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Autore: odoredellapelle    22/11/2013    0 recensioni
“And if a day you will feel alone, remember we're under the same sky”
Sapete che la distanza è la prima cosa che odiano le coppie? Io la odio. Perchè la distanza porta a fare brutte cose. Porta a non stringere la persona che ami, ma nonostante tutto la distanza aiuta a rendere il rapporto più forte.
Riusciranno Simone, il ragazzo spavaldo senza sentimenti. E Carlotta, la ragazza insicura e cupa. A far durare il loro rapporto? Nonostante tutto?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Inverno. Io personalmente adoro l'inverno. E' come essere ricoperti da panna, tutto è bianco e delicato. Proprio come me.

Caro Diario, oggi personalmente non ho voglia di far nulla. Sono coricata sul mio letto e guardo fuori dalla finestra. Osservo il cielo. Oggi è cupo e triste, proprio come me. Tutto ciò di questo tempo mi somiglia. Mi sento cupa, come se non mi coinvolgesse nulla di particolare.
Oggi è venerdì, ho danza. L'unica cosa che mi fa sentire qualcosa di diverso. Qualcosa di forte e determinato. Quando ballo sono fuori dal mondo, penso solo alla musica e alle cose belle che può portare la danza. E' da tanto che non ti scrivo, Diario, e mi dispiace davvero molto.
Ma in questo periodo oltre a studiare, non ho fatto nient'altro. Adesso penso di accendere il pc, il mio secondo migliore amico dopo Sole, la mia migliore amica.
Lei sorride sempre, ha i capelli biondi alle spalle e degli occhi azzurri che dentro vedi davvero tutto l'oceano pacifico. Ha un sorriso meraviglioso. Molti ragazzi le vanno dietro, fortunata lei. Ogni volta che cammino con lei mi sento inferiore. Perchè io non sono bella come lei.
Io sono Carlotta, non sono Sole.
Io ho l'apparecchio, lei ha un sorriso che fa invidia ai dentisti.
Io ho gli occhi di un verde spento, come la mia anima. Lei li ha azzurri, vivaci e irrequieti come il mare.
Io non ho nessuno che mi va dietro, non sono ciò che i ragazzi vogliono.
Lei ha quasi tutto il paese dietro, ha ciò che tutti vogliono.
Ne abbiamo già parlato e come tutti risponde:''Smettila. Tu sei bellissima. Non devi stare al disagio quando sei con me.'' Ma io lo sono, lo lo sono con tutti.
Sono Miss disagio. Ho anche una leggera acne, vorrei tanto mettermi una maschera in testa e non uscire più da casa.
''Carlotta, tu sei bella comunque. Tutte quelle cose prima o poi scompariranno e diventerai bellissima, anche se già lo sei.'' Grazie mille Sole, ma no.
Non ti credo, non credo a nessuno.


SMS ricevuto alle 7:05 da Sole.
''Stronza, che ne dici di sbrigarti e muovere quel culo?''
Sei sempre stata così fine.

SMS inviato alle 7:07 da Carlotta.
''Devo mettere le scarpe. Vai tu, ci vediamo all'entrata.''

Ho bisogno del mio tempo. Ho bisogno di riflettere che mi aspettano quattro ore di pura agonia. Nel mio liceo, liceo artistico, non vedo nulla di artistico. Non vedo nemmeno ragazzi che disegnano oppure che fanno qualcosa di artistico. Vedo un'ammasso di gente monotona, come un gregge di pecore. Non vedo nulla di coinvolgente. Sono al terzo anno, come sempre il paggellino di quest'anno sarà da schifo. Studiare non è il mio forte, mentre Sole con i suoi nove si fa tantissimi viaggi e io ho i suvenir di tutto il mondo grazie a lei. Al primo quadrimestre dovrei riuscire ad impegnarti, sogno una Nikon Reflex da anni. Adoro la fotografia.
Oltre alla danza è l'unica cosa che mi rende felice e che mi rende fiera di ciò che faccio, che non mi fa sentire nè bianca, nè cupa, nè triste.


SMS ricevuto alle 8:20 da Sole.
''Sono in classe. Il professore col seno ti ha appena messo una nota.''
Professore col seno? Oh. Sole sei sempre tu.
Ridevo sola nel corridoio col telefono in mano mentre camminavo veloce per entrare in classe. Mi scontro con qualcuno, non capisco chi sia.
Mi alzo e vedo che non ho più il telefono nelle mani. Mi giro e lo trovo un pò distante da me a terra con lo schermo in mille pezzi.
''Mi dispiace.''
Mi giro dal lato opposto della posizione del mio telefono. Vedo un ragazzo, mai visto in questi miei tre anni di scuola. Era davvero alto, portava degli occhiali ovali e i capelli all'insù. Aveva un maglioncino con sotto una camicia che gli usciva dal colletto, dei jeans scuri e un paio di vans lo stesso colore del maglione. Ho sorriso vedendo le scarpe.
Le vans, ne avevo una serie di paia nell'armadio. Stavo per picchiarlo, ma alla fine gli ho solo fatto una bella cazziata.
Era carino, ma non mi addolciva. Non mi addolcisce niente.
''Non fa niente, però direi che dovresti stare attento. Sei venuto dalla parte opposta, non hai visto che guardavo il telefono? E poi grazie a te sono anche in ritardo e il professore col seno mi ha fatto una nota.''
Lo sconosciuto mi guarda con una faccia sconvolta ma divertita. Mi guarda per più di tre minuti e io stavo per andarmene.
''Professore col seno?''
Mi giro e lo vedo ridere. Rido a sua volta e continuo a camminare per il corridoio. Dopo un secondo sento ancora la sua voce, dopo un pò iniziavo a non sopportarlo.
''Come ti chiami?''
Mi giro, di nuovo. Lo guardo. Non so se aveva il diritto di sapere il mio nome. Nella scuola non ero conosciuta, ero conosciuta solo come ''La rossa'' oppure ''La cazzona''. Nessuno sapeva il mio vero nome. Ma ispirava fiducia.
''Carlotta.'' Sorrido e corro in classe.
Penso proprio che mi avrebbero ucciso. Entro in classe, anche se mi sono ricordata di prendere il telefono da terra. Sicuramente l'avrà preso lo sconosciuto.
Cazzo, avevo tutte le mie note, i miei sfoghi lì dentro.
Ma comunque il posto accanto a Sole, come sempre era vuoto ad aspettarmi. Mi siedo e con la mano destra sotto il mento inizio ad ascoltare le prediche del professore col seno. Anche se ancora non ho capito come si chiami.
''Sei stupida o cosa? Come mai hai perso così tanto tempo?''
Sole prende un foglio e mi scrive questo messaggio. Potevamo parlare tramite fogli, il professore era molto suscettibile. Prendo la matita per distinguermi dalla sua penna blu.
''Mi sono scontrata con un ragazzo, mi si è rotto il telefono.''

''Cazzo, allora la cosa è seria. E' scopabile?''
Ma Sole, alle volte mi fai davvero schifo.
''Smettila scema, è carino. Non l'ho mai visto.''
''Sapresti descrivermelo?''
Voleva sapere sempre i dettagli, la bionda, è curiosa. Ma è sempre la mia migliore amica, deve sapere.
''Capelli tirati all'insù, occhiali ovali sul nero, un maglioncino con dentro una camicia, un jeans scuro e le vans.''
''Oh merda, le vans? Allora già può definirsi tuo. Gli hai detto come ti chiami?''
Sole sapeva che io non dicevo il mio nome a nessuno, a chi secondo me sembrava una persona scontata e senza personalità. Forse sbagliavo a giudicare solo dalla loro faccia. Ma lo sconosciuto mi faceva simpatia.
''Sì e sì. Sa il mio nome. Ma io non so il suo, anche se non m'importa molto.''
''Sei proprio una cazzona ma ti voglio bene, quando suona?''
Quando ho letto l'ultimo messaggio ho solamente sorriso e porso il mio polso con l'orologio sopra, era suonata la quarta ora. In questi pochi messaggi erano passate già più di quattro ore. Finalmente si esce. Prendo lo zaino e con Sole andiamo verso il suo motorino. I suoi grazie ai buoni voti e alla sua responsabilità gliene hanno regalato uno. I miei nonostante la mia testa, il mio carattere e i brutti voti. Mi accontentano e sono felici di avermi come figlia, ma pensano che io non sia ancora pronta per un motorino. Mi giro per prendere il casco e i miei occhi incontrano ancora quegli occhiali ovali sul nero.
Lo sconosciuto vedendomi, cammina a passo svelto verso di me.
''Sole.''
Le do una paccata sulla spalla e lei si gira e mi guarda. Senza dire una parola, accende il motorino e io salgo su.
''Carlotta, fermati per favore.''  Sole non parte più. Io le do una paccata sulla schiena ma lei non parte. Mi ha sussurrato di scendere e parlargli una volta per tutte.
''Dimmi, sconosciuto.''
Mi rivolgo a lui con voce seccata, avevo fame.
''Mi chiamo Stefan.''
''Ok Stefan, non so se hai capito. Ma sono quasi le due, io ho fame e la mia migliore amica mi deve portare al Mc Donald, sai che nessuno fa una conversazione prima di andare al Mc Donald?''
Mi guarda sorridendo e mi da una confezione. Toccandola e vedendola era qualcosa di rettangolare e rigida.
''Ciao Carlotta, buon pranzo.'' Mi guarda, sorride e se ne va. Io guardo ancora il presunto regalo e salgo nel motore con Sole.
Arrivate al Mc Donald apro quest'oggetto rettangolare e rigido.
Era un libro, come faceva a sapere che io adoro leggere? Era ''Come piacere a se stessi.'' Di un'autrice di cui non sapevo l'esistenza.
Lo apro e c'era il suo nome. Era suo, come mai l'aveva donato a me? Sfoglio le pagine e Sole mi fa notare mentre si ingozzava col suo Hamburgher che era caduto un biglietto.

''Cara Carlotta, mi dispiace ancora per il tuo telefono. L'ho io e sono riuscito a sistemarlo perchè mia madre ha un negozio di elettronica, le ho parlato di te. Vai all'indirizzo scritto qui sotto e vai a prendere un telefono che ti piace di più. Non fare complimenti e prendilo come un secondo regalo. Ti chiederai il perchè di questo libro. Rifletti sul titolo. Si vede dai tuoi occhi che non ti piaci, perchè leggendolo, non provi a farti piacere? E sopratutto ad essere gentile col prossimo. So che non hai molti amici, anzi hai solo Sole, oltre al tuo pc. Non buttarti mai giù. Spero diventeremo buoni amici, un secondo amico non fa male. Buona lettura e non ingozzarti al Mc Donald.
Con semi-affetto, Stefan.''


Sorrido leggendolo, anche se non riesco a capire come lui sa che oltre a Sole il mio secondo migliore amico era il mio pc. Era davvero una persona carina. Sole mi riaccompagna a casa e io mi distendo nel mio letto. Riapro il libro e arrivo all'ultima pagina e leggo una frase dopo l'ultima riga. Era scritta a penna.
''Prima di capire gli altri, devi capire te stessa. Non sentirti inferiore a nessun'altro, Carlotta.''
  
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