PUGNO DESTRO

Il sole aveva cominciato la sua lenta discesa nel cielo azzurro, colorando le nuvole di un rosa delicato che le rendeva ancora più soffici ed invitanti, come pomposo zucchero filato, quando due ragazzi delle medie si avvicinarono pesantemente ad una panchina sul ciglio della stradina sterrata.

Il più basso dei due, dal lungo caschetto di capelli turchesi, si sedette per primo sull'oggetto di legno, con una delicatezza ed educazione che proprio non s'addiceva ad un ragazzo delle medie, le gambe strette, le spalle dritte e le braccia rigide lungo i fianchi. L'altro, al contrario, era anche troppo rilassato, sedendosi pesantemente sul legno, occupando più del posto che gli era stato riservato. Si portò la mano su di un occhio, arrivando con le dita affusolate a scompigliarsi i corti capelli blu “Mi dispiace che tu sia rimasto coinvolto, Aomine-kun” Il ragazzo più alto sobbalzò un secondo, risvegliato dalla voce dell'amico che aveva rotto quel silenzio che iniziava a diventare snervante.

“'Mi dispiace' un cazzo, Testu” sbottò irritato abbassando la mano, mostrando un'ampia macchia violacea che colorava la pelle intorno all'occhio destro “Ma che cavolo ti passa per la testa?! Se quei tipi hanno fatto a me un occhio nero, probabilmente a te avrebbero spezzato le ossa” Kuroko abbassò lo sguardo, improvvisamente colpito dalla punta lucida delle sue scarpe da basket. Avevano appena finito gli allenamenti ed avevano ancora le divise della Teiko addosso, ma era incredibile come le sue scarpe fossero rimaste lucide in mezzo a tutto quel polverone che si era alzato durante la rissa “Anche tu gli hai mollato un bel pugno, comunque” mormorò Kuroko ignorando completamente l'affermazione del suo compagno di squadra ed infilando la cannuccia del cartone del succo di frutta che aveva appena cacciato dallo zaino. Era un po' ammaccato, ma si poteva ancora bere.

Aomine, seccato dall'atteggiamento di Kuroko, guardò prima il succo di frutta poi Kuroko ed improvvisamente sentì la lingua secca e pastosa, ma evitò di chiedere all'amico un po' di succo.

In compenso si alzò in piedi di scatto, raggiante in viso “Già, hai visto, Testu? Gli ho mollato un bel gancio destro” disse soddisfatto mimando il movimento che aveva fatto nello scontro “Per un attimo ho creduto che gli saltassero i denti da bocca” E mentre ancora sferrava pugni contro un nemico invisibile, Kuroko finì il suo succo “Non mi piace la violenza” mormorò abbastanza forte da farsi sentire dall'altro ragazzo, guardando il cartone del succo nelle sue mani “Le cose non devono essere risolte con le risse” continuò, la voce che come al solito non lasciava trasparire alcuna emozione “Non dovresti dire certe cose, Aomine-kun” concluse, puntando i suoi occhi azzurri contro quelli blu scuro di Aomine, che era rimasto ad osservarlo sorpreso, le braccia sospese in aria, ancora nella posizione di chi ha appena sferrato un pugno contro qualcuno. Sbattè le palpebre un paio di volte “Eh?”

Kuroko continuava a sostenere il suo sguardo stranito, con l'espressione di chi afferma di dire solo la pura verità “Eh?!” ripeté Aomine iniziando a mostrare segni di rabbia ben poco celati. Gli si avvicinò minaccioso, puntandolo con il dito “Tu! Non solo ti cacci in un guaio del genere, rischiando di venire picchiato da una banda di delinquenti” disse alterato “Non mi hai detto neanche grazie per averti salvato le chiappe, e ti ricordo che io mi sono preso un pugno in faccia per proteggere te, piccolo ingrato” si indicò l'occhio e Kuroko abbassò lo sguardo, consapevole della sua colpa “Ed inoltre mi vieni anche a fare la predica?”

“Non volevo che succedesse tutto questo” sospirò il più basso “Ho solo visto che stavano trattando male dei bambini nel parco, e … non ci ho pensato due volte a dirgli come la pensavo”

Aomine abbassò le braccia lungo i fianchi, esausto. In volto un espressione di sconforto, la rabbia quasi del tutto sbollita “Sei veramente un tipo strano, Tetsu” e tornò a sedersi accanto all'amico sulla vecchia panchina, le braccia incrociate dietro la nuca “È quello il tuo problema”

Kuroko lo guardò interrogativo “Che sono strano?” L'altro gli mollò uno scappellotto dietro la testa. Non glielo aveva tirato così forte, ma visto che Kuroko era un ragazzo abbastanza gracile, per poco non cadde in avanti da sopra la panchina, finendo con la faccia sulla strada polverosa “No, stupido!” gli gridò il ragazzo dai capelli blu “Il problema è che tu dici troppo spesso quello che ti passa per la testa” affermò, sottolineando il termine 'spesso' “soprattutto senza prima ragionare!”

Kuroko cominciò nervosamente a giocare con il cartone ormai vuoto del suo succo di frutta “Mi sembra giusto dover dire alle persone cosa penso, senza mezzi termini” affermò “E poi Aomine-kun, anche tu fai la stessa cosa” Aomine gli lanciò un'occhiataccia , scattando verso Kuroko come un gatto infastidito “Vedi?! Lo stai facendo di nuovo!” poi sospirò ed aggiunse in tono solenne “È per questo che ho deciso!”

Kuroko lo guardava come si guarda un uomo sul punto di dire una pazzia “Deciso?” Per un attimo gli balenò in mente l'idea che Aomine decidesse di non essergli più amico, ma si costrinse a non pensarlo.

Il ragazzo dai capelli scuri si alzò, portandosi nuovamente di fronte all'amico, e con il pugno teso verso il suo interlocutore disse “Si, ho deciso! Visto che ti cacci sempre in guai come questo, Testu, io sarò il tuo pugno destro!”

Kuroko si fece scappare un lieve sorriso, biascicando un 'grazie' imbarazzato mentre faceva schioccare le proprie piccole nocche bianche contro quelle scure di Aomine, il quale tornò a sedersi, felice di aver fatto contento il suo compagno di squadra.

Insieme restarono seduti per un po', in silenzio, ad aspettare che il sole sparisse dal cielo scarlatto.

“Aomine-kun ...”

“mph?”

“Grazie, ma ...”

“Che c'è?”

“Quello che hai detto prima … non ha senso”

“...”

“Si dice braccio destro, non pugno destro”

“... Sta' zitto, idiota!”