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Autore: Adaralbion    03/05/2008    5 recensioni
L è solo un ragazzo, magrolino, bianco. Sembra perennemente sull'orlo del collasso. Eppure è lucido, sveglio, presente...una perfetta macchina che non si inceppa mai.
Nonsense su L/Light. Senza troppe pretese
Attenzione: Spoiler!
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Light/Raito
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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L ha lo sguardo fisso sullo schermo del computer, un dito tra le labbra chiare e delle profonde occhiaie che gli cerchiano gli occhi.

E' qualche ora che è seduto in quella sua posizione tipica, le ginocchia al petto, i piedi nudi a fare presa sull'orlo della sedia.

Non capisce L, forse per la prima volta nella sua vita, non riesce a comprendere.

Il suo cervello lavora frenetico, cataloga, memorizza, identifica.

Ma stavolta, il cervello non aiuta.


L è solo un ragazzo, magrolino, bianco. Sembra perennemente sull'orlo del collasso. Eppure è lucido, sveglio, presente...una perfetta macchina che non si inceppa mai.

Mai.

Solo in quel preciso istante sembra vacillare: gli ingranaggi stridono... un secondo che sembra durare un'eternità.


L non si chiama L.

Ma neanche Ryuuzaki.

Ryuga è un nome che non si addice al suo volto.

L ha un nome vero, ma a nessuno sembra importare. Anzi, a qualcuno si. Ma non per i motivi che ci si potrebbero aspettare: curiosità, amicizia, rispetto.

Il vero nome di L è legato alla morte. La sua.


Si muove leggermente sulla sedia, raccoglie una zolletta di zucchero e la porta alla bocca.

Quella bocca.

Ancora cerca di capire mentre lo zucchero si scioglie sulla sua lingua.

Quella lingua.

Ma ancora non comprende e gli tremano le mani.

Quelle mani.

Eppure un attimo prima era tutto così chiaro. I ruoli definiti. La verità palese.

E ora?

Ora vacilla L. All'interno e all'esterno.

In un movimento che non appartiene al suo corpo, alla sua mente razionale.


Gli pare di sentire ancora quella voce che lo chiama.

Ryuuzaki.

Di vedere quegli occhi dentro i suoi.

Diversi.

Di sentire il sudore sulla pelle.

Fa caldo.

Di perdere la testa e urlare.

Il suo nome.


E c'è qualcuno che osserva L.

L lo sa e non se ne stupisce.

“Non è carino” dice qualcuno con una bella voce.

“Cosa?” chiede lui fissando lo schermo.

“Alzarsi in quel modo e scappare via” dice ancora la voce, indispettita.

Un movimento e un fruscio di lenzuola e un'immagine sfuocata si proietta sullo schermo bianco da dietro alle sue spalle.

“Vieni” gli dice la voce in maniera dolce.

Vieni. Lo aveva detto diverso prima.

E la sedia gira facendogli perdere un attimo i contorni delle cose.

“Non puoi startene lì nudo, ti ammalerai”

Light lo guarda e sorride prendendolo per mano.


Eppure un attimo prima era tutto così chiaro. I ruoli definiti. La verità palese.

E ora?

Ora non è più sicuro di niente.

Si distende ancora sul quel letto tra quelle braccia e non riesce a pensare.



   
 
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