Prologo
-
Coraggio, ancora un’ultima spinta. –
Lyra
spinse ancora una volta, strillando a pieni
polmoni. Un vagito fu il segnale che la sua bambina aveva appena messo
piede ad
Asgard.
-
È bellissima, ha i tuoi stessi capelli neri come
la notte. – le sussurrò Frigga, stringendole
delicatamente la mano.
La
donna annuì, rivolgendo un sorriso stanco al
fagottino che le avevano deposto tra le braccia. Non sarebbe
sopravvissuta
tanto da veder sorgere l’alba, ne era perfettamente
consapevole. Osservò gli
occhi color ghiaccio della sua piccola, poi
l’affidò all’amica di tutta una
vita.
-
Promettimi che tu e Odino ve ne prenderete cura. –
Frigga
annuì, per niente sorpresa dalla richiesta.
Le condizioni di Lyra erano sotto gli occhi di tutti, era un miracolo
solo il fatto
che fosse riuscita a portare a termine la gravidanza e a dare alla luce
quel
piccolo esempio di delicata perfezione. -
Lo farò, come vuoi che si chiami? –
-
Tyra … Si chiamerà Tyra. –
Accarezzò
delicatamente la guancia della piccola, -
Spero che un giorno sarai forte proprio come il tuo papà. -,
mormorò.
Si
lasciò ricadere sul cuscino e chiuse gli occhi
per l’ultima volta.
*****
Diciassette
anni dopo …
-
Tyra, dove accidenti ti sei cacciata? – esclamò
Thor,
setacciando il perimetro con lo sguardo. Stavano giocando alla loro
personale
versione di “Caccia nascosta”, un gioco basato
sulla strategia, l’astuzia e la
forza, e stava perdendo clamorosamente.
E
Thor odiava perdere, lo sapevano tutti.
-
Sono proprio qui dietro. – replicò, arrivandogli
alle spalle e toccandolo alla schiena con la punta smussata della spada.
-
Sei stata sleale, non si colpisce alle spalle. –
Tyra
rispose con un sorriso malandrino, - Nessuno ha
mai citato questa regola. –
-
Ha ragione. – concordò Loki, colpendola nello
stesso modo in cui lei aveva toccato l’amico.
-
Per la cronaca, sei morta. – aggiunse poi, facendo
scoppiare a ridere il fratello.
Tyra
lo fulminò con un’occhiataccia, - Sei stato
sleale, non sono riuscita a sentirti quindi hai per forza usato la
magia per
barare. –
-
Le mie scuse, la prossima volta annuncerò il mio
arrivo con uno squillo di fanfara. –
-
Se combattessi lealmente ti ucciderei. – decretò
la
ragazza con sicurezza.
Loki
le rivolse un sorriso sghembo, - Bè, così non
è
che mi incoraggi a combattere lealmente, ti pare? –
Si
fissarono per un tempo che sembrò interminabile nei
loro occhi color ghiaccio, così simili a quelli
dell’una e dell’altro.
Sarebbero potuti passare per fratelli, Tyra e Loki, gli stessi capelli
corvini,
gli occhi di ghiaccio e la carnagione alabastrina. Scherzando, Thor lo
aveva
detto spesso, dicendo che erano fin troppo simili per non esserlo, ma
entrambi
lo avevano mandato al diavolo dicendo che loro non avevano nulla in
comune.
La
realtà era che Loki era divertito da Tyra, era
l’unica
ad Asgard che non si lasciasse ingannare dai suoi raggiri, e il fatto
che non
fosse sua sorella lo rendeva fin troppo felice per essere un caso.
Dalle loro
parti si credeva al principio della compagna dell’anima, due
persone si
trovavano e formavano le due facce di una stessa moneta. Fin dalla
prima volta
in cui Loki aveva realizzato quanto stesse bene in compagnia di Tyra,
che era l’unica
che non lo facesse sentire inferiore a Thor, aveva iniziato a pensare a
quella
vecchia storia. C’era anche da dire, però, che
aveva notato il modo in cui lei
e suo fratello si guardavano, come se tra loro ci fosse sempre una
sfida in
sospeso, e sapeva che a entrambi non piaceva perdere. No, questa volta
non
avrebbe permesso a Thor di metterlo nuovamente in ombra.
-
Un’altra sfida? –
La
voce del biondo asgardiano lo strappò dalle sue
riflessioni.
-
Io ci sto. – replicò all’istante Tyra,
guardandolo,
- Ci fai da arbitro? –
-
Dai per scontato che non voglia partecipare? –
Thor
si lasciò scappare una risata, - In una sfida
di velocità, sei sicuro che il tuo gracile fisico possa
reggere? –
Loki
si rabbuiò. Suo fratello la buttava sempre sul
piano fisico, come se volesse costantemente impressionarla,
perché sapeva che su
quel fronte lui non poteva certo competere.
-
D’accordo, vi farò da arbitro. –
accettò, - Si
parte al mio tre. –
Strizzò
l’occhio a Tyra, mettendola sull’avviso, poi
cominciò a contare.
-
Uno… Due, Tre. – disse tutto d’un fiato.
Tyra
scattò all’istante, sfrecciando in direzione
del castello. Correva come il vento, con i lunghi capelli neri come la
notte
che ondeggiavano nella sua scia. Thor le veniva dietro, con due
lunghezze di
svantaggio. Accelerò ancora, toccando il primo scalino con
un grido di trionfo.
-
Vince Tyra con uno stacco di tre lunghezze. –
decretò Loki, senza preoccuparsi di nascondere la
soddisfazione nella sua voce.
L’arrivo
di una delle dame di compagnia della
ragazza interruppe i festeggiamenti.
-
Lady Tyra, siete ancora qui, tra poco inizieranno
le celebrazioni. –
Emise
un gemito. Già, quella maledetta festa per il
millenario dell’insediamento di Odino sul trono, se
n’era completamente
dimenticata.
-
Arrivo subito, Crissa. –
Si
rivolse ai suoi due migliori amici, beccandoli a
sorridere davanti alla sua espressione abbacchiata, e li
guardò malissimo.
-
Tanto toccherà anche a voi, è solo questione di
minuti. –
La
verità della sua affermazione bastò a far
assumere loro un’espressione molto simile alla sua.
-
Ci vediamo dopo. – aggiunse, seguendo diligentemente
Crissa.
Sarebbe
stata una sera lunghissima, ne era certa.
Spazio
autrice:
Salve
a tutti, questa è la mia prima incursione in
questo fandom, quindi spero che la storia non sia una schifezza (nel
qual caso
vi porgo le mie più sincere scuse). Comincio dicendo che amo
sopra ogni altra
cosa il mio Loki (*__*) e concludo sperando che il prologo vi sia
piaciuto e vi
abbia interessato. Se volete lasciarmi il vostro parere con una
recensione ne
sarò felicissima. Nel frattempo vi auguro una buona serata e
vi saluto al
prossimo capitolo.
Baci
baci,
Fiamma
Erin Gaunt