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Autore: ToraStrife    23/11/2013    1 recensioni
[I casi di Zuzzurro e Gaspare (Silver)]
Personale tributo alla scomparsa di Andrea Brambilla. Quando muore un interprete, muore anche il suo personaggio.
"Con la morte di Zuzzurro è morto anche Gaspare".
Ma rimaneva un'ultima indagine da svolgere, e ancora una volta il commissario, per sbrogliare la matassa, avrebbe avuto bisogno dell'inseparabile assistente. Prima di salutarsi per sempre.
Genere: Commedia, Demenziale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Requiem per Artisti'
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L'ulitima indagine del commissarrio Zuzzurro
Il racconto è un tributo personale alla scomparsa di Andrea Brambilla.
I personaggi usati appartengono all'adattamento a fumetti di Silver: "I casi di Zuzzurro & Gaspare".
I personaggi sono (è il caso di ricordarlo) inventati.
La fanart è copyright personale.
Né nella vignetta iniziale né nel racconto non viene perpetrato alcun intento derisorio nei confronti dei personaggi, né dei loro interpreti.
E' il semplice desiderio di ricordare un dramma come quello del decesso di Brambilla, nell'ottica di come (almeno come ho immaginato) lo avrebbe(ro) interpretato i personaggi creati dal duo Brambilla&Formicola.
Nessun intento lesivo, nessuna presunzione.
Solo tanto affetto e pazienza.
Grazie per l'attenzione a questo (si spera) superfluo cappello introduttivo.





:P

"Guarda, Gaspare! Non ho più il tumore!"


(........................................................................................)




E alla fine era morto.
Il compagno di mille avventure, casi eccezionali, indagini che avevano per lo più il sapore di sketch comici.
Ridendo e scherzando, però, erano passati trentacinque anni esatti.

- Perché, commissario? - Si chiese l'assistente tra le lacrime.


Si guardò allo specchio del lavandino. Gli occhi arrossati sovrastati solo dall'enorme nasone.
E dire che il commissario lo prendeva sempre in giro per quello.
Ricorda di quella volta, in riva al mare, in Calabria.

- Gaspare, guarda verso la Sicilia.

- Perché?

- Con quel naso che si estende sul mare, il ponte sullo Stretto è praticamente pronto! - Gli rispose ridacchiando il vecchio buontempone. Ora era buonanima.

Delle maledette cellule impazzite si erano rivoltate contro il corpo del barbuto amico, e alla fine gli avevano strappato la stessa vita.
E a differenza di quelle cerebrali del commissario, già pazze di loro, queste erano pazze e pericolose. Letali.

Ma nonostante gli avessero dato uno sputo di mesi di vita, lui aveva voluto lavorare fino alla fine. Ci sono ancora tanti casi da risolvere, aveva detto.

Forse mancava una vera biografia finale, ma quello non era un problema:
Gaspare aveva praticamente passato la vita a scrivere delle avventure, dettate in presa diretta, del commissario Zuzzurro.

Uscì dal bagno nella penombra circostante, con aria assente e passo strascicante, levò un angolo delle coperte e vi ci si infilò meccanicamente dentro.

Temeva che quella notte, la prima in cui si era reso conto di essere ormai veramente solo, non avrebbe chiuso occhio.
Ma la stanchezza era tanta e tale che le palpebre cominciarono a pesargli come due incudini.
E fu così che sprofondò nel più profondo dei sonni. Anche se non eterno come quello del suo amico.



???: ....Aspareeee...

Gaspare: .....uh?

???: .... Gaaaasp....areeeee....

Gaspare: Ma cos....

???: ....Are....?

Gaspare: Commissario ?! Commissario, è lei?

Zuzzurro: ....iiiiii.... Spareeee....

Gaspare: Commissario, la sento confusamente, è così lontano? In qualche luogo remoto?

Zuzzurro: No, in realtà mi sto mangiando le parole per prenderti in giro!

Gaspare: Commissario, ma anche da morto deve scherzare?

Zuzzurro: No, dai, a dirti la verità, non è che io sia qui per scherzo!

Gaspare: E allora perché sta tormentando il mio sonno?

Zuzzurro: C'è ancora un ultimo caso che devo risolvere, e mi serve il tuo aiutoooooo...

Gaspare: Commissario? Commissario? La sto sentendo lontano!

Zuzzurro: Colpa della ricezione, nei sogni è come la Vodafone, non prende nulla! Soldi di ricariche a parte.

Gaspare: Commissario, non siamo qui per fare satira, mi sta visitando in sogno, almeno mi dia qualche numero da giocare al lotto.

Zuzzurro: E che son scemo? Se sapevo i numeri me li giocavo io quand'ero in vita, no?

Gaspare: Lasciamo perdere! Come posso aiutarla, commissario?

Zuzzurro: Innanzitutto, svegliati da quello stato comatoso e depresso nel quale ti sei immerso e procurati immediatamente: un turbante, una sfera di cristallo, un'antenna e il terzo occhio!

Gaspare: Ho capito bene? Devo travestirmi da indovino? E poi un'antenna? Il terzo occhio della mente? Non ho poteri da sciamano!

Zuzzurro: Sciocco! Che hai capito? Il terzo occhio è quello della telecamera, quella che girerà il nostro ultimo sketch assieme, anche se alla fine si sentiranno solo le nostre voci.

Gaspare: E l'antenna?

Zuzzurro: Il tuo naso sarà perfetto!

Gasparre: Oh, la pianti!

Zuzzurro: Forza, non perdere tempo! Questa è l'ultima notte concessami e tu dovrai aiutarmi per...


L'ultimo caso del
commissario Zuzzurro




Il fido Gaspare si svegliò immediatamente.
Che fosse stato tutto un sogno?
Non importava, che fosse un frutto della sua mente o l'ultima richiesta del suo defunto amico, aveva comunque il dovere di obbedire.
Si procurò tutto il necessario.
Accese la telecamera, che cominciò a registrare.
Era una registrazione prettamente confidenziale, ovviamente, l'avrebbero vista solo pochi intimi: gli amici più cari del commissario, e al peggio, lo psicologo dell'Istituto di Igiene mentale dove avrebbero sicuramente rinchiuso Gaspare.
Perché quella era pura follia.
Vestito come uno zingaro santone dai poteri medianici, o mediatici che dir si voglia, Gaspare cominciò la sua litania davanti alla sfera di cristallo.

Gaspare: Oooohmnitelvodafontimtreblu...
Oooohmnitelvodafontimtreblu
Oooohmnitelvodafontimtreblu....

Zuzzurro: Oh, finalmente ti sento forte e chiaro!

Gaspare: Commissario, innanzitutto vorrei esprimerle la più profonda gioia per aver potuto ancora una volta incontrarla, cioè, sento solo la sua voce dall'aldilà, ma meglio che niente.

Zuzzurro: E' tutto merito di quell'antenna magica che usi per respirare. Ma non perdiamo tempo, mio fido assistente, perché devi aiutarmi nel....
L'ultimo caso del
Commiss...
Gaspare: Commissario! Cosa fa, ripete il titolo?

Zuzzurro: Ah, no, scusa, mi ero lasciato trasportare. Sai, queste nuove ali da angelo...

Gaspare: Ah, perché è in Paradiso?

Zuzzurro: In realtà non ancora. Ci crederesti? Siamo in lista d'attesa per il Giudizio Universale. I buoni andranno in cielo, e i cattivi all'inferno!

Gaspare: E a lei quando toccherà?

Zuzzurro: Non lo so, vanno in ordine alfabetico, e io mi chiamo Zuzzurro!

Gaspare: Ma il suo interprete fa di nome Andrea...

Zuzzurro: Zitto, non nominarlo, che su questo sito sono vietate le celebrità Italiane: solo personaggi!

Gaspare: Chiedo venia.  Dunque, commissario, può dirmi di cosa si tratta?

Zuzzurro: Cosa?

Gaspare: Il caso, l'indagine, il bandolo della matassa.

Zuzzurro: Eh, ma non siamo mica qui per cucire, eh?

Gaspare: Che ha capito? "L'ultimo caso del commissario Zuzzurro!"

Zuzzurro: Sì, ok, ma basta ripetere il titolo, Gaspare!

Gaspare: Senti chi parla! Torniamo al discorso, commissario.

Zuzzurro: Va bene! Il fatto è che ho perso una cosa importante che mi impedisce di riposare in pace.

Gaspare: C'è qualcosa in questo modo che le impedisce di trovare la pace e di volare verso il paradiso? Cos'è, un rimorso? Un desiderio non soddisfatto? Un oggetto importante nella sua vita?

Zuzzurro: No, no, nulla di tutto questo...

Gaspare: E allora cosa, commissario?

Zuzzurro: Vedi, ecco, è tutto cominciato nel momento in cui sono morto. Ho pensato bene di dover fare immediatamente rapporto alla centrale di polizia.

Gaspare: Cioè, uno quando muore, fa rapporto?

Zuzzurro: Io sono molto ligio al dovere, sai?

Gaspare: Fino alla fine! E quindi?

Zuzzurro: Ho tirato fuori dall'impermeabile la cornetta del telefono che ho cominciato a parlare...

Pronto, Centrale? Sì, sono morto! Come? Quanto durerà questa roba?
Per sempre, credo! O almeno fino a quando non ci sarà la Resurrezione dei morti predicata nella Bibbia.
Come? Se ci vorrà tanto? Non saprei, ma per quanto ne so, potrebbe volerci un'eternità.
Come? Ma, lo so! Sì, ho detto di sì! Ma insomma!

C'è lo qui la brioch.....!?



Zuzzurro: .... Ed è stato allora che mi sono accorto di non averla più in tasca.

Gaspare: Come? Non aveva più la brioche in tasca?

Zuzzurro: Esatto, per quanto incredibile.

Gaspare: E lei per una brioche non trova la pace?

Zuzzurro: Erano trent'anni che l'avevo sempre in tasca. Dopo un po' uno non ne fa più a meno.

Gaspare: Trentacinque anni, commissario. Ma sicuramente l'ha lasciata nelle sue spoglie mortali, non poteva mica portarsela con lei in forma di spirito!

Zuzzurro: Ci avevo già pensato, ma hanno perquisito il mio cadavere e non hanno trovato nulla.

Gaspare: Ha provato a vedere se non è volata in cielo con lei?

Zuzzurro: Anche le brioche possono morire?

Gaspare: Stando trentacinque anni in tasca, forse qualunque cosa potrebbe morire.

Zuzzurro: E allora dove potrei cominciare a cercare?

Gaspare: Ma è ovvio, no, in Paradiso!

Zuzzurro: Ma qua è tutto confuso, senza una voce narrante, mi posso perdere facilmente nell'oblio.

Gaspare: L'aiuterò io, commissario, coi miei poteri nasal...ehm, spirituali.
Oooohmnitelvodafontimtreblu... ecco, la vedo commissario, vedo lei davanti al cancello di San Pietro. E' incustodito, presto commissario, faccia qualcosa!

Zuzzurro: Salve, sono Qualcosa!


Gaspare: Ma no, lei non è Qualcosa, lei è il commissario!

Zuzzurro: Salve, sono il commissario Qualcosa!

Gaspare: Ma che dice?! Lei è il commissario Zuzzurro. Aspetti, l'aiuto io. Adesso lei si avvicina di soppiatto al cancello, gatton gattoni....

Zuzzurro: Miaooooo!

Gaspare: Basta imitare l'andatura, non c'è bisogno di fare anche il verso. Ecco, ora lei sta aprendo il cancello.
Cigoliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.........

Zuzzurro: Eh, ma quanto è arruginito questo cancello! Da quanto tempo è che nessuno entra più qua dentro?

Gaspare: Chi è che va in paradiso, oggigiorno?

Zuzzurro: Probabilmente in pochi. Ma almeno potevano dare un po' di olio...

Gaspare: L'olio c'è solo all'inferno, quello bollente. Presto, chiuda il cancello.
...Cigoliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii....Sbam!

Zuzzurro: Ohhh, ma che bel posto!

Gaspare: Cosa vede, commissario?

Zuzzurro: Questo paradiso è identico a quello delle pubblicità della Lavazza. Infatti San Pietro non è al cancello perché è impegnato a prendere il caffé.

Gaspare: Sarà meglio stargli lontano...

Zuzzurro: Lo credo anch'io, con tutti quei caffé avrà un diavolo per cap...

Gaspare: Commissario! Non si scherza coi santi!

Zuzzurro: Ma coi fanti evidentemente sì, visto che sono a piedi. D'accordo, passiamo oltre. Oh, ma qua ci sono tutti i personaggi italiani che sono volati quaggiù dopo che i loro interpreti sono morti!

Gaspare: Per esempio? Per esempio?

Zuzzurro: Vedo i coniugi di Casa Vianello insediati nel loro appartamento.
Raimondo è disperato...

Gaspare: Perché?

Zuzzurro: Quand'era giunto quassù, si era illuso di potersela spassare con certe giovani anime, molto belle e non tanto candide, che popolano questo luogo.

Raimondo: Ahhh, finalmente libero!

Gaspare: E poi che è successo?

Zuzzurro: Dopo cinque mesi è venuta su anche la moglie.

Sandra: Sei contento, Raimondo? Adesso staremo insieme per sempre!

Gaspare: Mi ricorda un po' il finale di Gerarchi si muore. Anche lì il fantasma di Raimondo si riuniva inevitabilmente con la moglie.

Zuzzurro: Certe coppie non le può separare neppure la morte!

Gaspare: Tranne noi.

Zuzzurro: Noi non siamo sposati. Ma qua hanno trovato la felicità: hanno finalmente un bambino!

Gaspare: Questo mi riempe di gioia! Come si chiama?

Zuzzurro: Sbirulino!

Gaspare: Ah, beh, allora... tanti auguri a Raimondo!

Zuzzurro: Ma... incredibile! Vedo persino Nonno Felice. Non perde mai occasione di raccontare freddure.

Nonno Felice
Una vedova si presenta in Paradiso:
                                      "Scusi San Pietro, conosce mio marito?"
                                      "Può essere figliola, che tipo è?"
                                      "E' un tipo estremamente geloso; pensi che prima di morire mi ha detto:
                                      Se mi tradirai mi girerò nella tomba."
                                      "Ah, lo conosco...Qui lo chiamiamo Trottola."


Gaspare: Nel frattempo, ha notato tracce della sua brioche?

Zuzzurro: Nessuna, purtroppo, non vorrei che San Pietro l'abbia trovata e pucciata nel caffé.

Gaspare: Lo renderebbe ancora più nervoso!

Zuzzurro: Potrei provare a chiedere al Ragionier Fantozzi, che è quaggiù in paradiso!

Gaspare: Raro caso di interprete vivente e personaggio defunto.

Zuzzurro: Ma non lo avevano clonato in Fantozzi 2000?

Gaspare: Non importa. E' la sua anima che conta. Anche se credevo fosse andato all'inferno.

Zuzzurro: Quello è Fracchia.

Voce di Fracchia dal "piano di sotto": Com'è giusto lei... Com'è giusto lei.....

Gaspare: Stiamo perdendo fin troppo tempo! La notte trascorre e noi abbiamo poco tempo. Temo che dovrà cercare nell'ufficio del Boss.

Zuzzurro: E chi è?

Gaspare: L'altissimo... la santissima trinità... il Padreterno....

Zuzzurro: E che roba è?

Gaspare: Intendo Dio.

Zuzzurro: Adesso quel cantante ha pure un ufficio?

Gaspare: Ma non Ronnie James, commissario... che manco lo conosce (neppure io, a dire il vero)... Intendo Javeh, il Dio dei cristiani!

Zuzzurro: E non potrebbe essere invece nell'ufficio di Budda?

Gaspare: Non faccia lo spiritoso, commissario!

Zuzzurro: E chi scherza? Qua se mi beccano rischio la dannazione eterna.

Gaspare: Si muova di soppiatto, commissario, lentamente! In punta di piedi!
Picio, pacio, picio, pacio....

Zuzzurro: Eh, ma anche in paradiso ho le scarpe bagnate?

Gaspare: Le nuvole sono acqua, commissario, per forza che è bagnata.

Zuzzurro: Eh, ora capisco perché qua c'é anche Noé. Però non vedo nessuno con le pinne.

Gaspare: Commissario, sulle nuvole ci si cammina, non si nuota.

Zuzzurro: E tu che ne sai? Mica sei te quassù!

Gaspare: Ticky, tacky, ticky, tacky, lancett', lancett', temp-scorr'!
Commissario, si sbrighi!

Zuzzurro: E ma sei impossibile! Prima mi dici di far piano e ora devo sbrigarmi? E ma Dio...

Dio: Commissario, perché mi chiami?

Gaspare: La voce tonante di Dio!

Zuzzurro: Beh ecco, sua eminenza, la verità sarebbe...un momento, perché me lo chiede, se lei è onnisciente?

Dio: Una domanda retorica, commissario! Così com'é una domanda retorica chiederle che ci fa nel mio ufficio.

Zuzzurro: Beh, se sa tutto, saprà anche che sto cercando la mia brioche.

Dio: E credi di trovarla nel mio ufficio? Questa non è una caffetteria, quella la gestisce San Pietro!

Zuzzurro: Eh, lo so bene, signor Dio, ma sicuramente con tutti quei caffé, sai che nervos...

Dio: E poi io non mangio mai brioches!

Zuzzurro: E che ci puccia, nel cappuccino, le ostie?...

Dio: Bada, misero mortale! Gli unici cappuccini riferiti a me sono i frati!

Zuzzurro: Ehm, sì, scusi...

Gaspare: Commissario, non faccia arrabbiare il Signore!

Zuzzurro: Ma è colpa tua, assistente! Sei tu che mi hai detto....

Gaspare: Ah, adesso sono io che...?=

Dio: SILENZIO, per l'amor di me!

Zuzzurro/Gaspare: !!!......

Dio: In quanto la tua ricerca, commissario, la soluzione è semplice... cerca nel suo cuore e illumina il cervello, e troverai la risposta.

Zuzzurro: Vuol dire che la brioche è al buio dentro il mio cuore? Ma come faccio ad aprirmi il petto...

Gaspare: Commissario! Intende dire che deve pensarci su!

Dio: Proprio così! E adesso fuori dal mio ufficio, prima che mi venga voglia di riaprire il rubinetto idrico per altri quaranta giorni.

Gaspare: No, il Diluvio no!

Zuzzurro: Ma è successo quattromila anni fa! Dica la verità, non l'ha più fatto perché l'ultima bolletta che ha pagat...

Gaspare: Ci dia un taglio, commissario!

Zuzzurro: Va bene, va bene, ma è una parola! Anche se è Parola del Signore.

Gaspare: Amen.

Zuzzurro: Però cosa voleva suggerirmi l'eminentissimo, con quelle parole? Perché la risposta sarebbe nel mio cuore, e che dovrei illuminare il cervello? Pensa...pensa...

Gaspare: Coraggio, commissario!

Zuzzurro: Ma certo! Che stupido! la risposta è semplicissima! La brioche sei tu!

Gaspare: Commissario, si è bevuto il cervello insieme alla brioche?

Zuzzurro: No, no, è semplicissimo! Se vuoi te lo dimostro!

Gaspare: Va bene, sentiamo!

Zuzzurro: Allora, una brioche che cos'é?

Gaspare: Un dolce... un alimento!

Zuzzurro: Ecco, appunto. Un alimento è un qualcosa che si mangia. "E' tutto un magna magna!". Questo lo dicono dei politici. I politici stanno a Roma. "La marcia su Roma". Però a marciare subito dopo mangiato si fa fatica perché lo stomaco è pesante. Quanto pesi tu?

Gaspare: Che c'entra il mio peso?

Zuzzurro: C'entra, c'entra, ma se non mi vuoi dire il tuo peso va bene. Sicuramente è un certo numero di chili. Da non confondersi con chili, la salsa. Red Hot Chili Peppers. Quelli che fanno rock.

Gaspare: Rock, e allora?

Zuzzurro: Rock vuol dire roccia. Roccia equivale a sasso. Sasso, Forbice, Carta. Ce ne sono tre di Carta: Marco Carta, la Magna Carta e la Carta di Credito.

Gaspare: Sì, va beh, ma che c'entrano tra loro?

Zuzzurro: Magna, puoi magnare nei piatti di carta, ma al ristorante non fanno Credito, e i piatti sono di porcellana.

Gaspare: E Marco Carta?

Zuzzurro: Niente, quello a sentirlo cantare ti rovina l'appetito. Poco male, tanto non avevo i soldi per pagare il conto. Al plurale sono i conti. I conti tornano! Invece no, i conti non tornano perché sono al ristorante. Bisogna avvertire il maggiordomo che attende a casa. Ma il maggiordomo non è preoccupato, perché è impegnato in un delitto, e si sa che nei delitti il colpevole è sempre il maggiordomo.

Gaspare: Ma che sta dicendo?

Zuzzurro: Se c'è un maggiordomo colpevole, chi viene ad indagare?

Gaspare: Un commissario!

Zuzzurro: Appunto, il commissario Zuzzurro, cioé io. E chi è il suo fido assistente?

Gaspare: Io!

Zuzzurro: Lo vedi che sei tu?

Gaspare: Ma commissario! Cosa dice? E' impazzito? Vuole dire che io sono la brioche?

Zuzzurro: No, ma che ce l'hai nel taschino della giacca.

Gaspare: Commissario? ... Commissario, lei ha ragione! Ma che ci fa la brioche nella mia tasca? Lei lo sapeva?

Zuzzurro: Me ne sono ricordato solo ora, Gaspare. Quello è il mio regalo di addio per tutti gli anni di amicizia e carriera che ci hanno legato. Volevo dirtelo, ma forse nel trapasso mi dev'essere scappato di mente. Effettivamente avevo altro a cui pensare.

Gaspare: Commissario... commissario... io... non so cosa dire.

Zuzzurro: Non dire nulla, mio buon Gaspare. E asciugati quelle lacrime, non voglio che nella mia ultima avventura ci siano pianti. Noi siamo stati dei comici e quindi bisogna ridere. Su, rida!

Gaspare: Mi spiace commissario... ma per quanto ci riesca, in queste occasioni una risata non riesco neppure a fingerla.

Zuzzurro: Non essere triste, mio fido assistente. Anzi, metti quella brioche davanti alla bocca. Ecco, così, con gli angoli in su! Proprio come un sorriso! E' il sorriso che abbiamo stampato per anni sulle facce dei nostri ammiratori, e voglio che continui ad esserci.

Gaspare: Commissario, sniff... sa una cosa?

Zuzzurro: Cosa, Gaspare?

Gaspare: Questa brioche puzza di muffa.

Zuzzurro: Accidenti, allora ha davvero trentacinque anni. Ma è il pensiero che conta. Anche tra trentacinque anni io penserò a te e tu penserai a me, e tutti penseranno a noi, e questo pensiero non avrà mai la muffa. L'unica cosa che ammuffirà sono le mie spoglie mortali.

Gaspare: Commissario....(sob)...questi discorsi profondi non sono da lei.

Zuzzurro: Stai allegro, Gaspare, anche se ti è difficile. Qui varca i cancelli del paradiso il prode commissario Zuzzurro, ma non preoccupatevi, perché qui non ci annoia. Ci sono delle vere celebrità, il conte de Curtis, un tassinaro, due siciliani, un piemontese e non sto raccontando barzellette. Qua sopra sè come stare ad Hollywood, anzi, Cinecittà. C'è persino il regista dalla doppia F.
Ma questa è un'altra avventura, assistente, questa volta non mi potrai accompagnare.

Gaspare: Commissario, è giunto il momento degli addi?

Zuzzurro: Sì, Gaspare, e questa volta non è uno scherzo.

Gaspare: Commissario...io...

Zuzzurro: No, Gaspare, va tutto bene. Le lacrime non ti si addicono. La comunicazione si sta interrompendo. Voglio solo che tu dica solo un'ultima cosa, una cosa che ormai io non posso più dire...

Gaspare: Quella cosa?

Zuzzurro: Sì, quella.

Gaspare: Ce l'ho qui la brioche!

Zuzzurro: Grazie, Gaspare, e addio....

ParadisoCom: ParadisoCom, informazione gratuita, l'utente da lei contattato, non è più raggiungibile. ParadisoCom, informazione gratuita...

L'odiosa voce celestiale venne troncata insieme alla comunicazione. Per il resto era tornato un pesante silenzio, interrotto solo da qualche singhiozzo sommesso.
Anche l'ultimo caso era stato risolto.
Gaspare adesso era davvero solo. Con il volto coperto dalle braccia, l'assistente sbirciò con un occhio.
La sua vista, annacquata dalle lacrime, colse la visione distorta della brioche. Pigramente,  mosse un braccio, e l'afferrò.
Se la porse al petto.
Poteva sentirne i battiti. In realtà, quella, essendo una comune brioche, non poteva fare alcun rumore, infatti i battiti erano quelli dell'assistente, ma a Gaspare non importava.
Poteva illudersi, in qualche modo, di avere ancora a fianco la familiare presenza del suo vecchio amico.
Accompagnata da un soffocante odore di muffa.
Ma grazie a quello, un mistero ulteriore era stato appena risolto, almeno
per Gaspare, che si era sempre domandato perché il fido commissario emanasse in vita un così particolare odore.

Fine






  
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