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Autore: Green_Fairy    27/11/2013    2 recensioni
Il cielo stellato è pura poesia ed è la chiave per aprire il cuore di chiunque, anche del Demone Bianco. Il passato non si rinnega mai, solo accettandolo si può guardare al futuro e vivere il presente.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gintoki Sakata, Kagura, Shinpachi Shimura, Takasugi Shinsuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Gin, guarda…
Kagura aveva il naso rivolto verso il cielo notturno, gli occhi che le brillavano della luce riflessa di migliaia di stelle. Aveva visto in televisione un documentario sulla Via Lattea e voleva ardentemente vederla. Così, lui e Shinpachi l’avevano accompagnata fuori città per un campeggio. In quella radura, dove oltre alle loro voci si udiva solo lo stormire delle foglie e il richiamo dei gufi – chissà se erano gufi o Amanto? – lo spettacolo era di una bellezza disarmante. I ricordi lo assalirono all’improvviso, il sincero stupore aveva abbassato le sue difese. Era lo stesso cielo che lui e i suoi amici guardavano da bambini, quando non c’era odio, non c’era violenza, esistevano solo le piccole cose quotidiane e la vita era semplice e i sorrisi autentici. Erano sempre insieme, lui e gli altri due. Formavano una bella squadra. C’era lui, Gintoki, che sembrava non crescere mai, sempre impegnato a fare scherzi e a tirar i capelli alle bambine quando andavano a scuola. E poi c’erano i maturi del gruppo, Katsura e soprattutto Takasugi. Quest’ultimo lo ricordava da sempre come ombroso e laconico, ma, nonostante tutto, sempre pronto ad aiutare il prossimo. Come cambiavano in fretta, le cose. Erano cresciuti, c’era stata una guerra nel frattempo, avevano visto tanta gente morire, persone che conoscevano, che salutavano ogni volta che le incontravano… La vita non è mai giusta e tutti e tre, nella loro innocenza, non potevano immaginare che fosse davvero così, loro che passavano ogni minuto in allegria e spensieratezza. Ed era in notti come quella che andavano a caccia di lucciole nel bosco vicino il villaggio, quando il cielo era pulito e la luna non disturbava col suo chiarore. Aveva preso le lucciole con quelle stesse mani con cui impugnava la spada. Con quelle stesse mani che in guerra si erano macchiate di sangue. Chissà dov’erano adesso, chissà se anche loro guardavano il cielo e ricordavano tutte quelle cose. Forse non avrebbero mai dovuto separarsi, mai diventare adulti. In fondo al suo cuore, però, sapeva che sarebbero rimasti amici per sempre, anche se appartenevano a schieramenti opposti e avevano idee diverse, perché per lui erano comunque tra le persone più care che aveva al mondo, quelle con cui qualunque posto sulla Terra, nell'universo, anche il più sperduto, poteva essere chiamato “casa”.
- Sono belle, vero? – Kagura aveva la voce sognante e gli occhi lucidi.
- Sì. Sono bellissime.

The kids in the hundreds tomorrow
Will march through the door
They’re fighting someone else’s war
They’ll have so many stories to tell
In exchange for the hero’s farewell

(Heroes – Mika, The Origin of Love)


**************
NOTA DELL’AUTRICE: Flashfic che scrissi anni e anni fa, quando cominciai a leggere Gintama. E’ un manga che adoro, molto più dell’anime, nonostante sia bello anche quest’ultimo. Penso che pochi fumetti siano in grado di unire comicità demenziale a sentimenti profondi e puri. Gintama ci riesce perfettamente. Ho editato il testo aggiungendo parte di una canzone di Mika (artista geniale, lo adoro dai tempi di “Grace Kelly”), perché mi sembrava particolarmente calzante. Se vi va, ascoltate la canzone, anche se vi consiglio caldamente di ascoltare l’intero cd, The Origin of Love, un lavoro veramente stupendo.
  
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