Il mago (The kill)


 

Uscii a grandi passi fuori da quel negozio, dove qualche secondo fa ero stata umiliata.
Appena feci un passo sulla strada asfaltata, il mondo intorno a me cambiò. Il cielo si fece nero. Le strade, gli edifici, le macchine che passavano, scomparì tutto. E mi ritrovai seduta per terra in un mondo che sembrava fosse stato fatto da un bambino di tre anni. Alcuni mostri mi notarono. Erano orribili: enormi e verdastri, fatti di carta con un enorme occhio sulla testa contornato di tentacoli viola. Cominciai a correre, correre, sperando di seminarli, ma ogni volta che mi voltavo erano sempre lì, veloci come ghepardi e silenziosi come la notte. Ad un certo punto caddi. Loro non persero tempo e mi afferrarono con i loro viscidi tentacoli. La mia vita mi passò davanti in un attimo.

 

Ero spacciata. I mostri avevano già aperto le loro grandi fauci, ed io stavo per diventare la loro cena.
Ad un certo punto mi sentii afferrare da delle mani gentili ma forti, che mi portarono via da quegli orribili mostri. Aprii gli occhi. E vidi un mago. Mi teneva stretta a sè e correva velocissimo, via da quell'orribile posto. Posò lo sguardo su di me un mometo e mi sorrise dolcemente per poi riprendere a correre. Aveva dei bellissimi occhi verdi che m'incantarono fin da subito. E i capelli lunghi e arancioni. Sul suo occhio sinistro aveva uno strano simbolo verde anch'esso. Indossava un lungo cappotto pieno di strani simboli. Pronunciò delle strane parole muovendo la mano e aprì un portale. Ci saltò dentro. E mi ritrovai di nuovo nella mia casa, stretta fra le sue braccia.

 

 

Appena tornammo nel "mondo reale" cambiò aspetto. Il segno sulla sua faccia scomparì. Gli occhi divennero grigi. E i capelli corti, un po' spettinati e neri. Era vestito in modo un po' scompigliato, con una camicia leggera un po' fuori dai pantaloni e dei jeans.
-Mi dispiace di non essere più presentabile- disse notando il mio sguardo. Aveva una voce profonda, molto sinfonica.
Gli sorrisi e mi sedetti a terra ancora sconvolta per tutto quello che era successo. Lui si sedette accanto a me guardandomi. Per sbaglio gli sfiorai la mano. Lui si bloccò per un attimo.
-Ho capito! La chiave per salvare il mondo siamo noi due! Se io riderò, e ci ameremo, il mondo sarà salvo!- disse lasciandomi basita e alquanto confusa. Prese le mie mani nelle sue, grandi e calde. Incrociammo lo sguardo. Non sapevo bene cosa stava succedendo, ma sentii il bisogno di incrociare le mie mani con le sue. Timidamente, lo feci. Le nostre mani rimasero incrociate mentre lui mi sorrise e io scoppiai a piangere, senza avere un motivo ben preciso. Anche se lo avevo appena conosciuto, sentii che in realtà lo conoscevo da molto più tempo, e sentii di amarlo. Profondamente. Lui mi asciugò le lacrime e mi scostò i capelli. Poi mi prese delicatamente il viso e mi avvicinò a lui. Le nostre bocche erano ad appena qualche millimetro. Profumava di vaniglia. E dopo poco la mia bocca sfiorò la sua.


 

Il cielo stavolta era azzurro, con un paio di nuvole che disegnavano strane immagini. Soffiava una brezza leggera, che mi spostava i capelli e mi agitava la maglietta. L'altro mondo non era poi così male, quando ero con lui. Me ne stavo sdraiata sull'erba di quella bellissima scogliera, sotto di me le onde si infrangevano producendo dolci sinfonie. Accanto a me il mago, che mi teneva le mani e guardava il cielo come me. Ero tornata in quel mondo per richiesta sua, e lui era tornato ad avere quello strano aspetto di quando era in questo strano mondo. Mi alzai a sedere, respirando l'aria frizzantina del mare. Posai il mio sguardo su di lui, che mi guardava. Ci sorridemmo. Mi rannicchiai sul suo petto e lui mi strinse forte a sè. Sempre con le mani incrociate, mi sporsi a baciarlo. Le sue labbra sapevano di molte cose, troppe per descriverle. Ma erano dolci. E mi accoglievano sempre.
Quella scogliera la visitammo ogni giorno, e ogni giorno tornai in quello strambo mondo, che con lui diventava il paradiso.

 

Mi sveglio. Sono nel mio letto. Fisso il soffitto. E solo una cosa riesco a farmi uscire dalle labbra:
-Mago... ridatemi... il mio mago...-