PUNCH ME IN THE FACE

Esattamente tre anni dopo la morte di Sherlock scoppia una rissa nel miglior ristorante di Londra e nessuno sa chi l’abbia cominciata.


E, davvero strano, nessuno riesce a ricordarsi il viso dell’uomo che, oltrepassate le porte a vetri del ristorante, si è parato con cipiglio orgoglioso presso il tavolo di un signore baffuto sulla quarantina e gli ha lasciato accanto al piatto un biglietto che non è mai stato ritrovato in seguito. Ma non è stato l’unico a ricevere posta, secondo i rapporti degli inquirenti: immediatamente dopo, avanzando di due tavoli, l’uomo si è chinato su un vecchio in panciotto, distogliendolo dal suo pasto con un sussurro all’orecchio. Il vecchio si è alzato quasi subito con uno scatto repentino, tanto che la sedia è caduta all’indietro battendo contro quella di un altro gentiluomo, che si è girato a guardare borbottando una colorita protesta. Nel frattempo, il vecchio in panciotto si è diretto verso un ampio tavolo, lontano dal suo poco meno di dieci metri, e ne ha trascinato via con la forza un commensale, suscitando la protesta e l’agitazione degli altri. L’intruso ha continuato però la sua passeggiata per la sala, lasciando un altro paio di biglietti a qualche signora, prima lusingata e curiosa, poi preoccupata e addirittura arrabbiata una volta lettone il contenuto, e bisbigliando brevi e terribili confessioni, a giudicare dall’espressione sconvolta di chi le ha ascoltate. In cinque minuti, metà del ristorante è stato sommerso da un brusio concitato e invadente, addirittura fastidioso: sono sempre di più quelli che abbandonano il proprio pasto e si voltano a guardare cosa sta succedendo al tavolo più vicino.
Dalla bocca infuocata del vecchio in panciotto volano parole come mia moglie, a letto, tradito, amanti. L’intruso, in tutto questo, si è dileguato.

«Che significa ‘sono tornato’?».
«Significa quello che significa, John».
«Sei uno stronzo».
«L’avevo previsto».
«Che sei uno stronzo?»
«Che avresti detto una cosa del genere su di me».
«Spero che tu non voglia rifilarmi alcun tipo di scusa, perché non l’accetterò».
«No».
«Fantastico».
«Già».
Silenzio.
«Mi aspettavo un qualche tipo di reazione».
«Non ti basta questo?».
«Questo cosa?».
«La faccia che sto per spaccarti, stupido-coglione-Sherlock-Holmes».


Da qualche parte nella sala si sente un tonfo eccezionale. Esattamente dall’altro lato, il vecchio in panciotto rifila un pugno all’aitante giovanotto con cui discute da dieci minuti buoni.
E’ il fischio d’inizio di un caos inumano.

“Piatti rotti: 988
Bicchieri rotti: 1546
Costo approssimativo riparazione lampadario (staccato dal soffitto con un probabile colpo di pistola): ---------“


«Non la smetti mai di fare cazzate».
«E tu non la smetti mai di infliggere le tue opinioni al mondo. Qualcuno deve pur accorgersi che Sherlock Holmes è tornato in vita».




[un esperimento giusto per provare, mi è venuto giù così. Fatemi sapere che ne pensate. Alla prossima!]