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Autore: MilesRedwing    27/11/2013    3 recensioni
Avete presente la statua di Amore e Psiche di Antonio Casanova esposta a Parigi al museo del Louvre? Avete presente la loro storia, le differenze e l'enorme distacco tra i due? Avete presente Jack e Angelica, i due tanto famosi pirati? Riuscite a immaginarli incarnati in Follia e Disperazione?
Considerate questa storia solo un capriccio, un'ispirazione presa male dall'originale e uno sfogo momentaneo che in uno spasmo di pazzia ho deciso di pubblicare. Buona lettura :)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Angelica, Capitan Edward Teague, Jack Sparrow, Joshamee Gibbs
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Lasciatemi! Lasciatemi andare! - La voce acuta e stridente della donna risuonava nelle segrete e scorticava lentamente i timpani delle guardie. Erano ore che non faceva altro che stare appesa alle sbarre.

Li aspettava con l’agio di una volpe con una zampa in una tagliola.

- Io non vi servo! È stato quel bastardo! Vi posso dire il suo nome!-

Non la sopportavano più, ma in fondo quello era il loro mestiere. Venivano ben pagati e non c’era motivo per rischiare l’insubordinazione, o peggio ancora il cappio al collo, visto l’umore di Lord Beckett quel giorno.

La bella spagnola sembrava tutt’altro che stupida. L’avevano pescata la sera prima a battere marciapiede, ma il capitano aveva tanto insistito a sbatterla dentro: secondo William Mercer non era una semplice sgualdrina. Erano state pattugliate tutte le strade e i vicoli lì attorno e ancora sembrava tutto troppo tranquillo agli occhi dell’autorità. Persisteva nell’aria un accenno di insoddisfazione e un tanfo d’ansia, quasi stessero aspettando qualcuno.

- Lasciatemi andare!- La gola strideva, era stanca di gridare, le lacrime le scendevano copiose, la pelle fremeva dal desiderio di scappare, il cuore sembrava fermarsi al pensiero del patibolo che l’attendeva all’alba in cima al forte. Angelica si zittì di colpo.

Era tutto inutile. L’Olandese avrebbe presto solcato le acque per la sua anima.

 

- Capitano!- Il gracchiante vociare del suo fidato secondo lo distolse da quel suo rimuginare su come tirarla fuori, se farlo e perché. Sollevò appena quel cipiglio austero che a fatica aveva cercato di mantenere nelle precedenti sei ore dalle carte e col compasso fece cenno a Gibbs di restare immobile e il più possibile muto.

- La libererò, compare. Fa tutto parte del piano.-

L’altro dal suo canto girò gli occhi, non senza timore disubbidì all’ordine e parlò a questo modo e in tutta franchezza.

- Siete sicuro, signore? Non vi sarete dimenticato di lei, aye?-

- Aha! Dimenticato, dite, eh?- L’uomo s’alzò dalla poltrona con tanta rapidità da far sussultare il povero Joshamee, dondolando e gesticolando girò la cabina due volte, non senza tenere l’arnese appuntito ancora pericolosamente in mano. - Tu stai insinuando, mio caro, che io, il brillante Jack Sparrow, nonché capitano della Perla Nera abbia... scordato di dover liberare qualcosa, dopo aver usato la qual cosa come esca, per fare in modo che la qual cosa distogliesse l’attenzione delle nel lì detto fortino presenti aragoste dal mio brillante agire, eh? È questo che vai insinuando?-

Il pover’uomo rimase un momento sulle sue, cercando di scoprire quale fosse il reale senso di quelle parole, o di trovarlo lui un senso, dato che dubitava ne avessero. E dopo aver indubitabilmente fallito in quest’impresa, alzò un dito e ammise senza dispiacere: -Non credo di avere afferrato, signore.-

Gioia. Il volto dell’altro assunse un’espressione alquanto divertita e scanzonata e la sua voce orgogliosa rimarcò:

- Eh no, eh? Allora, sciò, va via!- Deriso e canzonato, il fedele Gibbs s’avvio alla porta, per poi fermarsi sulla soglia, sussultare e dire: - Ma signore, il tesoro si trova nel fortino!- E probabilmente quella fu l’unica cosa davvero sensata che mai disse nella sua miserabile e barbutissima vita, tanto opportuna e adatta da far scattare il suo capitano in piedi, prendere il cappotto e slegare una scialuppa.

- Bastardo, hijo de una puta madre! Se mai uscirò viva da qui giuro che te farò a fette, Jack Sparrow!- Angelica conosceva sin troppo bene le losche abitudini dell’astuto aguzzino che l’aveva venduta alle guardie. Aveva sempre saputo che in lui c’era della follia o quantomeno del diabolico, ma mai avrebbe pensato che sarebbe arrivato a tanto. Rinchiuderla in cambio di un tesoro, ignobile! Scambiare una vita umana per una mappa! Cosa le era saltato in testa quando era fuggita dal convento? Cosa le era preso quando aveva scelto di salire a bordo di quella sua sciagurata e sventurata zattera malconcia? Quei piani che al principio le erano apparsi tanto belli ora li vedeva incastonati alle sbarre della sua cella, a tenerla segregata, a torturarla, a ucciderla.

Non l’avrebbe fatta franca, stavolta, sulla sua parola. E neanche lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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