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Autore: Illucesco    26/11/2013    7 recensioni
A pochi giorni da Natale la neve cade incessante su Beacon Hillls e per Stiles non c'è nulla di meglio della neve, la cioccolata calda e un buon libro finchè un dolce lupo non bussa alla sua porta.
Sterek,neve, natale, regali e tanto fluff. Si faccio schifo con le introduzioni.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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let it snow

Let It Snow

So please just fall in love with me, this Christmas,
There's nothing else that I will need, this Christmas

Piccoli cristalli bianchi scendevano lenti e tranquilli sulla cittadina di Beacon Hills. Era strano che nevicasse in California, ma a Stiles non importava se fosse un evento straordinario o meno, amava troppo i fiocchi candidi che come piccoli lenzuoli imbiancavano il paesaggio rendendo l’aria così natalizia. E per lui la neve significava solo una cosa: cioccolata calda fumante e cremosa, un buon libro e il calore del termosifone.
La scuola quel giorno era chiusa per i disagi del maltempo che impegnavano anche lo sceriffo uscito di buon ora, armato di catene e tanta pazienza, pur di riuscir a raggiungere il commissariato.
Così Stiles a pochi giorni da Natale si ritrovava solo in casa ad attuare il suo pomeriggio perfetto. Stava infatti seduto sulla poltrona rossa della sala, opportunamente spostata vicino al termosifone sotto la finestra, un libro in mano e una tazza fumante tra le gambe incrociate. Preso dalla lettura, non si era accorto di come i fiocchi avessero cominciato a scendere sempre più fitti e veloci fino a trasformarsi in una piccola bufera. Alzando lo sguardo per prendere un sorso della bevanda calda si ritrovò a pensare a come fosse bello stare lì al calduccio, stretto nel maglione bianco di lana, come al centro di uno di quei carillon che se li agiti si riempiono di brillantini turbolenti, a guardare quel meraviglioso spettacolo. “Forse dovrei accendere l’albero di Natale... e le luci fuori” e con forza abbandonò la sua comoda posizione per accendere le luci natalizie. L’albero multicolore iniziò a splendere a intermittenza, con giochi di colori che da sempre avevano affascinato il piccolo Stiles, che passava i suoi pomeriggi a fissare quelle lucine ipnotiche finché il padre non rientrava da lavoro portandogli del dolcissimo marzapane. Stiles sorrise ripensando a quel dolce ricordo e andò ad accendere le luci esterne: grazie a un piccolo interruttore casa Stilinski prese a brillare nella notte, le luci seguivano i contorni della villetta che al buio sembrava una di quelle torte colorate di natale, a forma di casette, fatte completamente di dolciumi. Rideva sempre ripensando a quando Scott aveva visto per la prima volta casa Stilinski addobbata e non era riuscito a chiudere la bocca per lo stupore, ma era una tradizione fare le cose in grande quando si trattava del Natale e lui non avrebbe sicuramente abbandonato una tradizione, soprattutto se riguardava la sua festività preferita.
Sotto l’albero erano sparsi diversi pacchetti colorati e multiformi in attesa di essere scartati, solo uno non era di Stiles o dello sceriffo, era quello per Derek. Il lupo misantropo negli ultimi tempi si stava aprendo sempre di più con il suo branco, soprattutto con l’umano, e nessuno si era sorpreso quando, durante la serata regali, aveva detto al castano che sarebbe passato a breve a portargli il regalo.
Data un’ultima occhiata fuori Stiles riprese la sua comoda posizione, stavolta coprendo i piedi con un morbido plaid rosso, e bevuta un altro po’ di cioccolata ricominciò a leggere. Perse completamente la cognizione del tempo mentre la sua mente vagava in città sconosciute attraverso le righe d’inchiostro finché il suono incessante del campanello non lo riportò alla realtà. La bufera era peggiorata e la neve cadeva quasi con violenza, sapeva che il padre in quelle condizioni si sarebbe fermato, come sempre, a casa del vicesceriffo, che abitava vicino alla stazione, quindi non riusciva a capire chi potesse essere alla sua porta.  Si riscosse dai suoi pensieri quando la voce burbera e infreddolita di Derek ringhiò “Stiles pensi di aprirmi o vuoi farmi morire qui fuori assiderato?”. Preso in contropiede il castano si affrettò ad aprire e dopo aver fatto entrare il lupo, zuppo e congelato, domandò sorpreso “Tu che ci fai qui?” “Secondo te? Sono venuto a portarti il tuo regalo Stiles... ” Il più piccolo era senza parole. “Aspetta, tu sei venuto qui, a piedi, solo per portarmi il mio regalo?” “Si...” le guance del lupo erano rosse di imbarazzo. “Tu hai rischiato una broncopolmonite per portarmi questo?” e indicò la scatola rossa chiusa da un enorme fiocco dorato, “Tu sei pazzo, vieni che ti do qualcosa di asciutto da metterti prima che ti venga un colpo.” E s’incamminò lungo le scale i cui corrimano erano ricoperti da addobbi natalizi eleganti e graziosi. “Sono belle le decorazioni” dichiarò il più grande guardandosi intorno. “Oh grazie, è una tradizione di casa Stilinski” sorrise felice il piccolo umano. “Ecco asciugati con questi” e gli porse degli asciugamani caldi, “se ti serve il phon è nello sportello in alto sul lavandino” e gli indicò un piccolo mobile sopra il lavabo, “e poi puoi metterti questi mentre i tuoi vestiti si asciugano” e poggiò dei panni asciutti sulla lavatrice, “io ti aspetto di sotto” gli sorrise e scese le scale.

Derek si tolse i pantaloni e i calzini bagnati e li mise ad asciugare sul termosifone del bagno, prese i pantaloni che Stiles aveva preparato per lui e dopo aver riacquistato l’uso di tutte le dita dei piedi si mise i calzini che il ragazzo gli aveva prestato: degli antiscivolo rossi con due pupazzi di neve che se li premevi intonavano Jingle Bells. Pensò che solo un ragazzo come Stiles poteva avere un paio di calze del genere e scuotendo la testa scese le scale. Stiles aveva ripreso la sua posizione vicino la finestra e completamente assorto dalla lettura non aveva sentito arrivare il più grande, che fermo sulla porta lo fissava sorridendo finché questo non si schiarì la voce e il castano si girò rivolgendogli un enorme sorriso. Derek, dopo aver recuperato il suo regalo, si avvicinò e si sedette per terra, a gambe incrociate, proprio di fronte alla poltrona dopo stava Stiles, che solo in quel momento si rese conto che il moro aveva solo una maglietta a maniche lunghe e nonostante il termosifone tremava ancora per il freddo. Sospirò e alzatosi posò il plaid sulle spalle del moro, per poi avvolgerlo nella morbida stoffa e in un rapido abbraccio, recuperò una tazza fumante e la passò al lupo che cominciò a bere avidamente, mentre il cioccolato gli riscaldava il palato e il cuore. Arrivato a metà tazza, si fermò e presa la grande scatola rossa la porse con un sorriso a Stiles “Tanti auguri Stiles”. Stiles aprì la scatola e tanti pezzetti di polistirolo volarono fuori, mentre in mezzo a quelli rimasti si intravedevano tanti piccoli pacchetti e in cima a tutto vi era una busta da lettere. “E questa cos’è?” domandò curioso, con gli occhi che brillavano di gioia, al moro. “Una lettera che spiega ogni regalo che trovi in quella scatola” rispose sorridendo Derek, incantato dalla luce che illuminava gli occhi dell’umano.

“Oook, ma io voglio che sia tu a spiegarmeli” rispose deciso il ragazzo, iniziando ad aprire il primo pacchetto, morbido al tatto ma che tintinnava se agitato. “Appena li ho visti ti ho pensato, a righe come la maglietta improbabile che mi hai fatto provare tempo fa, solo che il bianco e il rosso sono decisamente più proponibili come combinazione e poi non so, i campanelli facevano tanto folletto di Babbo Natale e tu mi sembri tanto uno di loro quindi per questo...” spiegò il maggiore mentre il piccolo cacciava dalla busta dei calzini antiscivolo a righe bianche e rosse con dei campanellini dorati. Il piccolo sorrise e iniziò felice a scartare un altro pacchetto, triangolare, con un pon-pon rosso in cima. “Ho notato che ultimamente alle riunioni venivi sempre con le orecchie rosse e fredde e ho pensato che potesse servirti qualcosa per proteggerle...” e il ragazzo scopriva essere un cappello con paraorecchie, anch’esso bianco con dei disegni rossi, felice se lo mise in testa e Derek poté constatare che gli stava ancora meglio di come aveva immaginato. Attratto dall’odore, il piccolo, tolti alcuni pezzetti bianchi, sollevò un piatto natalizio pieno di omini di pan di zenzero alla cannella. “L’altro giorno avevi detto che non li mangiavi da tanto tempo e che ti piacevano tanto quindi ho pensato fosse carino regalarti almeno un qualcosa fatto da me e dopo vari tentativi disastrosi i migliori biscotti che ho cucinato sono finiti su quel vassoio incellofanato...” e il più grande arrossì dicendo ciò. Stiles aveva fatto veramente quell’osservazione, in una delle giornate di shopping natalizio mentre passavano di fronte a una pasticceria gettandola lì in uno dei suoi sproloqui infiniti sul Natale e non pensava che Derek lo stesse ascoltando. Era scioccato pensando che quel lupo aveva imparato a cucinare per lui, evidentemente aveva spalancato la bocca perché Derek lo riscosse dicendo “Chiudi quella bocca che ti mancano ancora due regali...” “Certo, subito” ma non poté bloccare il rossore che gli tinse le guance, era la prima persona che dopo tanto faceva una cosa così dolce per lui.  “Quello è un simbolo, ho pensato che visto che sei parte del branco devi avere qualcosa che te lo ricordi sempre e nulla è meglio di quello” sorrise vedendo gli occhi di Stiles illuminarsi ancora di più di fronte al ciondolo in legno di un piccolo lupo, attaccato a un laccetto nero. “Lo metto subito!” esclamò felice e infilò la collana. Derek riprese, “Quei cd sono perché so quanto ami il Natale e quanto odi il silenzio per questo ho pensato che niente potesse essere utile quanto della buona musica natalizia e questo è tutto…” minimizzò il moro. Il castano, dopo essersi messo i calzini con i campanelli, saltellò fino allo stereo e scelta la canzone premette play e Michael Bublè cominciò a cantare con voce soave  So please just fall in love with me, this Christmas, There's nothing else that I will need, this Christmas” e sorridente si rivolse a Derek “Sai questa è decisamente la mia canzone preferita di tutto il cd...” “E’ anche la mia preferita” rispose il moro, prima che Stiles saltellando  gli arrivasse di fronte e in ginocchio, guardandolo negli occhi, gli dicesse “Sai i tuoi regali sono i più bei regali che una persona potesse farmi e questi biscotti” e ne addentò uno, “sono la fine del mondo. Sei stato dolcissimo.” Derek imbarazzato si nascose sotto la coperta ma Stiles ridendo sollevò un lembo di stoffa rossa e si ritrovò naso a naso con il lupo prima di sussurrare sulle sue labbra un leggero “Grazie” e lascargli un veloce bacio sulla guancia. Derek portò la mano sulla guancia improvvisamente bollente e si alzò di scatto. “Forse è meglio che vada” esclamò in preda al panico. Stiles rise e facendo una lieve pressione sul braccio del moro lo fece sedere sulla poltrona. “Tu non vai da nessuna parte. Fuori c’è una bufera e qui c’è un regalo che ti aspetta” e detto ciò recuperò un pacco verde da sotto l’albero per poi porgerlo a Derek. “Buon Natale sourwolf! Avanti che aspetti? Apri!”

Il lupo, tentando di nascondere la curiosità, aprì quel pacco spesso e pesante e si trovò di fronte a un grande libro dalla copertina cartonata, dall’aria antica, senza scritte ma con un lupo dorato che da un promontorio ululava alla luna. Continuava a fissare il disegno così semplice eppure così dettagliato senza proferire parola al che Stiles, preoccupato che il regalo non fosse gradito, cominciò a blaterare “Veramente il regalo vero è tra le pagine, ma se non ti piace dalla copertina ok…fa nulla... troverò qualcosa che sia lontanamente bello come i tuoi... ” “Stiles...” lo richiamò Derek, che aveva cominciato a sfogliare le pagine “è semplicemente bellissimo” disse commosso il moro. Le pagine di quel libro erano riempite con le storie del branco, aneddoti, foto, racconti, scontrini e tutto ciò che li rendeva quella famiglia stramba ma unica che erano. Sfogliando le pagine un foglio dorato uscì fuori e Derek riconobbe la scrittura di Stiles in quella grafia piccola e disordinata ma comunque chiara e leggibile a un occhio abituato come quello del lupo. “E questa cos’è?” “E’ la spiegazione del regalo...” disse imbarazzato il piccolo. Derek si avvicinò e sorridendo citò il giovane, “Ma io voglio che sia tu a spiegarmelo!” e il castano non poté che sorridere e fingendosi offeso tirò un piccolo pugno sul braccio del lupo. “Semplicemente ho pensato che fosse bello per te avere qualcosa che ti ricordasse che noi ti vogliamo bene e che per quanto strani possiamo sembrare a gli occhi degli altri noi siamo una stupenda e allargata famiglia...un po’ come il mio ciondolo, sarai tu a dover finire di riempire il libro, io l’ho fatto fino ad adesso ma ora tocca a te” spiegò  Stiles. “Mi aiuterai?” “Certo”, un sorriso pieno di amore scaldò i loro volti. “Che ne dici di un bel film?” propose il più piccolo. “Ok” e si accoccolarono vicini, in uno strano abbraccio sotto la coperta. Durante una pausa del film Derek si girò verso il padrone di casa e sussurrò “Grazie, è il regalo più bello che qualcuno potesse farmi, mi hai regalato la prova dell’amore della mia nuova famiglia” e detto ciò baciò le labbra sorridenti del ragazzo che dopo un attimo di silenzio rispose “Prego sourwolf”, il lupo scosse la testa e sorridendo tornò a guardare lo schermo.

Il giorno dopo lo sceriffo li trovò così, in quello strano abbraccio ancora addormentati, la televisione accesa e le tazze vuote e non poté non sorridere. Cercò di fare il più piano possibile ma non riuscì ad evitare la ghirlanda canterina che al suo passaggio cominciò a suonare svegliando i due ragazzi. I due ancora assonnati inquadrarono la figura dello sceriffo e subito Derek si alzò e iniziò “Em…forse è meglio che io vada. Grazie per il regalo Stiles” ma lo sceriffo lo fermò e dopo aver lanciato un’occhiata complice al figlio disse “Che ne diresti di rimanere a pranzo Derek?” e accompagnò la richiesta con un sorriso, “Sarebbe stupendo.”

Forse non bisognava arrivare a Natale per innamorarsi.

 

 

 

 

Angolo autrice:

Allora questa ff l’ho scritta questo pomeriggio ispirata dalla nevicata che ha bloccato e imbiancato tutta la mia amata città. Amo i racconti natalizi e non potevo non scrivere una ff del genere. I calzini con i campanelli sono stupendi anche se mamma mi odia quando saltello per casa tintinnando xD Allora questa qui è un po’ un ringraziamento a Tallutina per la splendida mail con regalo <3 Grazie a chiunque leggerà e recensirà o metterà la ff in una delle categorie :D Baciii :*

  
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