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Autore: Lost Tsukiko    23/11/2013    2 recensioni
"Lui non era morto per malattia, incidente, suicidio o omicidio. Soprattutto non era morto per omicidio.
Un uomo che toglie la vita ad un altro essere umano, nulla sarebbe stato più lontano dalla realtà.
Da quel dannato giorno, da quando aveva stipulato il contratto, non un solo uomo aveva potuto seriamente alzare le mani su di Lui, figuriamoci togliergli la vita."
Dimenticatevi dell'anime, di angeli assessuati, demoni che ballano il tip tap e di ragazzini sociopatici.
Questa fic si svolge dopo 10 anni dall'incontro tra Sebastian e Ciel e narra ciò che potrebbe succedere alla fine del contratto.
La traccia base è stata scritta inizialmente dalla mia amica Hitomi, io l'ho messa nero su bianco.
Ho reputato di mettere l'avvertimento OOC per scrupolo. Faccio di tutto per restare IC, ma certe situazioni diventerebbero ingestibili... quindi qualcosa di OOC c'è.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tears of An Angel

Salve a tutti! Della serie chi non muore si rilegge ^^''
Ci SARA' l'EPILOGO uwu 

Avete letto? ok... posso proseguire u.u
Mi sono ispirata al titolo del capitolo alla canzone Tears of An Angel e ne ho preso alcune frasi... vi consiglio di ascoltarla mentre leggete tanto per aumentare l'allegria.
Qui trovate un video con la lyric tradotta.
Beh... mi scuso per il ritardo ma siamo alla fine... buona lettura. uwu ah ho detto che c'è un epilogo, vero? ^^''



Tears of An Angel

 

La nube bianca si concentrò intorno a lui.
Divenne una seconda pelle.
Poi esplose.
Si dissolse.

La Virtù delle tenebre se ne era andata con essa.

Aleixo cadde in ginocchio.
Il fianco bruciava da impazzire.
I suoi occhi cremisi a stento restavano aperti.

Era lui.
Un mero e semplice demone.
Non era più null’altro.

Né forma semi divina.
Né forma umana.

Solo un demone.

Fece un respiro profondo.
Con le gambe malferme si alzò.
Si guardò intorno.
Il cuore cominciò nuovamente a martellare impazzito.

Non lo vedeva.
Solo desolazione e l’acqua che avanzava.
Poi eccolo.
Era lì dove lo aveva lasciato.

Passo dopo passo gli si avvicinò.
La distanza che li separava non era molta.
Tuttavia fu interminabile.

Si lasciò cadere sulle ginocchia.
Gli accarezzò il viso pallido.
Il respiro del più giovane era sempre più debole.

Si stava lasciando andare.

Il Demone Superiore si chinò in avanti.
Posò la fronte contro quella del suo Vassallo.

“Starete bene presto…”

Le unghie nere affilate scivolarono sulle gote spente.
Un déjà vu.
Qualche mese prima era successa la stessa cosa.
Più o meno…

Il ragazzo era ancora umano.
Il demone doveva strappargli l’anima.

Ora invece… Due demoni.
Uno ferito fisicamente e l’altro ferito psicologicamente.

“Sarà doloroso Ciel… perdonatemi…”

Allora non gli interessò fargli provare dolore, anzi.
Lo voleva sentire gridare.
Chiedere pietà.
La morte.

Ma non accadde.

Ora invece non bramava quelle grida.
Né le preghiere.
Né le lacrime.
Ma… le ottenne.

Come allora posò il palmo della sua mano demoniaca sul suo cuore.
Le sue fauci tuttavia rimasero lontane da lui.
L’aura del potente demone si concentrò.
Fluì lungo il braccio fino alla mano.

Il sigillo che tante volte Ciel aveva tentato di cancellare…
Di strapparsi di dosso…
Sarebbe stato la sua salvezza.

Unico modo per raggiungere la sua essenza.
Il suo Io ridotto in briciole.
Frammenti che l’energia vitale del demone poteva riunire.

Ci sarebbe riuscito?
Non lo sapeva.
Non sapeva nemmeno cosa sarebbe successo al suo risveglio.
Se mai si fosse risvegliato.

Probabilmente…

Non ci volle pensare.

L’aura, anzi la vita di Sebastian fluì attraverso il segno.

Il potere sprigionato da Aislinn lo aveva stremato.
Quel veleno divino gli aveva infettato le carni.
Ci sarebbe voluto tempo per guarire.
Non ne aveva.

Quello che stava per fare lo avrebbe prosciugato.
Sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta che lo tirava fuori dai guai.

Non lo avrebbe più sentito dire il suo nome.
Né Sebastian…
Né Aleixo…
Né My Lord…

Sorrise ricordando quel giorno.
Il giorno in cui credeva di aver sbagliato a lasciarlo in vita.
La reazione che poi ne scaturì.
Il Suo vero nome pronunciato dalle Sue labbra.

Il sigillo sul petto di Ciel si accese.
Il Vassallo rispondeva al suo Padrone.
L’energia vitale iniziò a fluire nel giovane demone.

Avrebbe voluto sentirlo ancora… e ancora.

Ottenne urla tanto forti da ferire l’animo.

Avrebbe voluto rivedere gli occhi blu brillare d’orgoglio.

Vide occhi vuoti spalancati su un cielo limpido.
Lacrime sgorgavano copiose dal blu e… dal cremisi.

Il loro dolore era distillato nelle loro lacrime.

Lo chiamò dall’oscurità.
Di nuovo.

Bocchan…”

La vista gli si annebbiò.
Non era spavaldo come allora.

“…Ciel…”

Le urla a tratti si ovattano.
Il richiamo era disperato.

“… apri gli occhi…”

Chiuse gli occhi per lo sforzo.
La sua mente continuava a cercarlo.
Lo chiamava disperatamente.

Il dolore era lancinante.
Il fianco lo tormentava, ma non era quello.
L’anima, la sua essenza, se la stava strappando di dosso.

Quindi… è questo che si prova…

La mano demoniaca si bagnò.
Sangue
Il sigillo sul petto del ragazzo sanguinava.

Ma non era quello di Sebastian…
Non più.
Quello era svanito… Per sempre.

Ciel…
Non più Anima Dannata.
Non più Vassallo Demoniaco.
Solo Demone e Master di sé stesso.

Silenzio.
Niente più urla.

Lentamente gli occhi rossi si aprirono.
Guardarono quello che fu il loro padrone.

Occhi blu lo fissavano.
Occhi vivi.

“Ciel…”

Un leggero sorriso comparve sulle sue labbra fini.
La mano scivolò dal petto del Phantomhive.
Le forze vennero meno e rovinò a terra.

Le lunghe ciglia scure si abbassarono sugli occhi cremisi.
Si alzarono a fatica… un’ultima volta.

 

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

 

Oscurità.

Silenzio.

Finalmente l’oblio.

Niente più dolore.
Niente più sofferenza.
Niente più delusione.
Era dunque questa la morte?
Si… ed era così dolce.

Un sussurro...

Dolore…
No, non è possibile… non di nuovo. 
Finalmente era morto…
o forse no.

Un’altra fitta, più forte.

Lui è morto.
Non ha più un maledetto corpo.
Non ha più nulla che gli appartiene.

Un sussurro… ancora…

“Basta” vorrebbe urlare. 
Ma nulla risuona, se non un silenzio assordante.
Di nuovo.

Déjà vu.

“Ti prego! Basta!” griderebbe con tutte le sue forze.
Il dolore è straziante.
Insopportabile.

“Bocchan…”

Non udì più un sussurro, ma una flebile voce.
Chi era?
Non gli importava.
Voleva solo la smettesse.

“Ciel…”

Quel nome… così famigliare, ma così sbagliato.
“Uccidimi!” voleva rispondere.

“…apri gli occhi…”

 

“Pezzo d’idiota non li ho gli occhi!”
Ma nulla, non riusciva a parlare.

Quella voce continuava a risuonare nel nulla.
Il dolore era pulsante.
Bruciante.

Poi…

Il nero divenne blu.
Il nulla divenne un corpo.
Il silenzio divenne rumore.

Una figura lo guardava.
Occhi rossi.
Un lieve sorriso.

“Ciel…”

Lo vide rovinare a terra.
Non riuscì a prenderlo.
Era debole, i movimenti lenti.

Si sporse verso di lui.
Ogni movimento era un doloroso.
Ogni respiro una fitta.

Guardava quel viso famigliare… troppo.
Ma qualcosa era sbagliato.

Gli occhi erano opachi, non lucidi.
La pelle cinerea e non alabastrina.
Le labbra rosate erano pallide e solcate da un rivolo di sangue.
 

Il ragazzo sentì un nodo allo stomaco.
Il terrore e il panico si fecero strada in lui.
Non sapeva chi fosse il moro che giaceva davanti a lui.
Ma le lacrime gli rigavano il viso.

“A quanto pare…
La mia eterità…
È giunta al termine…”

Cover my eyes
Cover my ears
Tell me these words are a lie
It can’t be true
That I’m losing you
The sun cannot fall from the sky

Non voleva sentire simili parole non da lui.
Sconosciuto o meno, non doveva morire.
Se Lui glielo avesse ordinato non sarebbe morto.

Già, ma Lui chi era…?
Ciel… era quello il suo nome…?
Ora non importava.

“Non provare a morire.
Vivi. È un ordine!”

Sembrava la richiesta di un fanciullo viziato.
Qualcuno che è abituato ad avere ogni cosa voglia.
Chi ha nel sangue l’indole del comando.

Il morente sorrise.

“Non… funziona più…
My Lord…”

In cuor suo sapeva che quell’essere aveva ragione.
Ma chi diavolo era?
Perché lo conosceva?
Perché lo chiamava a quel modo…?

Perché… perché… perché???

Una fitta alla testa.
Un dolore al petto.

Basta domande.

Ora sapeva solo che non poteva essere.
Non doteva accadere, non poteva perderlo.

 

Stop every clock
The stars are in shock
The river won't run to the sea
I won't let you fly
I won't say goodbye
I won't let you slip away from me

 

Una mano artigliata gli sfiorò il viso.

“Siete grande per piangere…
Bocchan”

Un sorriso sghembo.
La voce incerta.

“Come osi idiota”

La risposta nacque da sola sulle sue labbra
Voce spezzata..
Sembrava la cosa più naturale del mondo, ma così sbagliata.
Il moro sorrise.

“Si… lo sono…”

Accadde in pochi istanti.

Le lunghe ciglia si chiusero un’ultima volta.
Il petto smise di muoversi.

“Sebastian…”

Quel nome uscì dalle sue labbra con un sussurro potente come un tornado.
Allungò la mano per sfiorarlo ma… non ci riuscì mai.

Il corpo di Aleixo si dissolse in una nuvola di piume.
Piume consumate in un attimo da fiamme nere.

Cenere alla cenere, polvere alla polvere…

Del grande demone non rimase che una singola piuma nera.

 

“E ma che diamine!”

Il ragazzo voltò la testa di scatto.
E… quel pagliaccio chi diavolo era?

“Cos’hai da guardarmi così schifato tu?
Sei tu che sei indecente.
Io sono perfetto… non potevo mancare alla sua dipartita.
Ma quell’idiota non mi ha nemmeno guardata!
Tch demoni… e copriti prassita!”

Un soprabito rosso gli venne lanciato addosso.
Non si era reso conto di non avere che una camicia logora indosso.

“Ringrazia Phantomhive che ho da fare…
Ma lo spettacolo è stato divertente…
Sebas-chan mi mancherai…”

Avrebbe potuto giurare di vedere dei cuoricini uscire da quegli occhi verdi.
Non sapeva perché ma detestava quell’essere.
Senza dar a vedere il dolore che provava nei movimenti si alzò.

“Sono proprio curioso di vedere come farai adesso che lui è morto…
Non ti do un anno di vita cucciolo.
Contavi su di lui da umano e anche da demone.”

Umano? Demone?
Di cosa stava parlando…?
Non diede a vedere la sua confusione.
Si limitò ad ignorarlo esteriormente.
In realtà carpì ogni singola informazione dalle farneticazioni di quell’essere rosso.

Si mise quel soprabito.
Non sapeva perché ma aveva l’illusione che qualcuno lo abbracciasse.
Un nome gli venne alla memoria.
Zia Ann… Angelina…
Ma null’altro.

Raccolse l’unica traccia terrena rimasta del demone moro.
Le parole del rosso ormai erano vaneggiamenti.
Si voltò e iniziò ad allontanarsi.

Avrebbe dato qualsiasi cosa per degli abiti…

Era così concentrato che non si rese conto che la sua aura lo stava ricoprendo.
Lo aveva fatto così tante volte per cacciare che ormai bastava solo il desiderio.

Il rosso soprabito divenne nero.
Le gambe nude si coprirono di stoffa onice.

La camicia logora ritornò nuova, ma rossa come quegli occhi.

Occhi che aveva impressi nella memoria.
Occhi che mai lo avrebbero lasciato.
Occhi che, non sapeva come, avrebbe ritrovato.
Ci fosse voluta tutta l’eternità.

Un leggero ghigno si formò sul suo volto.
Era dolorante.
Senza memoria.
Ignorava chi e cosa fosse.

Però aveva un obiettivo.
Questo bastava.

Ancora non lo ricordava…
Ancora non lo sapeva…

Ma lui, Ciel Phantomhive, era finalmente tornato.




§§§§§§ NDA part 2 §§§§§


Ok riponete i forconi e tutto il resto... Sebby ci ha lasciato... ma Ciel è vivo, no? ^^''

Questa è la fine.. tolto l'epilogo.
Ci si rilegge prestissimo... non so se lo pubblico oggi o meno.
Ja neh ^^

Tsuki
   
 
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