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Autore: Orcry da Rotklein    28/11/2013    1 recensioni
Una cosa che mi è sempre dispiaciuta delle avventure del Dottore è che non se ne vede una ambientata nel Medieovo. Così, in occasione di un concorso locale, ho scritto questo racconto ispirandomi a uno dei momenti fondanti della monarchia inglese: la conquista normanna.
Genere: Comico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Doctor - 10, Rose Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La quiete notturna della grande sala del Centre Guilloume-le-Conquérant venne spezzata dal peculiare suono di un TARDIS in fase d’atterraggio: “Vwoooorp! Vwooorp! Vwoooorp!”
La cabina blu lampeggiò sfocata, prima di comparire concretamente in un angolo cieco al sistema di sorveglianza. Una figura allampanata, vestita di una lunga giacca marrone, uscì dalla porta precipitandosi a disattivare ogni telecamera con un flash preciso e sicuro del suo cacciavite sonico. Una testolina bionda la seguì mentre s’inoltrava nella sala del museo.  
«Ecco qui Rose!» esclamò il Dottore allargando le braccia al centro della sala d’esposizione. «Settanta metri circa per cinquanta centimetri di lino ricamato con seicentoventisei figure umane, duecentodue cavalli, cinquecentocinquantacinque altri animali, ventisette edifici e quarantuno navi o, se preferisci, più semplicemente: l’Arazzo di Bayeux. Ci mostra le fasi salienti della conquista normanna dell’Inghilterra da parte di Guglielmo, Duca di Normandia – altrimenti noto come Guglielmo il Conquistatore o Guglielmo il Bastardo, per i detrattori – culminata con la celebre battaglia di Hastings combattuta il 14 ottobre 1066...»
Rose Tyler si avvicinò all’arazzo per osservare meglio le figurine stilizzate ma ricche di colore mentre, in sottofondo, il Dottore proseguiva la sua entusiasta spiegazione.
«Guglielmo è una figura affascinante. Una volta raggiunti i quindici anni, egli seppe ben amministrare il suo ducato, dapprima pacificando le lotte intestine e poi difendendolo dai nemici esterni che lo minacciavano. Riuscì ad affermare la sua posizione con abilità non solo militare e anche quando fu incoronato re d’Inghilterra portò delle innovazioni non indifferenti alla monarchia inglese e il paese conobbe un lungo periodo di pace. Certo non si dimostrò molto generoso nei confronti della popolazione anglosassone che fu spesso denigrata. Ma nel panorama del periodo, rivelò delle doti e delle qualità ammirabili. Per questo non amo molto l’epoca medievale è un po’ troppo violenta per i miei gusti ed è raro trovare dei grandi personaggi che non si siano macchiati le mani. Comunque fece una grande carriera: da figlio illegittimo di un duca a re di una nazione; niente male per un “Bastardo”.»
«Dottore!» lo chiamò Rose indicando una figura ritratta. «Chi è questo?»
Il Signore del tempo la raggiunse sistemandosi un paio di occhiali dalla montatura scura sul naso affilato prima di avvicinarlo per osservare con più attenzione.
«Oooh! Quello dovrebbe essere Aroldo, l’earl dell’Essex.» spiegò il Dottore rialzandosi e sistemandosi il ciuffo. «A quell’epoca era un personaggio di rilievo nel regno, anche se un po’ controverso. Nel 1064 giurò fedeltà e appoggio a Guglielmo, che era già stato designato erede da Eduardo il Confessore una dozzina d’anni prima. Ma alla morte di quest’ultimo, sopraggiunta nei primi giorni di gennaio del 1066, Aroldo si fece incoronare sostenendo che il sovrano l’avesse scelto sul letto di morte. Ovviamente Guglielmo non accettò il tradimento del suo diritto a regnare e invase l’Inghilterra con ingenti forze, sbaragliando Aroldo nella celebre battaglia di Hastings. La tradizione vuole che Aroldo restasse ucciso sul campo con i suoi fratelli, ferito mortalmente da una freccia che lo colpì in pieno ad un occhio durante lo scontro…»
«Ed è andata proprio così?» domandò Rose senza staccare lo sguardo dall’arazzo.
«Perché non lo scopriamo?» la incalzò il Dottore.
Rose lo guardò e schiuse le labbra in un bianco sorriso, pregustando l’avventura. Lui ricambiò spalancando gli occhi nella sua tipica smorfia euforica.
«Allons-y!» esclamò il Dottore afferrando la mano di Rose e tirandola dolcemente fino al TARDIS.
 
***
La battaglia infuriava ancora a Caldbec Hill ma Aroldo scrutava il campo con una certa sicurezza. L’astuta decisione di schierarsi sulla collina si era ben ripagata. Le truppe del Bastardo si erano infrante per tutta la giornata contro il muro di scudi dei suoi fedeli huscarls: né le frecce, private della forza di penetrazione, né la cavalleria normanna, fiaccata dal terreno in salita, erano riuscite a scalfire la solidità della sua difesa.
Per un solo momento, quando la voce della morte del Bastardo si era diffusa sul campo, i suoi uomini si erano lasciati trasportare dall’entusiasmo, abbandonando la posizione per lanciarsi all’inseguimento del nemico in fuga. Ma il dannato duca normanno era ricomparso e, compattata la cavalleria, aveva rapidamente accerchiato e sterminato parte degli inseguitori. Nonostante le perdite, lo schieramento anglosassone reggeva ancora. Nella fioca luce del tardo pomeriggio, ad Aroldo parve di scorgere, nel cielo sopra al campo di battaglia, una baluginante ombra blu. Ma la sagoma del TARDIS che prendeva corpo a mezz’aria fu l’ultima cosa che il re anglosassone vide in vita sua. Una freccia vagante rimbalzò infatti contro la cabina, deviando la sua traiettoria e conficcandosi nel suo occhio destro.
Dalla porta spalancata sul vuoto, fece capolino la testa del Dottore che si voltò ad osservare l’esercito anglosassone in rotta sotto di lui.
«Mi dispiace Rose.» disse contorcendo le labbra in un mezzo sorriso. «Ho paura che siamo arrivati al momento sbagliato…»
 
  
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