-Aiolfi
Andreano..-
-Presente!
-Aghi
Patrizia..-
-Ci
sono...-
-Alcantara
Eleonora..-
Dal
suo banco, in terza fila, Eleonora Alcantara riemerse quel tanto che bastava per
incrociare lo sguardo della Ravasi, inflessibile professoressa di chimica, e
mormorare un fiacco “ presente!” attraverso le labbra rosee impiastricciate di
lip gloss alla fragola.
Si
risistemò ben dritta contro lo schienale, quel tanto che bastava perché i
ragazzi nelle retro vie adocchiassero il suo sensualissimo tanga dei puffi, e
risprofondò quindi a sedere, una volta che la Ravasi ebbe espresso i consueti
commenti sul suo piercing alla lingua che, a parere della zitella
ultracinquantenne, l’aveva trasformata in una vegetale balbuziente impedendole
di parlare come si deve.
Ele,
di quei commenti d’altronde, se ne strafregava.
Era
bella, con i suoi boccoli neri da bambola di porcellana e gli occhioni verdi, e
le forme esattamente dove avrebbero dovuto stare.
Da
grande avrebbe fatto la velina, o la attrice in qualche fiction
tv.
Che
cavolo gliene fregava dunque, della Ravasi e delle sue farneticazioni
termodinamiche da donna senza scopo e soprattutto priva di passatemi
sufficientemente interessanti?
Un
beato cavolo.
-Mainetti
Arianna..- Gracchiò quindi la
Ravasi nuovamente, allungando il collo grinzoso nel tentativo di scorgere la
fidata compare di Eleonora.
-Mainetti
Arianna..-
Nessuna
risposta.
-Insomma,
qualcuno mi sa dire dove diavolo sia finita Mainetti, alle otto meno
cinque?
Proprio
in quell’istante, scricchiolando paurosamente, la porta si
aprì.
-Scusi
per il ritardo, professoressa..- Fresca come una rosa, sorseggiando come di
consueto il suo estathè deteinato, Arianna Mainetti fece il suo ingresso in
aula, accompagnata dal suo sederino sculettante, i capelli platinati
perfettamente lisci che ricadevano fluenti lungo le spalle.
La
solita storia.
Arianna
arrivava perennemente in ritardo a scuola, occupata com’era a “mediare” con i
suoi numerosi corteggiatori per strada, e a prepararsi adeguatamente davanti
allo specchio per la lunga giornata che la attendeva. La Ravasi storse le
labbra.
-Sarà
che mi sento di buon umore Mainetti, ma non mi va di riprenderti come
meriteresti, oggi..- Borbottò infatti la professoressa -...va a
sederti..-
Con
un sorrisino vittorioso sulle labbra, Arianna Mainetti si diresse saltellando in
direzione del proprio banco, che come prevedibile era proprio quello accanto ad
Eleonora.
-Ciao
sister! Vuoi l’ultima novità? oggi mi tocca pure fare a Kristian la grazia di
uscire con lu! Che sbatto!Sul pullman mi ha sfinito troppo l’esistenza..-
Arianna attaccò immediatamente a parlare, come di consueto, mentre Eleonora
annuiva convinta.
D’altro
canto ,per loro, dover assecondare le proposte dei loro pretendenti per
“accontentarli”, era ordinaria amministrazione. .
Avete
presente quel tipo di ragazza che, appena vi si para davanti, suscita in voi un
misto d’odio e di pietà per la sua totale aridità, peraltro inversamente
proporzionale allo smisurato ego?
Ecco.
Arianna
Mainetti ed Eleonora Alcantara erano ESATTAMENTE, quel tipo di ragazza.
Reginette
della 3^D, erano abituate ad ottenere qualunque cosa volessero a facevano coppia
fissa sin dai tempi delle elementari, quando ancora avevano entrambe i capelli
scurissimi e boccolosi e potevano senza difficoltà essere scambiate per
sorelle.
I
maschi della loro classe, ironicamente, avevano attribuito loro il simpatico
appellativo di veline dei poveri. Ma, come diceva saggiamente Ele, quella era
tutta frustrazione, perché tanto quei bifolchi si erano loro malgrado resi conto
che non avrebbero mai ottenuto nulla da due bellezze irraggiungibili del loro
calibro..
Ad
ogni modo, Arianna ed Eleonora erano migliore amiche dei tempi dell’asilo: e
della loro classe erano senza dubbio le ragazze più belle, ma anche le più
tristemente superficiali, e quelle che a scuola andavano decisamente
peggio.
Almeno
sino a quel momento..
-Ora
vi restituirò i compiti sull’equilibrio chimico, ragazzi...- annunciò infatti la
Ravasi, mentre la classe veniva scossa da un brivido.
Arianna,
invece, se ne stette tranquilla. D’altra parte lei, quel compito non lo aveva
nemmeno fatto: il giorno stesso aveva marinato la scuola insieme a Ste, il
biondino dell’ultimo anno che da una vita le faceva il
filo..
La
Ravasi, come sempre, consegnava i compiti in ordine crescente di valutazione:
prima, restituiva i test agli studenti che avevano ottenuto i voti più
bassi, imbarcandosi in fantasiose
perifrasi per umiliarli pubblicamente. Poi, una volta raggiunte le valutazioni
maggiormente elevate, lanciava quasi i fogli sui banchi, come se dover ammettere
che alcuni suoi studenti non fossero dei totali incapaci la infastidisse in
maniera insopportabile.
-Ari,
ho paura..- Sussurrò Ele con voce strozzata, affondando le lunghe unghie rosa
pesca nella mano abbronzata di Arianna.
Per
tutta risposta, Arianna arricciò disgustata il nasino.
-Ma
che diamine te ne frega, Ele?- Protestò infatti a bassa voce, mentre la Ravasi
si scatenava contro la povera Paola Scavaronati, studiosa ma totalmente
ignorante..- Alla peggio sarà un altro
cinque, niente di così drammatico..-
Con
orrore di Arianna e giubilo di Ele, apparve però dopo poco evidente che il suo,
un cinque, non doveva essere.
La
Ravasi aveva infatti già da tempo consegnato il primo sei, e si stava a tutta
birra dirigendo verso i gradi offlimits della scala, per due studentesse
svogliate come loro.
-Oddio
Ari.. e se ho preso un voto alto..? Fece Ele con un fil di voce,
speranzosa.
Arianna
scosse la testa.
Ci
doveva essere stato un errore...
A
distanza di qualche secondo, venne tuttavia, finalmente, il momento della
verità.
-Ragazzi..-
Gracchiò infatti la professoressa sorridendo amaramente, con voce tonante..-
vorrei richiamare la vostra attenzione su un evento più unico che raro. La
nostra principessa sul pisello, la Alcantara, ha preso addirittura un otto più.
La dimostrazione che lo studio paga sempre. Bel lavoro Eleonora. Hai pienamente
recuperato le tue mediocri valutazioni.
Con
un gridolino acuto, Eleonora strinse al petto la sua verifica, ancora incredula,
mentre Arianna guardava stupefatta dritto davanti a sé. Se c’era una cosa su cui
aveva fatto affidamento, sin dai tempi delle medie, era il reciproco
disinteresse che lei ed Eleonora condividevano a riguardo di qualsiasi questione
scolastica. Ma se ora, quella sciagurata della sua migliore amica, iniziava pure
a diventare intellettuale.....beh, le cose si
complicavano parecchio!
-Cos’è
quella faccia, Mainetti? Forse non credevi che la tua compare potesse arrivare
così in alto?- Come prevedibile, la Ravasi si intromise senza mezzi termini
nella questione, rivolgendo ad Arianna un sorrisetto malefico – se ben ricordo,
tu devi oltretutto recuperare il compito.
Arianna
deglutì.
-...come
ben sapete, questa settimana sarò assente..- Continuò tuttavia la Ravasi, mentre
la nostra eroina tirava un sospiro di sollievo - Accompagno la 5^B in gita. Ma
mi aspetto che, la settimana prossima, tu mi faccia una bella sorpresa. . Siamo
intesi?-
Arianna
annuì, sconfortata. Ora, non avrebbe neanche più potuto condividere i suoi
insuccessi scolastici con Eleonora.
Per
qualche strano motivo, aveva avuto un’improvvisa ondata di
genialità!
La
ragazza si chiuse in un impenetrabile silenzio, mentre la Ravasi andava a fare
la predica per ragioni a lei sconosciute a quei due secchioni insulsi di Giangi
e Reconi, nelle retro vie dell’aula.
Dopo
qualche minuto, fortunatamente, la campanella suonò. Aveva proprio bisogno di
riprendersi dallo shock.
-Si
può sapere come hai fatto?- Domandò quindi Arianna stravolta all’amica,
spalancando i suoi occhioni castani, una volta che la Ravasi si fu
definitivamente levata dai piedi – dove sono finiti i bei tempi in cui tutte e
due eravamo ignoranti e felici?
Eleonora
le rispose con un risolino ed un’alzata di spalle, portando alla bocca una
sostanziosa cucchiaiata di yogurth alla fragola zero
grassi.
-Scusa
tesoro. Ma gli esami a settembre in chimica proprio non me li volevo beccare!-
Fu la risposta di Eleonora, che nonostante la contentezza per il bel voto ora
sembrava realmente dispiaciuta.
-Sì,
ma da quando ci capisci qualcosa di termodinamica?
-Da
quando ho preso ripetizioni da Reconi!
Gli
occhi di Arianna si strabuzzarono ulteriormente, mentre il bell’incarnato color
ambra della ragazza diveniva verde pistacchio.
Re...Re..Reconi?
Quel
disgustoso ammasso di brufoli tossicologici e capelli unti, con il quale dal
primo anno si erano ripromesse di non parlare, salvo casi di estrema necessità?
-So
già cosa stai per dirmi..- Protestò Eleonora, facendo il broncio – Reconi è
nauseante. E sì, nel caso tu abbia qualche dubbio...non nego che lo sia! Ma
avevo bisogno di aiuto. tutto sommato, la scuola è importante! E anche tu te ne
accorgeresti, se non fossi così superficiale..-
Arianna
mutò nuovamente colorito, passando dal verdognolo al violaceo,
incredula.
Su..su..Superficiale? Ma quando?
Certo
non accettava che fosse Eleonora a rivolgerle una simile accusa, che non usciva
di casa se non aveva i boccoli sufficientemente “scolpiti”, e se per caso le
spuntava qualche foruncolo anche invisibile ad occhio
nudo..
-Io
non sono superficiale, Eleonora!- Ringhiò Arianna, a denti stretti – non meno di
te, almeno. Ed anche io mi preoccupo per il mio avvenire scolastico, cosa credi!
Il sol pensiero di sostenere quella verifica di cui non so assolutamente niente,
per farti un esempio, mi manda in paranoia..-
Eleonora
assunse un’espressione maggiormente comprensiva, ed appioppò all’amica
un’affettuosa pacca sulla spalla.
-Oh
scusa Ari, hai ragione. Non so come abbia potuto dirti una cosa così crudele..-
Ammise infatti, abbracciandola forte – Reconi è occupato con me, mi sta aiutando
a tirare su matematica. Ma puoi sempre chiedere a
Giangi..-
Arianna
mutò, per la terza volta in un giorno, il colorito del suo
viso.
Gia..Gia..Giangi?
Quella
sorta di talpa umanizzata con gli occhiali tenuti insieme dal nastro isolante, e
la simpatia di un tasso idrofobo? Ma neanche a parlarne..
Se
Reconi era nauseante, in una scala da uno a dieci, Giangi lo era almeno
all’infinito.
Quello
strano simbolo che a lei, più che un otto rovesciato, ricordava una
fashionissima mollettina per capelli a forma di fiocco...
-Giangi?-
Si lamentò infatti Arianna, incredula -..Ele, ma come puoi anche solo farmi una
simile proposta? Quello farebbe vomitare anche il cane di mio fratello, che ha
uno stomaco di ferro e mangia pure il cemento! Al suo passaggio, i fiori
appassiscono, ammazzati dall’odore delle sue ascelle tossiche!
Eleonora
ce la fece tutta per fingersi irritata, ma non riuscì a trattenersi dal
ridere.
-Che
scema sei, Arianna..-
-Non
sono scema..dico solo la verità!
Proprio
in quell’istante, interrompendo l’allegra conversazione delle due amiche, la
Ravasi rientrò inaspettatamente in classe, incollando i suoi occhietti porcini
proprio sulla povera Arianna.
-Mainetti..proprio
te cercavo!- Mugolò infatti, maligna -..volevo solo avvertirti, che il tuo
compito in classe sarà molto, molto difficile. E che da esso, dipenderà la tua
valutazione finale di chimica. Buono studio!
Arianna,
ormai sconfitta, si abbandonò a ridosso del banco. Tutta la sua vita, come in un
film, le passò davanti.
Certo;
anche se con voti mediocri, sino a quel momento, se l’era sempre cavata. Ma i suoi genitori erano sempre stati molto
chiari. Se veniva rimandata a settembre, o peggio bocciata, le avrebbero
tagliato i fondi.
E
questo significava...
Niente
party esclusivi, niente gioielli hand-made, niente abiti di lusso, niente jeans
firmati, niente di niente!
Puro
delirio!
Arianna
deglutì, depressa.
A
quel punto, non c’erano soluzioni.
Con
la morte nel cuore, si avviò in direzione della porta per raggiungere quel luogo
in cui, sempre dal primo anno, lei ed Eleonora si erano ripromesse di non
mettere mai piede.
Il
bagno dei maschi.
-Ho
deciso, Ele. Vado a parlare con Giangi..- Sospirò infatti Arianna, un attimo
prima di scomparire, mentre la sua migliore amica le rivolgeva uno sguardo
stupefatto -..augurami buona fortuna: ne avrò bisogno! Del resto, non ho preso
le dovute precauzioni, per affrontare la missione..-
-Per
esempio?
-Un
maschera anti.-gas ascellare..-
Eleonora
soffocò una risata, mentre la sua amica percorreva il corridoio a grandi
passi.
Anche
quando si ritrovava immersa nel casino sino al collo, non c’era che
dire.
Arianna
era veramente uno spasso.
-Ada,
non ci posso credere che hai preso un voto così basso!- Protestò Fabrizio
Giangi, secchione numero uno della classe, ad indirizzo del suo fidato amico e compagno di banco
Adalberto Reconi.
-
Un sei meno in chimica..la tua materia preferita! Proprio non è da
te..-
Come
al solito, i due geni della 3^D facevano tappa fissa in bagno, dibattendo di
questioni esistenziali che quei poveri incoscienti dei loro compagni di classe
non sarebbero mai stati in grado nemmeno di comprendere.
Per
tutta risposta, lo sventurato Reconi, sospirò profondamente, guardandosi i piedi
di lunghezza spropositata.
-Lo
so, lo so Giangi - Si lamentò, con sguardo addolorato -..ma non so che dirti. E’
l’amore!
Giangi
strabuzzò gli occhi, le cui dimensioni erano a dismisura accresciute dalle
gigantesche lenti dei suoi occhiali tartaruga decisamente
antiquati.
Che
situazione!
Adalberto
Reconi e Fabrizio Giangi, non erano soltanto ragazzi intelligenti. Erano quei
tipici ragazzi che, una qualsiasi donna non necessariamente stupida, avrebbe
giudicato repellenti.
Devastati
dall’acne, asociali, malvestiti, e solitamente anche moderatamente antipatici e
indisponenti.
Due
perfetti rifiuti non biodegradabili, insomma. Due bidoni della spazzatura con i
piedi.
L’unico
pregio che avevano, innegabilmente, era un Q.I al di fuori della media, reso
tuttavia meno degno d’ammirazione dai loro caratteri perfettamente
odiosi.
Perché
no; non si trattava di quei secchioncelli simpatici e brillanti, che vanno bene
a scuola soltanto per sé stessi e non per ostentare la loro superiorità davanti
agli occhi degli altri..
..ma
di due vere ostriche piene di sabbia, accidenti.
Due
androidi robotizzati privi di morale che, se necessario, erano disposti anche
tra loro a mettersi i bastoni tra le ruote per
primeggiare.
-Amore?-
Ringhiò Giangi, gli acquosi occhi azzurri vagamente a palla ridotti a due
fessure iraconde -..ma Ada, fammi il piacere! E amore per chi, si può sapere?
Sai bene che noi due non conosciamo altre forme di devozione, che non siano
quelle rivolte al progresso scientifico..-
Reconi
abbassò lo sguardo, solleticandosi il lungo naso brufoloso e pinocchiesco.
-Ho..ho
dato ripetizioni io, ad Eleonora Alcantara..-Ammise, con voce flebile ed
imbarazzata.
Giangi
divenne paonazzo, al sentore di quella funesta notizia.
-CHE
COSA?- Gracchiò, incredulo – INDARNO! Non ricordi forse la prima regola della
nostra costituzione? Mai fraternizzare col nemico?
Reconi
annuì un poco, sgranando gli innocenti occhi marrone
spento.
-Sì,
ma...Eleonora..- Provò a dire, arrossendo leggermente.
-Shh!Eleonora
niente!-Lo zittì in ogni caso Giangi, irremovibile..- Hai permesso che il nostro
nome venisse infamato, lasciando che una qualunque squillo da niente superasse
la pallida media del sei. Mi hai profondamente deluso,
Ada..-
-Mi
dispiace, Giangi. Ma lei è così splendidamente bella...!Ed è venuta da me col
cuore in mano..-
Senza
ascoltare una sola parola, di quanto il povero ed innamorato Reconi stesse
dicendo, Giangi iniziò a passeggiare in lungo e in largo, tronfio nel suo gilet
a rombi d’un colore indefinito.
Bisognava
trovare una soluzione, accidenti.
Come
vendicarsi dello smacco subito dal suo socio, che si era lasciato distrarre dal
visetto irriverente della Alcantara
aggiudicandosi uno squallido punteggio, ed aiutando per contro quella
meretrice a prendere addirittura OTTO PIU’??
In
che modo dimostrare nuovamente alla Ravasi, che si era dichiarata delusa da
loro, che Eleonora Alcantara ed Arianna Mainetti erano solo squallide ignoranti,
e loro due e soltanto loro due, Reconi e Giangi, le sue
soddisfazioni?
Il
brufoloso ragazzotto si arrestò pensieroso, vagliando con cura una serie di
possibili ipotesi. Ma, disgraziatamente, non ce n’era nessuna che lo
convincesse.
Il
povero Giangi stava quasi per cedere anch’egli, come il disgraziato Reconi, allo
sconforto, che una voce femminile orrendamente ottusa ed insopportabile attirò
la sua attenzione, dal fondo del corridoio.
-Ehi
lombric...emmh..Giangi...- Fece infatti Arianna Mainetti visibilmente scocciata,
venendo verso di lui ..-ho bisogno di parlarti!
Giangi inarcò un sopracciglio con aria
allusiva, aspettando che la miss gli esponesse i suoi
drammi.
-Esponimi
le tue problematiche di ogni ordine e grado..-La invitò, incrociando con aria
solenne le braccia sul petto.
Arianna
lo guardò decisamente
perplessa.
-‘ssssse.
Ho bisogno di ripetizioni- Farfugliò, trattenendo il fiato. Quel disgustoso
puzzava di naftalina -..e speravo che tu potessi
darmele...-
Giangi
fu tentato di scoppiarle a ridere sonoramente in faccia, per poi stordirla con
un “NO” gridato al massimo decibel, dritto nelle sue tenere
orecchiette.
Ma
poi, una diabolica idea, si fece via via strada nella sua
mente.
E
se.....sì, andiamo. Avrebbe potuto funzionare..
-Va
bene..-Acconsentì Giangi, mentre Arianna lo squadrava, un’espressione incredula
dipinta sul viso -..iniziamo oggi pomeriggio. Raggiungi il mio domicilio,
accompagnata da tutto il materiale utile..-
La
ragazza si riavviò in direzione della loro classe,
sollevata.
-Grazie
mille, Giangi. Non credevo fossi così disponibile.
-Non
c’è di che.
Reconi
rivolse all’amico, che sfoggiava un sardonico sorrisetto perfettamente odioso,
uno sguardo stupefatto.
Ormai
erano rimasti soli, in corridoio.
-Per
la verità, neanche io..- Balbettò, inacidito -..cosa ti ha fatto decidere di
insegnare chimica ad Arianna così improvvisamente?
Per
tutta risposta, Giangi sogghignò amaramente.
-Oh
Reconi, sapessi..- Ridacchiò, divertito -..diciamo che la chimica che Arianna
imparerà, a casa mia, sarà....del tutto
particolare...-