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Autore: M_Cullen    28/11/2013    1 recensioni
[Kellic]
Kellin non aveva paura dei temporali, né tanto meno dei tuoni e del loro rimbombo. Anzi, aveva sempre amato la pioggia, perché nel ticchettio delle gocce d’acqua sull’asfalto e contro i vetri, trovava un senso di tranquillità.
Aveva paura del silenzio che ne seguiva dopo, soprattutto in quel momento così imbarazzante, ma che in realtà aveva sognato da una vita.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THUNDERSTORMS COULD NEVER SHAKE US
 
 



- Ehi, Vic! – trillò Kellin, con la sua vocetta acuta, ma piacevole come il suono di un campanellino, non appena entrò nella stanza del suo migliore amico, scrollandosi di dosso la giacca di pelle nera e continuando a strofinarsi le mani sulle braccia. - Brr… fuori fa un freddo cane… -

Era perfettamente puntuale, come sempre, d'altronde. Da quando erano entrati in confidenza, vederlo tutti i giorni era diventata una sua abitudine.
Passavano la maggior parte del tempo insieme, concedendosi lunghe e divertenti uscite notturne, spesso anche in compagnia degli altri ragazzi della band.
Sapeva benissimo che quella sera l’improvviso temporale aveva fatto saltare tutti i loro programmi, ma in ogni caso pioggia, fulmini o grandine non gli avevano mai impedito di trascorrere del tempo assieme.
La loro amicizia faceva stare bene entrambi, quindi si sarebbero visti ugualmente.
Vic era sdraiato sul letto con le gambe accavallate e sorpreso dall’improvvisa visita, aveva liberato le orecchie dalle grandi cuffie, allargando le sue labbra in un sorriso sincero, vedendo i grandi occhioni blu del suo amico puntati sui suoi, gli unici a trasmettergli un entusiasmo travolgente anche quando non ne aveva voglia.

- Kell! Ti aspettavo… - il messicano non riusciva a trattenere la sua gioia, che per un momento, quello stupido temporale aveva portato via, credendo di dover trascorrere la serata solamente in compagnia di suo fratello.

- Mike è appena uscito… - Kellin non era stato in grado di celare un risolino beffardo, mascherato dalla sua ingenuità disarmante tipica di un ragazzino, trovando allettante l’idea di rimanere da solo con Vic.

- Nonostante il temporale? –

- Mhmh…- annuì con ancora lo stesso sorriso stampato sulle labbra. - Mi sembra di aver sentito che voleva fare un giro con gli altri… vuoi che li raggiungiamo? –

- I temporali non mi sono mai piaciuti… - Vic sembrava nervoso, gli occhi tremolanti per la stanza, cercando di nascondere l’imbarazzo - Però se tu vuoi… -

- No! – lo interruppe involontariamente. – Voglio dire… a me va benissimo qualunque tua scelta… - In realtà aveva pronunciato quella frase di proposito, sapendo esattamente che Vic non avrebbe cambiato idea.

- D’accordo… se per te va bene… -

- Cosa stavi ascoltando? –

Vic aveva fatto appena in tempo a nascondere il lettore cd sotto il cuscino. Stava ascoltando per l’ennesima volta uno degli album degli Sleeping With Sirens, solo ed esclusivamente per udire la voce di Kellin che lo faceva sentire in Paradiso. Ma non voleva confessarglielo per paura di mandare in rovina la loro amicizia. Aveva le guance paonazze per la vergogna. – Beh io… -
Un lampo, seguito dal fragore di un tuono rimbombò nella stanza, facendo sobbalzare Kellin, che lo distrasse da quell’ultima domanda e Vic emise un respiro di sollievo ringraziando Dio per questo.

- Maledetti temporali… li odio… - mormorò a bassa voce avviandosi verso la finestra, credendo che a Vic dispiacesse il fatto di non poter uscire. - Pensi che durerà tutta la notte? –

Il compagno alzò le spalle. - Penso proprio di sì. – Ed in cuor suo lo sperava proprio, dato che la serata si stava svolgendo in modo diverso del previsto.

Nonostante fuori ci fosse una tempesta, Kellin era entusiasta di trovarsi in quella situazione. Ogni cosa di Vic lo aveva da sempre attratto. I capelli castani che gli scendevano morbidi sulle spalle, lo sguardo intenso color cioccolato, le labbra carnose che sorridevano spesso, per non parlare di quella pelle ambrata e liscia, particolarmente seducente.
Osservava con bramosia il suo fisico, la maglietta sbracciata che metteva in risalto i muscoli ben definiti, facendo scivolare lo sguardo verso quei jeans stretti che gli fasciavano le cosce. Pensava a quelle labbra piene e sode, immaginandole sul suo corpo, ai brividi che avrebbe provato se quel freddo piercing al naso avesse sfiorato la sua pelle. Una tentazione continua.
L’ennesimo boato lo fece sussultare nel buio della camera illuminata solamente dalla piccola lampada posta sul comodino ad una delle estremità del letto.

- Vieni qui – La voce di Vic era un sussurro, dolce ma dannatamente seducente. Lo guardava muoversi lentamente, invitandolo a sdraiarsi accanto a lui, tamburellando con la mano sul letto.

Kellin non aveva paura dei temporali, né tanto meno dei tuoni e del loro rimbombo. Anzi, aveva sempre amato la pioggia, perché nel ticchettio delle gocce d’acqua sull’asfalto e contro i vetri, trovava un senso di tranquillità.
Aveva paura del silenzio che ne seguiva dopo, soprattutto in quel momento così imbarazzante, ma che in realtà aveva sognato da una vita.
Vic allungò una mano, ma prima di posare il braccio attorno alla sua vita gli chiese il permesso con lo sguardo.
Lui si limitò ad annuire senza mai staccare gli occhi da quelli del compagno che lo attirò a sé, facendo aderire i loro corpi.
Fra di loro vi erano da sempre stati occhiolini di troppo, battute maliziose o addirittura contatti casuali, e Vic pensava che fosse nel carattere di Kellin comportarsi in tale modo, escludendo totalmente il fatto che potesse essere interessato a lui.
Aveva toccato Kellin una miriade di volte, o per sbaglio o di proposito, ma mai abbastanza come in quell’occasione, mai abbastanza da poter sentire la sua pelle vibrare sotto le sue dita. Probabilmente fino a quel momento non se n’era mai accorto perché tremava esattamente come lui.
Il suo corpo emanava calore e Vic poteva sentire il suo respiro sfiorargli il collo. Avrebbe voluto baciargli la fronte, ma si limitava a scostargli con le labbra i capelli nero pece dal viso.
Sentiva il tessuto della sua maglietta torcersi sotto la presa salda di Kellin, che continuava a stringersi contro il suo petto, procurandogli una miriade di brividi lungo la schiena che Vic non riuscì a trattenere.
Kellin aveva il respiro accelerato che istigava maledettamene il messicano, il quale faceva scorrere la sua mano sul suo braccio ed arrivare alla schiena, per poi scendere nuovamente e posarsi sulle sue gambe, accarezzando la pelle diafana attraverso i jeans strappati e perfettamente aderenti, da sembrare cuciti su misura su di lui.
In quel momento un fulmine squarciò in cielo, seguito da un rimbombo cupo che fece tremare i vetri delle finestre, e saltare la corrente elettrica di tutto il palazzo.
Il più piccolo ebbe un altro sussulto. Erano nel buio più totale, e tra la quiete della notte, poteva udirsi solamente l’alternarsi dei tuoni e dei loro respiri.

- Vic? – sussurrò sulla sua gola, rompendo il silenzio.

La risposta che ne seguì fu solamente un leggero ma caloroso ‘hmmph’ che tranquillizzò Kellin.
Vic continuava a stare in silenzio, senza smettere di accarezzargli i capelli, cercando di metterlo a proprio agio, godendosi quel momento tanto desiderato. Non erano necessarie le parole… gli bastava sentire il battito del suo cuore che martellava contro il suo, e il suo dolce e caldo respiro sulla sua pelle.

- Posso fare una cosa? – continuò, mormorando con la sua vocina delicata, che solo gli angeli erano in grado di imitare.

Il moro annuì, non immaginando minimamente cosa avesse il mente.
Kellin non riusciva a vederlo ma poteva benissimo sentire il suo fiato che lo guidava lentamente verso la sua bocca, l’unica che aveva desiderato baciare più di qualunque altra al mondo, e l’unica che l’avrebbe ricambiato con la stessa passione.
In meno di un secondo le sue labbra furono su quelle di Vic, calde, morbide, umide, che si lasciarono sfuggire un gemito di piacere. Poteva sentire il suo sapore, il suo profumo intenso, e sentirsi ricambiato gli procurava un’emozione indescrivibile.
Quel bacio era esattamente come se lo era immaginato, dolce ma desideroso, delicato ma esigente, e non avrebbe mai voluto staccarsi del tutto da quelle labbra di seta se non per riprendere fiato.

- Sei innamorato di me… – la sua non era una domanda, ne era convinto.

Vic non rispose. Credeva che le parole fossero superflue, e che un bacio sarebbe stata la risposta migliore. Si chinò nuovamente verso di lui, guidato dal calore del suo respiro, pronto a far combaciare nuovamente le sue labbra su quelle di Kellin, che non aspettava altro.
Continuarono a baciarsi fin quando la luce si riaccese all’improvviso, permettendo ai loro sguardi pieni d’amore di incrociarsi. Le loro guance erano infuocate, e Vic poté sentirne il piacevole tepore, mentre gli accarezzava il viso.

- Credo di aver cambiato idea riguardo ai temporali… - disse, mordendosi le labbra, senza staccare lo sguardo da quegli occhioni azzurri che gli penetravano l’anima.

- Avevi detto che non ti piacevano… -

- Era solamente una scusa per rimanere da solo con te… -

Kellin non poté credere a quelle parole, perché erano esattamente quelle che avrebbe voluto pronunciare lui. E se avesse saputo che fosse stato così semplice, lo avrebbe fatto molto tempo prima.

- Anch’io ho mentito… in realtà li adoro, perché questa sera sono stati in grado di regalarmi un momento simile, mai vissuto in precedenza… - sussurrò, strettamente premuto contro il petto di Vic, e prendendo una boccata d’aria socchiuse gli occhi, avvicinandosi ancora una volta a quelle labbra di seta che non avrebbe mai voluto smettere di baciare.

- Kell? – la voce del moro lo fermò prima che potesse compiere qualsiasi gesto.

- Hmmph? – lo guardò con sguardo interrogativo, non sapendo cosa aspettarsi, gli occhioni blu invasi dalla voglia di sapere.

- Ti amo… -

Le iridi color cioccolato, così come le parole che aveva pronunciato, lo penetrarono, lo scossero dall’interno. Non poteva credere che il desiderio più grande della sua vita si stesse avverando. Vic stesso poteva sentire i brividi che gli scendevano lungo la schiena e che facevano vibrare la sua pelle.

- Ti amo anch’io, amore mio… -

Vic sentì ogni singola cellula del suo corpo prendere fuoco. Le sue labbra si allargarono nel sorriso più bello che Kellin avesse mai visto, e dopo avergli posato un bacio sulla fronte, lo fece adagiare sul suo petto, ricominciando a baciarlo come non aveva mai fatto in vita sua.
La notte era lunga… la notte che aveva dato una stupenda svolta alla loro vita.







Angolo autrice:
Ciao a tutti! :3
Questa è la prima ff che scrivo in questa sezione... ho tratto ispirazione dal brano degli SWS "Let Love Bleed Red" (da cui ho ricavato il titolo). Anche se non è il mio preferito in assoluto, mi è stato di grande aiuto.
Spero che la mia OS vi sia piaciuta e vi ringrazio per averla letta. Se vi va di lasciare una recensione, mi farebbe tanto piacere :)
A presto!!! :D
  
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