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Autore: broken93    01/05/2008    1 recensioni
Se durante il divorzio dei loro genitori i gemelli avessero deciso di vivere con il padre...le cose sarebbero come ora o no? Esisterebbero i Tokio Hotel?...Spero che questa ff vi piaccia...commentate in tanti!!
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Con questa ff ho stravolto completamente la vita dei gemelli...e in parte anche quella dei Tokio Hotel...Ogni riferimento di questa storia è inventato e puramente casuale...

Non si puà mai tornare indietro

I miss you

 

-Ma voi,non potete farlo...voi vi amate...non è giusto,siete fatti l'uno per l'altra...vi siete giurati amore eterno...mamma dagli un' altra possibilità...-

-Belinda Keith Mills,non sei tu a dirci quello che dobbiamo fare,ormai abbiamo deciso...-

-Ma...-

-Zitta, non puoi più fare niente...-

Papà non diceva nulla, a quanto pare l'unica a volere ancora una famiglia unita ero io...

Le cose cominciarono ad andare male,un anno fa,quando la mamma trovò un biglietto nella tasca della giacca di papà che diceva "Ci vediamo fra tre giorni stesso posto stessa ora ciao xxx",inizialmente mamma ci passò sopra e fecero pace,ma poi comnciarono a litigare di nuovo e nessuno li fermò più fu così che arrivarono al divorzio.

Non ci potevo credere...non ci volevo credere...pregavo Dio perchè mi svegliasse da questo incubo,ma fu tutto inutile.

Mia madre ed io ci trasferimmo da Halle a Lipsia,dove trovò un dignitoso lavoro come stilista in un negozio di una sua cara amica,amava disegnare abiti per poi crearli e modificarli a suo piacere,diceva che le faceva dimenticare ogni suo problema,era una donna forte,ma nei suoi occhi potevo leggere che papà le mancava da morire.

Mancava anche a me,non c'era giorno in cui non ci pensavo,ero terribilmente arrabiata con lui per quello che ci aveva fatto,ma anche con mia madre che non gli diede una seconda possibilità e non diede a me il permesso di andarlo a trovare qulache volta.

Ogni settimana mi arrivava una sua lettera,l'ultima diceva così:

Ciao piccola,

come va lì a Lipsia??

Mi dispiace per quello che è successo,fra me e tua madre,ma ricordati che io ti vorrò sempre bene,sono stato uno stupido, lo so,ma ormai non posso più tornare indietro.

Assicurati che la mamma sia felice e trovi un uomo che la meriti di più di me.

Ti ricordi,quando ogni domenica ci alzavamo all'alba per andare a prendere dal bar di tuo zio le brioche appena sfornate??E poi tornavamo a casa con il volto pieno di zucchero a velo e crema.

Mi mancano tanto le nostre cavolate,le nostre chiacchierate,le partite di calcio che ogni mercoledì si disputavano tra i vari quartieri e che rigorosamente andavamo a vedere insieme.

So che sei arrabbiata e non riesci a capire, il perchè di questo divorzio,il pechè tua madre non mi abbia dato una seconda chance e perchè non ci faccia incontrare,ma credimi ha le sue buone ragioni,ho tradito la sua fiducia,ed ora devo pagare.

Fatti mi raccomando dei nuovi amici nella nuova scuola(quelli vecchi ti salutano tutti,gli manchi tanto),e cerca di vivere la tua vita al meglio,non avere paura di commettere degli sbagli,sono proprio loro che ti insegnano quali sono le cose giuste.

Adesso vado,buona scuola,luce delle mie giornate,ti voglio un mare(di brioche alla crema)di bene.

                                                                                                                                                             Tuo papà!!

Arrivarono altre mille lettere come questa,che si andarono ad accumulare nella mia scatola segreta sotto al letto.

Mese dopo mese aspettavo,che mia madre mi desse il permesso per poter andare a trovare mio padre,ma non arrivava mai, e più aspettavo più mi illudevo...più aspettavo più i miei sogni svanivano.

Ero infuriata con mia madre,non le parlavo più,nemmeno un "ciao",no...io non le avrei detto più niente...gliela dovevo fare pagare.

E come se non bastasse,una sera la vidi tornare a casa dal lavoro in macchina con uno sconosciuto,le chiesi chi fosse ma l'unica cosa che mi disse fu -Dovrai aspettare-.

Ogni sera piangevo,volevo andare da mio padre,lui almeno mi capiva e riusciva sempre a tirarmi su di morale,ma non mi era possibile.

A scuola,mi feci delle nuove amiche...ma non ero ancora pronta a raccontare loro la storia della mia vita e il perchè stessi soffrendo così tanto...così ero sola...sola in una nuova città...sola con il mio dolore.

Poi una sera,tornata a casa da una festa organizzata dalla mia scuola,apriì la porta e mi ritrovai davanti tre sconosciuti.

-Belinda...ti stavamo aspettando...questo è il mio fidanzato...se così lo possiamo chiamare...- 

Primo capitolo completato spero che vi piaccia...commentate in tanti...

 

  
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