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Autore: ladymisteria    26/11/2013    1 recensioni
Un bravo padrone di casa sa sempre quando è il momento giusto di fare il bucato...
Versione riveduta e corretta.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 11, River Song, Rory Williams
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Doctor's Nights'
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River Song e il Dottore entrarono velocemente nel TARDIS, chiudendo le porte alle loro spalle e appoggiandosi contro di esse con il fiato corto.

«Le tue ex sono sempre così simpatiche…» disse River, cercando di respirare correttamente.

«La regina Vittoria non è una mia ex!» esclamò il Dottore, scioccato, raggiungendo la consolle per impostare immediatamente le coordinate, e lasciandosi poi cadere sulla poltroncina più vicina, i cuori che gli battevano all’impazzata. «Abbiamo solo… avuto delle divergenze, in passato».

«Non riesco ad immaginare come sia possibile...» sbottò River, sarcastica.

Il Dottore la ignorò.

«Non avevo idea saremmo atterrati qui; non l’avevo programmato. Penso sul serio che il TARDIS cominci a diventare vecchia. Deve avere seriamente qualcosa che non va...».

River sbuffò.

«Non dare la colpa a lei, ora. Sei tu ad essere un pessimo pilota».

Il Dottore sgranò gli occhi.

«Non è vero!»

«Non sei stato bocciato, all’esame per pilotare un TARDIS?» domandò River vaga, raggiungendolo.

L’uomo si imbronciò.

«Almeno io ci ho provato. Tu quell'esame non lo hai nemmeno sostenuto...»

«E nonostante questo, piloto comunque meglio di te».

Il Dottore si alzò dalla propria poltroncina.

«Mi pento di avertelo insegnato» sbuffò.

La donna fece spallucce.

«Ci avrebbe pensato lei a “colmare” le tue mancanze».

Il Gallifreyano rimase interdetto.

«Allora sono completamente inutile! Chiaramente tu e lei potete benissimo cavarvela da sole... Ottimo! Vado in piscina ad annegarmi, se non ti spiace. O magari in garage, a farmi investire da qualcosa» borbottò, piccato.

River scoppiò a ridere. Quando l’uomo si comportava così, diventava adorabilmente insopportabile.

«Oh, non abbatterti, Dolcezza... Io e lei non sapremmo che fare, senza di te. Al TARDIS mancherebbe chi distrugge regolarmente il suo sistema frenante e pasticcia con i suoi circuiti, e a me… Beh, ci sono cose che il TARDIS non può fare...» disse, ammiccando.

Il Dottore arrossì di botto, allentandosi il cravattino – divenuto improvvisamente troppo stretto.

«Questo… Questo è decisamente sleale, River. Sul serio. Non puoi, ogni volta, saltartene fuori con questo genere di frasi e poi…» farfugliò, gesticolando imbarazzato.

«Perché? Che ho detto?» domandò di rimando River, con aria ingenua.

Il Dottore le lanciò uno sguardo critico.

«Non è quello che dici, ma quello che pensi mentre lo fai».

La donna rise.

«Come se non fossero i tuoi medesimi pensieri nove volte su dieci, Dottore».

Il Gallifreyano era già pronto a ribattere, quando alle sue spalle comparve Amy Pond; in camicia da notte e con l’aria di chi era appena stato svegliato da vicini di casa troppo rumorosi.

«Si può sapere che avete voi due da battibeccare, a quest’ora della notte?!».

A River bastò un’occhiata al Dottore per capire che - con molta probabilità - l’uomo si era dimenticato della presenza dei propri compagni a bordo della nave.

«Allora?» incalzò Amy.

«Io e il Dottore stavamo semplicemente esponendo le nostre divergenze di opinioni in merito ad una certa questione. Non ci eravamo accorti di averlo fatto a voce alta» spiegò River in tono di scuse.

Amy alternò lo sguardo tra i due.

«Beh, vedete di risolvere le vostre divergenze in modo più tranquillo, se volete arrivare tutti interi a domani mattina!» sbottò infastidita, voltandosi e svanendo lungo il corridoio.

«E’ di pessimo umore...» constatò River, dopo essere rimasta in silenzio per un po’.

«Lo è da quando siamo rimasti bloccati per sei giorni in una cella Tharsiana, dopo che Rory ha accidentalmente offeso il loro principe reggente» annuì il Dottore.

River scrollò le spalle, tornando poi a voltarsi verso il marito.

«Stavamo dicendo?».

*

«Quante volte devo dirvelo, Pond? Non ho la minima idea di cosa sia successo!» ripeté il Gallifreyano, per quella che gli sembrò essere la milionesima volta.

Amy era tornata appena qualche minuto dopo essersene andata - stavolta in compagnia di Rory - dicendo all'amico e alla figlia di come l’uomo avesse proposto di sfruttare la presenza di River sul TARDIS per concedersi una bella gita in famiglia da qualche parte. Ma dopo soli cinque minuti dal loro arrivo nella sala consolle, tutte le luci si erano spente all'improvviso - così come i motori.

Il Dottore spostò nuovamente la leva d’avviamento, e finalmente tutto tornò in funzione.

«Era ora» disse Rory, sollevato. «E’ tutto a posto, ora?».

Il Dottore si corrucciò.

«Così sembrerebbe. Ma preferisco non dover affrontare alcun tipo di spostamento spazio-temporale prima di un accurato controllo. C’è il rischio di finire in questa o quell’altra parte dell’universo, alla deriva».

Amy studiò l’amico, critica.

«Sbaglio, o questo significa anche che non potrai riportare River a Stormcage fino a quando non sarai sicuro al cento per cento della totale affidabilità del TARDIS?» domandò, le braccia strette al petto.

Il Dottore la guardò, confuso.

«Beh, sì...» replicò.

Amy permise ad un sorrisetto furbo di illuminarle il viso.

«Davvero molto comodo, Dottore… Chissà perché, ma ho la sensazione che questo fantomatico guasto sia una tua invenzione - così da avere una scusa per tenere River a bordo...» rivelò.

«Perché mai dovrei fare una cosa simile?!» esclamò il Dottore di rimando, scioccato dalle parole dell'amica.

«Me lo chiedo anche io...».

«Inoltre, tu e Rory eravate entrambi presenti, quando il guasto si è verificato, ed avete visto con i vostri occhi quello che è successo!» continuò il Gallifreyano, come se non l’avesse sentita.

«Beh, veramente noi abbiamo solamente visto le luci abbassarsi e sentito i motori spegnersi. Sei stato tu a dire che doveva esserci stato un guasto...» precisò Rory.

Il Dottore lo fissò, truce.

«D’accordo, non volete credermi. Potete benissimo chiedere a River, allora. Conosce il TARDIS anche lei, e potrà confermarvi che parlavamo di un possibile malfunzionamento già prima del vostro arrivo. Beh, più o meno…» borbottò, lanciando una breve occhiata alla donna al proprio fianco.

River Song nascose a stento un ghigno. Quello che il Dottore aveva detto era assolutamente vero; ma era ugualmente vero anche quello che Amy aveva ipotizzato... Lei stessa, infatti, aveva visto l'uomo spegnere furtivamente ogni cosa - lamentando poi un guasto, così da poterla avere a bordo fino al mattino successivo, nonostante la presenza di entrambi i suoi genitori sul TARDIS.

Amy emise un nuovo sbuffo.

«Come se non sapessimo che vi coprireste a vicenda...» mormorò, facendo ridere River.

«Pare proprio che i miei genitori non si fidino di noi, Dolcezza»

«Così sembra, River. On tutta onestà, Pond, il vostro comportamento ci ferisce!» ammise lui, mortificato.

Amy e Rory si scambiarono un’occhiata.

«Okay. Diciamo che ci fidiamo» sospirò Amy. «Ma solo perché non vedo il motivo di accampare scuse idiote per qualcosa di assolutamente innocuo come il voler avere un po' di tempo per voi...».

Dall’espressione di Rory, River capì che l'uomo era di tutt’altra opinione - e quasi a conferma del suo sospetto, lo vide farsi avanti per fronteggiare il Dottore con un'espressione comicamente seria.

«Ma rimarremo comunque all’erta. E se dovessimo sentire qualcosa di strano, che ci faccia ricredere…».

Il Gallifreyano non abbassò lo sguardo - nemmeno quando fece spallucce.

«Non dovrete ricredervi su nulla, Rory, dato che non sentirete nulla di "strano" - come dici tu. Seriamente, io e River siamo entrambi più che adulti!» sbuffò con fare esasperato.

Amy e Rory parvero soddisfatti.

«Ottimo. Allora buonanotte ad entrambi» dissero all'unisono.

I due coniugi sparirono su per le scale, lasciando nuovamente il Dottore e River soli.

«Francamente mi chiedo perché tu abbia mentito, in merito al guasto» chiese la donna, avvicinandosi al Dottore e osservandolo scrollare le spalle.

«Avrebbero immediatamente tratto delle conclusioni affrettate» spiegò lui, come se fosse ovvio.

«L’hanno fatto comunque, nel caso non lo avessi notato».

«E’ vero. Ma sono riuscito a convincerli che si sbagliavano» precisò il Dottore, compiaciuto.

«E... Lo hanno fatto davvero? Sbagliarsi, intendo» domandò River, interessata.

Per tutta risposta, il Dottore le lanciò uno sguardo complice.

«Su per le scale. Sinistra, sinistra, terza porta a destra. Se la memoria non mi inganna, dovrebbe essere lì che ho visto la lavanderia, l'ultima volta» spiegò. «Suppongo che Amy e Rory non possano considerare “strano” il rumore prodotto da una lavatrice. Certo, metterne in funzione anche solo una, all’interno di un TARDIS immerso nel silenzio più completo, isolerebbe completamente le camere adiacenti…».

River ghignò, una scintilla divertita negli occhi chiari.

«E… Come mai qualcuno dovrebbe decidere di fare il bucato proprio a quest’ora della notte?».

Il Dottore le restituì il ghigno.

«Magari per dimostrare che non solo è un eccellente pilota, ma anche un perfetto padrone di casa...».

River scoppiò a ridere.

«E hai il coraggio di chiamare me “ragazzaccia”…» s'imbronciò giocosamente.

Il Gallifreyano si finse confuso.

«Ma io non ho detto nulla» replicò, innocente.

La donna scosse il capo, sorridendo.

«Come dicevi? Ah, sì... “Non è quello che dici, ma quello che pensi mentre lo fai”».

Il Dottore non rispose, ma le indicò la strada con un gesto galante del braccio, divertito.

«Dopo di te, tesoro».

   
 
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