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Autore: wrjms    25/11/2013    2 recensioni
... Speriamo non tolga il Medico di torno!
Raccolta di one - shots assolutamente whouffle, totalmente fluff, basate sulla mia incondizionata scelleratezza e su prompt di una o due parole.
Aggiunto capitolo tre: Pilotare la TARDIS.
L'autrice si scusa per il ritardo del quarto capitolo.
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 11
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Una Whouffle al giorno

Prompt: Vestire
Word Count: 996
Genere: Fluff, Friendship
Accompagnamento: “5 Years Time”,
Noah & The Whale


Un giorno, Clara fece notare al Dottore di non averlo mai visto in altro se non nel suo completo abituale.
«Beh, è
cool!», replicò lui, senza però perdere il sorrisetto sulla faccia. Dalla posizione nella quale si trovavano – sul divano; lui seduto, con un libro in mano e la testa di lei in grembo; lei, appunto, acoccolata sul suo ventre, lasciando che lui giocasse con i suoi capelli - non fu difficile per il Dottore sentirla sogghignare e far tremare le sue ginocchia. «Oi! Guarda che il mio look è stato eccellentemente curato e scelto con così tanta attenzione che non ho bisogno di scegliere un altro tipo di... smetteresti di ridere?». La risata cristallina di Clara si interruppe di scatto, temendo lei di averlo offeso, ma, quando si voltò sulla schiena per osservare il suo viso, sulle sue labbra brillava l'essenza di un riso delizioso. «Mi piace il tuo look», precisò, guardandolo negli occhi mentre lui fingeva di leggere Meccanica Quantistica Avanzata. «Ma sono curiosa. Indossi sempre e solo quel tipo di vestiti?».
«Mi piace».
«Ma dico,
sempre?».
«Ovviamente mi cambio, non passo decenni dentro la stessa cami
cia-».
«No, dico, ma hai un pigiama
per la notte, un costume per il mare, o...».
«Clara», la fermò infine lui con un sorrisetto strano, alzando gli occhi al cielo, tornando poi a contemplare il suo viso poggiato al proprio ventre. «Pensi veramente che io vada a dormire così, con cappotto, giacca, panciotto, camicia e bow tie addosso? Anzi, pensandoci su-».
Clara rotolò giù dal divano, teatralmente, cadendo dritta sui piedi del Dottore. «
Nooon di nuovo», implorò, drammaticamente devastata, strattonandogli una caviglia.
«... pensi davvero che io vada a dormire,
punto di domanda?».
«... “È totalmente seccante il fatto che voi umani dobbiate dormire così tanto”», lo canzonò lei.
«Lo è!», sbottò il Dottore. «Potremmo vedere tantissime cose... visitare tantissimi mondi...
ma tu devi dormire. Dormire è noioso... ».
A quel punto, Clara, alzati a sua volta gli occhi al cielo, s'era seduta a gambe incrociate sulla moquette, proprio davanti a dove sedeva il Dottore, alzando il viso per guardarlo bene negli occhi. Eppure, lui, imperterrito, continuò a blaterare. Lo faceva
spesso, blaterare: amava divagare e perdersi in discorsi strambi, su qualsiasi cosa, su qualsiasi mondo. Clara aveva iniziato a credere da mesi che a lui piacesse semplicemente parlare perché amava sentire come la sua voce risuonava. Lei, tuttavia, amava sentirla a sua volta, quindi lo lasciò fare, cambiando spesso posizione per trovare quella più comoda. Infine, dopo cinque minuti buoni, il Dottore si bloccò nel mezzo di un discorso su Apalapucia – come c'era arrivato, questo non lo sapeva nemmeno lui. «Ho divagato», realizzò, tirando un leggero calcetto giocoso alla spalla di Clara, che ora gli dava le spalle, appoggiata alla struttura anteriore del divano. «Scusa».
Rise. «Non importa».
Stettero in silenzio per un po', ascoltando il suono cullante dei
motori della TARDIS. Presto, il Dottore tornò a sfogliare le pagine del suo libro, mentre Clara giocava ad annodargli le stringhe. Non s'accorse lui, che, per qualche motivo, cadde di faccia sul pavimento dopo essersi alzato di scatto.
«Non ridere!», la ammonì, ma, rialzandosi, rideva pure lui. «Sei una cattiva ragazza. I nodi alle scarpe... degni di una bambina di quinta elementare».
«Cascarci... degno di uno di
prima», lo sfidò lei.
Sbuffò, ma recuperò presto l'entusiasmo: «COMUNQUE! Vieni con me. Ho un'idea».
«Che idea?», ansimò Clara, praticamente correndo per riuscire a star dietro al Dottore che, per qualche s
trano motivo, si era messo a girare per i tortuosi corridoi della TARDIS; a sorpresa, causando che Clara gli sbattesse contro, si fermò d'improvviso. Il suo sorriso era tanto ampio che sarebbe stato ben difficile provare a renderlo più entusiasta di così. «Andiamo», esclamò, e così dicendo la prese per mano, «A esplorare il mio guardaroba!».
Per una volta, Clara fu quella che iniziò a divagare. Entusiasta, ancora faticava a star dietro al Signore del Tempo, nonostante le loro dita intrecciate, e i suoi piedi scalpicciavano sul terreno nel tentativo vano di stare dietro alle falcate del Dottore. «Ma allora hai diverse tenute!
Perché non me l'hai detto?
Ne hai tanti?
Oh... stiamo andando in camera tua, quindi?
Non mi avevi mai concesso di entrarci!».
«Sì, non l'hai mai chiesto, abbastanza, no, sì», rispose lui, senza perdere il sorriso. «Andiamo al mio guardaroba. Hai presente quando
visitiamo tempi passati, e la TARDIS prepara per te i vestiti adatti? Vengono da lì...».
Clara, a questo punto, si fermò. Bloccò i suoi piedi, lasciò andare la mano del Dottore, incrociò le braccia. Così, con il broncio sul viso, la posizione minacciosa, lo sguardo fisso sul Signore del Tempo, sembrava un pulcino che tentava di portare battaglia contro un lupo, prendendo la posa più cattiva che conosceva e fallendo miseramente. Il Dottore, tuttavia, stando al gioco, finse di essere spaventato; si infilò un dito nel colletto della camicia e, teso, prese parola. «C-Clara?».
«Tu», disse infine lei, dopo una pausa terrificante. «
Hai un guardaroba... pieno di vestiti, anche da donna.... e non me lo hai mai detto?».


Il pomeriggio fu assolutamente delizioso.
Non serve prolungarsi in descrizioni eterne: si sappia solo che, al termine della serata, entrambi i due amici erano talmente stanchi da
addormentarsi sulle poltrone del gigantesco guardaroba sulla TARDIS. Sì, anche il Dottore, anche colui che si lamentava delle abitudini fin troppo seccanti degli essere umani, anche lui che disdegnava tanto il sonno; ancora una volta, quindi, si erano assopiti uno vicino all'altro, quasi abbracciati, con la testa di lei sull'incavo tra il collo e la spalla di lui. Una differenza, però, si poteva notare rispetto al primo pomeriggio, quando erano accoccolati insieme in biblioteca: ora erano entrambi vestiti buffamente, circondati da cataste di strani abiti abbandonati sul pavimento. Clara, con una grossa sciarpa a righe attorno al collo e un lungo cappotto marrone avvolto attorno alla sua figura minuta; il Dottore, con addosso un maglioncino pieno di punti di domanda, stringendo in una mano un paio di occhiali 3-D.
E, sulla testa, un fez.

NdA

Buongiorno, fandom! Mi mancava tanto scrivere qui, quindi, a sorpresa, dopo mesi, sono tornata a romper le scatole, come se non l'avessi già fatto altrove.
Spero davvero che qualcuno abbia letto, che piaccia, di avervi convinti, come al solito. Se trovate errori di battittura, di senso, avete critiche, non esitate a parlarmene! Sarò molto grata dei vostri consigli e ne terrò conto. C:
Ma voi, fandom, come state? Siete vivi? Uscite illesi dalla serata del 23? Ditemi, ditemi, fatemi sapere!
Vostra,
WaryJMS

P.S. Non penso che riuscirò ad aggiungere un capitolo al giorno, anzi; ci tenterò comunque uu




   
 
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