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Autore: _Marlee_    23/11/2013    0 recensioni
Adesso ci sarò io a proteggerti, a tenerti al sicuro, a scaldarti quando hai freddo. Cit. Callie
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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La mia vita è cambiata, è cambiata quando il mio migliore amico morì in guerra, lui morì e io non c'ero, ma quando ero li nell'hangar a vedere scaricare la bara coperta dalla bandiera americana il desiderio di continuare quello che lui aveva cominciato era forte, quindi decisi di arruolarmi, andando contro le opinioni di mia madre e di mio padre, contro le lacrime di mia sorella, contro tutto, perche io glie lo dovevo, a lui. 
Quel giorno eravamo in circospezione, ma ad un tratto fummo attaccati dai nemici, da dei ribelli, io riuscì a sparare ad un paio, ma quando sentì quello sparo, troppo vicino, pensai sul serio che avesse sparato a me per un momento, ma no, io ero ancora in piedi, mi voltai e vidi lei a terra, sparai all'uomo che l'aveva ferita, non sapevo se fosse morta o no prima di avvicinarmi a lei, i suoi capelli biondi erano tutti sporchi di fango,  e quei suoi occhi azzurri che mi guardavano, sofferenti, lei era bellissima, forse una delle donne piu belle che io abbia mai visto, poi mi porse una foto "Ti prego, cerca questa persona e dille che resterà sempre nel mio cuore, ma che non riuscirò ad abbracciarla mai piu, continuerò a proteggerla, ma  lei non deve essere triste perche io ho lottato per il mio paese, era quello che volevo, e sapevo le conseguenze" disse lei con un filo di voce "No, lei non morirà, non oggi.." continuai leggendo la targhetta nella sua divisa "..Maggiore Robbins, lei non morirà oggi, glie lo posso assicurare" lei chiuse gli occhi, si stava lasciando andare "Maggiore Robbins, resti sveglia, resti sveglia, adesso arrivano i soccorsi" lei riapre gli occhi "Ti prego trovala, non pensare a me, fa freddo" stava morendo, e i medici non sarebbero mai arrivati in tempo, la presi in braccio e ci mettemmo al sicuro, la strinsi, perche nonostante tutto potevo scaldarla ancora per un po, potevo farla sentire protetta, al sicuro "Non ti preoccupare, con te ci sono io, non ti lascerò, starò qui fino alla fine" lei accennò un sorriso, io continuavo ad accarezzarle i capelli biondi, morbidi e leggermente mossi. I medici arrivarono, ma per il Maggiore Robbins, non ci fu niente da fare, lei era morta, una donna cosi perfetta era morta in un posto cosi pieno di violenza, tra le braccia di una sconosciuta, il mio periodo di servizio sarebbe finito da li a poco, continuai a pensare a quella donna e non avevo ancora avuto il coraggio di guardare la foto, l'ho messa sotto il cuscino, ma non l'ho mai guardata. Quella sera finito il servizio e finita la cena andai in camera mia a riposare, misi la mano sotto il cuscino, mi ero dimenticata della foto, la tirai fuori, e la ragazza che c'era nella foto, era altrettanto bella, anche lei aveva gli occhi chiari, anche lei aveva i capelli biondi, lisci e lunghissimi, indossava uno strano cappellino sportivo. L'avrei cercata, giuro, avrei girato l'America se fosse stato necessario, ma l'avrei trovata e le consegnerò la foto  e le dirò quello che il Maggiore Robbins mi chiese di riferirle. 
Il tempo da militare, per me è finito, sono riuscita a terminare la missione di Mark, il mio migliore amico, ho finito quello che lui aveva cominciato, ma non ci penso neanche a tornare, non è il mio posto, non è il mio lavoro, ma sono orgogliosa di avere 7 medaglie e di avere lottato per il mio paese. 
Mi misi in viaggio, l'unica cosa che sapevo era che la famiglia Robbins viveva nell'Oregon, sapevo solo lo stato, niente di piu, li c'era la famiglia della donna che mi era morta tra le braccia. Non ho neanche partecipato al funerale perchè ero al campo, mi è dispiaciuto, forse avrei trovato li la ragazza della foto, ma non c'ero e ora sono in un treno diretto nell'Oregon. 
Chiesi informazioni in ogni città che attraversavo, poi finalmente arrivai a Portland, e quando inziai a chiedere della famiglia Robbins, iniziarono a darmi delle indicazioni sempre piu precise, ero quasi arrivata. La sera stessa arrivai davanti alla villa, erano una famiglia importante, suonai il campanello "Scusi per il disturbo, sono il Maggiore Torres, volevo parlare con questa ragazza" dissi mostrando la foto, la donna si asciugò una lacrima, e io non capì "Lei non è piu qui, ormai da tempo" disse l'uomo con un filo di voce "E dove posso trovarla, ho un messaggio per lei" chiesi quasi disperata "Non la vediamo da anni, non abbiamo idea di dove sia andata" dissero loro sempre con la voce strozzata dal pianto "Grazie, vabbè vedrò come fare, condoglianze" loro mi guardarono perplessi, come se non si aspettassero che sapessi della morte del Maggiore Robbins. Voltai le spalle e delusa tornai alla macchina e poi all'albergo. Io non so niente di questa donna, so solo.. no, non so proprio niente. Ripresi in mano la foto e solo in quel momento notai un dettaglio importante, il cappellino che indossava era della squadra dei Jaguars, avrei riconosciuto quello stemma tra mille e mille, mio padre portava sempre me e mia sorella a quelle partite, erano la squadra piu famosa di Jacksonville, ora sapevo dove andare, ora sapevo dove trovarla. 
E oltretutto avrei dovuto anche ringraziarla, perche quella foto sotto al mio cuscino era l'unica cosa che mi faceva impegnare nel mio lavoro, facendomi riuscire a tornare sana e salva all''accampamento tutte le sere, è come se per me fosse stata un angelo. 
Girai tutta la mia città, quando incontrai April, una mia vecchia amica "Torres, cosa ci fai qui a Jacksonville? Pensavo che non saresti piu tornata in questo posto, anche perche i tuoi si sono trasferiti a Miami un bel po di tempo fa" disse lei sorridendo "Si, no, lo so, il motivo per cui sono tornata qui è perche sto cercando una persona, questa." gli mostrai la foto lei sorrise "Ti prego, dimmi che l'hai già vista da qualche parte" lei continuò a sorridere "Oh si, la dottoressa Altman, che però adesso non è quasi piu Altman, perche sta divorziando, comunque si si, la conosco, grazie a lei l'ospedale va avanti" iniziai a sorridere anche io "Quindi se io vado all'ospedale e chiedo della dottoressa Altman, mi portano direttamente da lei?" sorrisi "    Certamente, chiedi della Altman" non sapevo come ringraziarla, gli diedi due baci sulle guance e corsi verso l'ospedale. Entrai e un paio di medici mi si avvicinarono "Signora sta bene?" mi chiesero venendomi con il fiato corto "Io si sto benissimo, è colpa delle sigarette, la dottoressa Altman, ho bisogno della Dottoressa Altman" loro non esitarono a chiamarmela, ma la donna che poco dopo arrivò non era quella che era nella foto, aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri ma non era lei.. Dietro di lei arrivò quella donna che volevo io, bionda, con i capelli lunghissimi e lisci, con un sorriso bellissimo con tanto di fossette, quando la prima mi si avvicinò io mi scusai e andai a parlare direttamente con quella che arrivò dopo "Dottoressa Altman.." dissi io con un sorriso alquanto ridicolo forse "La prego mi chiami dottoressa Robbins, ha bisogno di qualcosa?" disse lei continuando a mantenere quel sorriso perfetto "Ho bisogno di un paio di minuti con lei in privato, sono il Maggiore Torres" quel sorriso sparì in un istante, e non tornò piu, andammo nella sala conferenze e inizia a raccontarle tutto "Per prima cosa io la devo ringraziare, lei mi ha salvato la vita, lei è stata il mio angelo custode" dissi io facendo sfumare il mio sorriso, per rispetto della sua perdita, appoggiai nel tavolo la foto "Questa doveva proteggere lei, non te, lei era l'unica persona che non mi ha mai tradito, l'unica persona con la quale mi sono sentita protetta, lei non mi ha mai abbandonato, quando la mia famiglia mi ha disconosciuta perche ero lesbica, Arianna, mia sorella maggiore, è stata l'unica persona che mi è rimasta vicino nonostante tutto, e adesso non c'è piu, e tu sei venuta qui a ricordarmelo" disse lei non riuscendo piu a controllare le lacrime "Sono stata vicino a tua sorella fino alla fine, quando le spararono io ero davanti di lei, sparai al ribelle che l'aveva ferita e mi presi cura di lei fino al suo ultimo respiro, so che fa male, ma devi sapere che lei mi ha chiesto di cercarti, lei mi ha chiesto di dirti di non soffrire perche lei era orgogliosa di quello che stava facendo pur essendo consapevole delle conseguenze, mi disse che avrebbe continuato a proteggerti, forse piu di prima, e che lei ti avrebbe tenuta nel cuore per sempre, credi ancora che io sia venuta qua solo per ricordarti di lei o adesso pensi che potrai superare meglio la situazione sapendo quello che lei mi disse era tutto rivolto a te, dottoressa Robbins lei è stata il suo unico ed ultimo pensiero, dovrebbe esserne felice" dissi io controllando le lacrime, cosa per la quale sono stata addestrata, in quel momento lei si alzò uscendomi dalla stanza, portandomi via anche l'unica cosa che mi era rimasta, la foto. 
Tornai all'albergo, pensai per tutto il tempo a quello che mi aveva detto, quando andai a parlare alla famiglia, mi sembrava che fossero molto dispiaciuti anzi preoccupati. Comunque lei ha reagito in modo normale, anche io quando morì Mark mi comportai cosi, perche volevo che ci fosse un angelo anche per lui. 
La sera stessa chiamai April e insieme andammo al locale piu figo di Jacksonville "Alla fine sei riuscita a parlare con Arizona?" chiese lei con un tono di voce alquanto alto per via della musica "Chi?" chiesi io "La dottoressa Robbins" confermò lei "Ahh, sisi, ho fatto quello che dovevo fare, ora non mi resta che tornare a Seattle per finire la mia specializzazione e cominiciare la mia vita, vieni?" chiesi io senza troppi giri di parole "A Seattle? Io ormai ho finito la mia specializzazione, e adesso sono uno strutturato qui a Jacksonville" disse lei un po delusa "A Seattle non fanno che parlare di uno dei migliori chirurghi d'urgenza di sempre e indovina un po, sei proprio tu, avresti un posto assicurato come strutturata al Sealttle Grace, pensaci, io rimango qui ancora per un po". Ordinammo un paio di drink e poi uscimmo, quando notai che April non era piu dietro di me, ma che l'avevo persa, tornai indietro e notai che chiaccerava con una bionda che mi dava le spalle, mi avvicinai e capì che era la dottoressa Robbins, quando lei mi vide smise di parlare "Maggiore Torres" fece il segno tipico dei militari "Dottoressa" dissi io con un po di malinconia nella voce "Possiamo uscire da qui, le devo delle scuse" mi disse lei, prendendomi per il braccio. Appena arrivammo fuori, la musica si sentiva a mala pena e lei mi guardò per un secondo "Maggiore Torres, mi dispiace davvero tanto per come mi sono comportata oggi, non avevo il diritto di assumere un atteggiamento simile, sono stata cafona e irrispettosa" continuò lei "No, dottoressa Robbins, io la capisco benissimo, so cosa si prova quando si perde una persona importante, ne ho viste parecchie, questo suo comportamento è normale, non si scusi" dissi io cercando di farla sentire meno in colpa "Si, ma anche se io sono distrutta dentro questo non giustifica il mio comportamento con lei, anzi dovrei ringraziarla per avermi riferito particolari che se non fosse stato per lei io non avrei mai saputo, l'unica cosa che avrei dovuto fare era ringraziarla all'infinito" disse lei con un piccolo sorriso "Guardi, se vuole, possiamo smettere di chiamarci Maggiore e Dottoressa, e magari darci del tu, poi torniamo dentro e magari mi offre un drink, che ne pensa?" ormai April si era persa a parlare con il suo amico, o forse piu di un amico, entrai con la bionda e ci sedemmo al bancone "Comunque piacere Arizona" si presentò lei "Callie Torres" ordinammo due tequile e parlammo per tutta la sera. Forse sapere che anche lei era lesbica non mi aiutò per niente, perche ad ogni parola che diceva io ero sempre piu attratta da lei, fino a che capì  che non avrei piu potuto trattenermi e con una scusa banale andai al bagno, ma non servì perche poco dopo entrò anche lei "Quando oggi ti sei presentata come il Maggiore Torres mi è preso un colpo, perche Arianna mi parlava spesso di te, anzi mi diceva di tutto, di come eri abile nel sparare, da come resistevi a qualunque attacco ma la cosa che lei amava di te erano i riflessi, diceva che erano sicuramente migliori di quelli di un gatto, lei non faceva altro che parlare del suo superiore e credo che morire tra le tue braccia fosse per lei il modo piu bello di andarsene, sapeva che sarebbe successo e avrebbe vuoto proprio che succedesse cosi" disse lei avvicinandosi a me, notai sempre di piu che i suoi occhi azzurri erano sempre piu simili a quelli di sua sorella, iniziavo a intravedere tutte le somiglianze "Non è vero, io non ero un suo superiore, non mi è mai piaciuto esserlo, ma sono lusingata che lei ti abbia parlato di me" dissi io indietreggiando un po "Si, mi rasserena il fatto che lei non fosse sola, ma che ci fosse qualcuno vicino a lei che come minimo la scaldasse" continuò lei "Io c'ero, ero li, con lei" in quel momento, non me ne resi neanche conto, lei afferrò il mio cappotto avvicinandomi a lei, mi guardò dritta negli occhi, e fui certa di vedere in quel esatto istante, il suo cuore che piano piano si ricostruiva, non fu lei a baciarmi, ma io, io misi a contatto le nostre labbra, continuai a baciarla e ad accarezzarle i capelli, poi lei si staccò "No, non posso, non posso innamorarmi di un militare, non posso permettermi di soffrire ancora" disse lei, forse presa un po troppo dalla situazione, allora tentai di sdrammatizzare "Chi? Chi è il militare in questa stanza? Io vedo solo due chirurghi" dissi io sorridendo, era la verità, non volevo piu tornare dove la gente muore, volevo rimanere dove la gente vuole vivere. 
"Non tornerò mai piu laggiu, ma sarò comunque lontano da qui" dissi io guardando il pavimento "Devo finire la specializzazione a Seattle" continuai, lei mi guardò per un secondo "Quando parti?" mi chiese "Il prossimo lunedì" dissi io triste, lei mi ribaciò "Vogliamo vivercela fino al prossimo lunedi o ti sei gia pentita?" chiese lei "Oh certo che no, forse è la prima cosa buona che faccio dopo una vita, ma forse sei tu quella che non può, sei ancora una Altman" gli presi la mano ricordandole che aveva ancora una fede nell'anulare "Teddy? Io e Teddy ci siamo sposate perche ci amavamo è vero ma adesso la passione è finita, non c'è piu niente tra me e lei, siamo state bene, ma adesso ognuna per la sua strada, abbiamo un bellissimo rapporto, ma questo anello non ci lega piu" disse sfilando l'anello e mettendolo in tasca. Lo so, la conoscevo da poche ore, ma in realtà lei occupava la mia mente gia da un po. Ma il week end finì in fretta, e inziai a preparare la mia valigia, lasciando fuori un paio di vestiti in caso di necessità. La sera mi arrivò un messaggio da parte di Arizona "Fatti trovare pronta per le 21.00, non fare storie, passo io a prenderti, non vestirti da super fica anzi andrà bene una tuta, tanto sarai perfetta anche con quella." ecco questi sono i messaggi che mi fanno completamente sciogliere, che mi rendono felice, che mi mancavano, questi erano piu o meno i messaggi di Mark. 
Alle 21.00 ero pronta e la stavo aspettando fuori dal portone del mio palazzo, lei arrivò, io salii in macchina "Ciao perfezione" dissi io, ma lei non partì, poi capì dove voleva arrivare, mi girai e gli diedi un bacio dolce e lei mi regalò un sorriso supermagico, e mi portò allo stadio, e mi mostrò due biglietti per i Jaguars, scese dalla macchina e mi schiacciò in testa il berrettino che aveva lei nella foto "Adesso sei perfetta" disse lei, io risi e lei mi baciò, cosi davanti a tutti, senza imbarazzo, cosi come se fosse una cosa completamente normale. Guardammo la partita, la nostra domenica sera finì cosi, tra un bacio e l'altro, tra un goal e l'altro, ma alla fine mi fece il regalo piu grande di tutti, mi portò fino a bordo campo mentre i giocatori stavano uscendo "Ehii, la prego può farmi l'autografo, per lei, è la mia ragazza e ti ama alla follia" disse lei cercando di attirare l'attenzione dell'attaccante, si avvicinò a noi, mi sembrava un sogno "Dove lo volete l'autografo?" io non sapevo dove farmelo fare, ma a lei venne l'idea geniale, mi tolse il cappellino e gli disse "Qui, faccelo qui" lui chiese "A chi lo dedico?" "A Callie" disse lei "e Arizona" aggiunsi io. Quella serata non pote che finire meglio. Ma la mattina dopo era il problema, io non sarei mai riuscita a partire, non lasciandola da sola a Jacksonville, non lasciando qui anche un pezzetto del mio cuore. La notte rimase a dormire da me, in albergo, dormimmo abbracciate e quella fu la notte piu bella della mia vita, perche solo ad averla vicina io mi sentivo apposto. Andammo insieme all'aereoporto, lei mi accompagnò il piu avanti possibile "Callie, tu sei stata la prima persona che dopo anni mi ha riaggiustato il cuore, ma credimi adesso non lo stai spezzando di nuovo, sono felice per te e per la tua carriera, a me basta che tu sia al sicuro, che tu sia qui in America e non li in Iraq, basta che tu non ti dimentichi di me" disse lei "Parti, parti con me, cosi senza aver programmato niente, parti, so che a Seattle c'è un posto come primario di pediatria, so che per te è difficile, ma insieme stiamo bene, e anche se spero che duri per sempre non posso prometterti niente, ma io ti amo Arizona" dissi io ormai non riuscendo piu a trattenere le lacrime "Callie, io.. io.. io non so cosa dire, SISISI, però partiamo domani, torna da questa parte"  scavalcai la transenna e la abbracciai forte, forse non ho mai abbracciato nessuno cosi forte, la baciai mi prese la mano, le nostre dita si intrecciavano perfettamente "Ti amo anche io Maggiore Torres" uscimmo insieme dall'aereoporto e tornammo a casa sua per preparare le valige. Il nostro futuro rimase intrecciato per sempre, a Seattle. "Adesso ci sarò io a proteggerti, a tenerti al sicuro, a scaldarti quando hai freddo, Arizona, non sei piu da sola, adesso hai me, sono qui per te" dissi io appena ci sedemmo sul nostro posto nell'aereo "Era destino, io e te eravamo destinate ad incontrarci, a stare insieme e ad amarci, io e te siamo infinito" disse lei cercando di baciarmi "La volete piantare con tutto questo romanticismo? Oh la" disse April dentro di noi infilando la testa tra i nostri due sedili "Ci sei mancata Kepner".
  
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