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Autore: nany Mcfee    24/11/2013    0 recensioni
La vita di Emma Tors, ragazza brillante, semplice ed introversa
viene ribaltata quando per un incidente del destino incontra
l’affascinante quanto arrogante multimiliardario Daniel Cooper.
Inizierà così una storia travolgente e intensa, ma si sa che le storie
portano tanto amore quanto tormento. Riuscirà Emma a sopravvivere
nel mondo di Daniel senza ripercussioni sul loro amore?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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                   CAPITOLO 1

Mi sveglio guardando la sveglia che suona, allungo un braccio per premere il tasto di spegnimento della maledetta. Mi alzo dal letto e apro la tenda lasciando entrare una luce bellissima e accecante, noto sorridente che oggi la giornata è soleggiata, penso a cosa potremmo fare io e la mia migliore amica visto che ho la giornata sgombra di impegni, non che gli altri giorni lo siano però ogni tanto mi concedo uno spazio tutto per me e loro, qualche seratina tra donne è sempre ben vista magari facendo quello che ci piace di più in assoluto, lo shopping. Mi avvicino al comodino a fianco del letto e prendo il cellulare, un catorcio oserei dire anche se ha sempre fatto il suo dovere, manda messaggi e riceve benissimo ovunque. Non ci sono né messaggi e non c’è nessuna telefonata, “oggi non mi considera nessuno” chiamo è Celeste mia amica da circa una vita, da che ho memoria io e lei siamo sempre state amiche, il suo cellulare squilla libero poi sento la sua voce «Hey, che ci fai sveglia così presto?» sorrido a questa inaspettata risposta «Buongiorno a te... non è presto  che dici....sono le dieci a che ora avevi intenzione di svegliarti mia bella addormentata?» sospira assonnata «Mah, veramente non avevo nessuna  intenzione di svegliarmi» dice con la voce ancora più assonnata e io non posso non ridere alla sua risposta « Dai preparati che usciamo oggi, voglio fare un po’ di spese pazze, che ne dici mi accompagni?» « ragazza.... Mezz’ora e sono pronta, non potrei mai rinunciare a dello shopping con te. Ma che si fa con le altre? » “è vero ci sono anche Britanni e Mary…Umm no   solo io e Celeste andrà bene per oggi” «no tesoro per oggi usciamo solo io e te, le altre le vediamo a fine settimana» adesso riesco a sentire l’entusiasmo nella sua voce «Perfetto, dove vuoi andare di preciso a fare shopping? Centro oppure centri commerciali?» non ci avevo pensato «Potremmo fare tutti e due, prendere un taxi e spostarci dal centro città ai centri commerciali, che ne dici?» l’entusiasmo della mia amica vola alle stelle « Emma cara, così mi farai venire l’orgasmo del secolo! Ci vediamo tra poco, chiamo io il taxi e mi faccio portare a casa tua un bacio» ride mentre dice tutte queste cavolate che solo lei può pensare e poi chiude la conversazione, l’adoro è una sorella per me. Poggio il telefono sul comodino e vado a fare una bella doccia per svegliarmi e mettermi in moto, quando torno in camera chiamo la mamma e papà che non sono in casa. Accendo lo stereo e alzo il volume altissimo, in modo da non sentire nemmeno i pensieri che affollano la mente, mi vesto con dei jeans ed una camicetta semplice, ballerine ai piedi, capelli raccolti e via. Il taxi arriva e da un colpo di clacson per farsi sentire, io spengo tutto e lascio un biglietto

–Sono in giro con Celeste, forse farò tardi, un bacio la vostra Emma. - 

Salgo nel taxi, saluto Celeste e il guidatore «Ciao splendore, inizia la nostra giornata!» dice su di giri, sorrido sono felice, iniziamo con un negozio in centro che si chiama Eclissi, vestiti a costi accessibili e molto carini, iniziamo da questo e poi ci spostiamo. Celeste mi racconta della sua nuova conquista, è entusiasta ma allo stesso tempo noto nei suoi occhi un velo di tristezza  « Sai Emma, questo ragazzo mi piace un casino, con lui sto bene ma non so perché vuole fare tutto in segreto... ho paura che ci sia sotto qualcosa» il suo sguardo la dice lunga sul suo conto, non sono ancora una copia e lui le sta spezzando quel bellissimo cuore dolce «Cele, secondo me lui vuole solamente entrare nelle tue mutandine, sempre se ne porti un paio!» Sdrammatizzo la situazione con una frecciatina e un sorriso, anche lei ride «brutta stronza malefica, è ovvio che non le ho!» e ridiamo insieme come due pazze scatenate è sempre così divertente uscire con lei. Dopo gli ultimi acquisti decidiamo di passeggiare per le vie di questa grande città, passando tra le vetrine ammirando vestiti costosissimi e delle scarpe da urlo, sono stanca, mi fanno male i piedi ed ho voglia di andare a casa. Io e Celeste ferme al semaforo aspettiamo che il verde scatti «Cele stammi vicina non mi fido di queste strade super affollate» lei annuisce e sgattaiolo accanto a lei quando un tizio rimbecillito all’improvviso quasi non mi investe con un grosso suv. Celeste lancia un urlo, io sono immobile, con le gambe molli dalla paura, il guidatore scende velocemente dalla macchina scusandosi penso, ma io non sento niente, guardo quella grossa macchina imponente che stava per uccidermi e non riesco a rendermi conto che stavo per rimanerci secca. Ad un tratto si apre una portiera da cui scende un uomo bellissimo, vestito elegante di tutto punto, evidentemente scocciato e seriamente preoccupato per quello che stava accadendo, il mio sguardo estasiata alla sua vista sicuramente non aiuta a far capire come mi sento. Il signore davanti a me continua a ripetere imprecazioni parlando con quello che doveva essere il suo autista, in un momento mi tornò l’udito perfettamente e lo shock stava pian piano svanendo del tutto, l’uomo elegante continuava a sgridare il suo autista «Neal ti ho detto mille volte che devi prestare attenzione, cristo santo stavi per ammazzarla!» lui con lo sguardo basso non rispondeva a nessun’ accusa che lui gli scagliava contro. Era così bello con quei capelli neri corvini, un aria da bastardo fatto e lasciato... gli occhi bellissimi di un blu oltre mare, una bellezza oltre ogni confine e continuava a farmi domande «Ti senti bene? Vuoi che ti accompagni a casa?» scossi la testa in segno di negazione, non volevo che questo rovinasse i piani che avevo accordato con Celeste, ma lei obbiettò «Signore io mi sono spaventata molto e vorrei rientrare a casa, posso rubarle un passaggio?» Celeste e la sua sfrontatezza, ora anche io devo accettare il suo passaggio «Certo, Neal accompagniamo a casa le due ragazze per cortesia.» si gira verso di me con uno sguardo che mi  penetrava dentro l’anima e sorrise «Prego salite, dopo di voi» quanta eleganza, non avevo mai visto un uomo così elegante e bello da mozzare il fiato. Per tutto il tragitto non volò un a mosca, eravamo tutti in silenzio, un silenzio imbarazzante, io e Celeste ci mandavamo sguardi smarriti e se questi due tizi ci avessero fatto del male? Celeste era veramente pentita della sua scelta e lo capivo dagli sguardi che continuava a mandarmi. La macchina accostò vicino a casa di Celeste e lei scese prendendo tutte le sue cose «Andiamo Emma, vieni ti tengo» scendo insieme a Celeste a casa sua, il tipo sembra fuori dal mondo «Grazie mille per il passaggio» non riesco ad aggiungere  altro, mi mette in soggezione non riesco nemmeno a guardarlo in faccia lui con nonchalance chiede il mio nome ed io rispondo come una civetta stizzita «Emma, mi chiamo Emma Tors signore» quando lo chiamo signore la sua espressione cambia, sorride “Cazzo, avrà sì e no la mia età, signore oddio Emma...Signore, ma dai, sei proprio una rimbecillita” . Faccio un paio di passi e inciampo sui miei stessi piedi, menomale che Celeste mi tiene stretta altrimenti sarei capitolata a terra come un sacco di patate, avvampo imbarazzata perché il tipo continua a guardarmi da dentro la sua bellissima e lucidissima auto che poco fa stava per stirarmi a terra come una sottiletta, Celeste mi fa accomodare a casa sua il regno del disordine puro dove regna tutto tranne che l’ordine, le scarpe in ogni angolo, «Cele, ma non ti sembra ora di mettere un pochino in ordine questa casa?» lei continua a fare qualcosa, non riesco neppure a vedere cosa, ma la sua risposta arriva come un fulmine a ciel sereno «se avessi una coinquilina che magari potesse aiutarmi a fare e tenere un po’ di ordine ne sarei veramente grata, ma non so mai quando chiederglielo visto che lei lavora sempre!!» mi sbatto una mano in faccia e mi faccio pure male, «Cele mi stai per caso chiedendo involontariamente di venire a stare da te?» alzo un po’ di più la voce di modo che lei così senta bene cosa ho appena detto, arriva allegra e pimpante «Si è proprio quello che ho appena detto e non l’ho detto involontariamente.... siamo amiche da quando siamo nate, le nostre madri sono amiche, noi siamo come sorelle, perché no?» bene questa sì che non me l’aspettavo, perché no... dopotutto ha ragione siamo amiche da quando siamo nate «e diciamo....quando potrei trasferirmi da te?» la sua faccia sbalordita mi fa scoppiare in una risata fragorosa, non si aspettava di certo questa risposta di solito medito bene sulle mie scelte, sono una persona che non fa mai le cose in modo impulsivo, si aspettava di sicuro un ci devo pensare e non un sì ok adesso porto le mie cose da te «bene bene, il saggio sta imparando a dire più spesso si! Devo ammettere che sono stupita da questa risposta e da questa reazione.... Comunque anche adesso!!!!! Wow» rido e saltelliamo insieme sono veramente felice, dopo aver rotto con Carlos posso dire finalmente di star bene di nuovo, dopo vari tradimenti ci sono riuscita a lasciarlo ed ora sto bene! In mente ho sempre i pezzi del quasi incidente che mi travolgono come un treno in corsa, la sua faccia, il suo profumo scuoto la testa per rimettere in sesto le idee, è un estraneo che molto probabilmente non rivedrò mai più in tutta la mia vita. Chiamo mamma per dirle della decisione di trasferirmi a casa di Celeste, in un primo momento non so se per la sorpresa o per cosa ma è del tutto titubante ma poi alla fine anche lei si fa travolgere dalla nostra allegria e sembra contenta. Prendiamo un taxi e ci dirigiamo a casa mia a prendere tutta la mia roba, preparo migliaia di scatoloni e valige, un attimo di panico mi sta affievolendo, “sono pronta per tutto questo? Sono pronta a vivere con Celeste? Io nel mio ordine e lei nel suo disordine? La lontananza da mio padre? Si Emma sei pronta su dai ci sono i telefoni al giorno d’oggi, c’è Skype, su  vai e vivi la tua vita!” penso tra me e me, sono decisa saluto i miei, mamma piange neanche stessi andando in guerra, l’abbraccio forte e la rassicuro  «Ci sentiremo tutti i giorni, vi chiamerò e ci vedremo su Skype, e poi non sto andando in guerra mamma ci sono  due al massimo tre ore di macchina!» mio padre sorride e la stringe forte mentre io cammino nel vialetto di casa, quando salgo in taxi un magone mi stringe forte la bocca dello stomaco, ma l’allegria di Celeste mi fa passare tutto in me che non si dica. Arriviamo a casa “nostra” io e lei abbiamo deciso di dividere tutto per metà, affitto e spese varie, tolgo fuori i bagagli e mi metto comoda nella mia nuova camera, è strano ero abituata alla mia grande stanza invece qui è una camera modesta, con un letto matrimoniale semplice in ferro battuto marrone scuro, quasi nero con dei riflessi color oro che la sovrasta, una scrivania color noce scuro e un armadio dello stesso colore della scrivania per metterci dentro tutta la roba, ad un angolino della camera c’è una cassettiera con un enorme specchio color oro è bellissimo. Dopo aver sistemato definitivamente le cose mi sdraio in quel bellissimo lettone comodissimo, prendo accanto il telefono e cerco di riposare un po’. Sogno un uomo bellissimo alto e slanciato, vestito elegantissimo che mi tende una mano. Mi sveglio piano, il telefono vibra, il numero è privato e non rispondo. Vado in cucina dove avevo lasciato poco prima Celeste, ma lei non c’è. Apro gli sportelli della cucina prendo una tazza e preparo un bel latte e cioccolato Nesquik, il latte da quando ero piccola è sempre stato il mio forte, lo berrei sempre, andrei avanti a latte e Nesquik per sempre. Dopo aver bevuto il latte mi siedo nel divano a guardare la tv. All’improvviso bussano alla porta, vado ad aprire e mi ritrovo davanti un fattorino che mi consegna una scatolina bianca con un fiocco enorme sopra, sorrido pensando ad un ammiratore di Celeste, quando invece il fattorino dice il mio nome, rimango di pietra, “Chi mi manda questo pacco regalo? Soprattutto qui, i miei genitori, sono senza dubbio loro” liquido velocemente il fattorino che non vede l’ora di andarsene a dirla tutta. Mi rimetto seduta nel divano con le gambe incrociate, guardo quel pacco e medito un po’ prima di aprirlo, “e se Carlos avesse saputo dove vivo e avesse deciso di perseguitarmi? Non aveva preso poi così bene la nostra rottura.  Apriamolo...” Dentro c’è un raso rosso, ed un bigliettino scritto a mano

 
Salve Miss Tors, volevo solo augurarle buona   fortuna per il suo futuro e dispiacermi ancora per quello che è capitato con il mio sbadatissimo autista. Spero di rincontrarla un giorno a presto.
                            Mr. Daniel Cooper.


Sono decisamente fuori giri, Mr. Daniel Cooper mi ha mandato un biglietto? Qui non c’è scritto da dove viene mandato né un numero di telefono, scatto dal divano e corro al pc, devo assolutamente cercarlo, voglio ringraziarlo. Apro il browser Opera e cerco tramite Google “Daniel Cooper”, ce ne sono a migliaia, mi sposto alle immagini, almeno una foto o un qualche altra cosa ci deve essere, scorro e riscorro tutte le foto a mia disposizione e lo vedo lì, bello come il sole in un completo elegantissimo bianco, la camicia blu scura e la cravatta abbinata perfettamente al resto, stupendamente sorride ad una donna che tiene stretta al suo fianco “maledetta” questa vista mi infiamma clicco su quella foto e mi appare il sito web di un industria Daniel Cooper International Corporation, “miseriaccia è il capo di tutto questo? Accidenti...perde tempo a mandare un messaggio di scuse a me? La segretaria avrà fatto il suo” leggo l’indirizzo e me lo appunto su un post-it, mi metto qualcosa di presentabile e vado a ringraziare questo magnate che perde tempo a mandare messaggi a delle povere illuse come me. Cammino per non so quanto come una turista, munita di post e biglietto fino a quando arrivo davanti alla Dc International Corporation rimango lì a fissare quella scritta quando vedo nel riflesso del vetro la sua macchina, sbianco ma faccio l'indifferente, vado avanti senza fermarmi “Stupida Emma, dove pensi di andare? Sei venuta fin qui per ringraziarlo ed ora scappi? Torna indietro velocemente prima che lui entri e tu rimani fregata senza un appuntamento” giro i tacchi ma è troppo tardi, lui è già entrato nell’edificio, “Merda!” nella mente i pensieri si affollano come tante formichine su un pezzo di zucchero, entro dietro di lui ma due uomini burberi e ben vestiti mi impediscono di seguirlo e mi portano alla reception dove mi accoglie una donna abbastanza grande che mi chiede cosa desidero, “Mr. Cooper, ecco cosa desidero” «Mi servirebbe parlare con Mr. Daniel Cooper, dovrei dirgli una cosa importante.» lei mi guarda per un attimo scrutandomi con molta attenzione, mi sento infastidita, poi mi rivolge di nuovo la parola «Ha un appuntamento? Miss?» ah sì è vero non le ho detto il mio nome «Mi scusi non mi sono presentata, sono Emma Tors e dovrei parlare con Mr. Daniel Cooper se è possibile, non ho un appuntamento» lei sorride, ma il suo è un ghigno, come se sapesse che lui non mi riceverà, prende in mano la cornetta e compone un numero «Cindy, sono Lauren della reception qui c’è una signorina che chiede di Mr. Cooper. La lascio salire o le dico di andare a casa? Oh si scusa si chiama Emma Tors. Ok perfetto» Cerco di captare quello che dice ma la signora chiude prima di poterci capire qualcosa, mi guarda «Miss Tors la prego di seguirmi» che succede «Allora Miss Tors queste due guardie controlleranno se lei ha qualche oggetto o qualcosa che non è consentito tenere.» cioè, non mi spoglieranno mi auguro!  «Non ho niente, a parte il cellulare» lei se ne va senza darmi il tempo di finire quello che avevo da dire, le due guardie controllano se ho qualche oggetto appuntito o affilato,” non devo uccidere nessuno accidenti!” quando esco dalla stanza la stronza mi sta aspettando vicino all’ascensore, entro e la strega mi spiega velocemente  «La segretaria di Mr. Cooper la sta aspettando, per andare da lei deve premere quel pulsante con la A, la porterà direttamente all’ufficio di Mr. Cooper, il codice l’ho messo io quindi è pronto. Arrivederci!» le porte dell’ascensore si chiudono e una musichetta suona. Arrivo all’ufficio dove c’è un'altra donna che mi viene incontro, ha i capelli castani, quasi biondi magra da far paura ma sorridente e accogliente «Lei dovrebbe essere Miss Emma Tors» ricambio il suo sorriso «Si esatto, sono io. Piacere di conoscerla.» allungo la mano e lei ricambia con la mia stretta «Mr. Cooper in questo momento è in riunione, si accomodi pure qui dovrebbe finire a momenti. Le posso portare qualcosa da bere?» mi accomodo in un divanetto rosso acceso, devo dire che la segretaria è veramente socievole «No, sono apposto così grazie» e le sorrido amabilmente. Si apre una porta davanti a me, escono un sacco di persone elegantissime e ben vestite che mi salutano ed io saluto a mia volta, la segretaria entra subito dentro l’ufficio per parlare con Mr. Cooper fino a quando non escono insieme dall’ufficio sorridendo, il mio cuore smette di battere per un attimo, è bellissimo, la sua bellezza è divina e illegale agli occhi delle persone, cerco di riprendermi o penso che di questo passo mi sbaverò la maglia. Mi viene incontro ed io mi alzo per accoglierlo «Salve Miss Tors, che ci fa da queste parti?» si gira e con un gesto della mano liquida la segretaria che va via in me che non si dica « Salve a lei, sono venuta qui con questo per ringraziarla» tolgo dalla tasca il biglietto senza guardare se fosse quello giusto «Miss Tors, questo non è stato spedito da me, non è il tipo di calligrafia che riconosco» lo guardo “merda ho sbagliato è l’indirizzo della mia ricerca su Google” avvampo per l’imbarazzo della gaffe appena fatta « Mi scusi, ho sbagliato biglietto, il suo dovrebbe essere questo» e finalmente acchiappo quello giusto, lui sorride, mi stia prendendo in giro per il primo biglietto «Volevo ringraziarla di persona per questo biglietto, nessuno prima d’ora si era preoccupato così per me, a parte i miei genitori ovviamente. Sono venuta per farle vedere di persona la mia gratitudine e che sto bene! Grazie.» gli stringo la mano « non c’era nessun bisogno che lei mi ringraziasse, è stato un gesto istintivo. Mi andava di farlo tutto qui!» quanto è bello e dolce «Beh grazie, adesso scappo o non troverò un taxi in tutta la città che mi riporti a casa. Arrivederci Mr. Cooper e grazie ancora!» gli stringo la mano e mi allontano, arrivo all’ascensore e schiaccio il pulsante di chiamata «Se vuole potremmo mangiare insieme uno di questi giorni, se per lei va bene» sono incredula, le mie orecchie non stanno sentendo sul serio questa cosa «non saprei Mr. Cooper, non vorrei farle perdere del tempo prezioso.» l’ascensore arriva e mi ci catapulto dentro, mentre le porte si chiudono vedo che lui si avvicina parlando. Sono un illusa se penso di poter uscire con un uomo così bello, lui lo fa solo per pietà, solo perché il suo autista stava per mettermi sotto con la macchina e niente più. Chiudo gli occhi e in un attimo sono al pian terreno, mi avvio verso l’uscita quando una voce proviene da dietro le mie spalle mi chiama per nome, il mio istinto dice di girarmi e guardare dritta in quegli occhi così brillanti da farmi perdere dentro ad uno schiocco di dita, come un mago che incanta i suoi spettatori. Mi giro e lo guardo in tutta la sua bellezza mentre lui si avvicina cauto sempre di più. Il cuore aumenta i battiti, la saliva si ritira lasciandomi in bocca solo deserto, le guance s’infiammano, lui si accorge della reazione del mio corpo al suo fascino e se la ride sotto i baffi, sono fregata mi sto infatuando di una persona che non conosco e che molto probabilmente non conoscerò mai come vorrei. E’ davanti a me con le mani in tasca e un aria da riccone «Scappi? Volevo solo lasciarti questo. E’ il numero del mio cellulare, se ti serve qualcosa e dico qualsiasi cosa non esitare a chiamare» tengo in mano questo piccolo biglietto bianco con il numero scritto in nero, mi sento felice. Annuisco senza dire una parola, prendo il mio cartoccio di telefono e lo memorizzo Daniel Cooper, lui guarda il mio cellulare in modo strano ed io sorrido «Scusi, prima o poi dovrò cambiarlo lo so, ma ci sono affezionata. «lui sorride, mi saluta e se ne va, le mani dentro le tasche dei pantaloni, la schiena larga, i capelli neri e quegli occhi, quei bellissimi occhi … sospiro all’idea di una come me insieme ad uno come lui. Anche io a mia volta giro i tacchi e vado via, salutando naturalmente la segretaria alla reception che alla vista di Daniel ha completamente perso la parola. Quando esco dal palazzo l’aria è fresca e frizzantina, ho la testa fra le nuvole e non vedo l’ora di rientrare a casa, prendo un taxi per un pelo, di solito qui non riesco mai a farmi notare e finisco sempre per rientrare a casa a piedi. Il taxi mi lascia davanti alla porta di casa dopo un’ora e mezzo di traffico, “avrei fatto prima a piedi”.    
  
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