Fumetti/Cartoni americani > Pucca
Ricorda la storia  |      
Autore: Shainareth    27/11/2013    2 recensioni
Ogni volta che qualcuno a Sooga si sposava, per lui era una tragedia. Garu odiava i matrimoni.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garu, Pucca
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



BOUQUET




Ogni volta che qualcuno a Sooga si sposava, per lui era una tragedia. Garu odiava i matrimoni. Non perché non riuscisse a condividere la gioia della coppia che veniva unita da Master Soo, quanto perché sapeva che alla fine della cerimonia sarebbe accaduta una cosa orribile.
   Volse uno sguardo preoccupato verso Pucca, seduta devotamente al suo fianco e intenta a stringergli il braccio mentre seguiva con commozione la cerimonia. Aveva provato a sfuggirle, ma lei aveva vinto per l’ennesima volta, appropriandosi del posto accanto a lui e braccandolo al punto da far sorgere il sospetto che in realtà temesse che qualcun’altra potesse portarglielo via. Come se Garu non avesse avuto altri pensieri per la testa che invischiarsi in una storia d’amore di cui, in verità, non gli interessava un accidenti. E, per giunta, come se fosse stato talmente pazzo da provocare le sue ire. Solo perché una volta aveva aiutato Ring Ring in caso di bisogno, si era guadagnato un acuto dolore fra le gambe, atroce al punto che era riuscito a fargli perdere i sensi; non ci teneva a ripetere l’esperienza, proprio no.
   Il rito era entrato nelle fasi finali, gli sposi stavano per pronunciare il fatidico sì. Garu si era preparato anzitempo alla tragedia, passando persino la notte insonne, ma l’unico modo che aveva trovato per evitare che accadesse gli dava ugualmente i brividi. Nella sua ottica, ci sarebbe voluto il coraggio di mille e più guerrieri per affrontare una prova tanto crudele.
   Master Soo diede la sua benedizione e gli sposi, felici, si volsero verso gli invitati, che si alzarono in piedi e li festeggiarono con un applauso. Fu costretto a mettersi ritto sulle gambe anche Garu, perché Pucca lo trascinò per il braccio giù dalla panca, incurante come sempre del fatto che lui era un essere umano e non un balocco con cui sollazzarsi. Si era spesso chiesto, il ragazzo, se la sua amica comprendesse la differenza.
   La coppia avanzò fra le file di panche, il rumore dei passi attutito dal velluto del lungo tappeto rosso e coperto dalle gioiose esclamazioni della folla. Quand’ebbero sorpassato tutti, la sposa si voltò e si esibì in un sorriso ammiccante.
   Era giunto il momento.
   Garu chiuse gli occhi e prese un grosso respiro: era il più onorevole ninja del villaggio, non poteva in alcun modo tirarsi indietro. Alle sue orecchie giunsero i gridolini eccitati delle fanciulle che si facevano largo fra gli altri invitati e non appena avvertì la presa di Pucca farsi più debole, capì che non c’era tempo da perdere.
   Prima ancora che lei riuscisse a scivolare via, diretta come tutte le altre verso la sposa, Garu l’afferrò per un polso, trattenendola accanto a lui. La ragazza si volse a fissarlo con espressione sorpresa e i grandi occhi scuri del giovane si piantarono con determinazione nei suoi, dal taglio più sottile e femminile, come se volessero inchiodarla lì dove si trovava.
   Garu deglutì, ma decise che per nessuna ragione sarebbe scappato come un vigliacco. Fece un passo verso di lei e posò la mano libera sulla sua spalla, così sottile e fragile al tatto. Infine, schiuse le labbra e, facendo appello a tutta la propria forza di volontà, le posò morbidamente su quelle di lei.
   Fu come un meraviglioso fulmine a ciel sereno, per Pucca, che avvertì nitidamente un’improvvisa ondata di calore invaderle il corpo. Non si domandò il perché di quel gesto, non gliene importava nulla; si preoccupò piuttosto di lasciarsi guidare dall’istinto e di approfittarsi della situazione finché Garu, sicuramente ammattito, glielo avesse concesso.
   Gli si fece più vicina, approfondendo quel bacio e lui non rifiutò. Pochi attimi dopo, tuttavia, Garu si ritrovò quasi sbalzato a terra, fra le panche, con quell’esagitata addosso che, aggrovigliando braccia e gambe alle sue, si muoveva contro di lui con una passione che quasi lo terrorizzò più della tragedia che, con quel gesto, sperava invece di evitare. Si domandò quanto ancora avrebbe dovuto subire quella tortura psicologica, più che fisica, e gettò uno sguardo verso la sposa che, finalmente, si era decisa a lanciare il bouquet sulla folla di assatanate ed egoiste ragazze che, spintonandosi a vicenda, non avevano avuto altro obiettivo, quel giorno, se non quello di prendere al volo quell’augurio di prossime nozze.
   Sorridendo fra sé e sé con fare soddisfatto, Garu si convinse che ormai il pericolo era cessato e che il suo sacrificio non era stato vano: anche se lo avesse lasciato andare proprio adesso, Pucca non avrebbe mai fatto in tempo a correre verso quelle ochette strillanti e a prendere il bouquet prima che lo facesse qualcun’altra. Tuttavia, proprio in quell’istante, la ragazza sentì il bisogno di riprendere fiato e si staccò dalle sue labbra, ansimando e divorandogli il volto con due occhi accesi di un ardore che ammutolì Garu più del solito e che ebbe il potere di fargli abbassare la guardia: improvvisamente quel sacrificio gli parve quasi un’esperienza eccitante. Deglutì a fatica, rendendosi conto di avere fra le braccia la fanciulla più bella che lui avesse mai visto in vita sua; e quella stessa fanciulla moriva d’amore per lui, fissandolo ora con folle desiderio.
   Ching lanciò un urletto trionfale: era riuscita a prendere il bouquet, con grande scorno di Abyo che protestava in lontananza. Ma nessuno di loro due se ne curò e, anzi, Pucca tornò alla carica, avventandosi nuovamente su quelle labbra che troppo spesso si era accontentata di baciare senza mai essere ricambiata. Garu avrebbe potuto evitare che accadesse, allontanandola da sé ora che il tragico rito del lancio del bouquet si era concluso; tuttavia, non riuscì a respingerla. Trovò persino crudele, da parte propria, aver ingannato Pucca in quel modo, facendole credere di volerla baciare per davvero, benché il suo reale obiettivo fosse solo quello di evitare che lei, sfoggiando il mazzo di fiori della sposa fra le mani, lo rincorresse in lungo e in largo per tormentarlo al fine di convincerlo a fare di lei sua moglie. Eppure adesso, per un dispettoso scherzo della sorte, Garu capiva che non c’era più inganno in quello che stava facendo.
   La cosa lo sconvolse al punto che, maledicendosi, rimpianse di non aver lasciato a Pucca la libertà di aggregarsi alle altre ragazze del villaggio, in cerca della vaga speranza di un matrimonio che quella sciocca tradizione dava a tutte le donne in età da marito. Invece, irretendola nella propria trappola, Garu aveva finito per rimanervi imprigionato allo stesso modo.












Spero sia comprensibile, perché ho il forte dubbio di aver fatto un po' di casino nella parte finale. ;_;
Garu, mi piace torturarti, sappilo. Ma almeno poi ti faccio anche felice, quindi pazienta e, anzi, apprezza la mia buona volontà, sciocco, adorabile ninja ostinato. ♥
Spero di riuscire presto a partorire qualche idea più divertente, ma non per questo meno romantica. :3
Alla prossima!
Shainareth





  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Pucca / Vai alla pagina dell'autore: Shainareth