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Autore: Spartaco    28/11/2013    3 recensioni
[Fire Emblem Awakening]
Dopo la sconfitta di Grima, la vita continua. Si cerca di riprenderne le fila di una vecchia o di ricominciarne una nuova, accanto alla persona amata. E di vivere la nuova pace conquistata come semplici uomini e donne, non più come giovani e belli eroi, inseguendo la semplicità e la tenerezza di un sogno.
Dal mio secondo personaggio ecco cosa accadde dopo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il rumore di un martello che batteva sui chiodi si susseguì ancora per qualche istante, per poi fermarsi e lasciare spazio al tipico vociare mattutino.

Il giovane che impugnava il martello lo appoggiò tra gli spettinati ciuffi d’erba e controllò con minuzia il suo lavoro; mosse il capo in un cenno d’assenso, convinto, la trave era stata fissata alla perfezione.

Di nuovo prese in mano il suo attrezzo, pescò un altro chiodo da una sacchetto posato lì vicino, e riprese il suo lavoro.

Tutt’intorno la gente si muoveva freneticamente: c’era chi andava al mercato in cerca di cibo fresco, chi andava per vendere, invece, le proprie materie prime, chi bighellonava nelle taverne, i ragazzini che correvano sfrenati qua e là, rischiando di far inciampare numerosi signori che li maledicevano bofonchiando a mezza voce parole incomprensibili, ma tutto sommato in città c’era un clima euforico.

La guerra era finita ormai da un anno, ma ancora si notavano gli strascichi di dolore e rovina che aveva portato seco. Eppure, poco a poco, di giorno in giorno, con un semplice sorriso in più rispetto alla mattina prima, la gente di Ylisstol si stava riprendendo, di nuovo, come aveva sempre fatto.

La breve parentesi di Emmeryn era stata resa vana in breve tempo e la gente aveva rivissuto i vecchi incubi; i vecchi spettri seppelliti alla fine della guerra precedente erano tornati a farli visita.

Tuttavia, la guerra era finita anche quella volta. A costo di sacrifici, sangue e innumerevoli morti, era nuovamente tutto terminato. La gente non aveva capito molto di quello che era successo, di strani riti oscuri, di guerrieri mascherati giunti da un altro tempo, di intricati piani malefici; il popolo bue aveva semplicemente accolto con gioia il ritorno della pace, iniziando a narrare la storia dell’Eletto Chrom che aveva sconfitto il drago maligno Grima, come narravano le leggende.

Qualche volta anche quel giovane, ormai trasformatosi in un uomo, aveva fatto un salto alla locanda, ascoltando bardi e suonatori narrare quelle incredibili gesta; nascosto nell’angolo, lontano dai bagliori del caminetto centrale della taverna, ripercorreva con nostalgia quei giorni gloriosi, cantando nella sua mente la vera leggenda, la storia di cui lui stesso era stato partecipe.

Si fermò un istante per asciugarsi il sudore, nonostante avesse iniziato di mattino presto, il sole cocente infine l’aveva raggiunto.

Era un bel giovane, ormai quasi evoluto in uomo, dalla chioma castana chiarissima che non aveva eguali, un po’ lunga e tirata indietro; il corpo era divenuto muscoloso e scolpito, e la camicia di lino che indossava, tirata su sulle maniche, metteva in risalto le possenti braccia, temprate prima dal ferro della spada e poi dal duro legno.
I calzoni, anche quelli tirati su al ginocchio, invece erano logori, bruni come il legno che lo circondava, ma, per quanto la moglie insistesse, non era mai riuscita a farglieli cambiare.

Gli piacevano le cose vecchie, perché erano un ricordo di ciò che era stato e ne erano al contempo la prova della loro esistenza e, dopo ciò che era accaduto, Lascar voleva esser sicuro della propria esistenza.

D’un tratto sentì dei passi, tenui, che parevano come non affondare nell’erba e non sporcarsi nel terreno polveroso, ma prima di potersi voltare due mani sottili gli cinsero il petto.

Lascar si beò, per un istante, di quell’intimo contatto, assaporando appieno la vicinanza alla moglie e il profumo di mughetto di cui erano sempre stati intrisi i suoi roesi capelli.

Voltò appena il capo, incontrando le delicate labbra di Olivia, che baciò con delicatezza.

Dopo un attimo, però, la danzatrice si ritrasse, ma sul suo viso comparì un largo sorriso.

- Amore, abbiamo ospiti – disse, rialzandosi.

L’ex-stratega si stupì, ma prima che potesse domandare altro qualcuno gli diede una poderosa pacca sulla schiena.

- Battiamo la fiacca, eh Lascar? –

Lascar si voltò sempre più stupito, riconoscendo subito la voce – Chrom! Non sei cambiato di una virgola! –

L’Eletto scoppiò in una gran risata e abbracciò con entusiasmo il suo vecchio stratega – Neanche tu vecchio mio, neanche tu! –

- Andiamo, vieni dentro! Ti offro qualcosa! –

- Ne approfitterò più che volentieri! –



La casa che Lascar e Olivia avevano acquistato quasi un anno prima era modesta, ma confortevole; l’esterno era di pietra con due piccole finestre lignee al lato della porta, su entrambi i davanzali crescevano rigogliosi degli splendidi fiori multicolori.

L’interno invece era fatto interamente di legno e si poteva notare ovunque il tocco di una persona raffinata e graziosa come Olivia. Tutto era dolce e accogliente.

- Allora, come procedono i lavori? – chiese Chrom quando si furono accomodati

- Per adesso procede tutto per il meglio, ancora qualche anno e sarà terminato –

Chrom fece una faccia poco convinta - Te lo dissi allora e te lo ripeto di nuovo, se avessi bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, soldi, uomini, che so.. devi solo chiedere! –

- Chrom, lo sai – rispose Lascar, poggiando dolcemente la mano su quella di Olivia – questo è il nostro sogno e lo costruiremo noi soli con le nostre forze –

L’idea della costruzione di un teatro era stata la scintilla da cui era scaturito il loro legame; per Olivia era sempre stato un obiettivo e la ragazza, durante la guerra, risparmiava costantemente dei soldi per dare il via ai lavori a guerra conclusa, per Lascar si era trattato dapprima di un gioco, ma pian piano si era appassionato, aveva organizzato i materiali e creato un progetto e quell’idea era divenuta più forte al crescere del suo amore per la danzatrice.
Ora, che finita la guerra, Lascar, non aveva più dove impiegare le sue brillanti doti di stratega, si era dedicato anima e corpo a quel progetto, al sogno più grande di colei che amava; d’altronde veder spuntare nuovamente quel sorriso genuino e gioioso sul viso di sua moglie, ripagava indubbiamente tutti gli sforzi compiuti.

- E per dirla tutta, Chrom.. – riprese, in tono canzonatorio - tu hai ben altro da fare che star qui a preoccuparti per un falegname e una ballerina che inseguono il loro misero sogno! –

- Ma come sei cattivo, oggi, Lascar! – rispose l’Eletto, fingendosi arrabbiato e stando al gioco.

- Sei il sovrano dell’Ylisse e sei venuto qua senza neanche una scorta!! – continuò tirando fuori un loro ‘caro’ argomento, ormai vecchio di secoli.

- Oh, non vorrai ricominciare! – rispose Chrom, che come suo solito iniziava a scaldarsi.

- Oh si..! –

- Cosa odo, dunque: un misero falegname che vuole consigliare l’Eletto? –

I due si guardarono in cagnesco, ghignando, mentre dal canto suo Olivia non sapeva più cosa fare, divisa tra l’intervenire o la sua innata timidezza.

- Eh, no, insomma! Ora basta! – proruppe una quarta voce, spalancando con impeto la porta.

La casa tacque e la figura avanzò di un passo con impeto, quando inciampò e cadde distesa a terra.

Tutti e tre si alzarono per aiutarla – Sumia!! –

- Oh, ehm, perdonatemi, no no sto bene, scusatemi Lascar, Olivia.. Ehm, ecco, senza volerlo ho ascoltato tutto il discorso e allora io.. –
Nel fiume di spiegazioni, la donna a capo dei cavalieri stava arrossendo sempre di più, non sapendo più che parole usare per scusarsi.

- Figurati, Sumia! – intervenne un quinto interlocutore, con tono sprezzante e infastidito – Questi due gridavano talmente tanto che in fede mia mi stupisco come non sia intervenuto Friedrick dal palazzo reale a fermarli! –

- Iñigo!! -

Il ragazzo, dai capelli della stessa tonalità del padre, sorrise, scendendo con calma e teatralità le scale.

- Benvenuti Lor Signori! Posso tentarvi con un po’ di vino proveniente dalle cantine dei nostri diplomatici alleati, i Regna Ferox? – chiese, una volta giunto al tavolo, simulando una voce affettata.

Olivia cercò di nascondere con grazia la risata che il figlio le aveva suscitato; quel suo modo di agire, sempre buffo e allegro, l’avevano sempre fatta sorridere.
Tuttavia non ci riuscì e la sua risata cristallina riempì l’aere, contagiando ben presto suo marito e il Re e la Regina d’Ylisse.
 



Angolo dell'autore:
Dopo la fine della mia seconda avventura in questo meraviglioso gioco e dopo aver visto quanto eran teneri i dialoghi tra il mio personaggio e Olivia, non sono riuscito a sfuggire alla tentazione di scriverci qualcosa! ^^ Iniziamo con le precisazioni xD: non chiedetemi da dove venga il nome 'Lascar' chè l'ho inventato così di botto (le mie scuse se vi suona strano o non vi piace! xD). Due: spero di non esser andato troppo OOC con Inigo, perchè in realtà in una prima stesura il tutto si concludeva con l'arrivo di Chrom, ma poi volevo descrivere la loro casa e il tutto si è allungato! Per quanto riguarda invece i dialoghi tra Chrom e il mio personaggio ho ovviamente ripreso da quelli della storia.
Sapete, il tutto mi ricorda un po' Nihal e Sennar, per chi di voi avesse letto la saga del Mondo Emerso (tutta per acpire di cosa parlo), di come vogliono vivere in pace, lontano dalla guerra.
Ok, concludo! xD Grazie di esser arrivati fin qua! xD Spero vi sia piaciuta! In entrambi i casi i commenti sono ben accetti! :)


P.s. forse a qualcuno daran fastidio gli spazi, ma il punto è che 'mi ci' sono abituato e word mi visualizza tutto così..! E abituandomi non riesco a leggerla in altro modo che così, anche perchè il ritmo stesso è calmo, placido.
  
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