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Autore: Goldenslumber14    24/11/2013    4 recensioni
I know your eyes in the morning sun
I feel you touch me in the pouring rain. And the moment that you wander far from me,
I wanna feel you in my arms again.
Le parole di questa canzone mi hanno ispirato per una Flashfic. Immaginatevi, in una giornata nuvolosa e triste d'autunno, due ragazzi che si rincorrono nel parco, immaginate che tra loro ci sia qualcosa di più dell'amicizia, immaginate un sentimento puro, come la pioggia.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                 How deep is your love
 

I know your eyes in the morning sun
I feel you touch me in the pouring rain.
And the moment that you wander far from me,
I wanna feel you in my arms again.

 

Liverpool -1957-

 

Le foglie scricchiolavano sotto i passi dei due giovani, che ancora una volta si rincorrevano per il parco. I loro volti illuminati dalla gioia e dalla giovinezza erano come una luce su quel cielo scuro e pieno di nuvole.

-Quanto sei lento McCartney- urlò John voltandosi per un attimo. Gli sfuggì un sorriso, che avrebbe preferito nascondere agli occhi di Paul. Sentì la sua risata cristallina e immaginò i suoi occhi che risplendevano come il sole. Anche se era da poco che si conoscevano, avevano passato molto tempo assieme e John sentiva che il loro rapporto era qualcosa oltre l'amicizia. Ma non voleva ammetterlo, così scacciava dalla mente qualsiasi pensiero che riguardasse Paul.

Il ragazzo aumentò l'andatura della corsa per raggiungere John, che l'aveva superato da tempo. Era una di quelle giornate tristi d'autunno, il vento era forte e spazzava via le foglie dalla strada. John era andato da lui a gli aveva detto – Hey, ma se andiamo al parco?- Paul aveva subito accettato, gli piaceva l'idea di stare solo con John al parco. Così si erano ritrovati a rincorrersi, come dei bambini.

Ripensando a gli avvenimenti di poco prima Paul aveva perso di vista John e si sentiva spaesato. Perso in quel parco, da solo. Provò a chiamarlo ma non rispose nessuno. Camminò nervosamente scostando rami e foglie d'impiccio -John?- lo chiamò, ma ancora nessuna risposta. Si guardò nuovamente intorno e aumentò l'andatura.

John spuntò da un cespuglio urlando come un pazzo, facendo urlare anche il suo amico, che cominciò a correre sempre più veloce, fino a che non cadde a terra.

John si sedette ridendo -Ma ti ho spaventato?- chiese col fiatone. Paul respirò profondamente prima di dare una risposa -Si- John rise e si stese insieme a lui. Le fronde degli alberi si muovevano sotto il tocco del vento, ma per quanto poetico e ispirante potesse essere quel posto, John aveva occhi solo per Paul. Essere accanto, ma allo stesso tempo lontani era una tortura per John, che avrebbe tanto voluto toccare la sua pelle candida e morbida.

I pensieri di John furono interrotti da una goccia, che gli era piombata sul viso. Due,tre, quattro gocce.

-John, qui sta per venire un temporale del cavolo, andiamo- John lo fermò prendendolo per un braccio -No, rimani ancora un po' qui- il ragazzo più giovane annuì stranito e si ristese, guardando il cielo pieno di nuvole minacciose.

Lo sguardo di John si posò sulla mano di Paul. Ogni volta che suonavano non poteva far a meno di notare quanto fossero belle mentre pigiava le corde della chitarra, di come si muovessero sicure su di essa.

Vide la sua mano muoversi e stringere quella di Paul. Avrebbe voluto morire, cosa gli aveva permesso di fare ciò? La sua coscienza non lo avrebbe mai permesso.

Paul lo stava guardando. I suoi occhi traboccavano di domande e di timidezza, che si trasformò nel rossore che dipinse le sue guance.

-Non lo devi dire a nessuno intesi?- il maggiore lo guardò minaccioso e Paul fu come costretto a dire di si, anche se era sicuro che non ne avrebbe fatto parola con nessuno.

I due si alzarono da quel manto di foglie, scambiandosi sguardi interrogativi. Entrambi non sapevano cosa stesse accadendo nei loro cuori, nella loro mente, ma qualcosa c'era ed era più dell'amicizia -Andiamo- John prese nuovamente la mano di Paul e stavolta con più sicurezza, facendolo sorridere e illuminargli il volto.

Corsero sotto la pioggia, fregandosene di ciò che avrebbe pensato la gente vedendoli mano nella mano.

Si fermarono quando videro che il parco era finito e che da lì in poi, il loro sogno sarebbe terminato -Vuoi andare ora?- chiese Paul stringendo di più la sua mano, come per dargli la giusta risposta. John sorrise -No che non voglio, scemo- gli accarezzò la guancia. Ancora più morbida e bella di come se l'era immaginata, perché quella guancia era vera.

-John, ma cosa significa tutto questo?

-Tutto cosa?

-Beh, il fatto che mi hai preso per mano, che abbiamo corso insieme sotto la pioggia e che ongi volta che suoniamo non fai a meno di guardarmi.

John abbassò lo sguardo imbarazzato. Paul lo conosceva davvero bene, era uno dei pochi che lo conosceva fino in fondo, che aveva saputo scavare nella sua anima.

-Non lo so.

-Come non lo sai?

-Ho detto che non lo so, Cristo!

-Ogni volta che ti vedo mi sale su l'agitazione, quando pronunci il mio nome il cuore comincia a battermi più veloce e certe volte non riesco neanche a fare un discorso di senso compiuto!

-Si, l'ho notato

Paul lo spintonò -Sono serio John, anche se certe volte mi tratti da schifo, non ce la faccio ad avercela con te perché- John lo interruppe finendo la frase per lui -Non puoi avercela con una persona a cui vuoi bene veramente.

Rimasero lì, a guardarsi l'un l'altro. Solo la pioggia si degnava di spezzare quel silenzio religioso. Poi tutto accadde così, come quando scoppiano i fuochi d'artificio.

John si ritrovò tra le braccia di Paul, che lo stringevano a se in un caldo abbraccio. Ricambiò anche lui, accarezzandogli i capelli e chiudendo gli occhi per assaporare a pieno quel momento, che così poche volte si sarebbe ripetuto -Promettimi che riaccadrà- disse Paul senza staccarsi da John -Ma Paul...

-Dimmi che mi amerai.

-Va bene, te lo prometto, però adesso vai, se no ti pigli qualche malattia del cazzo e non puoi più suonare- si lasciarono e John guardò la persona che amava allontanarsi ridendo -In questo caso verresti te da me.

-Domani, da me, alle quattro intesi?

Paul alzò il pollice e scappò via. Lo guardò correre fino alla fine della strada e poi mentre svoltava l'angolo.

Si avviò solo per la strada di ritorno. Gli mancava Paul, già, come ogni volta che andava via.

Voleva essere nuovamente tra le sue braccia.

  
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