Una Whouffle al giorno
Prompt:
Vestire
Word
Count: 996
Genere:
Fluff, Friendship
Accompagnamento:
“5 Years Time”,
Noah & The Whale
Un
giorno, Clara fece notare
al Dottore di non averlo
mai visto in altro se non nel
suo completo abituale.
«Beh, è cool!»,
replicò lui, senza però perdere il sorrisetto sulla
faccia. Dalla posizione nella quale si trovavano – sul divano;
lui seduto, con un libro in mano e la testa di lei in grembo; lei,
appunto, acoccolata sul suo ventre, lasciando che lui giocasse con i
suoi capelli - non fu difficile per il Dottore sentirla sogghignare e
far tremare le sue ginocchia. «Oi! Guarda
che il mio look è stato eccellentemente curato
e scelto con così tanta attenzione che non ho bisogno di
scegliere un altro tipo di... smetteresti di ridere?». La
risata cristallina di Clara si interruppe di scatto, temendo lei di
averlo offeso, ma, quando si voltò sulla schiena per osservare
il suo viso, sulle sue labbra brillava l'essenza
di un riso delizioso. «Mi
piace il tuo look», precisò, guardandolo negli occhi
mentre lui fingeva di leggere Meccanica Quantistica
Avanzata. «Ma sono
curiosa. Indossi sempre e solo quel tipo di vestiti?».
«Mi
piace».
«Ma dico, sempre?».
«Ovviamente
mi cambio, non passo decenni dentro la stessa camicia-».
«No,
dico, ma hai un pigiama per
la notte, un costume per il mare,
o...».
«Clara», la fermò infine lui con
un sorrisetto strano, alzando gli occhi al cielo, tornando poi a
contemplare il suo viso poggiato al proprio ventre. «Pensi
veramente che io vada a dormire così, con cappotto, giacca,
panciotto, camicia e bow tie addosso? Anzi, pensandoci su-».
Clara
rotolò giù dal divano, teatralmente, cadendo dritta sui
piedi del Dottore. «Nooon di nuovo»,
implorò, drammaticamente devastata, strattonandogli una
caviglia.
«... pensi davvero che io vada a dormire, punto
di domanda?».
«...
“È totalmente seccante il fatto che voi umani dobbiate
dormire così tanto”», lo canzonò lei.
«Lo
è!», sbottò il Dottore. «Potremmo vedere
tantissime cose... visitare tantissimi mondi...
ma tu devi dormire. Dormire è noioso... ».
A quel
punto, Clara, alzati a sua volta gli occhi al cielo, s'era seduta a
gambe incrociate sulla moquette, proprio davanti a dove sedeva il
Dottore, alzando il viso per guardarlo bene negli occhi. Eppure, lui,
imperterrito, continuò a blaterare. Lo faceva spesso,
blaterare: amava divagare e perdersi in discorsi strambi,
su qualsiasi cosa, su qualsiasi mondo. Clara aveva iniziato a credere
da mesi che a lui piacesse semplicemente parlare perché amava
sentire come la sua voce risuonava. Lei, tuttavia, amava sentirla a
sua volta, quindi lo lasciò fare, cambiando spesso posizione
per trovare quella più comoda. Infine, dopo cinque minuti
buoni, il Dottore si bloccò nel mezzo di un discorso su
Apalapucia –
come c'era arrivato, questo non lo sapeva nemmeno lui. «Ho
divagato», realizzò, tirando un leggero calcetto giocoso
alla spalla di Clara, che ora gli dava le spalle, appoggiata alla
struttura anteriore del divano. «Scusa».
Rise. «Non
importa».
Stettero in silenzio per un po', ascoltando il
suono cullante dei motori
della TARDIS. Presto, il Dottore tornò a sfogliare le pagine
del suo libro, mentre Clara giocava ad annodargli le stringhe. Non
s'accorse lui, che, per qualche motivo, cadde di faccia sul pavimento
dopo essersi alzato di scatto.
«Non ridere!», la
ammonì, ma, rialzandosi, rideva pure lui. «Sei una
cattiva ragazza. I nodi alle scarpe... degni di una bambina di quinta
elementare».
«Cascarci... degno di uno di prima»,
lo sfidò lei.
Sbuffò, ma recuperò presto
l'entusiasmo: «COMUNQUE! Vieni con me. Ho un'idea».
«Che
idea?», ansimò Clara, praticamente correndo per riuscire
a star dietro al Dottore che, per qualche strano
motivo, si era messo a girare
per i tortuosi corridoi della TARDIS; a sorpresa, causando che Clara
gli sbattesse contro, si fermò d'improvviso. Il suo sorriso
era tanto ampio che sarebbe stato ben difficile provare a renderlo
più entusiasta di così. «Andiamo», esclamò,
e così dicendo la prese per mano, «A esplorare il mio
guardaroba!».
Per una volta, Clara fu quella che iniziò
a divagare. Entusiasta, ancora faticava a star dietro al Signore del
Tempo, nonostante le loro dita intrecciate, e i suoi piedi
scalpicciavano sul terreno nel tentativo vano di stare dietro alle
falcate del Dottore. «Ma allora hai diverse tenute!
Perché
non me l'hai detto?
Ne hai tanti?
Oh... stiamo andando in
camera tua, quindi?
Non mi avevi mai concesso di entrarci!».
«Sì, non l'hai mai chiesto, abbastanza, no, sì»,
rispose lui, senza perdere il sorriso. «Andiamo al mio
guardaroba. Hai presente quando visitiamo
tempi passati, e la TARDIS prepara per te i vestiti adatti? Vengono
da lì...».
Clara, a questo punto, si fermò.
Bloccò i suoi piedi, lasciò andare la mano del Dottore,
incrociò le braccia. Così, con il broncio sul viso, la
posizione minacciosa, lo sguardo fisso sul Signore del Tempo,
sembrava un pulcino che tentava di portare battaglia contro un lupo,
prendendo la posa più cattiva che conosceva e fallendo
miseramente. Il Dottore, tuttavia, stando al gioco, finse di essere
spaventato; si infilò un dito nel colletto della camicia e,
teso, prese parola. «C-Clara?».
«Tu»,
disse infine lei, dopo una pausa terrificante. «Hai
un guardaroba... pieno di vestiti, anche da donna.... e non
me lo hai mai detto?».
Il
pomeriggio fu assolutamente delizioso.
Non serve prolungarsi in
descrizioni eterne: si sappia solo che, al termine della serata,
entrambi i due amici erano talmente stanchi da addormentarsi
sulle poltrone del gigantesco
guardaroba sulla TARDIS. Sì, anche il Dottore, anche colui che
si lamentava delle abitudini fin troppo seccanti degli essere umani,
anche lui che disdegnava tanto il sonno; ancora una volta, quindi, si
erano assopiti uno vicino all'altro, quasi
abbracciati, con la testa di lei sull'incavo tra il collo e la spalla
di lui. Una differenza, però, si poteva notare rispetto al
primo pomeriggio, quando erano accoccolati insieme in biblioteca: ora
erano entrambi vestiti buffamente, circondati da cataste di strani
abiti abbandonati sul pavimento. Clara, con una grossa sciarpa a
righe attorno al collo e un lungo cappotto marrone avvolto attorno
alla sua figura minuta; il Dottore, con addosso un maglioncino pieno
di punti di domanda, stringendo in una mano un paio di occhiali
3-D.
E, sulla testa, un fez.
NdA
Buongiorno,
fandom! Mi mancava tanto scrivere qui, quindi, a sorpresa, dopo mesi,
sono tornata a romper le scatole, come se non l'avessi già
fatto altrove.
Spero davvero che qualcuno abbia letto, che
piaccia, di avervi convinti, come al solito. Se trovate errori di
battittura, di senso, avete critiche, non esitate a parlarmene! Sarò
molto grata dei vostri consigli e ne terrò conto. C:
Ma
voi, fandom, come state? Siete vivi? Uscite illesi dalla serata del
23? Ditemi, ditemi, fatemi sapere!
Vostra,
WaryJMS
P.S.
Non penso che riuscirò ad aggiungere un capitolo al giorno,
anzi; ci tenterò comunque uu