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Autore: smemorina123    22/11/2013    1 recensioni
...Che quando non ritorni ed è già tardi e fuori è buio
Non c'è una soluzione questa casa sa di te
E ascolterò i tuoi passi e ad ogni passo starò meglio
E ad ogni sguardo esterno perdo l'interesse
E questo fa paura
Tanta paura
Paura di star bene
Di scegliere e sbagliare
Ma ciò che mi fa stare bene sei tu amore...
( Tiziano Ferro)
Genere: Angst, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Abigail Hobbs, Alana Bloom, Hannibal Lecter, Jack Crawford, Will Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Promesse 

...Che quando non ritorni ed è già tardi e fuori è buio 
Non c'è una soluzione questa casa sa di te 
E ascolterò i tuoi passi e ad ogni passo starò meglio 
E ad ogni sguardo esterno perdo l'interesse 
E questo fa paura 
Tanta paura 
Paura di star bene 

Di scegliere e sbagliare 
Ma ciò che mi fa stare bene sei tu amore...*

- sei in ritardo -
- scusami ho avuto un piccolo contrattempo - 
Lo scrutò per un paio di secondi e vide i suoi occhi sereni, non li aveva mai visti così
- cosa c'è? - 
Non rispose, prese solo qualcosa dalla tasca del cappotto e lo mise nella cassetta della porta con cui gli venivano passate le cose.
L'altro si alzò da terra dove era seduto e vide un registratore con delle cuffie, quando lo accese i suoi occhi si sgranarono e si scurirono
- come...lei... -
- sta bene, ti avevo promesso che l'avrei protetta - 

Non lo stava più ascoltando, quella voce che credeva si fosse spenta ormai da tempo lo stava rimettendo al mondo. Sentirla parlare come se fosse li con lui, ascoltarla dirgli quanto gli mancasse e quanto gli dispiacesse, ascoltarla mentre gli raccontava come stava e cosa faceva era quanto di più bello gli fosse capitato da anni.
Rimasero in silenzio per tutta la durata della visita, lui ascoltando quella voce e l'altro studiando le sue reazioni.
Alla fine il registratore tornò al legittimo proprietario e l'uomo dagli occhi cielo chiese 
- perché? - "perché ora, perché, perché,perché..."
- lei ne aveva bisogno -
- dov'è? -
- al sicuro... Ci rivedremo tra due settimane Will -
"No, no, no, non me la puoi portare via di nuovo, non puoi" urlò la sua mente, la sua voce invece disse
- va bene, tra due settimane -

/////

Quei quattordici giorni passarono lentamente ma la persona che per prima gli fece visita non era quella che si aspettava
- Jack - disse tra lo stupito e l'indifferente, non si parlavano e vedevano da due anni e mezzo 
- Will - salutò quello, poi mise una busta nel cassetto della porta
Era una di quelle buste di plastica che si usavano per preservare le prove dei reati e dentro c'era un biglietto che recitava

|Ogni prete o sciamano deve essere considerato colpevole fino a quando non viene dimostrata la sua innocenza.|*
             
|Non ho paura della morte, è la posta che stabiliamo per giocare al gioco della vita|*

Will era rimasto immobile, fermo in mezzo alla prigione fissando quel pezzetto di carta che gli stava restituendo la libertà 
- quando? - chiese con una calma che non provava
- due settimane fa -
- c'é stato un altro omicidio - 
- si e prima che arrivassi qui mi hanno chiamato perché é stato trovato un altro corpo -
-....-
- Will -
- zitto -
- Will -
- sta. zitto. - urlò questa volta alzando finalmente lo sguardo, fremeva di rabbia
- Will - un'altra voce lo chiamò e spostando di poco lo sguardo vide il dottor Lecter avvicinarsi al suo ex capo e fissarlo.
Sbatté con forza il biglietto contro la parete in plastica che li divideva da tre anni, il dottore non spostò gli occhi da lui.
Nessuno disse più nulla, il silenzio si propagò assordante, l'ex agente ritrovò la calma, il respiro tornò regolare, si rimise in piedi composto e con gesti studiati ripassò il biglietto a Crawford
- quando? - chiese di nuovo
- uscirai domani, Will... -
- avevi così tanta paura della mia mente Jack che è bastato che qualcuno mettesse degli indizi in casa mia e tu hai subito tratto le tue conclusioni, sbagliate tra l'altro. Mi hai usato per così tanto tempo eppure non ti sei mai fidato davvero di me, mi hai portato al limite e stavo quasi per rimetterci la salute mentale... Ah no quella non è stata colpa tua sono io che ti ho detto si quando me l' hai chiesto; comunque le cose sono andate lo stesso come dovevano, tutto come doveva -
Jack se ne andò in silenzio infuriato e colpevole
- non avresti dovuto - disse Hannibal poco dopo
- perché no, solo tu sei autorizzato a prenderti gioco di lui? -
- non mi stavo prendendo gioco di lui, gli ho solo fatto presente il suo errore - 
- errore nel quale sei stato tu a farlo cadere - 

/////

Jack Crawford alzò la testa dai documenti sulla sua scrivania solo quando il chiacchiericcio fuori dal suo ufficio si fece insistente. E un giovane agente gli si presentò davanti preoccupato
- che succede - si allarmò
- è Will Graham Signore, è all'ingresso e chiede di lei - 
Non ci pensò due volte, si alzò e si precipitò verso Will; no ebbe nemmeno il tempo di dire qualcosa che lui lo anticipò
- voglio vederli - 
- cosa? -
- i corpi Jack -
- Will non puoi... - 
- ho passato tre anni in u carcere psichiatrico per degli omicidi che non ho commesso,me lo devi - 
- non posso... -
- voglio solo vederli, non toccherò nulla, lo sai che non ne ho bisogno -
il tempo si fermò per un istante poi Jack annuì rassegnato

Il laboratorio era sempre stato un po' affollato con tutti i tecnici che ci lavoravano ma quel giorno sembrava stesse per scoppiare.
Will non guardò nessuno mentre camminava a fianco a Jack, si sentiva osservato e questo lo metteva a disagio ovviamente, ma non gli importava perché doveva farlo.
Quelli che avevano lavorato con Will anni prima non gli si avvicinarono, lo guardarono solo stupiti che fosse li davvero e colpevoli per aver pensato che fosse un assassino non solo per le prove che lo accusavano ma anche per la sua abilità.
Tutti e due i corpi erano stati già analizzati e messe nelle celle frigorifere, aspettò che li tirassero fuori e che si allontanassero per avvicinarsi, li guardò per un momento infine chiuse gli occhi.
Li vide correre per salvarsi, vide i loro occhi pieni di terrore spegnersi e vide lui.

Quando tornò in sè erano tutti ancora lì a fossarlo, con movimenti lenti ricoprì i corpi e li richiuse
- che cosa hai visto? - fu Jack a rompere il silenzio
- li ha terrorizzati, è meticoloso e preparato, studia le sue prede per mesi prima di cacciarle e non lascia indizi che possano portare a lui, non prende contatti con le vittime e se o fa nessuno se ne accorge, ma questo lo sai già... quello che non sai è che non lo troveretemai, con loro - indicò dove erano i corpi - si è solo preso gioco di voi - 
ad un certo punto barcollò all'indietro e dovette appoggiarsi a uno dei tavoli lì vicino per non cadere.
Due braccia lo aiutarono
- non avresti dovuto farlo -
- che ci fai tu qui? -
- Alana mi ha chiamato appena ti ha visto all'ingresso -
Will fece una mezza risata - credeva che volessi fare qualcosa di stupido? -
- l'hai fatto -
- Will stai bene? - Jack li interruppe
- si, sai com'è... Era da un po' che non lo facevo mi ha preso più forze del previsto - 
- smettila Will - lo rimproverò il dottore
Ma come era prevedibile lo ignorò - il biglietto Jack... Abigail... Non le ha fatto del male, non come le altre almeno, se può interessarti - 
Hannibal dopo quello lo trascinò via lasciando Crawford con i sensi di colpa. Lui sapeva che la ragazza era colpevole degli omicidi di cui la accusava ma dopo la sua morte e il colpo basso di Will gli stava venendo quasi da vomitare.

/////

- grazie per esserti presa cura di loro - disse Will con un sorriso mentre accarezzava winston
- te l'avevo promesso - rispose Alana guardando come i cani gli scodinzolavano intorno felici di riavere il loro padrone, "non sono riuscita a proteggerti" questa frase le rimbalzava nella mente in continuazione ogni volta che lo vedeva.
- perché sei arrabbiato con Jack e non con me e Hannibal? -
- dovrei essere arrabbiato anche con voi vero?, la mia migliore amica e il mio psichiatra che mi accusano di essere un assassino finendo per farmi passare tre anni in un carcere psichiatrico, uno dei midi incubi peggiori per altro quel posto -
- mi dispiace Will -
- Alana non sono arrabbiato con voi perché, anche se in modo piuttosto brutale, devo dire che quel posto mi ha fatto bene. Lì riuscivo a pensare senza andare fuori di testa - 
- era l'encefalite -  
- già... ma anche la mia mente era un posto orribile e lo sai che ne ero terrorizzato. Tutto ciò che vedevo, tutti gli omicidi che ricostruivo mi lasciavano qualcosa degli assassini che arrestavo. In questi tre anni sono riuscito a gestirla, a capire come dividere me stesso da loro, i miei pensieri dai loro -
- perché con Jack è diverso? - 
- Lui sapeva cosa stavo diventando e non ci ha pensato due volte a sbattermi dentro quella cella come un sadico assassino; ormai la mia mente non gli serviva più, aveva il suo killer e poi... Abigail, era spaventata e lui continuava ad accusarla - 

/////

Era pomeriggio inoltrato quando arrivarono, Hannibal lo scosse per una spalla svegliandolo.

Will era girato verso di lui quindi poté vedere i suoi occhi  schiudersi, lo vide portarsi un palmo sulle palpebre per liberarsi dal sonno come un bambino.
Si rigirò sul sedile della macchina e si guardò intorno; c'era una casa a due piani di fronte a loro e tutto intorno alberi e prati
- dove siamo? -
Non ebbe risposta perché fu attirato dalla luce del portico che si accendeva ed alla porta che si apriva, sull'uscio rimase una ragazza con lunghi capelli neri.
Uscì subito dalla macchina seguito dal dottore ma non si allontanò da lì.
La ragazza li guardava, spostava lo sguardo dall'uno all'altro e più il tempo passava più sembrava impaziente, stava aspettando un permesso che non si fece attendere.
- Abby - la chiamò Will e lei si rilassò mentre un sorriso cominciava a nascere.
Fece le poche scale che li dividevano velocemente e arrivata alla macchina si fermò, allungò una mano e lo toccò e quando capì che era davvero reale i suoi occhi si fecero lucidi
- mi dispiace - sussurrò, come se quello che l'uomo aveva passato fosse colpa sua.

Will se la tirò contro abbracciandola; infilò il naso tra i suoi capelli per sentirne meglio il profumo e si beò delle sue braccia che lo circondavano e lo stringevano.

La sentì tremare e soffocare un paio di singhiozzi e la strinse di più
- va tutto bene, va tutto bene, sono qui e non hai niente di cui scusarti - 
-...-
- Abby mi hai sentito? - chiese scostandola leggermente dal suo collo per poterla guardare

Lei si asciugò le lacrime in fretta ed annuì, fece un profondo respiro e si girò verso il dottore non staccandosi da Will
- grazie - 
- te l'avevo promesso - 
Sorrise anche a lui ma non era come quando l'aveva rivolto a Will, era sincero certo e felice ma non era limpido.
Abigail si era fidata solo di tre persone in tutta la sua breve vita:
Suo padre le aveva detto che si sarebbe preso cura di lei non uccidendola,
Hannibal si sarebbe preso cura di lei usandola per avere Will
e Will... Lui l'aveva protetta e basta, senza pretendere nulla in cambio, dopotutto era suo padre


* "e fuori è buio" di Tiziano Ferro
* Robert A. Heinlein
* Jean Giraudoux
  
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