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Autore: Sherine    22/11/2013    0 recensioni
"Non può morire. Non può morire. Mio fratello non può morire." Cosa pensava Thor correndo verso colui che gli aveva salvato la vita? Quali erano i suoi sentimenti? Per quanto un film possa essere meraviglioso e approfondito non potremo mai entrare nella mente dei nostri eroi. L'unica cosa che ci resta è la nostra immaginazione. Un'arma potentissima.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: Lime, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Non può morire. Non può morire. Mio fratello non può morire.
Questo era tutto ciò che Thor riusciva a pensare mentre correva verso il suo salvatore. Per qualche motivo Loki, quel bastardo di Loki, non l'aveva tradito. Se l'avesse fatto probabilmente non sarebbe stato scagliato a qualche decina di metri da quel gigante che era appena imploso su se stesso e non sarebbe stato trapassato da quella stessa lancia con la quale aveva fermato il mostro.
Ma Loki era ancora vivo, mentre si avvicinava Thor riusciva a sentire un leggero lamento e, finalmente, arrivato al suo fianco, vide gli occhi del fratello, spalancati, quegli occhi che una volta giocavano con i suoi, quando erano ancora bambini, che partecipavano a quegli stupidi scherzi che facevano al padre o alla madre nascondendosi per tutta Asgard.
Ormai però quei tempi erano finiti, Loki non era più lo stesso di una volta, la consapevolezza di essere stato sempre disprezzato l'aveva completamente assorbito nel suo odio, neanche la madre era riuscita a riportarlo sulla retta via e chiunque nel regno pensava che nulla l'avrebbe fatto più rinsavire.
Loki era sempre stato diverso. Nessuno l'aveva mai capito davvero. Era più debole, più schivo, non aveva amici se non il fratello e anche se avesse voluto non sarebbe probabilmente riuscito a integrarsi con il popolo di Odino. Tutti sapevano che proveniva da un altro luogo, un posto oscuro, freddo, pieno di dolore e odio. Loki non poteva essere qualcosa che non era e lui non era il figlio di Odino e neppure un Asgardiano, infatti apparteneva alla stirpe dei giganti di ghiaccio, che pur loro l'avevano rifiutato per il suo aspetto.
Era rimasto solo, completamente solo.
Ma quel giorno... Quel giorno aveva cambiato tutto. Thor si era fidato di lui. Thor aveva deciso di credere nuovamente nel fratello. Non sapeva per quale motivo l'aveva fatto, forse sentiva che c'era qualcosa di diverso. In quel momento Thor aveva dipeso da Loki, senza il suo aiuto non sarebbe uscito dal regno, ora sarebbe morto e non avrebbe liberato Jane da quella terribile forza oscura.
Ma ora non pensava a lei, non aveva idea di dove fosse rimasta, forse era lontanissima, forse vicino a lui, ma non era importante. Tutto ciò che ora desiderava era che il suo compagno non lo lasciasse.

Thor si lasciò cadere sulle ginocchia accanto al suo migliore amico del quale cercò lo sguardo. Loki sbattè le palpebre come se facesse ritorno da un altro mondo e incontrò gli occhi di suo fratello in cui sprofondò, rimanendo sorpreso.
Cosa... Cos'è quello? Pensava il dio del caos mentre sentiva un grande freddo diffonderglisi per tutto il corpo. Cos'è quello sguardo?
Loki era confuso, non lo era mai stato così tanto. Guardava assente il fratello chinarsi e prenderlo tra le sue braccia, inerte, senza riuscire a muoversi. Com'erano protettive quelle forti braccia. Da bambino Loki era stato difeso più volte da loro, così forti, così avvolgenti, così protettive. Loki non si era mai sentito così al sicuro come quando era raggomitolato sul petto del fratello.
Quando era piccolo ricordava che i momenti più belli erano quando facevano la lotta, quando si prendevano a cazzotti distruggendo la maggior parte dei mobili della loro stanza, magari iniziavano per qualcosa di serio, ma poi finivano sempre per rimanere sul pavimento, fermi immobili, con i respiri ancora affannati, avvolti in un reciproco abbraccio. Certo, Thor all'epoca era molto più alto di Loki, ma proprio questo trasmetteva quel poco di sicurezza che quel figlio dei ghiacci aveva avuto nella sua vita.
Rimaneva completamente racchiuso in quel corpo meraviglioso, caldo e forte, sentiva i loro due cuori che battevano all'unisono e per qualche secondo riusciva a credere che non erano diversi, che potevano essere davvero fratelli, che nulla li avrebbe separati e che quello era il posto giusto per lui. Spesso si addormentavano in quella posizione e Loki, per tutta la notte, respirava quel profumo di famiglia che impermeava il suo fratellone e sua madre e che riusciva a eliminare quel dolore incessante causato dalla sua solitudine. A volte, quando si svegliava, pur di non disturbare Thor, rimaneva come bloccato, fermo come una statua per paura di frantumare quei momenti così perfetti.
Solo allora capiva di essere a casa e desiderava essere come Thor, ma non aveva nulla di simile a lui, era magro, debole, minuto, persino smunto al suo confronto, per quanto si sforzasse di cambiare non raggiungeva in niente il fratello e mentre sua madre cercava di incoraggiarlo e fargli capire che andava bene per ciò che era, Odino nascondeva nelle sue parole di sostegno null'altro che rancore. Loki aveva sempre pensato che il Re si fosse costantemente pentito di averlo allevato come un figlio, non aveva mai capito il motivo di quell'avversione nei suoi confronti, ma alla fine aveva ricondotto la causa a Thor, il figlio perfetto, il figlio legittimo, il figlio capace in ogni cosa oscurato solo da lui, quello abusivo, quello incapace, quello.. strano.
Dopo anni aveva allora cominciato a invidiare il fratello, vedeva i suoi continui successi ripercuotersi sui suoi fallimenti, i sorrisi dei suoi falsi genitori destinati solo al meritevole, l'affetto che gli veniva rubato andava tutto al perfetto. Le donne, gli amici, i compagni di battaglia erano cose che Loki non aveva mai conosciuto e che coinvolgevano al contrario Thor in ogni singolo momento della sua vita. Anche il fratello sembrò quindi dimenticarlo e come un gioco troppo usato, venne lasciato su uno scaffale insieme ai suoi sentimenti ormai andati completamente in pezzi.
Ma sdraiato lì, in mezzo a quella fredda polvere, Loki vide qualcosa in quegli occhi, qualcosa di cui aveva dimenticato l'esistenza da tanto tempo, era... Era forse... Amore? L'aveva visto così raramente che non capiva come riconoscerlo.

Thor ormai lo teneva stretto come in una morsa, come se non volesse lasciarlo andare da qualche parte, ma, pensava Loki, lui non sarebbe andato da nessuna parte, perchè avrebbe dovuto andarsene via proprio in quel momento? Per poi andare dove? Non c'era posto più bello di quello, a parte per quella strana sensazione, una specie di formicolio che stava raggiungendo le estremità del suo corpo.

Thor non riusciva a crederci, no, no, no, no, non è possibile. Mentre si ripeteva quella sillaba all'infinito e guardava negli occhi il fratello, si guardò la mano sinistra che aveva appoggiato sulla ferita del suo fratellino, era completamente ricoperta di sangue, del sangue della sua famiglia, che in quel giorno si era già versato copiosamente.
Non può essere, prima nostra madre e poi... tu no, tu non puoi! Non te lo permetto.
Thor si sentiva così in colpa. Perchè aveva chiesto aiuto al fratello? Non poteva lasciarlo nella sua cella? Ma l'aveva portato con se per una ragione, intanto si fidava di lui più di qualsiasi altra persona nell'universo, anche dopo tutti i guai che aveva combinato e poi perchè conosceva l'unica via d'uscita da Asgard ancora libera.
Ma quella mano, la sua mano imbrattata della vita di suo fratello distrusse tutte le sue motivazioni. Non aveva visto spesso Loki sanguinare, solo in qualche occasione speciale. Come quando avevano litigato furiosamente per la prima ragazza di Thor, una situazione così banale! Era stato il fratellino che per la prima volta, in una giornata di primavera, aveva rivolto la sua attenzione verso la bellezza di una giovane guerriera e Thor, per scherzare, era riuscito in meno di mezza giornata a catalizzare l'interesse di lei su di lui, lasciando Loki a bocca asciutta.
Quella sera, quando tornò nella sua camera, Thor trovò Loki fuori sul balcone a contemplare la volta stellata, ma quando questo si girò regalò al fratellone uno dei ganci più formidabili che si erano visti ad Asgard. Ovviamente cominciò una furiosa lite e fu allora che Thor si dimenticò completamente di essere il doppio del fratello, che quindi sollevò e buttò direttamente giù dal balcone.

Il ricordo di come aveva visto il fratellino cadere e di come questo si era sfracellato a terra senza muoversi era indelebile nella sua mente. Rimase un attimo sporto dalla ringhiera, quasi non avesse ancora capito ciò che era accaduto. Subito dopo si fiondò nell'atrio del palazzo reale e, uscito dalla porta principale, si fece spazio nel capanello di persone che si erano radunate preoccupate intorno al caduto. La scena era molto simile, Thor si era chinato e aveva preso tra le braccia la sua vittima, sulla fronte di Loki si era aperta una lunga ferita da cui fuoriusciva quel liquido così rosso e caldo. Fu allora che cominciò a gridare come una ragazzina: aiutatemi! Continuava a urlare il grande e grosso fratellone senza riuscire a prendere la situazione in mano. Le persone radunate loro intorno non sapevano come comportarsi, ma improvvisamente il ragazzo ferito aprì i suoi grandi occhi verdi e fievolmente chiese chi era la donnetta che stava facendo tutto quel casino. A quel punto Loki cominciò a ridere e Thor, ancora sconvolto dallo spavento e con le lacrime agli occhi si unì a lui. Risero fino a non riuscire più a respirare, seduti sul pavimento, senza potersi alzare.
La gente cominciò a diradarsi ancora più confusa di prima e dopo un pò di tempo Thor cercò di aiutare il fratello a camminare poichè quasi non riusciva a reggersi in piedi, entrambi ringraziarono il padre che l'infermieria fosse vicina e il loro bisticcio finì con quell'episodio.

Fu allora che Loki capì di dover trovare un modo alternativo per difendersi, non solo dai suoi familiari, e fu sua madre a trovare la soluzione per lui: la magia.
Lei era una delle più abili nel maneggiare quell'arte e suo figlio sarebbe stato perfetto per imparare, così intelligente, concentrato e non essendo distratto da altri interessi avrebbe potuto dedicare anima e corpo a quell'attività. Loki infatti l'aveva fatto ed era riuscito finalmente in qualcosa. Thor sapeva che doveva andarne orgoglioso, ma per qualche motivo era geloso... La gelosia era qualcosa che non aveva mai sperimentato. Aveva sempre avuto tutto, ma la magia era affascinante, così potente e astratta.
Solo che non l'avrebbe mai avuta, era troppo distratto, incostante e ciò servì solo ad allontanare ancora di più i due fratelli.
Così, lentamente, si erano lasciati tutta la loro amicizia, il loro affetto, il loro amore alle spalle. Ogni azione o pensiero che facevano sembrava tradisse l'altro, ma mentre Thor era aiutato da tutto ciò che riempiva la sua esistenza Loki venne lasciato a se stesso e prese quella piega che lo portò a fare quelle azioni orribili che servivano solo per attirare l'attenzione di qualche anima, poichè nessuno sembrava abbastanza libero per occuparsi di un tipo come lui. Un fallito.

E solamente riabbracciandolo in quel modo, dopo tanto tempo, Thor capì ciò che avevano fatto al suo povero fratellino. Ciò che lui aveva causato con il suo orgoglio.

Loki vide improvvisamente qualcosa muoversi, le labbra di Thor fecero distogliere l'attenzione dai suoi occhi. Quelle labbra, così perfette, morbide e carnose. Quanto le aveva desiderate? Ora si muovevano, ma non producevano alcun suono. Si muovevano velocemente, sempre con lo stesso moto, ma Loki non capiva.
Cosa sta facendo? Non mi sembra il caso di imparare a leggere il labiale adesso.
Così fece ritornare lo sguardo negli occhi blu del suo fratellone cercando di sorridergli e dirgli che doveva stare tranquillo, che qualunque cosa avesse voluto confidargli poteva dirgliela l'indomani, o il giorno dopo ancora perchè aveva capito che aveva sbagliato, aveva compreso i suoi errori e non gli avrebbe più commessi, sarebbe stato al suo fianco sino alla fine.

Ma tutto ciò che uscì dalle labbra sottili di Loki fu un soffio, un debolissimo soffio e nulla più.
Il suo viso si increspò, non in un sorriso, ma in un'espressione di sorpresa. Le sue labbra si schiusero, come se cercassero di accogliere più aria, i suoi lineamenti si distesero e mentre usciva da quello stato di torpore e il formicolio diventava un dolore intenso, vide il viso del suo amato fratello avvicinarsi.
Anche le labbra di Thor erano dischiuse come dovessero essere riempite da qualcosa, come se cercassero disperatamente qualcosa!
Loki vide in quei cinque centimetri che ormai li separavano tutta la felicità di cui aveva sempre avuto bisogno, ma che non aveva mai compreso. Lui lo voleva, come suo fratello voleva lui. Era da tutta la vita che lo desideravano, tutte le gelosie, le invidie, erano causate solo da una cosa. Da questo. Da loro due che dovevano semplicemente... capire ciò che li accomunava, non un sentimento limitato come l'affetto, ma qualcosa di molto, molto più forte.

Quando le loro labbra si incontrarono Loki credette di dimenticare ogni cosa, il dolore, il freddo, la paura, la solitudine. Tutto si dissolse.
Fu un bacio lungo, appassionato.
Improvvisamente il corpo esanime di Loki riprese vita. Le sue mani raggiunsero i fluenti capelli di Thor e li strinsero, facendo confondere le dita esili e affusolate in mezzo alle ciocche bionde. Le sue braccia circondarono il collo del fratello che lo attirarono ancora più a se.
Thor non riusciva più a fermarsi, tutta la sua frustrazione si riversò su quelle labbra così esangui, così perfette, su quegli zigomi impeccabili, su quel collo pallido in cui si scorgevano le vene che pian piano perdevano il loro colore, le sue lacrime cominciarono a bagnare il viso del fratello, scendevano silenziose, cadendo da una guancia sull'altra, come se appartenessero a entrambi.
Ma Loki pian piano lasciò scivolare le braccia lungo i fianchi, accarezzando per un'ultima volta quel corpo ineguagliabile, che sarebbe potuto essere suo, sempre. Le sue labbra candide smisero di ricambiare il bacio, anche se non avrebbero voluto smettere mai. I suoi occhi si fissarono nel cielo, che era così alto sopra di loro e mentre la vista si offuscava, sentiva ancora il suo fratellone, il suo amato fratellone che singhiozzava, chino su di lui, la testa appoggiata al suo petto.
Strano come la situazione si fosse capovolta...
Non fa niente, sussurrò Loki in un soffio e i suoi grandi occhi verdi si chiusero per l'ultima volta.
  
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