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Autore: ThisIsAnthony    25/11/2013    2 recensioni
Dal primo capitolo: "Edward si asciugò il sangue che gli colava dal labbro spaccato, e chiese, barcollante e con la voce roca: - Qualcun altro? -. La sua voce risuonò chiara e forte nel locale. Nessuno si fece avanti. Il capitano agguantò la sua bottiglia e bevve un sorso. – Bene – sbottò, dirigendosi verso l’uscita."
Dal secondo capitolo: "Si sentiva solo lo scrosciare della fontana al centro, e il verso di qualche grillo. Ma per il resto nulla. Edward tese al massimo i suoi sensi, sentiva che c’era qualcosa che non andava. Il più silenziosamente possibile, si arrampicò su una casa e scrutò la città."
Dal terzo capitolo: "Tulum era dall’altra parte dell’arcipelago, ci avrebbero sicuramente messo tanto. Il capitano sapeva che i marinai odiavano quel luogo per due ragioni: la misteriosità, l’alone di solennità così denso che si percepiva in modo concreto, e anche perché non c’erano taverne, né bordelli."
Saaalve c:
Questa è la mia prima fanfiction, quindi magari non sarò il sosia di Tolkien, ma me la cavicchio ahahah
Spero vi piaccia!
ThisIsAnthony
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Kenway, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Capitolo 1





Edward Kenway non era mai stato un uomo di molte parole. Agiva e basta. Non si curava del fatto che la cosa che stava facendo poteva essere buona, cattiva o senza alcun senso logico. Come in quel momento, mentre, in una delle numerose taverne di Nassau, stava facendo a botte con un marinaio che aveva osato versargli del rum sulla maglia. Tutto bene, se non fosse stato che il capitano era ubriaco e si era immaginato tutto, e aveva rotto il setto nasale di un povero marinaio che non c’entrava nulla con tutto questo. E quello, infuriato, gli aveva piazzato un pugno nello stomaco, facendolo infuriare ancora di più. In ogni caso, quel marinaio finì al tappeto. Edward si asciugò il sangue che gli colava dal labbro spaccato, e chiese, barcollante e con la voce roca: - Qualcun altro? -. La sua voce risuonò chiara e forte nel locale. Nessuno si fece avanti. Il capitano agguantò la sua bottiglia e bevve un sorso. – Bene – sbottò, dirigendosi verso l’uscita. La calda aria caraibica lo investì. Si accorse che Anne lo aspettava, chiacchierando con un pirata di sua conoscenza. Edward fece il possibile per coprire la ferita, sapendo che la ragazza dai capelli rossi l’avrebbe randellato come una foca se avesse visto il labbro. Anne era piccola, ma forte. Ne aveva passate tante, ecco perché. Era riuscita a sconfiggere sola – sola – una pattuglia di ben 26 spagnoli, con il solo aiuto di una spada malconcia e una pistola. Era semplicemente fenomenale. Appena si accorse di Edward, fermò la conversazione, e, sistemandosi la giacca, gli sorrise. Il capitano pensò che il sorriso di Anne fosse l’unica cosa che gli era rimasta, a parte,ovviamente , le sbornie con Thatch e Mary. Inspirò profondamente e invitò il suo quartiermastro a muoversi, non vedeva l’ora di andare sulla Jackdaw. La ragazza annuì, salutando il marinaio e seguendo Edward tra le strade di Nassau. Stavano camminando, quando ad un certo punto la ragazza cominciò: - Allora, Thatch ha finalmente riparato la sua nave? – Chiese, pensierosa. Edward si accigliò. – Si, perché? – La ragazza fece spallucce.  – Nulla, solo che quella è una nave fantastica, sono stata al suo timone, è... semplicemente stupendo – rispose Anne, sognante. Edward sorrise al pensiero di Anne che guidava la Queen Anne’s Revenge. Non avrebbe mai ammesso, però, che lui stesso, Edward Kenway, non era riuscito a timonare quella stessa nave e l’aveva fatta sbattere contro un isoletta. Thatch ancora non gli parlava, e il capitano Kenway era sicuro che non l’avrebbe fatto per tanto tempo. Arrivarono alla Jackdaw, ancorata al porto, ed Edward la ammirò per un attimo. La sua nave era nera, con ventitré cannoni da bordata per lato, due mortai, e vantava 19 nodi. Rimase a fissare le imponenti vele nere, che nessuno aveva mai messo nella propria nave. Erano state un idea sua. Le vele nere servivano come monito, come per dire “non avvicinatevi a questa nave se non volete essere depredati fino all’ultimo Réal ”. Lì vicino erano ormeggiate la Ranger, la nave di Charles Vane, che in quel momento era in un bordello, o almeno così ricordava Edward, e la Queen Anne’s Revenge, dove Barbanera era impegnato a sbraitare ordini alla ciurma, minacciandoli di appenderli all’albero maestro. Prima di salire a bordo, Edward disse ad Anne di andare sulla Jackdaw. La ragazza annuì e si arrampicò con agilità sulla nave, dove la ciurma la accolse con pacche sulla schiena e occhiate felici. Edward sospirò e si diresse verso l’enorme vascello di Barbanera, pensieroso. Appena Thatch lo notò, urlò: - Kenway! Cosa ci fai qui tutto solo? –. Il capitano ammiccò, urlando a sua volta: – Porgo le mie umili scuse al nobile pirata Barbanera, terrore delle Indie Occidentali e blablabla, per aver distrutto il suo amato veliero – Fece un inchino teatrale. La risata di Edward Thatch riempì l’aria mattutina. – E si, ti perdono. Forza, vieni a bordo, sai che giusto ieri ho fatto scorta da una nave inglese? Vascello – affermò, fiero di se stesso. Kenway si arrampicò sulla nave, borbottando: - Se Ben lo verrà a sapere, comincia a scavarti la tomba, amico - Thatch sospirò. - Suvvia, Kenway, sappiamo tutti che Hornigold è una pappamolla – fu la pronta risposta di Barbanera. Lo accolse con una pacca sulla spalla, sbraitando qualcosa come “Eccolo qui il mio capitano preferito”. Si comportava come se fosse suo padre, e, per la cronaca, sarebbe potuto esserlo, visti i 20 anni di differenza tra i due. Edward sospirò, e si diresse verso il timone, mentre l’altro Edward urlava “Vele spiegate gente, partiamo per bottini!” la ciurma urlò. Edward si ricordò di Anne, sulla Jackdaw, e corse sul ponte dei cannoni, sbracciandosi. La ragazza lo notò, e lui urlò, con tutto il fiato che aveva: - SEGUICI! – Anne, di rimando, urlò un “okay”, e cominciò a impartire ordini. Sulla Queen Anne’s Revenge, il signor Hands era al timone, mentre Edward decise di salire sull’albero maestro e godersi la vista e la brezza caraibica. L’enorme vascello partì con le vele spiegate, allontanandosi da Nassau, con la Jackdaw accanto. Edward guardò la sua nave, e si accorse che Anne aveva messo le mezze vele. Rise di gusto, e poco dopo la Jackdaw aveva spiegato le sue vele nere, superando di netto la Queen Anne’s Revenge. Il capitano sentì Thatch sbraitare: - Odio quella pivella! Vele spiegate! – poi un marinaio disse: - Ma, signore, abbiamo già le vel...- Non fece in tempo a finire la frase. - ARGH! – Thatch era infuriato. Edward scese sul ponte dei cannoni e poggiò una mano sulla spalla di Barbanera, ridendo di gusto e dicendo: - Chi era quello che criticava i brigantini? – Thatch lo allontanò con una mano, accorgendosi che la ciurma della Jackdaw aveva rimesso le mezze vele. Thatch ringhiò: - Ti faccio a pezzi, ragazzina! Nessuno osa superare Barbanera, nessuno! – La risposta di Anne fu una linguaccia. Edward cadde a terra dalle risate, mentre Barbanera strillava insulti verso Anne, che lo ignorava. Quella ragazza era una comica. Kenway si alzò e si pozisionò accanto  a Thatch, e disse: - Anne, avvicinati! Voglio tornare sulla Jackdaw! – Lei, abilmente, si avvicinò fino a permettergli di saltare sul ponte opposto. Andò subito al timone e si accorse che erano già al largo. C’era una sola nave intorno, ma era enorme. Edward pensò che non avrebbe mai e poi mai cercato di abbordarla. Ma a quanto pare quella fortezza galleggiante ce l’aveva con loro, visto che si avvicinò pericolosamente alla Queen Anne’s Revenge, dove Barbanera si infuriò. Era un vascello enorme, si, con circa settantotto cannoni da bordata, disse Anne, ma Thatch sarebbe pure stato capace di spedirla nelle profondità se solo avesse provocato alla sua nave un graffietto. La nave sconosciuta (non aveva bandiera), speronò la Queen Anne’s Revenge a prua. Sparò una serie di palle incatenate che non fecero nessun danno alla Jackdaw, che nel frattempo Edward aveva portato a babordo della nave nemica, pronto a sparare una bordata. Anne urlò: - Ai vostri posti, topi di fogna! Muovete le chiappe e armate i cannoni, abbiamo una preda! – La ciurma non obiettò e tutti si prepararono. Edward virò e si accostò ancora di più alla nave, che ora si trovava tra la Jackdaw e la Queen Anne’s Revenge. In contemporanea, Kenway e Thatch urlarono “Fuoco!”. I marinai spararono una bordata, che fece non pochi danni, mentre la Jackdaw veniva scossa dal rombo dei cannoni. Edward si accorse che la nave nemica stava preparando i cannoni, ma non per Barbanera, per loro. Lasciò il timone ad Anne, che strillò: - Vele spiegate, uomini! – Si diresse verso il ponte dei cannoni per controllare chi fosse quest’uomo, o donna, con questo enorme vascello. Non riuscì a distinguerne i dettagli, perché la Jackdaw era già partita con le vele spiegate, mentre Thatch sparava un’altra bordata. La nave sparò, in contemporanea, una bordata alla Queen Anne’s Revenge, che si trovò con i cannoni dimezzati. Barbanera virò, armando i cannoni. Edward corse di nuovo al timone e cercò di speronare la nave, mentre la sua ciurma si metteva ai posti. La Jackdaw si schiantò contro l’imponente vascello, causando un danno enorme, che scosse entrambe le navi. Virò e sparò un’altra bordata e un colpo di mortaio, per poi avvicinarsi alla nave che sparò delle palle incatenate, che distrussero una vela e molti dei cannoni, spiegando le vele ed allontanandosi ad una velocità impressionante per un vascello. Rimasero solo i due capitani, con le loro navi distrutte. Barbanera sparò un colpo di mortaio, come a dire “Codardo!”. Ritornarono il più velocemente possibile a Nassau, e ancorarono le loro navi semidistrutte al porto, e notarono che la Benjamin, la nave di Ben, era ormeggiata lì vicino. Edward scese sul ponte dei cannoni a controllare i danni della sua nave, e Thatch fece lo stesso. Edward constatò che otto cannoni di babordo erano andati e uno di prua era danneggiato, una vela era stata strappata e una aveva quattro fori. Dal lato di tribordo, invece, tre cannoni erano saltati, e si era aperto un piccolo squarcio nello scafo. “Beh, poteva andare peggio” osservò nella sua mente il capitano, mentre scendeva dalla sua nave per raggiungere Anne sul vascello di Barbanera, che era messo molto peggio della Jackdaw. Diciannove cannoni andati in tutto, l’albero di poppa fortemente danneggiato, e una vela a brandelli. Edward salì sulla nave, e trovò Thatch infuriato che gettava maledizioni e imprecazioni al vento, camminando su e giù per il ponte. – Perdio, l’avevo appena riparata... e ora? Maledetta quella nave e chi l’ha fatta costruire! Cosa diavolo avevano contro di noi, quei bastardi? – Prese Edward per il colletto, e ringhiò: - Come farò? La seconda volta in un mese che mi viene distrutta la nave! – Lasciò la presa sul capitano e si diresse al timone, borbottando cose come “Oh, non preoccuparti piccola, tra un po’ sarai perfettamente sistemata”. Edward rimase a guardarlo con gli occhi sgranati, mentre Anne rideva sotto i baffi, guardando a momenti lui, a momenti Thatch. Poi smise e affermò: - Su, dobbiamo andare da Ben -. Prese Edward per un braccio e lo trascinò alla fortezza, dove si trovavano Benjamin Hornigold, Mary Read e Charles Vane che discutevano animatamente su un piano di guerra. Edward entrò, spalancando le porte, con il fiatone, e dicendo, con voce roca: - Dovete subito venire al porto -.





Allora! Spero vi sia piaciuto, mi sono impegnato tanto per questo capitolo. Il prossimo arriverá a breve, ringrazio tutti coloro che leggeranno e mi supporteranno! Baci, SoA ♥  
  
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