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Autore: mileyhugme    26/11/2013    1 recensioni
Dire a qualcuno che è brutto, è come dire a Dio che ha fatto un errore.
È per questo motivo che ho deciso di cambiare, ma non perché l’abbia voluto io, ma perché è come se gli altri me lo avessero imposto.
Diciamo che il mio non è stato un cambiamento positivo, ma ne sono contenta.
Ora nessuno può mettermi i piedi in testa, ora nessuno mi può sottomettere.
Voi direte, sarà una forte!
Forte?No. Credetemi, sono tutt'altro che forte. Sono fragile, ed è la certezza della mia fragilità che mi porta a sottrarmi ai legami. Se mi abbandono, se mi lascio catturare, sono perduta.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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<< Grossa, brutta, enorme... >>                                                                                                                                         
Queste tre parole mi hanno perseguitato da sempre. Ma ora dico basta, basta perché non ne posso più, basta perché le mie lacrime oramai si sono esaurite, basta con la vecchia Sam Thorne.                          
Sì, Sam il mio nome, buffo eh? Sono 16 anni che mi chiedo come sia venuto in mente ai miei genitori di chiamarmi così, forse la felicità, la spensieratezza, l'innocenza... Chi lo sa! A guardarli adesso vien da ridere pensare che erano così felici, ora tutto il contrario:un po' i debiti, un po' i gemelli, un po' il lavoro, un po' io... L'ultima volta che mia madre ha finto un sorriso è stato vicino ai miei amici il giorno del mio compleanno. I miei amici, vogliamo parlarne? Tutte persone falsissime, senza un briciolo di sensibilità. Vi starete chiedendo perché erano miei amici dato che la sfiga mi perseguitava, beh è semplice, a scuola sono, ehm ero un genio! Gli unici amici veri che ho sono solo due: Louis, il mio migliore amico dai tempi dell'asilo, quante ne abbiamo combinate insieme, eppure siamo ancora qui; Alessandra, per gli amici Alex, la conosco da solo tre anni, ma è già diventata la persona più importante della mia vita. Lei è nata a Roma, in Italia, e quattro anni fa si è trasferita con i suoi genitori qui a Boston.                                                
Volete sapere della mia situazione sentimentale? Meglio di no, posso solo dirvi che sto aspettando un miracolo.


Ogni mattina, quell'assordante rumore di sveglia mi faceva sobbalzare dal letto e finire sotto la doccia. Appena sveglia ero sempre particolarmente felice, perché avrei lasciato quel caos di casa che teneva rinchiusa me e la mia personalità. Tirai fuori dall'armadio i primi due stracci che trovai, feci la mia solita colazione salutare con solo un bicchiere di latte e un frutto e uscì sbattendo la porta di casa, se così si poteva definire. Infilai nelle orecchie le cuffie e incominciai ad avviarmi verso scuola.
<< DRIIIN >>                                                                                                                                                         
 -Tesoro, dopo pranzo vieni un po' a casa mia?-         
-No Alex, non posso proprio,devo andare con James a fare un giro!-                                                      
In realtà non dovevo andare da nessuna parte, ma purtroppo dovevo aiutare la mamma con le solite e noiose faccende di casa. Alex non sa niente della mia situazione familiare, non perché io non mi fidi di lei, ma ho paura che anche lei mi abbandoni come hanno fatto altre migliaia di persone.                                 
-Thorne, alla lavagna!-                                               
Mi alzai lentamente, qualche mese fa avrei sentito solo risatine di scherno da parte dei miei compagni ora invece silenzio totale! Feci la mia solita terribile interrogazione e dopo aver incassato un altro 3, me ne ritornai al banco con aria soddisfatta e ribelle.      
Finalmente la ricreazione, avevo una voglia terribile di fumare una sigaretta, così presi dal mio zaino il pacchetto.                                                                  
-Alex, tieni una sigaretta!-                                        
-Ehm, non mi va Sam.-                                              
-Alex, prendila, ti aiuta a rilassarti fidati!-            
E in un attimo ci ritrovammo tutte e due a fumare. E pensare che ho sprecato 16 anni della mia vita ad essere riempita di insulti dalla testa ai piedi, ora invece posso essere chi voglio e quando voglio senza che nessuno mi ostacoli, tranne la mia famiglia, ma quando non ero a casa non ci pensavo o almeno provavo a non pensarci!  
Finite le lezioni, uscì da scuola, ovviamente a prendermi c'era James, il mio ragazzo di 37 anni.
Salutai Louis e Alex e salì in macchina. Gli diedi un bacio a stampo e mi allacciai la cintura.                                            
-Dove vuoi che ti porti principessa?-                                                                                                                   
-A casa, James!-                                                                                                                                                     
-Ci facciamo un giro oggi pomeriggio?-                                                                                                                               
-No, amore. Devo andare a casa di Alex a studiare.-                                                                                             
Come avrete capito, anche James non sa niente della mia vita, come non lo sa nessun'altro!
Eccoci a casa, mi diede un bacio sulla fronte e io ricambiai. Aprì la porta, e mi ritrovai nel solito mondo buio e noioso, andai in camera mia, che era anche quella dei miei genitori e dei miei fratelli, poggiai lo zaino a terra e mi buttai a peso morto sul letto ancora disfatto.                                                                  
-Non so chi sono, non so cosa voglio essere e non so che ruolo ricopro nel mondo...-
IN THE AFTERNOON
 -Vaffanculo alla mia vita, sono costretta a pulire casa mia ogni santo giorno. Perché non posso essere una ragazza normale, perché?-                            
Gettai la scopa a terra e i miei occhi iniziarono ad inumidirsi. Non piango mai in pubblico per paura di sembrare meno forte, ma quando sono da sola, non riesco a trattenermi e inizio a versare fiumi di lacrime. Erano le 17,30 quando mi ricordai che dovevo andare a prendere i miei fratelli da pallavolo. Mi infilai la giacca, e sbuffando corsi verso la palestra. Arrivai con dieci minuti di ritardo, i miei fratelli avevano già terminato l'allenamento. Vidi avvicinarsi l'allenatore con i gemelli.                                                                  
 -È la sorella?-                                                                                                                                                           
 -Si, sfortunatamente- risposi bisbigliando.                                                                                                                            
 -I suoi fratelli sono davvero dei campioni, sicuramente avranno futuro nel campo della pallavolo!-
Intanto i gemelli iniziarono ad uscire dalla palestra.                                                                                                                
 -Ma che dice, di certo la pallavolo non da futuro a due poveri ragazzini. Ormai in questo paese, in questo mondo, non c'è più futuro, né per me, né per lei, né per tutti. E pensare che c'è ancora gente che crede a queste cazzate del futuro!-                                                                                                              
Mi voltai e me ne andai senza nemmeno salutare. Forse ero stata troppo dura con quell'uomo, anche perché è più grande di me, ma ero troppo nervosa in quel momento. Per tutto il tratto di strada che portava a casa, non feci altro che pensare a quel ragazzo lì.
Cazzo, era davvero bello, sopratutto i suoi occhi. Ma che cosa stavo dicendo, è solo un coglione che crede ancora alle favole!IN THE EVENING
IN THE EVENING                                                                                                                                               
I miei genitori si ritirarono alle 10. Cenammo con le solite cose, pane e prosciutto e talvolta, quando ci andava bene anche un po' di pasta.                                                                                                                                 
-Mamma, papà, io ho sonno vado a dormire!-                                                                                                             
Bevvi l'ultimo sorso d'acqua, mi pulì la bocca e me ne andai.                                                                                                         
-Sam, hai fatto tutti i compiti?-                                                                                                                               
-Si mamma!-                                                                                                                                       
Ovviamente non li avevo fatti, non li facevo mai!                                                                                            
Quella sera, James non mi inviò nemmeno un messaggio, strano da parte sua dato che ogni sera mi riempiva di messaggi. Chissà dov'era, che stava facendo, ma sopratutto con chi! 
NEXT DAY                                                                                                                                             
Consegnai il compito di matematica in bianco, uscì dalla classe e raggiunsi Louis che era poggiato alla porta ad aspettarmi.                                        
-Allora Sam, com'è andato il compito?-                                                                                                             
-Eh che cazzo me lo chiedi a fare?!-                                                                                                                  
Louis scoppiò a ridere e mi strinse forte a lui.                                                                                                                    
Lo adoro Louis,è davvero un pilastro importante nella mia vita. Mi affianca in ogni mia decisione, c'è sempre stato, e sono sicura che ci sarà ancora per molto tempo!                                                                                             
Ci sedemmo su una panchina vicina al laboratorio di chimica: in quella zona alla ricreazione si radunavano sempre i più popolari, qualche mese fa mi avrebbero cacciato a calci nel culo se avessi messo piede qui, ora invece sono la benvenuta.                                                                                                    
-Louis io vado in bagno!-                                                                                                                                     
-Ok bella!-                                                                                                                                                              
Mi lavai le mani, mi sistemai i capelli davanti allo specchio, e aprì la porta! Non potevo immaginare che ci fosse qualcuno dietro, non l'avevo mica fatto a posta a sbattergliela in faccia...                                           
-Stronza!-                                                                                                                                                              
-Oh, mio dio scusami. Ehi, ma tu, che cazzo ci fai qua?!-

. . . TO BE CONTINUED. . .

Sam Thorne


Zac Bolton


Louis Tomlinson


Alex Gomez

James Moore
  
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