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Autore: Debbie_93    27/11/2013    0 recensioni
One shot, dedicata al Purgatorio a quello che prova di Dean prima di incontrare Benny e poi successivamente Castiel. Spero vi piaccia!
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione
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«Il Purgatorio?», quelle erano state le mie ultime parole, in quel posto dannato da tutto e da Dio stesso. Dopo essere stato preda del buio e di chi si nascondeva in quel profondo nero come la notte.
Una preda che vagava in quella foresta, senza una meta e senza via d’uscita. La mia vita ormai non contava più. Niente aveva più senso per me.
Solo a caccia di pezzi di me, rimasti sepolti in un mondo ormai maledetto.
L’inferno in confronto non era niente. Qui scappavo, continuavo a correre.
Era una guerra, la legge della sopravvivenza.
Esseri che non avevo mai visto in tutta la mia vita, si nascondevano ovunque.
Uccidevo e continuavo ad uccidere, con la paura di morire nel giro di qualche secondo.
Ogni giorno mi chiedevo perché ci ero finito. Perché il destino era così bastardo.
Per la prima volta avevo paura, una fottuta paura. Braccato come un animale e costretto a fare fuori qualsiasi figlio di puttana per conservare quel poco di me che restava.
La notte scendeva e assieme lori si nascondevano, mi tendevano trappole. Sporco di sangue e un’anima che gridava la libertà.
Ero solo un uomo, contro ciò che era più grande di me.
Quell’angelo dagli occhi di ghiaccio, che fine aveva fatto? Era sparito senza dirmi nulla. Cos’era un’ennesima prova? Perché ne avevo fin sopra i capelli di tutto questo!
Camminavo senza meta, in mano la mia arma elaborata in una notte di silenzio, ma loro erano sempre lì. Pronti ad uccidermi e staccarmi la testa a morsi e bere il mio sangue.
Nell’aria non c’era altro che odore di morte, di una morte ormai vicina.
In realtà tutto questo non mi faceva alcun effetto, perché in qualsiasi modo fosse andata la mia vita non poteva tornare alla normalità.
A volte pensavo di fuggire, di dimenticare tutto. Prendere l’Impala e metterla sotto un telo, passando le giornate tra un whisky e l’altro. Magari trovare un vero lavoro e cambiare identità.
Ogni notte mi ritrovavo a pensare a tutte le cazzate che avevo fatto. A tutte quelle persone che erano morte a causa mia, a mio fratello.
La mi aveva voltato le spalle, lasciandomi ai sensi di colpa.
Vivere o morire, che importanza aveva? Credevano che fossi il migliore, quello avrebbe salvato tutti. Erano solo una marea di cazzate.
Bé, Dean Winchester avrebbe lasciato le redini e avrebbe chiuso quella porta.
Forse non era colpa di nessuno, nemmeno di papà o mamma.
Rimanevo solo, lottando e rinnegando me stesso.
Tagliavo gole e cercavo di far parlare questi bastardi, per farmi dire dove si trovava Castiel.
A volta non mi riconoscevo più, per quello che stavo facendo. Questo non ero io, tutto questo mi stava trasformando in uno spietato cacciatore. L’unica regola era restare vivi. Qui ogni ricordo dell’Inferno si faceva sempre più vivo e prendeva il sopravvento.
Mi chiedevo se dopo tutto questo non sarei impazzito.
Il timore di aver deluso chi mi era vicino, piantare quell’arma alla gola di qualche mostro, mentre la vendetta mi spingeva sempre più oltre.
Uscire di qui? Se c’era un modo quello sarebbe stato Castiel. Già, dove si era cacciato?
Continuavo a camminare. Dietro di me, file di cadaveri e il loro sangue sulla mia pelle.
Questa era il Purgatorio e ci sarei marcito dentro, con tutto quello che avevo fatto nella vita.
Mi guardavo attorno in cerca di qualcosa d’irraggiungibile. Queste era la mia condanna, il mio prezzo da pagare in cambio della felicità. Forse qualcuno aveva ragione. Sacrificarmi per gli altri faceva parte di me e questo non era altro che la mia fine.
Ed eccolo un altro di loro. I canini sporgenti, mentre non aspettava altro che uccidermi. Un’altra gola tagliata e un altro giorno che stava finendo.
Ero stanco. Stanco di combattere e scappare. Perché in fin dei conti era solo colpa mia.
Non potevo permettermi di cedere e soccombere!
Avrei affrontato tutto come aveva sempre fatto, fino a che questa storia non era finito.
Pensavo a Sam e a quello che avrebbe fatto, senza di me. Bé, questa volta non poteva tirarmi fuori. Nessuno lo poteva fare, perché non volevo essere salvato.
Ero solo in questo posto, mentre l’anima vagava e gridava aiuto.
Quello che restava di me era la volontà di combattere ancora e ancora.
   
 
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