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Autore: Pianura96    29/11/2013    0 recensioni
Elisabeth aveva tutto e niente. Era lei con i suoi sogni. Ora chi è?
..-Signorina non si corre nei corridoi.
Mi girai. Mister Brown? Mi aveva seguito? Perché?
Annui incapace di formulare un periodo sensato ed entrai in classe. Perché era accaduto questo?..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
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-Ei mi senti? Sto parlando con te! EI!!.

-Come? Cosa? Non chiamarmi EI!
-In quale mondo eri?
-In nessuno.
-Mmm..
-Continuamo?
-Si! Quindi dicevamo che Virglio nacqua a.. Si vabbè. Torno a casa mia!
-Ah? scusa scusa.. oggi mi sento stanca. Non ho voglia di studiare. Perdonaaaami.
-Va bene. Parliamo allora.
-Sì, ho iniziato una storia. E' carina ma banale.
-Leggimela.
Alzai il sopraciglio. Era la prima volta che leggevo qualcosa a qualcuno, qualcosa di mio.
-Bene!
Accesi il computer e selezionai la cartella.
-“quegli occhi così blu in cui mi perdevo. Il paradiso. L'inferno. Il purgatorio. Sono morta ma sono viva. Amami urlavo, amami. Perché? Nessuno mi risponde. Silenzio. Muoiono tutti. Spari..”
-ok basta! Ma cos'è?
-Una storia d'amore. L'inizio.
-Mmm.. banale. Dovresti scrivere qualcosa di particolare. Lo so che lo puoi fare. Devi dare ai ragazzi un sogno o una speranza. Nelle tue righe devono trovare un motivo per andare avanti in questo mondo infame.
-Potresti fare lo scrittore!-. Sorrise e mi mostrò i suoi bellissimi denti bianchi e perfetti. Sorrisi con lui. Era il mio migliore amico da sempre. Bello e dannato per le altre, speciale per me.
-Questa professione è tua! Adesso vado.
-Ti accompagno.
Scendemmo insieme le scale e salutò mia madre che come sempre gli chiese di rimanere a cena. Sorrise e rifiutò gentilmente. 
-ciao Ei!
-Non chiamarmi EI, KAPPA.
-Non chiamarmi KAPPA. Scoppiammo a ridere.
Girò l'angolo e come sempre si voltò a guardarmi un ultima volta. Mi venne in mente quella volta in cui gli chiesi del perché prima di proseguire il suo cammino si girasse a guardarmi e lui semplicemente mi aveva risposto “perché così ti ammonisco con lo sguardo e non puoi fare brutte azioni e puoi fare la brava bimba quando non ci sono io a vegliare su di te” ricordai la mia sciocca riflessione “cioè quando non dormi, non mangi e non sei in bagno?” lui aveva riso. Rideva tanto quando era con me.
Mentre riflettevo su questi momenti che ormai definivo nostri entro mia madre annunciando che la mia migliore amica aveva chiamato perforandole un timpano pensando che fossi io. Doveva comunicarmi la notizia dell'anno: un invito a cena.. di nuovo. Scoppiai a ridere ma mi colpi l'allusione di mia madre.
-Ely e tu quando ce l'hai un appuntamento?
-Mamma!
-Si? sono curiosa!
-Dai! Lo sai che non mi interess..
-A chi interessa chi?
-Papà pure tu!
-Ho sentito parlare di appuntamenti o mi sbaglio?
-Discussione fra donne, caro.
-Quale donne? Voi siete le mie bambine. E tu, signorinella, sei troppo piccola per i ragazzi.
-Papà ho 17 anni!
-Piccola!
-Mark! - lo ammonì mia madre!
-Genitori vi lascio alle vostre discussioni e torno alla mia versione!
Salì sopra sentendo ancora mio padre borbottare e dire ogni tanto “17 anni”. Che padre possessivo! Sbuffai e tornai a studiare. Il pomeriggio passò così e quando mi misi a letto sprofondai in un sonno profondo fino a quando sentendo degli strani rumori mi svegliai. Stava piovendo e le gocce che battevano incessanti sulla mia finestra non mi lasciavano dormire tranquilla così decisi di alzarmi e andare a bere un po' di acqua ma mentre cercavo le mie ciabbatte vidi il cellulare illuminarsi.. un sms? Alle 5:30? lo lessi: “scricciolo dormi? Io non ci riesco”
composi il numero velocemente.
-Ei! Ops.. Eli! Non dormi?
-A quanto pare neanche tu! Come mai?
-Non so. Forse sapevo che tu eri sveglia e mi sono premurato a farti compagnia!
-Che sciocco. Come va?
--Bene. Ora che ti sento.
-Uff.. che tempaccio.
-Lo so! Kappa mi spaventano i lampi.
-Mettiti sotto il piumone!
-Perché?
-Tu fallo.
Obbedì. Mi sistemai in un lato mentre sentivo lui iniziare a cantare. Lentamente quella melodia mi fece addormentare e non sentì più nulla. Ero felice e mi aveva fatto rilassare e addormentare quasi subito. La mattina dopo trovai il telefonino sotto il letto ma ricordando che incredibile buonanotte avessi ricevuto spontaneamente sorrisi. Scesi velocemente le scale di casa mia andando a prendere il bus. Su di esso accesi il lettore mp3. Prima canzone della giornata“Sei” dei Negramaro. Mi persi in quelle parole tanto che non mi accorsi che erano saliti sia Kappa che Ale e quando mi girari, com'era prevedibile, Kappa stava discutendo con i suoi amici ammirato dalla biondina dietro di lui e Ale mi ignorava beatamente. Mi ero dimenticata di richiamarla la sera precedente.. di nuovo! Cavolo! Quasi sicuramente questa volta mi avrebbe ucciso.
-Secondo te ti perdona o no?
-Secondo te le basta un pacchetto di patatine?
-Dovresti regalarle della cioccolata.
-Cioccolata e papatine!
-Tu sì che sai conquistare un amica!
-Accompagnami và.
Andammo al bar a comprare i doni del perdono e mi diressi in classe salutando Kappa che doveva salire al piano di sopra. Ale era già seduta al banco ripassando filosofia.
-Perdono!
Uscì le patatine e la cioccolata mettendogliele davanti.
Sorrise e mi disse – sei la migliore. Iniziò a scrocchiare le patatine ma fu interrotta da un borbottio. Alzammi gli occhi contemporaneamente e un uomo sui 30'anni con gli occhi più blu che avessi mai visto ci fissava infuriavo. Ale poso le patatine e deglutendo in suggestione mormorò una scusa.
Si sedette. Ma chi era?
-Sono – appunto...
-Il vostro nuovo insegnante di lettere. Mi chiamo Charles Brown e ho 28 anni. Iniziamo subito. La signorina delle patatine alla lavagna e mi illustri attraverso una mappa concettuale ciò che avete fato negli ultimi mesi!
Ale si alzò, aveva gli occhi pieni di terrore. Effettivamente Mister Brown non era proprio un tipo che metteva a proprio agio le persone. Prese il gessetto e iniziò a tracciare i primi dati venendo più volte interrotta poiché al professore non piaceva ciò che scriveva e si lamentava di qualsiasi cosa. Avrei voluto aiutarla ma era impossibile. Sentì dire il mio nome. Lo guardai rimanendo pietrificata e i suoi occhi erano bellissimi.
-Signorina.. Elisabeth Margareth Connor.
-Sì?
-Sostituisca la sua amica alla lavagna o sarò costretta a mettere un insufficienza il mio primo giorno.
Mi alzai immediatamente. Sostituì la mia amica che mi ringraziò con un debole sorriso. Inizia a scrivere per bene tutto ciò che avevo studiato. Non mi interrompeva ed era un buon segno! Alla fine guardò con aria di sufficenza ciò che avevo scritto e annuì mandandomi a posto. Il responso non lo diede e io non lo chiesi ma in compenso ci lascio da ripassare il programma fatto fino a quel momento perché avrebbe fatto delle verifiche su di esso. Un brontolio generale si alzo che lui riuscì ad ammutolire con lo sguardo. Rimasi nel mio angolino per il resto dell'ora mentre sentivo la secchiona della classe aiutare il professore ad ambientarsi e a riferire i metodi della mia professoressa. A proposito.. dov'era la mia professoressa preferita?
-Mi scusa professore, ma la signorina smith?
-Malata!
-Fino?
-Alla fine dell'anno, non le vado forse bene signorina?
-Non è questo. Chiedevo perché tutti eravamo legati alla signorina Smith.
-Tornerà. Forse ad aprile.
-Mi dispiace..
Se ci avrebbe impiegato tanto vuol dire che doveva stare molto male. Era davvero una brava insegnante e mi dispiaceva saperla ammalata! La campanella suonò mentre ricordavo il viso della Smith stranamente intristito al saluto del sabato mattina della settimana scorsa. Il professore salutò e guardò Alessandra che accanto a me era diventata piccola piccola.
-Ale che succede?
-Hai visto? Mi odia.
-Capita a tutti di non ricordare bene o di andare nel pallone.
Annuì poco convinta e tornò alle sue patatine. Un classico. Sorrisi e le diedi una pacca sulla sua testolina bionda. Era una persona adorabile e dolce ma aveva questa particolare predilezione per i ragazzi e ogni sabato aveva una fiamma nuova oppure un nuovo corteggiatore. Io sapevo che non era una poco di buono e che non aveva neanche dato il suo primo bacio perché diceva che dopo tanti rospi avrebbe incontrato il suo vero amore. Per me erano stupidaggini, eravamo giovani e belle e, la vita non erano di certo i ragazzi ma i nostri sogni!
Nel corridoio incontrai Kappa e lo chiamai – JAAAK! Si girò sorridendo mentre lo chiamavo.
-Eli! Com'è andata?
-Non hai idea! Ho un professore nuovo di letteratura. E' severissimo ma con degli occhi color ghiaccio. Ci ha dato da ripassare tre mesi di programma!
-Bella noia.
-Ha 28 anni!
-Né parli come se fosse un Dio. Era forse infastidito?
-No, ma è strano. Oh guardalo è quello lì..
-Quello? Pff.. non ha niente di che! Pensa a studiare scricciolo!
-A dopo. 
Gli mandai un bacio e tornai in classe nel frattempo accanto mi era passato mister Brown che con la coda degli occhi mi fissava. Iniziai a correre,senza un valido motivo, verso la mia classe fino a quando con il fiatone mi fermai perché qualcosa o meglio qualcuno mi aveva bloccato.
-Signorina non si corre nei corridoi.
Mi girai. Mister Brown? Mi aveva seguito? Perché?
Annui incapace di formulare un periodo sensato ed entrai in classe. Perché era accaduto questo?
  
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