Let It Snow
There's nothing else that I will need, this Christmas
Piccoli
cristalli bianchi scendevano lenti e tranquilli sulla cittadina di Beacon
Hills. Era strano che nevicasse in California, ma a Stiles non importava se
fosse un evento straordinario o meno, amava troppo i fiocchi candidi che come piccoli
lenzuoli imbiancavano il paesaggio rendendo l’aria così natalizia. E per lui la
neve significava solo una cosa: cioccolata calda fumante e cremosa, un buon
libro e il calore del termosifone.
La scuola
quel giorno era chiusa per i disagi del maltempo che impegnavano anche lo
sceriffo uscito di buon ora, armato di catene e tanta pazienza, pur di riuscir
a raggiungere il commissariato.
Così Stiles
a pochi giorni da Natale si ritrovava solo in casa ad attuare il suo pomeriggio
perfetto. Stava infatti seduto sulla poltrona rossa della sala, opportunamente
spostata vicino al termosifone sotto la finestra, un libro in mano e una tazza
fumante tra le gambe incrociate. Preso dalla lettura, non si era accorto di
come i fiocchi avessero cominciato a scendere sempre più fitti e veloci fino a
trasformarsi in una piccola bufera. Alzando lo sguardo per prendere un sorso
della bevanda calda si ritrovò a pensare a come fosse bello stare lì al
calduccio, stretto nel maglione bianco di lana, come al centro di uno di quei
carillon che se li agiti si riempiono di brillantini turbolenti, a guardare
quel meraviglioso spettacolo. “Forse dovrei accendere l’albero di Natale... e
le luci fuori” e con forza abbandonò la sua comoda posizione per accendere le
luci natalizie. L’albero multicolore iniziò a splendere a intermittenza, con
giochi di colori che da sempre avevano affascinato il piccolo Stiles, che
passava i suoi pomeriggi a fissare quelle lucine ipnotiche finché il padre non
rientrava da lavoro portandogli del dolcissimo marzapane. Stiles sorrise
ripensando a quel dolce ricordo e andò ad accendere le luci esterne: grazie a
un piccolo interruttore casa Stilinski prese a brillare nella notte, le luci
seguivano i contorni della villetta che al buio sembrava una di quelle torte
colorate di natale, a forma di casette, fatte completamente di dolciumi. Rideva
sempre ripensando a quando Scott aveva visto per la prima volta casa Stilinski addobbata
e non era riuscito a chiudere la bocca per lo stupore, ma era una tradizione
fare le cose in grande quando si trattava del Natale e lui non avrebbe
sicuramente abbandonato una tradizione, soprattutto se riguardava la sua
festività preferita.
Sotto
l’albero erano sparsi diversi pacchetti colorati e multiformi in attesa di
essere scartati, solo uno non era di Stiles o dello sceriffo, era quello per Derek.
Il lupo misantropo negli ultimi tempi si stava aprendo sempre di più con il suo
branco, soprattutto con l’umano, e nessuno si era sorpreso quando, durante la
serata regali, aveva detto al castano che sarebbe passato a breve a portargli
il regalo.
Data un’ultima
occhiata fuori Stiles riprese la sua comoda posizione, stavolta coprendo i
piedi con un morbido plaid rosso, e bevuta un altro po’ di cioccolata
ricominciò a leggere. Perse completamente la cognizione del tempo mentre la sua
mente vagava in città sconosciute attraverso le righe d’inchiostro finché il
suono incessante del campanello non lo riportò alla realtà. La bufera era
peggiorata e la neve cadeva quasi con violenza, sapeva che il padre in quelle
condizioni si sarebbe fermato, come sempre, a casa del vicesceriffo, che
abitava vicino alla stazione, quindi non riusciva a capire chi potesse essere
alla sua porta. Si riscosse dai suoi
pensieri quando la voce burbera e infreddolita di Derek ringhiò “Stiles pensi
di aprirmi o vuoi farmi morire qui fuori assiderato?”. Preso in contropiede il
castano si affrettò ad aprire e dopo aver fatto entrare il lupo, zuppo e
congelato, domandò sorpreso “Tu che ci fai qui?”
Derek si tolse
i pantaloni e i calzini bagnati e li mise ad asciugare sul termosifone del
bagno, prese i pantaloni che Stiles aveva preparato per lui e dopo aver riacquistato
l’uso di tutte le dita dei piedi si mise i calzini che il ragazzo gli aveva
prestato: degli antiscivolo rossi con due pupazzi di neve che se li premevi
intonavano Jingle Bells. Pensò che solo un ragazzo come Stiles poteva avere un
paio di calze del genere e scuotendo la testa scese le scale. Stiles aveva
ripreso la sua posizione vicino la finestra e completamente assorto dalla
lettura non aveva sentito arrivare il più grande, che fermo sulla porta lo
fissava sorridendo finché questo non si schiarì la voce e il castano si girò
rivolgendogli un enorme sorriso. Derek, dopo aver recuperato il suo regalo, si
avvicinò e si sedette per terra, a gambe incrociate, proprio di fronte alla
poltrona dopo stava Stiles, che solo in quel momento si rese conto che il moro
aveva solo una maglietta a maniche lunghe e nonostante il termosifone tremava
ancora per il freddo. Sospirò e alzatosi posò il plaid sulle spalle del moro,
per poi avvolgerlo nella morbida stoffa e in un rapido abbraccio, recuperò una
tazza fumante e la passò al lupo che cominciò a bere avidamente, mentre il
cioccolato gli riscaldava il palato e il cuore. Arrivato a metà tazza, si fermò
e presa la grande scatola rossa la porse con un sorriso a Stiles “Tanti auguri
Stiles”. Stiles aprì la scatola e tanti pezzetti di polistirolo volarono fuori,
mentre in mezzo a quelli rimasti si intravedevano tanti piccoli pacchetti e in
cima a tutto vi era una busta da lettere. “E questa cos’è?” domandò curioso,
con gli occhi che brillavano di gioia, al moro. “Una lettera che spiega ogni
regalo che trovi in quella scatola” rispose sorridendo Derek, incantato dalla
luce che illuminava gli occhi dell’umano.
“Oook, ma io
voglio che sia tu a spiegarmeli” rispose deciso il ragazzo, iniziando ad aprire
il primo pacchetto, morbido al tatto ma che tintinnava se agitato. “Appena li
ho visti ti ho pensato, a righe come la maglietta improbabile che mi hai fatto
provare tempo fa, solo che il bianco e il rosso sono decisamente più
proponibili come combinazione e poi non so, i campanelli facevano tanto
folletto di Babbo Natale e tu mi sembri tanto uno di loro quindi per questo...”
spiegò il maggiore mentre il piccolo cacciava dalla busta dei calzini
antiscivolo a righe bianche e rosse con dei campanellini dorati. Il piccolo sorrise
e iniziò felice a scartare un altro pacchetto, triangolare, con un pon-pon
rosso in cima. “Ho notato che ultimamente alle riunioni venivi sempre con le
orecchie rosse e fredde e ho pensato che potesse servirti qualcosa per
proteggerle...” e il ragazzo scopriva essere un cappello con paraorecchie,
anch’esso bianco con dei disegni rossi, felice se lo mise in testa e Derek poté
constatare che gli stava ancora meglio di come aveva immaginato. Attratto
dall’odore, il piccolo, tolti alcuni pezzetti bianchi, sollevò un piatto
natalizio pieno di omini di pan di zenzero alla cannella. “L’altro giorno avevi
detto che non li mangiavi da tanto tempo e che ti piacevano tanto quindi ho
pensato fosse carino regalarti almeno un qualcosa fatto da me e dopo vari
tentativi disastrosi i migliori biscotti che ho cucinato sono finiti su quel
vassoio incellofanato...” e il più grande arrossì dicendo ciò. Stiles aveva
fatto veramente quell’osservazione, in una delle giornate di shopping natalizio
mentre passavano di fronte a una pasticceria gettandola lì in uno dei suoi
sproloqui infiniti sul Natale e non pensava che Derek lo stesse ascoltando. Era
scioccato pensando che quel lupo aveva imparato a cucinare per lui,
evidentemente aveva spalancato la bocca perché Derek lo riscosse dicendo
“Chiudi quella bocca che ti mancano ancora due regali...” “Certo, subito” ma
non poté bloccare il rossore che gli tinse le guance, era la prima persona che
dopo tanto faceva una cosa così dolce per lui. “Quello è un simbolo, ho pensato che visto che
sei parte del branco devi avere qualcosa che te lo ricordi sempre e nulla è
meglio di quello” sorrise vedendo gli occhi di Stiles illuminarsi ancora di più
di fronte al ciondolo in legno di un piccolo lupo, attaccato a un laccetto nero.
“Lo metto subito!” esclamò felice e infilò la collana. Derek riprese, “Quei cd
sono perché so quanto ami il Natale e quanto odi il silenzio per questo ho
pensato che niente potesse essere utile quanto della buona musica natalizia e
questo è tutto…” minimizzò il moro. Il castano, dopo essersi messo i calzini
con i campanelli, saltellò fino allo stereo e scelta la canzone premette play e
Michael Bublè cominciò a cantare con voce soave “So please just fall in love with me, this
Christmas, There's nothing else that I
will need, this Christmas” e sorridente si rivolse a Derek “Sai questa è decisamente la
mia canzone preferita di tutto il cd...” “E’ anche la mia preferita” rispose il
moro, prima che Stiles saltellando gli
arrivasse di fronte e in ginocchio, guardandolo negli occhi, gli dicesse “Sai i
tuoi regali sono i più bei regali che una persona potesse farmi e questi
biscotti” e ne addentò uno, “sono la fine del mondo. Sei stato dolcissimo.”
Derek imbarazzato si nascose sotto la coperta ma Stiles ridendo sollevò un
lembo di stoffa rossa e si ritrovò naso a naso con il lupo prima di sussurrare
sulle sue labbra un leggero “Grazie” e lascargli un veloce bacio sulla guancia.
Derek portò la mano sulla guancia improvvisamente bollente e si alzò di scatto.
“Forse è meglio che vada” esclamò in preda al panico. Stiles rise e facendo una
lieve pressione sul braccio del moro lo fece sedere sulla poltrona. “Tu non vai
da nessuna parte. Fuori c’è una bufera e qui c’è un regalo che ti aspetta” e
detto ciò recuperò un pacco verde da sotto l’albero per poi porgerlo a Derek.
“Buon Natale sourwolf! Avanti che aspetti? Apri!”
Il lupo, tentando di nascondere la
curiosità, aprì quel pacco spesso e pesante e si trovò di fronte a un grande
libro dalla copertina cartonata, dall’aria antica, senza scritte ma con un lupo
dorato che da un promontorio ululava alla luna. Continuava a fissare il disegno
così semplice eppure così dettagliato senza proferire parola al che Stiles,
preoccupato che il regalo non fosse gradito, cominciò a blaterare “Veramente il
regalo vero è tra le pagine, ma se non ti piace dalla copertina ok…fa nulla...
troverò qualcosa che sia lontanamente bello come i tuoi... ” “Stiles...” lo
richiamò Derek, che aveva cominciato a sfogliare le pagine “è semplicemente
bellissimo” disse commosso il moro. Le pagine di quel libro erano riempite con
le storie del branco, aneddoti, foto, racconti, scontrini e tutto ciò che li
rendeva quella famiglia stramba ma unica che erano. Sfogliando le pagine un foglio
dorato uscì fuori e Derek riconobbe la scrittura di Stiles in quella grafia
piccola e disordinata ma comunque chiara e leggibile a un occhio abituato come
quello del lupo. “E questa cos’è?” “E’ la spiegazione del regalo...” disse
imbarazzato il piccolo. Derek si avvicinò e sorridendo citò il giovane, “Ma io
voglio che sia tu a spiegarmelo!” e il castano non poté che sorridere e
fingendosi offeso tirò un piccolo pugno sul braccio del lupo. “Semplicemente ho
pensato che fosse bello per te avere qualcosa che ti ricordasse che noi ti
vogliamo bene e che per quanto strani possiamo sembrare a gli occhi degli altri
noi siamo una stupenda e allargata famiglia...un po’ come il mio ciondolo,
sarai tu a dover finire di riempire il libro, io l’ho fatto fino ad adesso ma
ora tocca a te” spiegò Stiles. “Mi
aiuterai?” “Certo”, un sorriso pieno di amore scaldò i loro volti. “Che ne dici
di un bel film?” propose il più piccolo. “Ok” e si accoccolarono vicini, in uno
strano abbraccio sotto la coperta. Durante una pausa del film Derek si girò
verso il padrone di casa e sussurrò “Grazie, è il regalo più bello che qualcuno
potesse farmi, mi hai regalato la prova dell’amore della mia nuova famiglia” e
detto ciò baciò le labbra sorridenti del ragazzo che dopo un attimo di silenzio
rispose “Prego sourwolf”, il lupo scosse la testa e sorridendo tornò a guardare
lo schermo.
Il giorno dopo lo sceriffo li trovò così,
in quello strano abbraccio ancora addormentati, la televisione accesa e le
tazze vuote e non poté non sorridere. Cercò di fare il più piano possibile ma
non riuscì ad evitare la ghirlanda canterina che al suo passaggio cominciò a
suonare svegliando i due ragazzi. I due ancora assonnati inquadrarono la figura
dello sceriffo e subito Derek si alzò e iniziò “Em…forse è meglio che io vada.
Grazie per il regalo Stiles” ma lo sceriffo lo fermò e dopo aver lanciato un’occhiata complice al figlio disse “Che ne diresti di
rimanere a pranzo Derek?” e accompagnò la richiesta con un sorriso, “Sarebbe
stupendo.”
Forse non bisognava arrivare a Natale per
innamorarsi.
Angolo
autrice:
Allora
questa ff l’ho scritta questo pomeriggio ispirata dalla nevicata che ha
bloccato e imbiancato tutta la mia amata città. Amo i racconti natalizi e non
potevo non scrivere una ff del genere. I calzini con i campanelli sono stupendi
anche se mamma mi odia quando saltello per casa tintinnando xD Allora questa
qui è un po’ un ringraziamento a Tallutina per la splendida mail con regalo
<3 Grazie a chiunque leggerà e recensirà o metterà la ff in una delle
categorie :D Baciii :*