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Autore: StruckedGirl    23/11/2013    2 recensioni
!ATTENZIONE SPOILERS TERZO LIBRO E QUARTO LIBRO!
Era questo essere veramente innamorati? Pensare costantemente a una persona, vederla brillare di una luce propria, sentire solo la presenza di quella persona ogni volta che era in sua compagnia? Lo stregone si era innamorato tante volte nei suoi settecento anni di vita ma mai si era sentito come si sentiva con Alec.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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!ATTENZIONE SPOILERS!
 

VIENNA

 
01.34 a.m
 
La capitale austriaca era coperta da un cielo nero che ospitava grigie nuvole che andavano a coprire la luna piena. Le stelle non erano in cielo, ma c'erano le luci della città ad illuminarla. Vienna. Era stata un'ottima scelta, pensò Alec.
Stavano varcando la soglia della camera che l'Istituto viennese aveva riservato ai due. Osservava Magnus che, con passo elegante e mano sul petto, cantava cercando inutilmente di imitare il cantante lirico, protagonista dell'opera a cui erano stati.
Rideva continuando a guardare lo stregone, che volteggiava per la strada come se stesse ballando al ritmo di una musica invisibile.
 
-Cerca di fare piano- disse il nephilim -Ci saranno dei cacciatori che dormono a quest'ora-.
 
Ma Magnus ignorò le sue parole, prese la sua mano e la appoggiò sul suo petto dolcemente, prese con dolcezza un fianco di Alec e cominciò a farlo volteggiare insieme a lui per la stanza.
Alec arrossì e appoggiò una mano sulla spalla dello stregone, lasciandosi trasportare in quel ballo, la cui musica proveniva dalle labbra di Magnus.
Alzò lo sguardo e si ritrovò gli occhi dello stregone su di lui. Magnus era di pochi centimetri più alto ,ma la cosa non gli dispiaceva. Lui lo strinse di più a sé, come se avesse la sensazione che da un momento all'altro lo lasciasse, anche se Bane gli ripeteva che non si sarebbe allontanato da lui per nessuna ragione al mondo. Appoggiò la testa sul suo cuore e lo sentì battere, battere normalmente, come sempre. Ricordò la prima volta che si era addormentato ascoltando il suo battito, regolare, dolce; gli sembrava quasi una melodia.

Magnus finì di canticchiare, ma continuò a guardare Alec appoggiato sul petto, che proprio come quella volta a Parigi sembrava sul punto di addormentarsi. Magnus osservava ogni piccolo dettaglio di quell'uomo. I capelli neri, come le penne di un corvo, erano perfettamente in ordine e lisci, un ciuffo gli ricadeva sulla fronte. Gli occhi, nonostante non lo stessero guardando, lui riusciva a vederli: quell'azzurro sembrava brillare, brillare come un lago limpido illuminato dal sole. Lui sembrava emanare una luce propria, una luce che splendeva in continuazione, una luce più luminosa di quella delle stelle.

Era questo essere veramente innamorati? Pensare costantemente a una persona, vederla brillare di una luce propria, sentire solo la presenza di quella persona ogni volta che era in sua compagnia? Lo stregone si era innamorato tante volte nei suoi settecento anni di vita, ma mai si era sentito come si sentiva con Alec.

-E' stata...una bella serata- disse lo shadowhunter.

Magnus si risvegliò dai suoi pensieri e, vedendo che ora lo stava fissando, disse -Cosa?-.

Alec sorrise dolcemente a labbra chiuse e ripeté -E' stata una bella serata-.

-Oh sì, è stata davvero meravigliosa- disse lo stregone con un sorriso.

Si erano fermati in mezzo all'elegante stanza. Si guardavano, in silenzio. Magnus alzò una mano e accarezzo con la punta delle dita gli zigomi del nephilim, come se fosse una bambola di porcellana che si sarebbe rotta da un momento all'altro.

Alec lo guardava con i suoi grandi occhi azzurri. Un ricordo gli attraversò la mente: quando erano nella Sala degli Accordi di Alicante. Ricordò quando si erano fatti le rune dell'alleanza una sul braccio dell'altro. In quel periodo non si parlavano molto, erano un po' distanti, ma era stato proprio quell'evento a riavvicinarli.
Alec aveva paura che avessero perso la guerra, che finisse con Valentine vincitore e con lui morto sul campo di battaglia, e mentre aveva pensato ciò si ricordò di quello che gli aveva detto qualche giorno prima della battaglia:

«Tu mi ami?»

«Stupido Nephilim» ribatté Magnus paziente. «Perché mai sarei qui?»

Quando, in quella sala degli accordi se ne era ricordato, capì che i suoi sentimenti non erano poi tanto diversi e nella paura di non rivederlo mai più, lo baciò sotto gli occhi di tutti gli altri shadowhunters presenti nella sala.

E ora tutto ciò sembrava riaccadere, solo che questa volta era il contrario. Era stato lo stregone ad appoggiare delicatamente le labbra contro quelle del Lightwood.
Alec chiuse gli occhi ricambiando quel dolce bacio. Se ne erano dati tanti durante i loro i viaggi e lui ne era felice, in quel periodo si sentiva libero di poter tenere per mano Magnus senza troppi giudizi, si sentiva libero di guardarlo e di stargli accanto come non ci era mai stato.

Le labbra si schiusero, iniziando un bacio più intenso, una danza di lingue e di bocche che si muovevano in sintonia. Bane prese il viso del nephilim tra le sue mani lisce e morbide. Alec appoggiò le mani sul suo petto, accarezzandolo dolcemente mentre continuava a baciarlo con tutto l'amore che poteva trasmettergli. Sentiva il cuore dello stregone battere velocemente sotto il suo tocco. Succedeva ogni volta e succedeva anche a lui.
Voleva controllare il suo cuore e dirgli di ritornare a battere normalmente ma non ci riusciva, quel muscolo striato involontario non gli dava mai ascolto, ma dopo tutto era un fatto scientifico che non potesse dargli ascolto.

I due si staccarono e si guardarono mentre ansimavano. Magnus sarebbe stato a baciare quelle labbra per ore se solo l'ossigeno glielo avesse permesso, se avesse potuto prendere nei polmoni abbastanza ossigeno per baciarlo ne avrebbe approfittato subito. Il suo cuore non aveva smesso di battere sotto il dolce tocco delle mani del nephilim: quelle mani da guerriero, da soldato che non si fermava mai alla guerra che sapeva sarebbe durata in eterno. Aveva le dita lunghe e affusolate, i palmi delle mani callosi e ruvidi. Mentre guardava quelle dita che si avvicinavano ai bottoni della camicia che aveva addosso, sentì le labbra dello shadowhunter sulle sue. Le labbra si era toccate per un minuto e poi per un altro mentre lo stregone sentiva i bottoni slacciarsi lentamente uno ad uno.
Sentiva i passi di Alec mentre teneva gli occhi chiusi e continuava a baciarlo, istintivamente indietreggiò, indietreggiò finché non sentì una superficie morbida sulla sua schiena e il peso del corpo di Lightwood sul suo. Quest'ultimo allontanò le labbra da quelle dello stregone.

-Ti amo, Magnus Bane- fu quello che uscì dalle sue labbra che ora venivano torturate dai denti del nephilim. Alec lo guardava guardò negli occhi. Era stata la prima volta che aveva pronunciato quelle parole -Sei la miglior cosa che mi sia mai capitata- continuò. Gli lasciò un bacio all'angolo della bocca, ma lo stregone lo voltò dolcemente e gli lasciò un dolce bacio sulle labbra.

-Ti amo anche io, Alexander Lightwood-

E l'espressione sul viso di Alec fu la più bella espressione che Magnus avesse mai visto su quel viso da angelo. Quegli occhi azzurri che brillavano di gioia mentre lo fissavano come un bambino che ammirava le giostre di un luna park, il suo sorriso che si era accennato sul volto. Quell'espressione sembrava trasmettere felicità e amore, quelle emozioni sembravano proprio dirette a Magnus. Nessuno mi aveva rivolto un'espressione più bella, pensò lo stregone, nessuno lo aveva fatto nei miei settecento anni di vita.
  
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