- Ho paura. - 
- Lo so. - 
- E anche tu ne hai. -
- Si, ma... devo essere forte. Per me, per tutti loro. Per te. -
- Che cosa accadrà ora? - 
- Non lo so. - 
I miei occhi sono spalancati, le labbra serrate. Sento il sapore del sangue sulla lingua. Il mio sangue. Mi sono morsa talmente tanto l'interno delle guance che la mia bocca è insensibile. Il respiro è irregolare.
Lui fa per alzarsi, e i miei occhi scattano sulla sua figura esile. 
- Non andare, ti prego. - Sussurro. Sono terrorizzata. - Non lasciarmi qui da sola. -
- Io... va bene. - Lui acconsente, titubante. Si avvicina al letto, si siede sul bordo. 
La mia mano fredda cerca la sua, altrettanto ghiacciata. La stringo, con le poche forze che mi sono rimaste. La sua presa è più salda, e infonde calore al mio corpo. Vorrei piangere, ma non ci riesco. Lo shock è ancora troppo forte. 
Lui mi guarda, le sue labbra si piegano in un sorriso debole, ma sono i suoi occhi a risplendere. E' ciò che ho sempre desiderato vedere almeno una volta nella vita... ma non in questo modo.
E' triste. E' una situazione terribile. 
La sua mano si divincola dolcemente dalla mia, e alza la coperta di lana sgualcita. Si stende a letto di fianco a me. Cinge il mio corpo con le sue braccia. Mi stringo a lui, mi riempio i polmoni del suo profumo. 
Fuori, è il caos. Sento il vento ululare attraverso le fronde degli alberi, le imposte malandate sbattono con violenza. Mi chiedo come questa baracca possa essere ancora in piedi. Sollevo lo sguardo sul suo volto. I suoi capelli lunghi sfiorano la mia fronte; premo il naso sul suo collo. Sospiro. 
- Presto sarà tutto finito. - Dice. 
- Lo so. - In realtà non ci credo. Sto solo cercando di autoconvincermi. La verità è che tra qualche ora saremo tutti morti. Non sappiamo dove siamo. Nessuno lo sa. Non ci verranno mai a cercare. I soccorsi non faranno in tempo.  
Mi sorprendo a pensare che la scena del nostro ritrovamento sarebbe dolorosamente romantica. Io e lui, in un letto, abbracciati. Le labbra rigide ed esangui, gli occhi chiusi delicatamente. 
Morti. 
Tremo impercettibilmente, lui se ne accorge. 
- Poi tornerà tutto come prima. - Sussurra, accarezzandomi il braccio infreddolito. 
- Non voglio che tutto torni come prima. - 
- Perchè? - 
- Perchè sarà come se nulla fosse mai successo. -
- E non vuoi che sia così? - 
- No. - 
Rimane sorpreso. 
- Perchè? - Chiede, dopo essersi ripreso. 
- Perchè entrambi torneremo alle nostre vite. Sarà come se non ci fossimo mai incontrati. - 
Dio, è un discorso così stupido ed infantile! In quell'istante, mi vergogno terribilmente. Lui prende il mio viso tra le mani, punta i suoi occhi blu nei miei. 
- Non sarà così. Te lo prometto. Quando accadono queste cose... si crea un legame indissolubile. - 
Corrugo le sopracciglia. 
- Siamo i sopravvissuti. - Aggiunge. 
- Non lo sappiamo, in realtà. Come fai a sapere che domani saremo ancora vivi? - 
- Lo saremo. - 
Poggio la testa sul suo petto. Il suo respiro profondo e regolare mi culla. Come fa ad essere così calmo? 
- Ora dormi. - Mi sussurra, carezzandomi i capelli.
- Dormi, mio piccolo angelo. Io veglierò su di te. -
I miei occhi si chiudono, i sospiri si fanno più silenziosi. Faccio fatica a respirare. Dalla mia bocca escono solo dei rantoli soffocati.
Ho freddo.
Terribilmente.
L'ultima cosa che sento è la sua lacrima calda che bagna la mia fronte.
Poi più nulla.
Scivolo nell'oscurità, per sempre.