'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo'
Ciau a tutti! Sono Prinzesschen! Come ho già anticipato nell'introduzione, questa sarà una storia un po' più seria rispetto alle mie solite ff tendenti al fiabesco...spero vi piaccia ugualmente e che recensirete numerosi per dirmi se sembra interessante e vale la pena continuare, o se è meglio lasciar perdere perchè non è cosa mia trattare argomenti seri! Mi raccomando, fatemi sapere! Baci e buona lettura!
Una ragazza camminava a passo svelto nel buio. La luna era coperta da fitte nubi e la luce trapelava faticosamente, a sospiri.
I lunghi e lisci capelli neri ondeggiavano al suo passo e gli occhi viola apparivano come dei fari in quella notte particolarmente scura.
Arrivò davanti ad un cantiere abbandonato e si guardò intorno, circospetta. Ruspe e attrezzi giacevano abbandonati e ormai arrugginiti nella polvere e gran parte delle assi di legno che avrebbero dovuto delimitare il cantiere erano rotte o deteriorate a causa delle frequenti e incessanti piogge che affliggevano Los Angeles in quegli ultimi mesi.
Sentiva intorno a sé milioni di fruscii, ma non aveva paura. Aveva imparato a non averne.
-Roxane
Sentendosi chiamare la ragazza si girò di scatto fendendo l’aria con i lunghi capelli.
-Ah…sei tu…- disse con voce atona ma con una strana impazienza negli occhi.
-Allora? –chiese l’uomo guardandola con occhi di ghiaccio e un sorriso freddo stampato sul volto.
-Ho portato i soldi…e…sono qui…lei sta bene?
-Si, certo…ti ho detto che finché starai ai patti non le verrà torto un capello.
-D’accordo…- rispose Roxane senza abbassare lo sguardo, guardando negli occhi l’uomo che aveva dinanzi a sé con dignità.
Ma c’era davvero poco di dignitoso in quella situazione. Attorno a lei, il mondo si era rivelato troppo presto nelle sue corruzioni, nella sua ipocrisia e nella sua falsità. Un mondo dove non importa chi sei, ma ciò che vali materialmente, un mondo dove tutto è contrattabile, anche il tuo corpo e la tua vita, un mondo dove niente di appartiene e dove sono gli altri a decidere per te.
-Da’ i soldi..- la esortò l’uomo.
Con mano ferma la diciannovenne estrasse una manciata si banconote stropicciate dalla sacca che portava a tracolla.
La pioggia ricominciò a cadere lenta, e piano piano i vestiti della ragazza si bagnarano assumendo un’aderenza innaturale.
L’uomo con una mano la spinse a terra, nella polvere grigia e sporca che si stava lentamente trasformando in fango. E fu ancora il supplizio.