Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: ciaoioamoglionedirection    28/11/2013    11 recensioni
Non avevo mai provato nulla di cosi forte, cosi sincero, cosi speciale.
Sentivo il sangue scorrere veloce nelle mie vene, sentivo il mio cuore impazzire d'amore, di desiderio mentre mi baciava.
Il suo tocco era come una medicina per me, sapeva tirarmi su di morale quando ne avevo bisogno.
Il suo tocco mi faceva sentire protetto tra le sue braccia, ma anche libero.
Libero di poter amare, libero di poter gridare al mondo quanto amavo quel ragazzo che aveva rubato il mio cuore, libero di poter provare un amore che nessuno adesso poteva piu' distruggere.
Stavo realizzando che senza di lui mi sarei perso, stavo iniziando a capire che la mia vita era nelle sue mani e che nessuno gliel'avrebbe strappata.
"Non ti lascero' mai " sussurro' al mio orecchio.
"Non ti azzardare piu' a dubitare del mio amore" lo minacciai stringendolo a me.
"Non lo faro' mai piu' " mi rassicuro' indietreggiando.
"Allora baciami e dimentichiamo tutto"
Dimenticare sarebbe stata l'opzione perfetta.
La migliore sarebbe stata scappare da tutto questo ma sarebbe stato da codardi, e noi non eravamo codardi, eravamo solo innamorati.
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Crack Pairing
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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~~Era una sera tranquilla, una di quelle sere in cui puoi sdraiarti sul prato e ammirare in silenzio le stelle.
Quel silenzio mi faceva quasi paura, era strano non vedere nessuno in quella citta' cosi affollata.
Svoltai a sinistra in un sentiero di ghiaia, ero abituato a passare di li per camminare in tranquillita' e anche se quella volta la citta' era spenta il mio istinto mi porto' a svoltare li.
Aveva appena piovuto e stavo pregando che non ricominciasse prima che rincasassi.
Udivo i passi tonfi sulla ghiaia, un suono piacevole per le mie orecchie.
Iniziai a contare i passi e senza accorgermene ero gia' arrivato a 30, 31, 32.
   Pensa a qualcosa Michael.
 Pensa a qualcos'altro che non siano numeri.
 Pensa alla tua vita squallida, pensa al tuo squallido lavoro, pensa alla tua squallida casa, pensa alla tua squallida auto, come non detto.
Sara' meglio impazzire, sara' meglio continuare con questa conta inutile.
45, 46, 47...
Guardai il cielo.
Prometteva pioggia.
Allungai il passo per riuscire ad arrivare in tempo a casa.
 "Casa".
66, 67, 68..
Una goccia, due gocce, tre gocce, diluvio.
Corsi, o almeno cercai di correre prima che inciampassi in una radice sporgente di un albero.
Ci mancava solo una caduta, menomale che riuscii a mantenermi, ad appoggiarmi al tronco ormai bagnato.
Eppure doveva esserci un giorno felice, un giorno in cui avrei potuto dire "Hei, oggi e' il giorno piu' bello della mia vita, Jim"

Jim.
Jim ormai mi aveva dimenticato.
Ormai ero solo una macchia nera del suo passato.
Ero solo un brutto ricordo per lui.
E lo capivo.
Nessuno avrebbe rischiato per me.
Nessuno tranne Jim, credevo. Ma anche lui mi aveva abbandonato, illudendomi che un giorno lo avrei rivisto.
Eppure erano passati due anni.
Due lunghi anni senza il suo sorriso, i suoi baci, le sue carezze, la sua dolcezza...
Due lunghi anni di poverta' e amarezza.

Confidavo molto in lui, le sue parole mi avevano persuaso, non dubitai delle sue promesse.
Era palese l'inganno ma ero troppo accecato dall'amore, non che ora non lo fossi.
Mi mancava, e tanto.

Svoltai nuovamente a sinistra e tutto cio' che vidi fu una piccola casetta davanti un monte.
La mia casetta.
Detto cosi sembra che stessi parlando di una piccola casa graziosa, ma tutto era tranne che graziosa.
Era minuscola, certo, era anche un bene per non far disperdere il poco calore che dava la piccola stufetta.

Aprii la porta che sembrava quella di una stalla, ma non contava molto, ormai mi ci ero abituato.
Aprii un' insignificante sedia a sdraio e mi ci aggomitolai sopra con la mia coperta, almeno quella, calda.
Mi faceva sempre piu' paura dormire li, da solo, isolato da tutti, senza qualcuno che mi accarezzasse e mi dicesse parole dolci.
Mi stavo abituando un po' a tutto, ma a quello non potevo abituarmi.
Non potevo vivere senza di lui e sembrava che a lui invece non importasse.

Sapevo sin dalla sera prima che non avrei chiuso occhio ma mi accorsi di aver superato il mio limite quando guardai sullo schermo del Nokia, che avevo pescato in un cassetto della mia vecchia casa, prima che mi cacciassero, e vidi che erano le quattro di mattina.
La mia pallina anti-stress era diventata piu' stressata di me dalle tante volte che l'avevo usata.
Un giorno mi avrebbe mandato a quel paese anche lei.

Per essere una casa... o per meglio dire, una stanza da gente povera, era piu' ordinata di una qualsiasi casa che si rispetti.
Odiavo essere cosi, odiavo voler mettere sempre tutto in ordine e fare tutto in modo cosi simmetrico!
Chi vorrebbe essere amico di uno schizzato?
Almeno qualcuno pero' teneva a me, la mia collega, lei si che era un'amica, la adoravo.
Adoravo il fatto che avesse cosi tanta pazienza con me e che nonostante tutto mi apprezzasse.
Se non avessi avuto lei non avrei saputo cavarmela; per esempio, sarei morto di fame, perche' era lei che mi comprava il cibo.
Si, e' cosi umiliante, ma le avevo promesso che un giorno l'avrei ripagata.
Un giorno avrei fatto carriera, qualcuno doveva pur notarmi.
Non credevo di essere il migliore ma sapevo mettere insieme qualche frase e sapevo come suonarla con la mia adorata chitarra che avevo trattato bene fin da bambino.
Per fortuna.
Ormai non era tempo di dormire, il tempo di alzarmi dalla sedia a sdraio, alias "il mio letto" che erano gia le sette e un quarto, se il mio orologio non portava male.
"Etchi"
"Etchi"
"Etchi"
Molto bene.
La sera prima avevo anche dimenticato di asciugare i vestiti e adesso mi ritrovavo con un bel raffreddore.
Avevo lasciato che si asciugassero da soli, non importandomene delle conseguenze...
"Che vuoi che sia, un raffreddore non mi uccidera' " sussurrai chiudendo la piccola sedia a sdraio.
Controllai che tutto fosse in ordine.
Tutto poi.
La sedia, la coperta, la stufa e qualche altro oggetto indispensabile.
Uscii di casa e mi avviai verso il sentiero bagnato dalla pioggia.
Per fortuna non pioveva.
La giornata prometteva bene; meglio una giornata monotona che piena di tristezza.
Strinsi i pugni e li infilai nelle tasche del mio giubotto cercando di trattenere quel poco calore che rimaneva.

*
"Buon giorno Connie"
"Buon giorno Michael"
Ero arrivato finalmente al bar dove lavoravo e avevo finalmente incontrato lei, la mia migliore amica, quella che mi ascoltava sempre, quella che sapeva come trattarmi, cosa volevo.
Conosceva tutta la mia storia e faceva di tutto per aiutarmi.
Per lei i soldi non erano un problema, la sua famiglia, pur sapendo che lei aveva un lavoro ed un ragazzo abbastanza ricco, le mandava soldi, soldi e soldi.
Connie era tantissimo preoccupata per me, arrivo' persino a pensare di regalarmi una casa ma sarebbe stato troppo da riscattare. Quasi adoravo la mia casa, mi ci ero abituato, mi serviva solo una stufa che funzionasse come si deve e una persona che mi viziasse.
No. Ora non pensare Jim.
Non pensarlo.
Non pensarlo.
"Jim" sussurrai.
Neanche io mi sarei capito se non avessi saputo cosa stessi dicendo.
"Cosa dici?" chiese Connie.
"Niente di importante, mettiamoci al lavoro"

Solita giornata noiosa, piena di clienti che talvolta sembrano disprezzarti.
Come dicevo, meglio una giornata monotona che triste, quindi mi accontentai e tornai a casa con una voglia matta di tornare a scrivere qualcosa di sensato, cosa che non facevo da quasi un anno.
Mi succedeva qualcosa...
Ero sempre riuscito a scrivere, mi faceva sentire bene, potevo sfogarmi, ma in quel periodo era tutto troppo monotono, c'era solo il ricordo di cose brutte che il ricordo di quelle belle sembrava non voler tornare.
"Ed io che vorrei diventare qualcuno per poter trasmettere agli altri le mie emozioni.
Se non riesco a scrivere neanche un testo da canticchiare!"
Strappai il foglio che avevo preparato per scrivere.
Ero appena tornato a casa dal lavoro.
Ero tornato a casa con l'idea di scrivere ma il mio cervello era vuoto.
Senza emozioni.
Dovevo ritrovarle.
"Quanto e' vero che amo Jim riusciro' a scrivere una fottuta canzone"

 

*SPAZIO AUTRICE* Beneee peopleeee, ho iniziato a scriverer questa ff perché amo Mika lalalala Non credo c sia molto da dire. E' tipo una presentazione, un po' deprimentelol Fatemi sapereee
  
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