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Autore: 19_ACSECNARF_94    23/11/2013    2 recensioni
questa storia segue hunger games la ragazza di fuoco.
se capitol city avesse vinto, se la ghiandaia imitatrice fosse stata sconfitta, come sarebbe la vita di Katniss e dei suoi amici?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando torni a essere niente

La fama prima o poi sparisce e tu torni a essere niente… tutti ti odiano, chi prima ti amava o non c’è più o ti odia…
Capitolo City ha vinto e la ghiandaia imitatrice ha perso, si ho perso, ho perso miseramente, sono stata schiacciata, la sconfitta fa male, ma quello che più mi rode l’anima è il voltafaccia della gente, dei miei amici…
Vivo da clandestina nel distretto 13 dal momento in cui il mio distretto è stato raso al suolo, Gale non ha mantenuto la sua promessa, non ha salvato la mia famiglia, mia madre e Prim sono morte nell’esplosione.
Gale mi odia, odia tutto di me e per vari motivi.
 Mi odia perché sono stata la ghiandaia imitatrice.
Mi odia perché ora non lo sono più.
Mi odia perché ho dato la speranza, ma questa speranza ci ha delusi, non siamo riusciti a sovvertire Capitol City.
Mi odia da quando ho baciato Peeta, da quando ho annunciato il matrimonio con lui.
Mi odia da quando ha capito che amo Peeta… già Peeta…
Capitol City lo ha liberato finalmente, ma non è più lui, mi odia, odia tutto di me… non ricorda più che un tempo mi amava, nel suo cuore non c’è più amore, c’è solo odio… Capitol City l’ha cambiato, ha cambiato il mio Peeta.
Qui nel distretto 13 posso uscire dalla mia stanza solo a determinate ore, le ore in cui Peeta non è in circolazione… mi vuole vedere morta, mi vuole uccidere con le sue stesse mani, quelle mani che mi hanno accarezzato, mi hanno tranquillizzato nell’arena e anche fuori, quando mi svegliavo di colpo, urlando per un brutto sogno, le sue mani erano sempre lì, pronte a donarmi dolcezza.
Li odio per quello che gli hanno fatto…
 
Un giorno lo trovarono che vagava nei pressi del distretto 13, corsero ad avvertirmi. Salì in superficie e appena lo vidi corsi, corsi più velocemente di quanto avessi corso nell’arena, lo abbracciai, ero così felice, era vivo… la felicità era tanta che non mi resi conto che le sue mani si trovavano al posto sbagliato, non erano dietro la mia schiena a ricambiare il mio abbraccio, ma erano strette al mio collo, e stringevano, stringevano sempre di più…
Per giorni, settimane, mesi, non mi arresi all’idea di averlo perduto… disobbedivo agli orari… lo cercavo… gli andavo in contro… anche se leggevo odio nei suoi occhi non mi arrendevo, lo cercavo sempre… mi ha aggredita più volte… l’ultima volta mi ha accoltellato, 10 punti di sutura al braccio destro… la gente del distretto lo ha accettato bene, lui non gli ha dato false speranze, lui non li ha delusi… mi odiano… ma non possono cacciarmi, hanno paura che sveli il loro piccolo segreto “il 13 sopravvive ancora”, e così sono sotto stretta sorveglianza, sono prigioniera nella mia stanza…
 
Ormai sono passati tre anni dal suo ritrovamento, non lo vedo da più di due anni, alcune volte cerco tra la gente notizie di lui, ha dimenticato l’amore che provava per me, ora è fidanzato… tra qualche mese si sposa, ma lui non mi ha dimenticato, lui mi odia ancora… a volte lo sentono parlare di me, spera che muoia in quella stanza, cerca di persuadere i miei carcerieri affinchè mi lascino a marcire lì dentro…
Nonostante tutto il suo odio, io non mi dimenticherò mai del suo amore… grazie Peeta, mi hai fatto capire cosa vuol dire amare…

  
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