22/11/2013
5 recensioniBourbon per due.
In piedi davanti al camino, il solito bicchiere di bourbon in mano, Damon stava osservando le fiamme per cercarvi la soluzione ai suoi problemi.
Quella vita non faceva per lui. Cercare continuamente di salvare tutti, essere l’unico a pensare alle conseguenze delle proprie azioni – e questo era il motivo per cui quella vita non faceva per lui; quando mai pensava alle conseguenze, prima di arrivare a Mystic Falls?! – per non parlare del peso di essere il più bello.
Mentre era rinchiuso in quella cella, sotto le torture di Augustine, aveva avuto il tempo di riflettere sulla sua situazione. La sua situazione faceva schifo.
Mandò giù l’ultima goccia di liquore e gettò il bicchiere tra le fiamme, godendo della vista dei frammenti di vetro che luccicavano riflettendo la luce aranciata del fuoco.
«Suppongo non sia un buon momento per interrompere… qualunque cosa tu stia facendo.»
Bonnie si avvicinò lentamente al divano, stringendosi nel cardigan per proteggersi dallo sguardo turbato di Damon.
Lui la guardò, squadrandola da capo a piedi. L’altra parte l’aveva cambiata ed essere l’ancora non aveva aiutato. Era dimagrita da quando era tornata, lei che già veniva portata via da un soffio di vento; si scopriva molto di più, godendosi la vita, o forse aver perso la verginità col piccolo Gilbert la faceva sentire più grande, più donna; il nuovo taglio di capelli incorniciava il viso in uno strano misto tra sensualità e praticità, doveva ammetterlo: la frangia non gli mancava affatto.
«È sempre un cattivo momento con me, ex-streghetta, quindi prima mi dici qual è il problema e prima puoi lasciarmi in pace.»
Bonnie annuì, poggiando una gamba sul divano rosso.
«Dall’altro lato ho visto quello che hai fatto per riportarmi indietro» disse. «Volevo ringraziarti per esserti dato tanto da fare per una che sopporti a malapena.»
«Non è vero che ti sopporto a malapena» disse sorridendo con quel suo sorriso sardonico.
Bonnie attese che riempisse l’ennesimo bicchiere di cristallo con il liquido ambrato.
«Non ti sopporto per niente.»
Non si sorprese di sentirglielo dire. Se lo aspettava. Ormai lo conosceva abbastanza da sapere che qualunque cosa buona facesse doveva assolutamente sminuirla facendo del sarcasmo, spesso totalmente inappropriato.
«E, per la cronaca» continuò distraendola, «lo so che eri tu la presenza che sentivo dietro di me nella doccia.» Fece l’occhiolino.
Bonnie rise. Stava davvero ridendo ad una stupida battuta di Damon?
Le guance e gli addominali le facevano male. Si sedette sul divano e inaspettatamente lui la raggiunse, pur sedendosi il più lontano possibile, con l’immancabile bottiglia di bourbon in una mano.
«Mi spostavo a seconda dei vostri pensieri» gli spiegò. «Se nessuno di voi mi pensava… restavo tagliata fuori.»
Damon bevve direttamente dalla bottiglia.
«Grazie» ripeté Bonnie.
Lui la ignorò, chiudendo gli occhi azzurri e lasciandola fuori dai suoi pensieri.
«Prima non mi hai fatto finire, Damon. Grazie, davvero. Sono contenta che abbiamo smesso di odiarci almeno quel tanto che basta a salvarci il culo a vicenda.»
Damon la sbirciò dall’occhio sinistro, assumendo una strana espressione da ubriaco.
«Te l’avevo detto, saputella. Ti dovevo un favore.» Un altro sorso di liquore. «Tu mi salvasti la vita; io l’ho salvata a te. E oggi tu hai salvato di nuovo me, il che vuol dire che mi toccherà salvarti di nuovo. Ma ti avviso che sarà l’ultima.» Prese un altro sorso. «Dovremmo firmare un contratto.»
Bonnie sorrise di nuovo.
Si alzò e gli tolse la bottiglia di mano. «Vai a dormire, Damon.»
Si avvicinò per dargli un bacio leggero su una guancia, convinta che fosse troppo ubriaco per ricordarsene il giorno dopo, e lasciò la stanza, portando la bottiglia di liquore con sé.
Damon la osservò uscire dal salotto e prima che sparisse su per le scale la vide prendere un sorso di bourbon.
Si toccò la guancia su cui aveva lasciato il suo odore e tornò a fissare le fiamme. Forse era così ubriaco da immaginare che Bonnie potesse baciarlo o forse era così ubriaco da non trovare nessun motivo per impedirglielo.
L’unica cosa certa è che era così ubriaco da trovarlo piacevole.
Quella vita non faceva per lui. Cercare continuamente di salvare tutti, essere l’unico a pensare alle conseguenze delle proprie azioni – e questo era il motivo per cui quella vita non faceva per lui; quando mai pensava alle conseguenze, prima di arrivare a Mystic Falls?! – per non parlare del peso di essere il più bello.
Mentre era rinchiuso in quella cella, sotto le torture di Augustine, aveva avuto il tempo di riflettere sulla sua situazione. La sua situazione faceva schifo.
Mandò giù l’ultima goccia di liquore e gettò il bicchiere tra le fiamme, godendo della vista dei frammenti di vetro che luccicavano riflettendo la luce aranciata del fuoco.
«Suppongo non sia un buon momento per interrompere… qualunque cosa tu stia facendo.»
Bonnie si avvicinò lentamente al divano, stringendosi nel cardigan per proteggersi dallo sguardo turbato di Damon.
Lui la guardò, squadrandola da capo a piedi. L’altra parte l’aveva cambiata ed essere l’ancora non aveva aiutato. Era dimagrita da quando era tornata, lei che già veniva portata via da un soffio di vento; si scopriva molto di più, godendosi la vita, o forse aver perso la verginità col piccolo Gilbert la faceva sentire più grande, più donna; il nuovo taglio di capelli incorniciava il viso in uno strano misto tra sensualità e praticità, doveva ammetterlo: la frangia non gli mancava affatto.
«È sempre un cattivo momento con me, ex-streghetta, quindi prima mi dici qual è il problema e prima puoi lasciarmi in pace.»
Bonnie annuì, poggiando una gamba sul divano rosso.
«Dall’altro lato ho visto quello che hai fatto per riportarmi indietro» disse. «Volevo ringraziarti per esserti dato tanto da fare per una che sopporti a malapena.»
«Non è vero che ti sopporto a malapena» disse sorridendo con quel suo sorriso sardonico.
Bonnie attese che riempisse l’ennesimo bicchiere di cristallo con il liquido ambrato.
«Non ti sopporto per niente.»
Non si sorprese di sentirglielo dire. Se lo aspettava. Ormai lo conosceva abbastanza da sapere che qualunque cosa buona facesse doveva assolutamente sminuirla facendo del sarcasmo, spesso totalmente inappropriato.
«E, per la cronaca» continuò distraendola, «lo so che eri tu la presenza che sentivo dietro di me nella doccia.» Fece l’occhiolino.
Bonnie rise. Stava davvero ridendo ad una stupida battuta di Damon?
Le guance e gli addominali le facevano male. Si sedette sul divano e inaspettatamente lui la raggiunse, pur sedendosi il più lontano possibile, con l’immancabile bottiglia di bourbon in una mano.
«Mi spostavo a seconda dei vostri pensieri» gli spiegò. «Se nessuno di voi mi pensava… restavo tagliata fuori.»
Damon bevve direttamente dalla bottiglia.
«Grazie» ripeté Bonnie.
Lui la ignorò, chiudendo gli occhi azzurri e lasciandola fuori dai suoi pensieri.
«Prima non mi hai fatto finire, Damon. Grazie, davvero. Sono contenta che abbiamo smesso di odiarci almeno quel tanto che basta a salvarci il culo a vicenda.»
Damon la sbirciò dall’occhio sinistro, assumendo una strana espressione da ubriaco.
«Te l’avevo detto, saputella. Ti dovevo un favore.» Un altro sorso di liquore. «Tu mi salvasti la vita; io l’ho salvata a te. E oggi tu hai salvato di nuovo me, il che vuol dire che mi toccherà salvarti di nuovo. Ma ti avviso che sarà l’ultima.» Prese un altro sorso. «Dovremmo firmare un contratto.»
Bonnie sorrise di nuovo.
Si alzò e gli tolse la bottiglia di mano. «Vai a dormire, Damon.»
Si avvicinò per dargli un bacio leggero su una guancia, convinta che fosse troppo ubriaco per ricordarsene il giorno dopo, e lasciò la stanza, portando la bottiglia di liquore con sé.
Damon la osservò uscire dal salotto e prima che sparisse su per le scale la vide prendere un sorso di bourbon.
Si toccò la guancia su cui aveva lasciato il suo odore e tornò a fissare le fiamme. Forse era così ubriaco da immaginare che Bonnie potesse baciarlo o forse era così ubriaco da non trovare nessun motivo per impedirglielo.
L’unica cosa certa è che era così ubriaco da trovarlo piacevole.
Buona sera, Bamonators di EFP. Siete incazzati quanto me per non aver visto nemmeno una minuscola scena di ringraziamento tra Bonnie e Damon?
Porca miseria, è stato LUI a riportarla indietro! Non Jeremy “la mia ragazza è morta e mi sta bene”, né Elena “la mia amica è morta ma non devo abbattermi” o sua madre “mi faccio viva solo per diventare un vampiro”. È solo grazie a lui se lei è potuta tornare e loro non li mettono nemmeno nella stessa stanza per un nanosecondo? MI PRENDETE PER IL CULO?!?!
Scusate lo sfogo, sta diventando più lungo della shot.
Vabbe’ fatemi sapere se vi pare plausibile una cosa così o se è troppo smielata.
Seguite la mia storia originale sul blog dedicato: I Ricordi Restano
Porca miseria, è stato LUI a riportarla indietro! Non Jeremy “la mia ragazza è morta e mi sta bene”, né Elena “la mia amica è morta ma non devo abbattermi” o sua madre “mi faccio viva solo per diventare un vampiro”. È solo grazie a lui se lei è potuta tornare e loro non li mettono nemmeno nella stessa stanza per un nanosecondo? MI PRENDETE PER IL CULO?!?!
Scusate lo sfogo, sta diventando più lungo della shot.
Vabbe’ fatemi sapere se vi pare plausibile una cosa così o se è troppo smielata.
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