogni. E l’abbraccio
d’istinto, secondo gesto istintivo della giornata. Sorriso vedendo che le sue
mani non mi oltrepassano, che sono ferme sul mio petto mentre di nuovo incontro
il suo sguardo.
« Sto impazzendo..
da molto tempo »
Sussurra, mia piccola. E la mano porto tra i
suoi ricci, improvvisamente dolce. Che fine ha fatto la mia razionalità? Che
fine ha fatto il mio ruolo?
« No »
Sussurro. E’ l’ultimo giorno, il sole sta per tramontare e lei diventerà
« Morirò vero? »
Domanda che stupisce, che mi coglie alla sprovvista. Di nuovo è triste,
desiderosa di parlare. Le labbra socchiuse mentre si allontana, mentre mi dà le
sue spiegazioni.
« Quando sette mesi fa ti ho visto
per la prima volta pensavo fosse arrivato il mio momento. »
Informata per caso. Questo il mio pensiero mentre, muto, ascolto il suo
ragionamento.
« Non ti vedevo sempre, solo quando
perdevo il filo dei miei pensieri, in momenti distanti tra loro. Ho ignorato
però, pensavo che fosse solo la mia fantasia. »
E vi è tenerezza nelle sue parole, nel riflesso dei suoi occhi. Non dovrebbe
essere così, maledizione. Sta andando tutto storto.
« ..ma tu
sei vero.. quindi sto per morire giusto? »
E’ in quell’istante so che si è arresa, il mio piccolo angelo si è arreso e non
lotta più. Quell’accennata malinconia del suo sorriso, un colpo al cuore. Ma
quale cuore? Le sfioro una guancia con la mia mano, saggio la morbidezza della
sua pelle come spesso avevo fatto nei suoi sogni e pian piano le mie dita
raggiungono anche le sue labbra.
« Speravo continuasti ad ignorarmi,
sarebbe stato meglio. »
Inizio. Voce che viene da qualcun altro, qualcuno che non è me. Così distante.
« Se mi ignoravi, se mi vedevi di
sfuggita voleva dire che c’era qualche speranza. »
Prosegue questo sconosciuto mentre lentamente mi stacco da lei. Troppa lentezza
nei miei gesti.
« Mi spiace. »
Sussurro e questa volta sono certo che io ho parlato. La stessa persona che ora
tra le mani stringe un arco, arco bizzarro, quasi trasparente, uno spettro. Come
me.
« Mi sta bene. Magari ci
incontreremo di nuovo, Angel. »
Mormora. Le mani
incrociate dietro la schiena, un paio di passi all’indietro per fissarmi
meglio, forse. Così dolce.
« Ci rivedremo,
mio angelo. Angelo del paradiso trascinato all’inferno da qualcuno che non è
degno di essere definito tale. »
E la freccia ormai fa
la sua comparsa. Spettro anche questa, spettro che porrà fine a tutto. Al mio
tutto.
« Angel è il tuo nome. »
E mi sorride negando la mia affermazione. Così determinata, così convinta.
Buffa ragazza che con un sorriso mi fa tale confessione, che sempre “angelo” mi
ha definito.
« Mi odierai temo »
Sorrido mestamente tendendo la corda dell’arco, ma lei scuote vistosamente il
capo. Negando nuovamente.
« Come potrei farlo? »
Mi domanda. Non avrò mai risposta, non da lei certo. Una freccia scostata, un
soffio di vento quasi e il tonfo, stranamente leggero, di un corpo che cade. La
mia fine. Sorride quella tenera maledizione. Qual regalo migliore per il suo
assassino?
***
Piccola
tra le sue mani stringeva una falce. Figura eterea, anima fatta della stessa
sostanza dell’angelo che le sostava davanti. Disorientata di certo, ma quella
la regola.
“ La giovane morte dimenticherà ogni singolo evento precedente alla sua nascita
”
E l’angelo lo sapeva benissimo. Lo sapevano benissimo anche quelle lacrime che
involontariamente gli solcavano il volto. Una, due,
non di più. Sufficienti per non sfuggire alla rossa incappucciata, alla nuova
Oscura Signora.
« Perché piangi? »
Domandò quella catturando l’attenzione dell’altro. Tono piccolo, fragile quanto
quella figura che maestosa doveva incutere terrore. Bambina sperduta.
« Non piango,
Signora. »
Lapidario nella risposta mentre compiva un inchino di fronte all’altra, sua
maledizione. Gesto spontaneo quello di prenderle una mano e di baciarla.
Pallida, fredda, degna di colei a cui apparteneva.
« Angel? »
Domandò quella. Ancor più disorientata da quella freddezza improvvisa, da quel
rispetto eccessivo, regina all’improvviso. Alzò il capo l’angelo di morte,
confuso a sua volta. L’ennesima regola mancata, pensò
tra sé e sé non staccando gli occhi dalla sua piccola.
« Sì, mia Signora? »
Un sorriso, calore. Amore per quella creatura, amore che egli stesso incarnava.
Pochi secondi per compiere il gesto di rialzarsi senza però stringerla a sé.
« Andiamo? »
Domanda. L’uno di fianco all’altra, com’era sempre stato. Com’era Destino che
fosse. Legati da una vecchia leggenda che più importava di una qualunque
regola. Consapevoli entrambi di essere salvi, inconsapevoli di aver salvato l’altro.
E c’era del romantico e del tragico in tutto ciò, Amore e Morte compagni di un’eternità
che sarebbe durata fino alla prossima reincarnazione. Nemici alle volte ma altrettanto
terribilmente affini.
« Ogni tanto capita che nasce un’anima diversa
dalle altre, un’anima particolare
destinata a diventare la nuova morte. Compito
di un angelo senza nome sarà di vegliarla per sette mesi, sette mesi in cui
scoprirà il suo ruolo di guida, in cui conoscerà i sentimenti che da sempre gli
sono legati. Dicono che onore sia quello di quest’anima, onore perché il senza
nome non sarà altro che la reincarnazione di Amore, compagno per scelta di
Morte.
Legame che nulla può
spezzare, legame che contro il Destino stesso può andare. Definitelo errore,
definitelo come più vi aggrada, nemmeno le
vecchie leggende hanno risposta per questo. »
Angolino dell’autrice:
Come promesso eccomi tornata con il Sequel della song-fic “Nobody’s Home”. Beh,
proprio sequel non è considerando che ciò che hanno in comune sono i
protagonisti, ma comunque una storia che avviene successivamente all’altra. La trama
come si può notare è un po’ assurda e sinceramente non so come mi sia venuta in
mente, l’unica cosa che posso affermare e che da quanto ne sappia non esiste
nessuna leggenda del genere XD . Per quanto riguarda
lo stile invece, mi devo scusare per il passaggio da prima a terza persona,
necessario a mio parere per rendere l’idea della situazione ma per cui accetto
comunque critiche. E ora come di consueto passo ai ringraziamenti:
-Rio: Grazie mille per la maga che
come ti ho già detto non merito come complimento. Qua la vera maga nel
descrivere le situazioni sei tu ^^ io mi limito a mettere pensieri senza senso
su carta o foglio di word XD Per il finale mi spiace di non aver rispettato le
tue aspettative. L’angelo non la salva, anzi è comunque suo carnefice seppur il
lieto fine ci sia. Spero di sentirti presto, un bacio
:*
-Subaku no Temari: Ri-chan!! Felice che la ficcy ti sia piaciuta e sì, come noti, l’angioletto
era innamorato di lei. Non so come prenderai questo seguito decisamente più
fantasioso e ricco, ma spero tanto che ti possa piacere. Sono fermamente
convinta però che dovrei smetterla con le mie
storielle tristi, questa è la prima con un lieto fine che scrivo. A presto,
piccolina ^^
-Bells87: Ecco a te il seguito,
spero che apprezzerai anche questo. Felicissima di sapere che la mia piccola
shot ti sia piaciuta e che apprezzi il genere anche per il triste/romantico. Sarei
lieta di avere una tua opinione anche su quest’altra opera, un
grazie.
E con questo posso anche concludere il mio spazio, decisamente troppo grande. Un grazie ovviamente va anche a coloro che hanno solamente
letto il Prequel e a coloro che leggeranno e commenteranno questa storia. Accetto
di tutto, anche critiche. Un bacio, Ly’.