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Autore: Prinzesschen    02/05/2008    2 recensioni
Ciao a tutti!Fino ad ora ho scritto storie leggere e fiabescamente romantiche, ma non voglio legarmi troppo a quel genere...Stavolta il tema attorno al quale ruota la storia è un po' diverso: il mondo sporco che ci circonda, corrotto e materialista. Non voglio dimostrare una eccessiva maturità che per altro, per mia sfortuna, non possiedo, ma voglio che sia chiaro che situazioni come quella di cui narrerò ( ad esclusione dei Tokio Hotel che sono parte del racconto solo grazie (o a causa, dipende dai punti di vista) della mia immaginazione) capitano davvero, ma sono troppo scomode per la società, e spesso vengono lasciate in secondo piano o peggio ancora ignorate. Ecco uno stralcio del primo capitolo: Arrivò davanti ad un cantiere abbandonato e si guardò intorno, circospetta. Ruspe e attrezzi giacevano abbandonati e ormai arrugginiti nella polvere e gran parte delle assi di legno che avrebbero dovuto delimitare il cantiere erano rotte o deteriorate a causa delle frequenti e incessanti piogge che affliggevano Los Angeles in quegli ultimi mesi. Sentiva intorno a sé milioni di fruscii, ma non aveva paura. Aveva imparato a non averne. Spero di avervi incuriosito...! Baci *AnNa*
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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seria seriaseria

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo'

Ciau a tutti! Sono Prinzesschen! Come ho già anticipato nell'introduzione, questa sarà una storia un po' più seria rispetto alle mie solite ff tendenti al fiabesco...spero vi piaccia ugualmente e che recensirete numerosi per dirmi se sembra interessante e vale la pena continuare, o se è meglio lasciar perdere perchè non è cosa mia trattare argomenti seri! Mi raccomando, fatemi sapere! Baci e buona lettura!

Una ragazza camminava a passo svelto nel buio. La luna era coperta da fitte nubi e la luce trapelava faticosamente, a sospiri.

I lunghi e lisci capelli neri ondeggiavano al suo passo e gli occhi viola apparivano come dei fari in quella notte particolarmente scura.

Arrivò davanti ad un cantiere abbandonato e si guardò intorno, circospetta. Ruspe e attrezzi giacevano abbandonati e ormai arrugginiti nella polvere e gran parte delle assi di legno che avrebbero dovuto delimitare il cantiere erano rotte o deteriorate a causa delle frequenti e incessanti piogge che affliggevano Los Angeles in quegli ultimi mesi.

Sentiva intorno a sé milioni di fruscii, ma non aveva paura. Aveva imparato a non averne.

-Roxane

Sentendosi chiamare la ragazza si girò di scatto fendendo l’aria con i lunghi capelli.

-Ah…sei tu…- disse con voce atona ma con una strana impazienza negli occhi.

-Allora? –chiese l’uomo guardandola con occhi di ghiaccio e un sorriso freddo stampato sul volto.

-Ho portato i soldi…e…sono qui…lei sta bene?

-Si, certo…ti ho detto che finché starai ai patti non le verrà torto un capello.

-D’accordo…- rispose Roxane senza abbassare lo sguardo, guardando negli occhi l’uomo che aveva dinanzi a sé con dignità.

Ma c’era davvero poco di dignitoso in quella situazione. Attorno a lei, il mondo si era rivelato troppo presto nelle sue corruzioni, nella sua ipocrisia e nella sua falsità. Un mondo dove non importa chi sei, ma ciò che vali materialmente, un mondo dove tutto è contrattabile, anche il tuo corpo e la tua vita, un mondo dove niente di appartiene e dove sono gli altri a decidere per te.

-Da’ i soldi..- la esortò l’uomo.

Con mano ferma la diciannovenne estrasse una manciata si banconote stropicciate dalla sacca che portava a tracolla.

La pioggia ricominciò a cadere lenta, e piano piano i vestiti della ragazza si bagnarano assumendo un’aderenza innaturale.

L’uomo con una mano la spinse a terra, nella polvere grigia e sporca che si stava lentamente trasformando in fango. E fu ancora il supplizio.

  
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