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Autore: missA_suzy    23/11/2013    6 recensioni
La neve è da sempre sinonimo di divertimento e felicità. Anche quando nevica a Natale si è tutti più felici, soprattutto i bambini che giocano, si rincorrono e fanno pupazzi di neve. Il cioccolato poi, è da sempre il punto debole delle ragazze. C'è al latte, c'è fondente e c'è bianco. Bianco proprio come la neve che quel giorno era magica, magica come loro.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doremi Harukaze, Tetsuya Kotake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La magia del cioccolato
 

Sera inoltrata. Un ragazzo era seduto in mezzo al campo da calcio della scuola maledicendosi per ciò che era appena successo. Non capiva cos’aveva sbagliato, eppure aveva perso. Si era alzato presto ogni mattina per un mese intero a causa degli allenamenti, aveva fatto flessioni ed era andato a correre per migliorare i suoi riflessi. Ma allora..perché? Strinse i pugni nel pensare che si sentiva sicuro proprio perché c’era lei, e invece si era dimostrato un completo incapace.

– Hei Dojimi!
lei si girò frustrata – che accidenti vuoi, Kotake?
– Ecco..mi chiedevo se tu volessi venire a vedermi giocare oggi.
– C’è la partita?
Lui annuì e lei lo guardò di sott’occhi – vengo solo se non sarò costretta a tifare per te – terminò con un sorriso
– Ma guarda che razza di antipatica, non è carino da dirsi – sbottò lui guardando da tutt’altra parte scatenando la risata di lei
– Non lo so..dammi un buon motivo per venire. In fondo fa freddo..
 – Umh, se vinco ti dirò una cosa importante
– ..è un po’ pochino, non ti pare? – lo stava facendo di proposito. La invitava sempre alle sue partite e lei accettava di buon grado ogni volta. Per questo sapeva che se non sarebbe andata lo avrebbe ferito nell’orgoglio. Una piccola vendetta, diciamo, per il nome che le aveva affibbiato. Dojimi.
– Ti offro anche una cioccolata!
– Umh..non lo so – disse muovendo il piede come se volesse scavare nel pavimento – magari potrei venire e tifare per Kenta..
Lui si irrigidì di colpo..voleva tifare per il suo migliore amico e non per lui!?
– D’accordo, ho capito! – fece brusco per poi voltarsi, ma lei sbuffò di conseguenza – possibile che non riesco mai a farti cedere?
Lui si girò perplesso – che vuoi dire?
Lei scosse la testa, lasciando che i suoi capelli lunghi le incorniciassero il viso rosso per il freddo – vengo, e tiferò per te. Ma non ti aspettare pon-pon o cose così, intesi?
– Intesi, Dojimi – rispose lui sorridendo per poi correre nella direzione opposta lasciando la ragazza imprecare per averla chiamata così di nuovo. Non sapeva perché, ma adorava farla arrabbiare.

E poi, qualche ora dopo, si ritrovava lì da solo. I compagni, dopo lo sconforto iniziale, gli avevano battuto la mano sulla spalla dicendo cose come ‘capita’ e ‘ci rifaremo la prossima volta’. Ma lui non poteva accettarlo, era da pazzi! Si era fatto vedere debole dalla ragazza che amava, cosa c’era di peggio? Ormai il tramonto stava scomparendo lasciando posto alle prime luci della sera. Lui era ancora lì e non accennava a muoversi, sentendosi sconfitto nel profondo. Improvvisamente sentì dei passi ai quali non fece molto caso, troppo impegnato a piangersi addosso e a mugugnare frasi incomprensibili. Poi però sentì di nuovo dei passi e poté scorgere, grazie all’ombra creata dai lampioni, una persona che si era accovacciata proprio di fronte a lui e che ora lo guardava sorridendo. Alzò lo sguardo e la vide, con tanto di berretto e cappotto rosso e quel sorriso che non accennava a scomparire.
– Che ci fai ancora qui?
– Certo che sei proprio stupido! – disse lei guadagnandosi un occhiataccia dal ragazzo – se non sbaglio mi avevi promesso che se fossi venuta mi avresti offerto una cioccolata. Sono ore che ti aspetto qui fuori, non vedendoti ho deciso di venire per vedere se eri ancora qui.
– Potevi tornartene a casa, fa freddo.
– Sei stato bravo.
– Ma sei cieca per caso!? Ho perso!
– E chi te lo dice? Per me tu hai vinto perché ti sei allenato duramente e hai fatto del tuo meglio
– Cosa ne puoi sapere tu? Sei arrivata anche a metà partita, se non volevi venire avresti potuto dirmelo
– Ho fatto tardi, è vero. Sono andata a prenderti una cosa, avanti chiudi gli occhi.
– La tua cosa tienila per Kenta, sarà stato più bravo di me! – disse lui guardandola truce. Odiava farsi vedere così debole da lei e in un certo senso era arrabbiato anche con il suo amico
– Non posso, c’è scritto il tuo nome sopra! – disse mostrandoglielo
– Eh? Ma che..? – in mano alla ragazza c’era un piccolo trofeo di legno sul quale c’era una scritta che lo fece sorridere. “Tetsuya Kotake campione”
– Hai fatto tardi per questo? – disse indicandolo
– Beh sai, mio nonno è un vero esperto a fabbricare questi piccoli oggetti in legno e così sono scappata fuori città per fartelo fare. Mi spiace essere arrivata in ritardo, ma tu non devi demoralizzarti per una sconfitta, può capitare. E dovresti essere felice, in fondo ti sei impegnato e di sicuro la prossima volta sarai migliorato. Cerca d’imparare da questa esperienza.
Il corvino guardò l’oggetto che la rossa gli aveva portato e ci rifletté un po’ su – se ho perso è colpa tua – disse facendole la linguaccia
Tutta la gentilezza della ragazza si tramutò in cattiveria pura, con tanto di aura nera – ah sì? E perché?!
– Perché non avevo il mio portafortuna. Se fossi arrivata prima avrei vinto – concluse alzandosi e spolverandosi i vestiti, mentre una Doremi lo guardava sbattendo le palpebre, incredula.
– Stai dicendo che io..
– Allora ti muovi o no? Non volevi una cioccolata?
– Ah sì, arrivo – borbottò come in trans. Poi però, come un fulmine a ciel sereno, le venne il sospetto che lui l’avesse detto solo per sorprenderla. Era una continua sfida. Lo guardò e scoprì che anche lui stava fissandola con la faccia tutta rossa, forse a causa della neve che aveva cominciato la sua magica danza cinque minuti fa. Sorrise d’istinto, per una volta potevano anche lasciar stare le sfide. Gli si avvicinò e gli diede un bacio sula guancia – sarà meglio che ti copra, fa freddo – disse mettendo la sua sciarpa al collo di lui
– Lo sai? Mi piace il freddo – rispose attirandola a se ed abbracciandola
– Tetsuya?
– Cosa c’è? – mugugnò lui ancora stretto a lei. Era così bello stare così..
Doremi si allontanò tanto quanto bastava per guardarlo negli occhi – voglio la mia cioccolata.
Inutile dire che lui ci rimase di sasso. Insomma erano lì, da soli e per giunta abbracciati e lei gli dice che vuole una stupidissima cioccolata? Poi però guardandola meglio si accorse del risolino che minacciava di uscire e allora capì: l’aveva fatto di proposito!
– Dojimi sempre il solito impiastro! Mai che riesci ad essere carina! – sibilò lui ridendo
– Sì? E adesso sono carina? – esclamò lei colpendolo con una palla di neve e ridendo
Lui scosse la testa per liberarsi della neve e la rincorse – adesso sei morta!
– Voglio vedere, stupido! – disse facendogli la linguaccia
– Piccola peste, una bistecca!
– Eh, dove? – esclamò perdendo la cognizione del tempo guardandosi attorno. Non si accorse intanto che il ragazzo l’aveva afferrata e l’aveva tirata sul suo petto – proprio qui – disse divertito
– Ti diverti eh? – di tutta risposta gli calpestò un piede e il ragazzo fu costretto a lasciarla mentre imprecava dal dolore. Alzato lo sguardo vide che lei si teneva la pancia per il troppo ridere.
– Okay, adesso non hai davvero scampo!
Lei riprese a correre – scommettiamo?
 
Eh sì, la cioccolata calda poteva aspettare..♥
  
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