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Autore: lifeislikeamoviebuthorror    28/11/2013    0 recensioni
Questa FF era già stata pubblicata da ME. Ma ho voluto eliminarla e riscriverla meglio, cambiando anche tutti i personaggi e i capitoli a seguire. Spero che così vi piaccia.
Hope è un'autolesionista, ha tentato il suicidio, si droga, fuma, non studia, l'anno prima stava per essere bocciata...Praticamente sta mandando la sua vita a puttane. I suoi genitori sono morti e ha una zia che le manda dei soldi per vivere. E' sola, non ha amici, le stanno simpatici un paio di ragazzi e a volte li frequenta e loro vanno dagli stessi "spacciatori". Hope, alla fine uscirà da tutta questa merda?
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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INTRODUZIONE.
 
Ecco un altro giorno che inizia. Un altro giorno della mia fottuta vita.
Mi alzo dal letto con la delicatezza di un ippopotamo incinto. Scesi giù a fare colazione.
Come sempre la stanza vuota. Ormai ci sono abituata, sempre sola.
Già è un po’ triste stare da soli a casa, tornare da scuola e non trovare nessuno ad aspettarti, quando hai finito i compiti senti quel buon odorino del cibo pronto.
Ma è anche divertente, insomma posso andare a dormire quando voglio, mangiare cosa voglio, fare quello che voglio, invitare tutti a casa. Beh non proprio l’ultima cosa.
Non ho amici, può suonare abbastanza male, anzi suona male, però non hai gente falsa intorno, non litighi con nessuno, puoi essere te stessa senza aver paura di poter sbagliare in quello che fai o che dici.
Avevo 10 anni ed è morto in un treno, stava venendo al mio saggio di danza, aveva appena finito di lavorare e per non mancare ha cercato di prendere il treno delle 20:30, l’ultimo di quel giorno.
Il treno ha fatto un incidente, le rotaie del treno non hanno fatto lo scambio ed i due treni si sono scontrati.
E’ morto per me, per me e per quel fottuto saggio, è morto solo per venirmi a vedere la prima volta in punte. Era il nostro sogno ed io l’ho distrutto.
Sognavo di andare in punte dall’età di 5 anni e finalmente ce l’avevo fatta. Dopo tanti sacrifici, dopo tante diete, dopo tanto impegno è andato tutto a puttane.
Alla fine non faccio nemmeno danza.
Mio padre sognava di avere una figlia femmina, sognava che sua figlia fosse una ballerina e magari sarebbe anche diventata qualcuno. Era così felice quando intrapresi la carriera da ballerina.
Mi accompagnò a prendere i primi costumi per il saggio a teatro, la prima borsa in cui mettere la divisa, l’asciugamano e la bottiglietta d’acqua.
Amavo quell’asciugamano, mio padre ci aveva fatto scrivere sopra “We’re forever”, noi siamo per sempre.
La portavo sempre con me: quando andavo a scuola, quando facevo le gite, quando andavo a dormire a casa della mia migliore amica.
Già all’inizio avevo anche una migliore amica, ma poi persi anche lei.
Non per un incidente, non per un litigio…
Quando mio padre morì, mia madre cadde in depressione e l’anno dopo iniziò a diventare un’alcolizzata.
Non c’era mai, tornava tardi da bar, se c’era dormiva o stava in bagno a vomitare per la sbronza.
Dopo un anno di questa vita mia mamma morì, droga.
Ecco perché la mia migliore amica, Melany, mi ha abbandonato: non voleva una migliore amica orfana. Bella migliore amica, eh?
Che, a scuola l’anno scorso non mi hanno bocciato per puro culo, e nonostante questo non studio, non sto attenta alle lezioni, rispondo ai professori. Come dicono loro sono una bad girl.
Che, diciamoci la verità, il mio look non aiuta: mi vesto sempre con colori molto scuri, mi trucco sempre di nero, ho piercing sulla faccia...
Anche i miei occhi non aiutano: ho “Gli occhi color ghiaccio, freddo, vuoto, perso e pietrificante.”
Questo è quello che disse la professoressa di filosofia quando mi guardò negli occhi.
Anche se non sono proprio sola, ci sono alcuni ragazzi nella mia scuola che mi stanno simpatici e a volte parliamo e facciamo la strada del ritorno insieme.
Diciamo che sono anche loro dei bad boys.
Quando capita, fumiamo, ci droghiamo, beviamo e facciamo cose del genere insieme…
Non avevo nessun parente, solo una zia. Viveva in Irlanda.
Non avevo intenzione di trasferirmi e di perdere tutto e lei altrettanto.
Quindi ogni mese mi manda dei soldi e io ci vivo.
Legalmente vivo con mia zia, ma come vedete non è così.
Secondo tutti sono: fredda, ma insomma se mi faccio i cazzi miei sono fredda? Ha, timida ok questo è vero, chiusa sì può essere, riservata sì anche questo potrebbe essere, uno scaricatore di porto, ma cosa c’è di male a dire qualche parolaccia? Apatica: insomma mi spiegate come si fa a non essere apatici con tutta quella merda di gente che c’è lì fuori?
In poche parole secondo loro non ho un cuore e sono fatta di ghiaccio. Bhe più o meno e così, solo con chi voglio non lo sono…e quel qualcuno è Alex.
A 12 anni conobbi su twitter Alex.
Già, lui è il mio migliore amico a distanza da quando avevo 12 anni.
E’ l’unico che non mi ha mai abbandonato qualsiasi cosa dicessi o facessi, c’è sempre stato anche quando mio padre è morto.
Iniziammo a parlare e subito mi trovai in sintonia. Dopo un mese che ci “conoscevamo” gli confessai tutto quello che mi era successo.
Non mi giudicò, mi ascoltò e mi capì: anche perché i suoi genitori erano separati, quindi anche lui ha provato molto dolore.
E’ stato l’unico che è rimasto lì per me, è l’unico che è qui per me e io lo sono per lui.
E’ la spalla su cui piangere, un amico, un confidente, un fratello, un padre e una madre…è tutto per me.
E’ il motivo per cui mi alzo la mattina, il motivo per cui continuo a vivere, il motivo per cui continuo ancora a respirare.
E’ l’unica persona che non è ancora stata delusa da me, e non intendo farlo.
Tutti questi ricordi mi hanno provocato un nodo alla gola, gli occhi lucidi e le lacrime che stanno per sgorgare...ma che caccio subito dentro.
Ormai sono anni che non piango, non ricordo nemmeno la sensazione, non ricordo la sensazione di un bruciore agli occhi, di un solletichio sulle guance, non ricordo la sensazione del trucco colato.
Anche se amo ballare, cantare, scrivere e fare fotografie…Il mio sfogo è un altro.
Il mio sfogo è prendere la lametta, un chiodo, le forbici, il ferro che c’è nel temperamatite e avvicinarlo al polso, premere forte su di esso e muoverlo in linea orizzontale.
Beh…che dire ancora... ah già:
Ciao, sono Hope e sono un’autolesionista.
 
-Hope:

 


 
 
 *ANGOLO AUTRICE*
Hey, ragazzi, sono tornata con una storia in cui mi impegnerò. Ho deciso di non farla sempre e solo sui miei idoli (Justin Bieber e gli One Direction).
Come vedete quelle storie non erano per me, infatti, tutte quelle che stavo scrivendo su di loro le ho cancellate perché non avevo più ispirazione, voglia e tempo di continuare.
Spero che questa storia vi piaccia, che la recensiate e che vi appassioni.
Ciao, e al prossimo capitolo.
 
/blood
  
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