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Autore: _eco    29/11/2013    5 recensioni
A Deb. ♥
[Post MJ] [Katniss Everdeen/Sae La Zozza/Ranuncolo/(Prim)/Nipote di Sae La Zozza]
È una tipa di poche parole. Ora imbronciata, ora follemente allegra. Ha quel sorriso tipico dei folli. Non mi sento di paragonarla a Annie. La sua è un altro tipo di pazzia.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen, Ranuncolo, Sae la zozza
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Deb, perché ha compiuto gli anni lo stesso giorno in cui è uscito Catching Fire - ri-auguri, in ritardo! xD
A Deb, la gattara per eccellenza, a Rajetta sua, a Ester e a tutti i suoi adorabili micetti. ♥


Tick, tock. But this isn't a clock.
[Katniss/Sae/Prim/Ranuncolo/Fanny]
Il caminetto di mattoni chiari incornicia il quadro animato di fiamme e scintille rosso-aranciate. Il pavimento di marmo non è che lo specchio imperfetto di una danza in continuo movimento, di un abbassarsi e alzarsi di lingue di fuoco.
Crick, crack. Crick, crack.
La legna scoppietta un secondo sì e uno no. E così le ossute dita di Fanny tamburellano sulle mattonelle appena appena riscaldate dal fuoco. Seguono il ritmo.
Tic, tac. Tic, tac.
No… no… non è un orologio.
E Ranuncolo, sebbene il suo pelo sia del solito, odioso arancione sporco, non è una di quelle scimmie urlanti dell’arena.
E Sae sta solo facendo un frappé con il frullatore elettrico – nessun albero sta esplodendo, nessun albero esploderà mai.
Le ho detto che no, non voglio l’arancia. Prim non lo berrebbe. Una volta mio padre tornò a casa con quel frutto aspro e arancione: Prim ne assaggiò un pezzetto e lo mandò giù a fatica, solo per non farlo dispiacere.
Comunque, Sae l’arancia ce l’ha messa lo stesso.
Fanny è magrolina e non tanto più alta di Prim. Ha i capelli lunghi, castano ramato, ma lei li tiene un po’ sciolti e un po’ no. Indossa un guanto di lana bucherellato nella mano sinistra, l’altra, quella che tamburella ritmicamente contro il pavimento, è nuda, chiazzata di rosso per il freddo, ruvida già solo a guardarla. L’hanno sempre detto, nel 12, che non ci sta tanto con la testa.
È una tipa di poche parole. Ora imbronciata, ora follemente allegra. Ha quel sorriso tipico dei folli. Non mi sento di paragonarla a Annie. La sua è un altro tipo di pazzia.
Annie ha una risata cristallina, come scintille di argento che cozzano tra loro. Quella di Fanny è più un mugugno, un borbottio sommesso che rivolge a se stessa e a nessun altro, guardando in basso, affondando il viso nel maglione grigio topo, socchiudendo gli occhi sin quasi a serrarli del tutto.
Con la mano guantata, accarezza distrattamente il pelo spettinato di Ranuncolo, che sta accucciato vicino alle sue ginocchia, beandosi del calduccio del caminetto, mentre tortura tra le sue zampacce un gomitolo di lana verde scuro.
All’improvviso, a beneficio della mia mente, corrotta da ricordi di sangue, violenza, terrore, Fanny smette di picchettare contro il pavimento.
Niente più “tic, tac”.
Inizia, piuttosto, a giocherellare con la palla di pelo arancione sbiadito che in passato, nel pieno delle mie facoltà mentali e fisiche, avrei volentieri affogato in un secchio di acqua stagnante: fa rotolare il gomitolo verso di sé, lo spinge un po’ più in là, lo muove rapidamente, e ride con il suo mugugno un po’ macabro e un po’ inarrivabile mentre Ranuncolo annaspa e agita le zampe dappertutto.
Mi domando come mai non abbia ancora soffiato. Ranuncolo, intendo. Non credo che Fanny sarebbe capace di ricambiare i suoi sbuffi arrabbiati e infastiditi. Cosa che io faccio sempre.
- Puoi prenderlo. –
Mi sorprendo quando la mia voce, atona, distante, pronuncia quelle parole. E mi sorprende ancor più il fatto che Fanny, a dispetto di tutte quelle volte in cui paga l’attenzione altrui con un’irritante indifferenza, si volta verso di me e accenna un sorriso che pare quasi normale.
- Oh, no. – replica in tono melenso, scandendo bene le lettere. – Credo che gli piaccia stare qui. Questa è casa sua. –
Continua ad accarezzarlo con dolcezza.
All’improvviso, sento il disperato bisogno di nascondermi, di seppellirmi sotto una montagna di piumoni, e tutto ciò che mi è consentito fare è tirare la coperta imbottita sin sopra la fronte e barricarmi in un precario rifugio di pile.
E, mentre combatto contro il mal di testa che quasi mi comprime il cranio, penso che quell’orribile, pulcioso, terribilmente sporco, irascibile, stupido gattaccio aveva una casa.
Le ginocchia di mia sorella, il calore delle sue piccole mani bianche, la protezione del suo grembo, sempre leggermente piegato, a mo’ di barriera, la sua voce a metà fra un alito di vento e una dolce musica. 

Angolo autrice.
We, we! I'm back! Finalmente pubblico qualcosa che ho scritto proprio ora, quindi posso dire che sto recuperando, pian piano, la mia abitudine nello scrivere. Speriamo bene. O forse no, per voi xD
Il motivo per cui ho ripreso a scrivere è quasi sicuramente il fatto che mi sentivo in dovere di far un pensierino "virtuale" alla mia mammina virtuale, Deb cara. ♥ Arrivo un po' in ritardo, ma pazienza. 
Deb, spero che non ti abbia fatto tanto schifo. So di aver scritto di meglio, di molto meglio, ma spero anche che tu apprezzi il gesto. 
Fatemi sapere, bei picciotti.
Un bacio.
S.

 
  
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