1. Stay Strong.
Una chitarra acustica e la mia voce, bastano
davvero poche
cose per rendermi felice.
Ora ho sedici anni ma fino a tre anni fa le persone non facevano altro
che
giudicarmi, prendermi in giro e farmi piangere.
Per tutta la mia infanzia ho dovuto sopportare atti di bullismo
giornaliero, e
tutto questo perchè? Per qualche chilo in più.
Delle volte penso che questo mondo è sbagliato, o forse che
io sono
sbagliata... delle volte ho anche desiderato morire e proprio quando
ero allo
stremo delle forze e credevo di non poter più andare avanti
ho scoperto un
ragazzino biondo con gli occhi color nocciola e un grande sorriso, che
con la sua
voce e qualche faccia buffa mi ha tirato su.
All' inizo il suo nome non diceva molto, ora è il
più conosciuto al mondo,
Justin Bieber.
Grazie a lui ho trovato me stessa e ho capito che per esserlo non ho
bisogno di
tanti amici e di vestiti di marca, ma solo della mia voce e la mia
chitarra
acustica.
Ed è per questo che ora so che io non sono nata per essere
una persona normale
ma sono nata per essere qualcuno, nata per aiutare
le persone in
difficoltà, nata per fare del bene, per essere felice, per
vivere la mia vita
al meglio, ma soprattutto io sono nata per cantare.
Queste, credo, sono tutte cose speciali perchè ognuna di
queste si fa col
cuore.
Comunque crescendo ho imparato che la gente crede che sminuendo gli
altri
valorizzi se stessa, quindi li lascio pensare di essere migliori di
me,non mi
importa quello che dicono, ma il dolore che sento nel cuore, quello
rimarrà per
sempre.
I miei problemi non sono assolutamente da sottovalutare, io sono
bulimica, mi
taglio, e per di più ho dovuto lasciare la scuola per
continui atti di
bullismo, ogni giorno tornavo a casa tutta sanguinante, e come se non
bastasse
quando ero sola a casa mi tagliavo, a volte era per mettere un fermo
alla mia
sofferenza, delle volte volevo davvero farla finita, tanto al mio
funerale
sarebbe stata presente solo mia madre e le mie migliori amiche Emily e
Scarlett, non sarei mancata a nessuno, ma ogni volta c' era qualcosa
che mi
fermava, pensavo a lui, colui che io definisco l' amore della mia vita,
il mio
salvatore, colui che mi tira su, ogni volta.
Continuando posso dire che la mia vita è un vero schifo, a
undici anni venivo
definita "la figlia di nessuno" perchè mia madre stava
sempre a
lavoro e mio padre.. che ne parliamo a fere, lui non l' ho mai
conosciuto, è
andato via prima che io nascessi, e mia madre ha dovuto affrontare
sempre tutto
da sola, per questo da un lato io l' ammiro, siamo sempre state
io e
mamma contro il mondo.
Ora mi trovo in una struttura ospedaliera, sono in reabilitazione, ho
incontri
giornalieri con gli strizzacervelli, anche se mi sento a disagio a
parlare con
loro, mi aiutano e lo apprezzo.
Ogni giorno Emily e Scarlett vengono a trovarmi, io gli canto qualche
canzone
accompagnata da Natalie, la mia chitarra, loro dicono che ho un gran
talento,
ma anche se fosse nessuno mi penserebbe e per come sono fatta io, tutta
timida
e impacciata nessuna casa discografica vorrà mai offrirmi un
contratto.
Così rimango nel mondo dei sogni.
Le mie mattinate non erano molto interessanti, mi svegliavo, mi lavavo,
mi
facevano fare colazione, anche se non mangiavo molto, e poi mi toccava
andare a
fare la prima seduta dalla psicologa.
Lei era una donna ammirevole, mi fidavo di lei, bionda con gli occhi
azzurri,
aveva una quarantina di anni, da un lato mi piaceva parlare con lei,
era come
avere un' altra migliore amica, un po' più grande.
-buongiorno Eleonor- dissi entrando nella stanza,
sedendomi su una
poltroncina rossa.
-buongiorno Mery, tutto bene oggi?- disse, mentre
io annuii
semplicemente
-Eleonor.. io l' ho sognato ancora- incominciai
già a fare gli occhi
lucidi, ogni notte faccio lo stesso sogno, delle persone mi picchiano,
mi
offendono e poi mi rimangono a terra sanguinante, sputandomi addosso.
-Mery questo accade perchè il tuo passato
è fatto di cose orribili, tu hai
subito atti terribli, perchè questo non è solo un
sogno, lo so che è veramente
accaduto, e per poter vivere bene devi andare avanti, ma questo non
può
accadere se non sei tu a deciderti.
So che sei brava a cantare, perchè non provi a cantare per i
bambini piccoli
nella sala grande, magari potrai distrarti un po', forse potresti
diventare
anche più sicura di te, devi pensare che nessuno
è meglio di te- disse
Eleonor
-Posso capire che nessuno è meglio di me, ma le
persone sono cattive, mi
fanno sentire come uno scarto del mondo- a quel punto
cominciai a piangere,
Eleonor mi abbracciò continuando a spiegare che io non sono
uno scarto del
mondo e facendo tutti i suoi discorsi che infondo avevano sempre una
logica
dietro.
Quando uscii dalla stanza avevo fatto un patto con Eleonor, il sabato
avrei
cantato per i bambini, lei era convinta che così facendo
avrei potuto aumentare
la mia autostima.
Beh il sabato arrivò in fretta e la mattina mi
svegliai presto, mi lavai
e mi vestii con un jeans e una maglietta.
Presi la mia Natalie, la chitarra , e insieme a mia madre mi avviai
nella sala
grande, c' erano anche le mie due migliori amiche, volevano assistere a
questo
"simpatico e dolce" momento, è così che lo
definivano loro, per me
era un incubo, anche se erano solo bambini ero terribilmente in ansia.
Arrivata nella sala mi guardai intorno, c' erano tanti bambini, alcuni
molto
pallidi, solo dopo un po' capii che malattia avevano,erano malati
di
tumore, la malattia che io ritengo più infame e
più brutta sulla faccia della terra.
Se ne stavano seduti tutti su delle poltroncine, erano circa 20 bambini
con i
genitori, guardandoli tutta la paura che avevo prima andò
via.
Provavo compassione per loro.
Anche se non li conoscevo mi veniva da piangere perchè erano
solo bambini di 7-8
anni e dovevano soffrire così tanto.
Più di quanto avevo sofferto io.
Facemmo conoscenza, io, Scarlett ed Emily ci mettemmo prima a giocare
con loro,
dopodichè cantai qualche canzoncina per loro.
Scelsero loro le canzoni, cantai be alright di Justin Bieber,
Scayscraper di
Demi, Firework di Katy Perry e altre..
Rimasi sorpresa dal fatto che bambini così piccoli
conoscevano canzoni del
genere.
Quando finii di cantare Eleonor, la mia psicologa, mi chiamò
verso di lei.
-Voglio mostrarti una cosa- disse per poi farmi
andare con lei
Si sentiva una ragazza che piangeva e urlava, ma non urli di paura o
altro,
urli di dolore.
-Questa ragazza si chiama Janette, ha quindici anni, e sai
perchè urla?-
io scossi la testa per dire no e El continuò dicendo -
il tumore causa forti
dolori, dolori che una persona che non ne è affetta non
può nemmeno immaginare,
pensa lei come soffre, lei tutto questo non lo ha chiesto,
perchè tu vuoi
soffrire?- questa domanda la fece con un tono dolce ma non
potevo
rispondere, sentire quella ragazza urlare mi faceva star male, mi
trafiggeva il
cuore, è una cosa orribile.
Corsi via, diritta nella mia stanza, le parole di Eleonor mi fecero
riflettere,
aveva ragione.
Decisi che il giorno dopo sarei andata a trovare quella ragazza, volevo
che avesse
un' amica su cui contare, volevo aiutarla, insomma quel che potevo.
Così la mattina seguente feci tutto quello che facevo tutte
le mattine, scoprii
che Eleonor era anche la sua psicologa, così mi diressi
insieme a lei nella
stanza di Janette.
Da quanto ho capito lei è affetta da tumore da un anno, ora
sta peggiorando.
Dopo aver avuto queste notizie mi sentivo peggio ma ero ancora
più determinata
a diventare amica di questa ragazza per renderla felice, facendo quel
che si
può fare.
Arrivate fuori la sua stanza El aprì piano piano la porta
controllando se
Janette era sveglia.
Beh era sveglia ed entrammo nella stanza, c' erano anche i genitori di
Janette.
-Dottoressa, buongiorno, ma non c' era oggi pomeriggio la
seduta?- disse
una signora che penso che sia la madre della ragazza.
-si ma ci tenevo far conoscere questa ragazza a Janette,
vedete lei si
chiama Mery ed è ricoverata anche lei qui, ieri ha cantato
per i bambini, io
penso che farebbe bene ad entrambe fare conoscenza- la
ragazza sorrise.
-vieni pure, siediti, io sono Janette e scusa per il mio
aspetto- disse
Janette con un sorriso stampato in volto nonostante le sue condizioni.
-io sono Mery e non ti scusare, sei comunque bellissima,
già solo il tuo
sorriso illumina la stanza, davvero- aveva un sorriso
bellissimo.
Mi fece accomodare affianco a lei e mentre i suoi genitori andarono
fuori per
parlare con i dottori.
Era davvero divertente, ci facemmo tante risate, lei sembrava essersi
dimenticata di essere malata e io mi sentivo davvero felice.
Quello fu il momento più bello e felice che io abbia mai
avuto.
Quando i genitori entrarono e la videro felice che rideva, quasi
piangevano
dalla felicità, per tutta la mattinata non aveva avuto
dolori e stava meglio,
così diceva lei e così dicevano i dottori, ero
davvero contenta di averla resa
felice.
HEY BELIEBERS,
ecco il primo capitolo, spero che sia soddisfacente, io lo
trovo abbastanza
corto ma vi prometto che più in avanti la storia
sarà migliore, soprattutto
perchè più avanti ci sarà Justin.
Vi prego fatemi sapere se vi piace è importante per
me.
VI MANDO UN GRANDE BACIO ALLA PROSSIMA :*
-Mery.